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1116. TEWRDANNCTHS, Die geverlicheiten und ensteils des geschichten des Loblichen stryt paren und hochberumbten helds und ritters herz Tewrdanncths. — Tewrdanncths, ossia le avventure perigliose del famoso eroe cavaliere Tewrdanncths, scritte in versi teutonici da Melchior Pfintzing e ornate di belle figure allegoriche incise in legno, Norimberga al 1 marzo 1517, in fol. fig.
Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F, T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118. Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte; e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili. Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne lavoro.
Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F, T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118. Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte; e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili. Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne lavoro.
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318. DURERI ALBERTI, De simetria partium rectis formis humanorum corporum libri, Norimaberga 1528.
Prima edizione originale, pubblicata l’anno stesso della morte dell’autore, e la più rara a trovarsi di ottima conservazione, stampata in tedesco, il cui merito principalmente consiste nella freschezza delle tavole, in fol. fig.
Prima edizione originale, pubblicata l’anno stesso della morte dell’autore, e la più rara a trovarsi di ottima conservazione, stampata in tedesco, il cui merito principalmente consiste nella freschezza delle tavole, in fol. fig.
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1109. PETRARCA, Rimedio contro la fortuna tradotto in tedesco con molte tavole intagliate in legno stampato ad Ausburg da Enrico Steiner, 1539, in fol. piccolo.
Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
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633. RIVII Gualtherii medici et math., Insigniorum utiliorumque rerum ad totam architecturam pertinentium, nec non mathematicarum et mechanicarum artium apta atque perspicua institutio ad veram Vitruvii doctrinam accomodata, in tres praecipuos libros divisa etc., Norimbergae, typ. Jo. Petreii, 1547, in fol. In lingua tedesca.
Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo, del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di bellissima conservazione; in vitello.
Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo, del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di bellissima conservazione; in vitello.
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465. CATANEO Pietro, I quattro primi libri d’architettura, Venezia, in casa de’ figliuoli di Aldo, 1554, in f. fig.
2043. HOLBEIN. Imagines Mortis: his accesserunt epigratnmata e gallico idiomate in latinum traslata, Coloniae 1557, in 12. figur.
Questa è un’edizione originale colle stesse 53 tavole, clic pretendonsi intagliate da Holbein medesimo: ma non tutte forse di sua mano, trovandosi in alcune la marca A, cosa non avertita da Papillon, che indicò solamente una differenza in alcune tavole, aggiunte nelle edizioni posteriori alla prima, per aver queste nel contorno una linea sola, mentre le altre ne hanno due. La lettera A. potrebbe forse significare Abr. Bruyn che infatti in Colonia e in Svizzera intaglia diverse opere in quel tempo. Sebbene l’edizione non contenga le prime prove più fresche che apparvero 20 anni prima, nullameno può da questa formarsi chiaramente l’idea d’uno dei più preziosi lavori che vanti l’incisione in legno. Quanto al testo di questo rarissimo libretto trovansi le seguenti opere, oltre gl’indicati epigrammi: Medicina Animae e gallico idiomate a Georgio Aemilio in latinum translata: Paracelsis ad periculose decumbentes, Cypriani Episc. sermo de immortalitate, oratio ad Deum ap aegrotum dicenda, Oratio ad Chris. in gravi morbo dicenda, Divi Chrysostomi de patientia. Il libro, compreso il frontespizio e l’ultima carta bianca, è composto di 100 foglietti, notandosi il nome dello stampatore sul frontespizio colla sua marca Arnold Birckman. Ap. Haeredes, 1557. Legato assieme a questo libro è il seguente. Hofferi Io. Coburgensii Icones Catecheseos et virtutum, ac vitiorum illustratae numeris. Item Historia Passionis D N. I. Chris. Effigiata, Vitembergae excudebat Io. Crato 1558. Sono queste 71 tavole intagliate in legno che figurano i precetti del Decalogo, il Simbolo degli Apostoli, i Sacramenti, le Virtù ed i vizi, e la vita del Redentore, con i relativi epigrammi ad ogni soggetto. L’intaglio è di qualche pregio. Al decimo precetto del Decalogo figurato colla Castità di Giuseppe sono due marche. La superiore I. L. C. T. L’inferiore D. B. 1557, amendue in due cartelline: direbbesi che quest’ultima appartiene a un intagliatore Vitemberghese, essendo riportata anche da Crist e la prima al disegnatore.
