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Biblioteca Apostolica Vaticana
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Sono 15 tavole in foglio intero con ricche invenzioni.
Sono 15 tavole in foglio intero con ricche invenzioni.
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MDCXXIX
Con otto tavole intagliate in rame e le relazioni di Giovan Luigi Valesio.
Con otto tavole intagliate in rame e le relazioni di Giovan Luigi Valesio.
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MDCXXV
. Quest’opera è copiosissima, ma più di notizie ecclesiastiche, che di storiche, e di belle arti. Nondimeno è da
tenersi in pregio
Quest’opera è copiosissima, ma più di notizie ecclesiastiche, che di storiche, e di belle arti. Nondimeno è da
tenersi in pregio
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, Fu questa libreria dipinta da Domenico M. Canuti.
Fu questa libreria dipinta da Domenico M. Canuti.
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, Sonovi 9 stampe pittoresche all’acqua forte, oltre lo stemma nel frontespizio, molto pregiate, che rendono
l’opuscolo prezioso, per essere della mano maestra di Guido Reni. Due esemplari; all’uno de’ quali è aggiunto
l’altro opuscolo felicissima entrata di N. S. Papa Clemente VIII nell’inclita città di Ferrara con gli apparati
pubblici. In Ferrara, e ristampata in Torino presso Giov. Mich. Cavalieri 1598. Si trova più difficilmente questo
secondo, che il primo.
Sonovi 9 stampe pittoresche all’acqua forte, oltre lo stemma nel frontespizio, molto pregiate, che rendono
l’opuscolo prezioso, per essere della mano maestra di Guido Reni. Due esemplari; all’uno de’ quali è aggiunto
l’altro opuscolo felicissima entrata di N. S. Papa Clemente VIII nell’inclita città di Ferrara con gli apparati
pubblici. In Ferrara, e ristampata in Torino presso Giov. Mich. Cavalieri 1598. Si trova più difficilmente questo
secondo, che il primo.
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MDXCVIII
In questa riproduzione delle antiche guide nulla si è migliorato, né per critica, né per scoperte, né per edizione, e
forma d’esposizione.
In questa riproduzione delle antiche guide nulla si è migliorato, né per critica, né per scoperte, né per edizione, e
forma d’esposizione.
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, Con molte monete intagliate in legno fra il testo e tre tavole in legno di sigle numeriche singolari al fine.
Con molte monete intagliate in legno fra il testo e tre tavole in legno di sigle numeriche singolari al fine.
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, Quest’opera apparve con diversi frontespizi e vario numero di tavole. Questo esemplare è di prima impressione e
le lamine furono intagliate sui disegni d’Annibale da Gius. Mitelli.
Quest’opera apparve con diversi frontespizi e vario numero di tavole. Questo esemplare è di prima impressione e
le lamine furono intagliate sui disegni d’Annibale da Gius. Mitelli.
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, Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si
fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno
propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di
questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali
alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi
ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del
secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non
trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi
alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto
il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita
prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che
d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli
altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri
disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è
riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le
pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione
più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati,
incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui
denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi , , , .
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si
fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno
propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di
questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali
alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi
ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del
secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non
trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi
alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto
il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita
prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che
d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli
altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri
disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è
riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le
pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione
più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati,
incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui
denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi , , , .
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, Le tavole in legno e in rame sono a’ rispettivi luoghi fra il testo.
Le tavole in legno e in rame sono a’ rispettivi luoghi fra il testo.
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, La prosa e i versi nel fine sono di Melchiorre Zoppio.
La prosa e i versi nel fine sono di Melchiorre Zoppio.
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MDCII
, Si espongono in questa antica guida di Bologna le cose più notabili di pittura e scultura. Libretto non facile a
trovarsi
Si espongono in questa antica guida di Bologna le cose più notabili di pittura e scultura. Libretto non facile a
trovarsi
Show More. , con
quattro tavole in fine
con
quattro tavole in fine
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Si riprendono tutti, o molti dei passi pungenti dei Malvasia 405 e trovasi innanzi al frontespizio una tavola in
rame con due mani che temperano una penna da scrivere col motto di sopra ut scribat, non feriat.