Questa è un’edizione originale colle stesse 53 tavole, clic pretendonsi intagliate da Holbein medesimo: ma non tutte forse di sua mano, trovandosi in alcune la marca A, cosa non avertita da Papillon, che indicò solamente una differenza in alcune tavole, aggiunte nelle edizioni posteriori alla prima, per aver queste nel contorno una linea sola, mentre le altre ne hanno due. La lettera A. potrebbe forse significare Abr. Bruyn che infatti in Colonia e in Svizzera intaglia diverse opere in quel tempo. Sebbene l’edizione non contenga le prime prove più fresche che apparvero 20 anni prima, nullameno può da questa formarsi chiaramente l’idea d’uno dei più preziosi lavori che vanti l’incisione in legno. Quanto al testo di questo rarissimo libretto trovansi le seguenti opere, oltre gl’indicati epigrammi: Medicina Animae e gallico idiomate a Georgio Aemilio in latinum translata: Paracelsis ad periculose decumbentes, Cypriani Episc. sermo de immortalitate, oratio ad Deum ap aegrotum dicenda, Oratio ad Chris. in gravi morbo dicenda, Divi Chrysostomi de patientia. Il libro, compreso il frontespizio e l’ultima carta bianca, è composto di 100 foglietti, notandosi il nome dello stampatore sul frontespizio colla sua marca Arnold Birckman. Ap. Haeredes, 1557. Legato assieme a questo libro è il seguente. Hofferi Io. Coburgensii Icones Catecheseos et virtutum, ac vitiorum illustratae numeris. Item Historia Passionis D N. I. Chris. Effigiata, Vitembergae excudebat Io. Crato 1558. Sono queste 71 tavole intagliate in legno che figurano i precetti del Decalogo, il Simbolo degli Apostoli, i Sacramenti, le Virtù ed i vizi, e la vita del Redentore, con i relativi epigrammi ad ogni soggetto. L’intaglio è di qualche pregio. Al decimo precetto del Decalogo figurato colla Castità di Giuseppe sono due marche. La superiore I. L. C. T. L’inferiore D. B. 1557, amendue in due cartelline: direbbesi che quest’ultima appartiene a un intagliatore Vitemberghese, essendo riportata anche da Crist e la prima al disegnatore.
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1991. NUOVA BIBLIA figurata, Ossia moderne o nuove figure della Biblia del vecchio e del nuovo Testamento, disposte e ordinate dall’eccellente e ingegnosissimo Gio. Bockspergen il giovine di Salisburgo e disegnate con particolare attenzione dai tanto sperimentato Joss. Amman di Zurigo, opera servibile e necessaria ai professori di pittura, oreficeria, incisione, scultura e tarsia, stampata a Franfort sul Meno l’anno 1564, in 4, pic obl. in tedesco.
Prima e preziosa edizione conservatissima. Cento e trentatrè sono le tavole intagliate in legno, comprese due che nel libro dei re sono di tripla grandezza ed un’altra consimile nel libro dell’Esodo. Le tavole sono a tergo l’una dell’altra nei medesimi foglietti e non tutte, come il dimostrano le diverse marche, sono di quel J. Amanno Tigurino sopra-detto. Dopo il titolo, e prima delle tavole, è la dedica che ai 18 agosto Sigismondo Feyrabend fece di questo libro al rinomatissima intagliatore Melchior Lorick di Flensburg, a cui seguono alcuni versi tedeschi. Alcune illustrazioni di questa Biblia ne danno diversi autori, ma da ultimo il Zani nella 1 parte del suo volume secondo dell’Enciclopedia metodica di B. Arti ne parla con diffusione.
Prima e preziosa edizione conservatissima. Cento e trentatrè sono le tavole intagliate in legno, comprese due che nel libro dei re sono di tripla grandezza ed un’altra consimile nel libro dell’Esodo. Le tavole sono a tergo l’una dell’altra nei medesimi foglietti e non tutte, come il dimostrano le diverse marche, sono di quel J. Amanno Tigurino sopra-detto. Dopo il titolo, e prima delle tavole, è la dedica che ai 18 agosto Sigismondo Feyrabend fece di questo libro al rinomatissima intagliatore Melchior Lorick di Flensburg, a cui seguono alcuni versi tedeschi. Alcune illustrazioni di questa Biblia ne danno diversi autori, ma da ultimo il Zani nella 1 parte del suo volume secondo dell’Enciclopedia metodica di B. Arti ne parla con diffusione.
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1380. BERG Adamo, Nozze, feste e tornei in occasione del matrimonio del Principe Palatino colla Principessa Renata di Lottaringa nel 1568: in Monaco, per Adamo Berg, in Tedesco.
Sonovi 15 grandi tavole in doppio foglio intagliate con qualche gusto segnate con cifra N. S. e colorate a mano, il che serve mirabilmente al costume ed al carattere di quei tem 235 pi. Questo è il più raro e più prezioso libro che conosciamo, specialmente in quel secolo, in materia di feste.
Sonovi 15 grandi tavole in doppio foglio intagliate con qualche gusto segnate con cifra N. S. e colorate a mano, il che serve mirabilmente al costume ed al carattere di quei tem 235 pi. Questo è il più raro e più prezioso libro che conosciamo, specialmente in quel secolo, in materia di feste.
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745. VEDREMAN Joannes, Architectura, Antuerpia 1577 in fol. fig. M. 91, in lingua olandese.
Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le proporzioni con cui sono figurati.
Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le proporzioni con cui sono figurati.
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3970. BRY (Theodorus, Jo. Theodorus, Israel de) et Mattheus Merian, Collectiones peregrinationum in Indiam Orientalem et Indiam Occidentalem XXV partibus comprehensae, Francf. ad Moenum 1590 a 1634, in fol., fig., rilegato in 4 vol., due in foglio maggiore, e due in minore.
Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo, mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12 parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo trovato questo corpo completo.
Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo, mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12 parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo trovato questo corpo completo.
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537. KRAMMER Gabriel, Architectura. In lingua tedesca, Praga, in fol., 1606, per cura di Marco Sadeler.
Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
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1859. BRUCK, Emblemata moralia et bellica. Arg. 1615. Addita: Les Emblemes moraux et militaires de Bruck, Strasb. 1616, in 4, fig.
L’intaglio è di Marian. 37 sono le carte degli emblemi 318 morali, 23 quelle degli emblemi militari. Questa seconda edizione del 1616 non è che una versione francese del testo latino senza figure.
L’intaglio è di Marian. 37 sono le carte degli emblemi 318 morali, 23 quelle degli emblemi militari. Questa seconda edizione del 1616 non è che una versione francese del testo latino senza figure.
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1422. RELAZIONE del battesimo del Principe Federico di Vurtemberg, Stuttgard 1615, in foglio obl. in tedesco.
Matteo Merlati intagliò le numerose tavole di quest’opera richissima, così disposte. Cominciano due seguiti di testo, il primo di 40; il secondo di 65 pagine: viene un seguito poi di 20tav. intagliate, un secondo di 17, un terzo di 8 e in fine un altro di 36 in tutto tavole 81 rappresentanti cavalcate, tornei, marcie e in fine fuochi d’artificio; e la veduta dell’antico Stuttgard.
Matteo Merlati intagliò le numerose tavole di quest’opera richissima, così disposte. Cominciano due seguiti di testo, il primo di 40; il secondo di 65 pagine: viene un seguito poi di 20tav. intagliate, un secondo di 17, un terzo di 8 e in fine un altro di 36 in tutto tavole 81 rappresentanti cavalcate, tornei, marcie e in fine fuochi d’artificio; e la veduta dell’antico Stuttgard.
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2078. PASSEO Crispino, Liber Genesis aeris formis expressus et explicatus a Guillelmo Salsmanno, Arnhemii, ap. Jo. Jansonium, 1616, in 8.
Le tavole sono 60 compresa quella del frontespizio e sono intagliate colla maggiore accuratezza.
Le tavole sono 60 compresa quella del frontespizio e sono intagliate colla maggiore accuratezza.
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1861. BRUCK Jac., Emblemata politica, Argentina 1618, in 4.
Sonovi 54 tavole non compresovi il frontespizio di elegante incisione. Unito al De Bry Proscenium vitae humanae.
Sonovi 54 tavole non compresovi il frontespizio di elegante incisione. Unito al De Bry Proscenium vitae humanae.
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2033. FUGGERORUM, Fuggerarum quae in familia natas, quaeve in familiam transierunt quotquot extant expressae imagines, Augusta 1620, in 4.
Sono 126 ritratti la più parte intagliati da Luca e da Volfango Kilian con molta nitidezza di bulino: oltre i quali è il frontespizio e lo stemma intagliato, senza testo.
Sono 126 ritratti la più parte intagliati da Luca e da Volfango Kilian con molta nitidezza di bulino: oltre i quali è il frontespizio e lo stemma intagliato, senza testo.
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418. BAROZZIO Giacomo da Vignola, Regola delli cinque ordini d’architettura colla 75nuova aggiunta di Michel Angelo Buonarrotti, Arnhem 1620, in fol. fig.
Il testo di quest’opera è in italiano, olandese, francese e tedesco, distribuita in 42 tavole, la quale a dir vero è una assai bella imitazione delle anteriori buone edizioni italiane. Vedi d’Avilar e Labacco.
Il testo di quest’opera è in italiano, olandese, francese e tedesco, distribuita in 42 tavole, la quale a dir vero è una assai bella imitazione delle anteriori buone edizioni italiane. Vedi d’Avilar e Labacco.
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504. FICHER, Livre d’architecture contenant les bâtimens antiques moins connus, ceux des arabes et des turques; l’architecture persanne et quelques bâtimens aussi de l’invention et dessin de l’auteur avec diverses vases antiques et quelques uns d’invention de l’auteur, 1623 Leipzig, in fol. oblong, fig. col testo francese e tedesco, libri V.
Quest’opera presenta un’indigesta riunione di opere infedelmente tratte da altri e in parte sognate da questo architetto.
Quest’opera presenta un’indigesta riunione di opere infedelmente tratte da altri e in parte sognate da questo architetto.
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II trarre dai racconti della storia edifici di cui non restano traccie è opera che esige infinita critica e l’imaginazione non basta, specialmente quando non è punto guidata dal gusto. Contiene il volume 84 tavole, di cui le ultime tredici rappresentano una collezione di vasi.
II trarre dai racconti della storia edifici di cui non restano traccie è opera che esige infinita critica e l’imaginazione non basta, specialmente quando non è punto guidata dal gusto. Contiene il volume 84 tavole, di cui le ultime tredici rappresentano una collezione di vasi.
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1693. LORICHIUS Melchior, Figure disegnate e intagliate a piedi e a cavallo con parecchi begli edifici alla maniera turca, Hambourg, presso Michele Hering, 1626, in fol. p. Prima edizione.
Questo nostro esemplare che appartenne alla biblioteca di Mariette, poi a quella del C. d’Agincourt fu oggetto di molte cure del primo suo possessor e venendo riguardato da lui come pregiatissima e bellissima cosa, crediamo di far gustare agli amatori le illustrazioni stesse, che estese di pugno di Mariette, trovami annesso a questo nostro esemplare. Il y a eu trois éditions du livre des habillemens turcs par Melchior Lorich. La premier qui est la nôtre est de l’année 1626 à Hambourg chez Michel Hering. La seconde est de l’année 1641 aussi à Hambourg, chez Tobie Gunderman. La troisième imprimée dans le même libraire et chez le mé-me libraire, porte la date de 1646. A cette drrniere édition il y a au commencement et de plus qu’aux deux autres, une table imprimée en allemand, qui est une explication des figures, prise sur le MS. même de l’auteur: mais il est assez difficile d’en faire usage, car les figures n’étant point chiffrées, ne se trouvent presque jamais rangées comme la table, dans laquelle ces figures sont cependant indiquées par des chiffres qui sont supposées devoir se rencontrer sur les planches. Il seroit bien à sonhaiter qu’on eut eu l’attention de les y mettre; car si quelques estampes demandent une explication, ce sont sur tout celles qui représentent de vues d’edifi 292 ces existains et des habillemens des nations, tels que sont ceux que Melchior Lorich a représentées ici, après les avoir dessinées avec autant d’exactitude que de goût sur les lieux. Nôtre exemplaire est plus ample que celui du roi d’une planche double qui represente la vue de la mosquée apellée la Solimanie. Celui du roi a de plus trois planches, l’une qui représente cet ornement d’orfévrerie dont le bonnet des Janissaires est ordinairement paré par devant; la seconde qui est plus grande que toutes celles qui se trouvent dans le livre, représente onze étendards ou quenes de chevaux ornées de handerolles, qui suivant ce qu’il en dit dans les explications, furent portées à une procession qui se fit a Constantinople en 1558 dans le tems que Lorich étoit dans cette ville; c’est une forte et belle chose, que je regrette fort de ne pas avoir: La 3 qui est encore une planche double, représente un assemblage de divers bâtimens la plupart turcs, mais qui paroissoient avoir été faits de génie, chacun est accompagné d’une lettre de renvoi: cependant cette planche n’est pas expliqué dans la table. Enfin on trouve encore dans l’édition du roi une planche en bois sur laquelle est représenté le portrait de l’auteur, fait en 1575 dans une éspéce de médaille placée au dessous de trois autres médailles qui renferment autant de dévises propres à Melchior Lorich ou Lorch. Voila en quoi consistent les différences qui se recontrent entre les deux exemplaires que je cite et qui ne proviennent à mon avis, que de ce que les planches n’etant pas chiffrées, il étoit difficile de les assembler régulièrement et en faire un corps bien complet. Ainsi je tiens que les deux exemplaires sont incomplets. J’ajouterai que dans l’exemplaire de la bibliothéque du roi, ou a joint quatre planches gravées en cuivre par le même Lorich et qui sont deux portraits, l’un en buste et l’autre en pied de l’Empereur Soliman et deux semblables portraits d’Ismael, Ambassadeur du Sophi de Perse à la cour du dit Soliman, et une cinquième planche représentante une Fortune gravée par Philippe Galle d’après le même Lorich, mais ce dernier morceau est bien mauvais, tant pour la composition que pour le goût du dessein. Ce sont ces cinq pièces gravées en cuivre, qui ont donné occasion de marquer dans les titres des éditions de 1641 et 1646 que ce recueil étoit composé de planches gravées en bois et en cuivre. Elles ne font point cependant partie de ce recueil; ce sont des morceaux détachés; et qui n’y ont été ajoutés qu’après coup, sans doute par le libraire pour donner à son edition une supériorité sur la première édition.» Ecco alla distesa il frontespizio d’una di queste edizioni tal come lo traduce lo stesso Mariette in un quaderno ove presenta l’elenco numerato delle tavole parimente tradotto. Figures dessinées et gravées à pied et à cheval avec plusieurs 293 beaux édifices à la maniere turque et toutes autres choses qu’on peut y voir: par Melchior Lorichius de Flensbourg très-savant, très-renommé, et trèsexperimenté. Le tout d’après nature et suivant la perspective en cuivre, et en bois mise au jour pour la 3 fois avec une table pour les figures, tirée de l’original manuscrit, presènté à tous les amateurs, peintres. sculpteurs, graveurs à leur honneur et pour leur uilité., à Hambourg, chez Tobie Gounderman Libraire, en 1646. Noi stessi personalmente abbiamo fatto l’esame dell’esemplare di Parigi alla Biblioteca R. e lo abbiamo riconosciuto composto dai fragmenti dei due diversi esemplari della seconda e terza edizione, trovandosi in principio il frontespizio colla data del 1646 e dopo quarantotto carte l’altro frontespizio colla data del 1641 e un gran numero di tavole duplicate e ripetute senza ordine e senza scelta. Nel resto confronta con ciò che fu riconosciuto dal diligentissimo Mariette. Abbiamo avuto cura di prendere un lucido esattissimo delle tre tavole dei stendardi, delle fabbriche, e degli ornati d’oreficeria citate qui sopra, che abbiamo inserte nel nostro conservatissimo e prezioso esemplare. È osservabile come i bibliografi più accreditati non diano cenno di un’opera dalla quale tutti hanno preso e persino materialmente copiato nel produrre in una quantità di libri posteriori le costumanze orientali. L’esemplare di questa prima edizione e composto di 114 tavole, nelle quali è compreso il frontespizio.
Questo nostro esemplare che appartenne alla biblioteca di Mariette, poi a quella del C. d’Agincourt fu oggetto di molte cure del primo suo possessor e venendo riguardato da lui come pregiatissima e bellissima cosa, crediamo di far gustare agli amatori le illustrazioni stesse, che estese di pugno di Mariette, trovami annesso a questo nostro esemplare. Il y a eu trois éditions du livre des habillemens turcs par Melchior Lorich. La premier qui est la nôtre est de l’année 1626 à Hambourg chez Michel Hering. La seconde est de l’année 1641 aussi à Hambourg, chez Tobie Gunderman. La troisième imprimée dans le même libraire et chez le mé-me libraire, porte la date de 1646. A cette drrniere édition il y a au commencement et de plus qu’aux deux autres, une table imprimée en allemand, qui est une explication des figures, prise sur le MS. même de l’auteur: mais il est assez difficile d’en faire usage, car les figures n’étant point chiffrées, ne se trouvent presque jamais rangées comme la table, dans laquelle ces figures sont cependant indiquées par des chiffres qui sont supposées devoir se rencontrer sur les planches. Il seroit bien à sonhaiter qu’on eut eu l’attention de les y mettre; car si quelques estampes demandent une explication, ce sont sur tout celles qui représentent de vues d’edifi 292 ces existains et des habillemens des nations, tels que sont ceux que Melchior Lorich a représentées ici, après les avoir dessinées avec autant d’exactitude que de goût sur les lieux. Nôtre exemplaire est plus ample que celui du roi d’une planche double qui represente la vue de la mosquée apellée la Solimanie. Celui du roi a de plus trois planches, l’une qui représente cet ornement d’orfévrerie dont le bonnet des Janissaires est ordinairement paré par devant; la seconde qui est plus grande que toutes celles qui se trouvent dans le livre, représente onze étendards ou quenes de chevaux ornées de handerolles, qui suivant ce qu’il en dit dans les explications, furent portées à une procession qui se fit a Constantinople en 1558 dans le tems que Lorich étoit dans cette ville; c’est une forte et belle chose, que je regrette fort de ne pas avoir: La 3 qui est encore une planche double, représente un assemblage de divers bâtimens la plupart turcs, mais qui paroissoient avoir été faits de génie, chacun est accompagné d’une lettre de renvoi: cependant cette planche n’est pas expliqué dans la table. Enfin on trouve encore dans l’édition du roi une planche en bois sur laquelle est représenté le portrait de l’auteur, fait en 1575 dans une éspéce de médaille placée au dessous de trois autres médailles qui renferment autant de dévises propres à Melchior Lorich ou Lorch. Voila en quoi consistent les différences qui se recontrent entre les deux exemplaires que je cite et qui ne proviennent à mon avis, que de ce que les planches n’etant pas chiffrées, il étoit difficile de les assembler régulièrement et en faire un corps bien complet. Ainsi je tiens que les deux exemplaires sont incomplets. J’ajouterai que dans l’exemplaire de la bibliothéque du roi, ou a joint quatre planches gravées en cuivre par le même Lorich et qui sont deux portraits, l’un en buste et l’autre en pied de l’Empereur Soliman et deux semblables portraits d’Ismael, Ambassadeur du Sophi de Perse à la cour du dit Soliman, et une cinquième planche représentante une Fortune gravée par Philippe Galle d’après le même Lorich, mais ce dernier morceau est bien mauvais, tant pour la composition que pour le goût du dessein. Ce sont ces cinq pièces gravées en cuivre, qui ont donné occasion de marquer dans les titres des éditions de 1641 et 1646 que ce recueil étoit composé de planches gravées en bois et en cuivre. Elles ne font point cependant partie de ce recueil; ce sont des morceaux détachés; et qui n’y ont été ajoutés qu’après coup, sans doute par le libraire pour donner à son edition une supériorité sur la première édition.» Ecco alla distesa il frontespizio d’una di queste edizioni tal come lo traduce lo stesso Mariette in un quaderno ove presenta l’elenco numerato delle tavole parimente tradotto. Figures dessinées et gravées à pied et à cheval avec plusieurs 293 beaux édifices à la maniere turque et toutes autres choses qu’on peut y voir: par Melchior Lorichius de Flensbourg très-savant, très-renommé, et trèsexperimenté. Le tout d’après nature et suivant la perspective en cuivre, et en bois mise au jour pour la 3 fois avec une table pour les figures, tirée de l’original manuscrit, presènté à tous les amateurs, peintres. sculpteurs, graveurs à leur honneur et pour leur uilité., à Hambourg, chez Tobie Gounderman Libraire, en 1646. Noi stessi personalmente abbiamo fatto l’esame dell’esemplare di Parigi alla Biblioteca R. e lo abbiamo riconosciuto composto dai fragmenti dei due diversi esemplari della seconda e terza edizione, trovandosi in principio il frontespizio colla data del 1646 e dopo quarantotto carte l’altro frontespizio colla data del 1641 e un gran numero di tavole duplicate e ripetute senza ordine e senza scelta. Nel resto confronta con ciò che fu riconosciuto dal diligentissimo Mariette. Abbiamo avuto cura di prendere un lucido esattissimo delle tre tavole dei stendardi, delle fabbriche, e degli ornati d’oreficeria citate qui sopra, che abbiamo inserte nel nostro conservatissimo e prezioso esemplare. È osservabile come i bibliografi più accreditati non diano cenno di un’opera dalla quale tutti hanno preso e persino materialmente copiato nel produrre in una quantità di libri posteriori le costumanze orientali. L’esemplare di questa prima edizione e composto di 114 tavole, nelle quali è compreso il frontespizio.
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2868. GOLTZII, Icones Imperatorum Romanorum ex priscis numismatibus ad vivum delineatae etc. — Accessit Imperatorum Romanorum Austriacorum series ab Alberto II usque ad Ferdinandum III Gaspari Gevarthii, Antuerpiae, ex officina Plantiniana, 1645, in fol., fig.
Con bel frontespizio intagliato da Corn. Gallé sul disegno di Rubens: sono 160 tavole di ritratti in legno lumeggiati in due tinte assai ben eseguiti e fra le opere di Uberto Golzio da tenersi in maggior pregio d’ogni altra
Con bel frontespizio intagliato da Corn. Gallé sul disegno di Rubens: sono 160 tavole di ritratti in legno lumeggiati in due tinte assai ben eseguiti e fra le opere di Uberto Golzio da tenersi in maggior pregio d’ogni altra
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