Si riprendono tutti, o molti dei passi pungenti dei Malvasia 405 e trovasi innanzi al frontespizio una tavola in
rame con due mani che temperano una penna da scrivere col motto di sopra ut scribat, non feriat.
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, Si avverte che Antonio è il figlio del famoso architetto e prospettico Ferdinando. Con due grandissime tavole in
rame.
Si avverte che Antonio è il figlio del famoso architetto e prospettico Ferdinando. Con due grandissime tavole in
rame.
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, Con tre tavole in rame e il frontespizio intagliato.
Con tre tavole in rame e il frontespizio intagliato.
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, Il conte Malvasia dedicò questo suo libro sotto il nome di Ascoso la prima volta che lo stampò a Carlo le Brun.
Il conte Malvasia dedicò questo suo libro sotto il nome di Ascoso la prima volta che lo stampò a Carlo le Brun.
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, In questo esemplare sono molte aggiunte manoscritte in 267 fine. Non è d’uopo ripetere come tutto ciò che
porta il nome del Malvasia faccia testo d’arte in fatto delle cose bolognesi
In questo esemplare sono molte aggiunte manoscritte in 267 fine. Non è d’uopo ripetere come tutto ciò che
porta il nome del Malvasia faccia testo d’arte in fatto delle cose bolognesi
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, Questa disposizione data per moderare il lusso di Bologna si estende in singolarissimi argomenti che interessano
per le costumanze del vestiario e degli ornamenti di quell’età. Sono 23 capitoli, seguiti da un Breve di Leone X
in 12 foglietti di stampa col frontespizio. Opuscolo raro.
Questa disposizione data per moderare il lusso di Bologna si estende in singolarissimi argomenti che interessano
per le costumanze del vestiario e degli ornamenti di quell’età. Sono 23 capitoli, seguiti da un Breve di Leone X
in 12 foglietti di stampa col frontespizio. Opuscolo raro.
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Una lettera eruditissima precede i componimenti fatti da i primi letterati e il tutto è ornato di eleganti emblemi e
figure a piede o a capo di pagina. Sono 21 tavole oltre i ritrat 306ti in principio, le quali sono interpretate.
L’autore della dissertazione in forma di lettera s’intitola col nome arcadico Diomede Egeriaco, cio è Monsig.
Floriano Malvezzi bolognese.
Una lettera eruditissima precede i componimenti fatti da i primi letterati e il tutto è ornato di eleganti emblemi e
figure a piede o a capo di pagina. Sono 21 tavole oltre i ritrat 306ti in principio, le quali sono interpretate.
L’autore della dissertazione in forma di lettera s’intitola col nome arcadico Diomede Egeriaco, cio è Monsig.
Floriano Malvezzi bolognese.
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— Aggiuntovi: Verità di fatto esposte da Raimondo Compagnini a rischiaramento d’un libercolo dato alle stampe
da pochi principianti d’architettura, Bologna 1777.
— In fine: Sentimenti di pochi principianti d’architettura in ordine alle verità di fatto pubblicate dal signor
Raimondo Compagnini, in 8
— Aggiuntovi: Verità di fatto esposte da Raimondo Compagnini a rischiaramento d’un libercolo dato alle stampe
da pochi principianti d’architettura, Bologna 1777.
— In fine: Sentimenti di pochi principianti d’architettura in ordine alle verità di fatto pubblicate dal signor
Raimondo Compagnini, in 8
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L’architettura di questo palazzo si attribuisce ad Andrea Palladio. Dieci sono le tavole che riguardano l’edifizio, e
quelle che rappresentano le pitture della volta dipinta, intagliate all’acqua forte da Antonio Cattani.
L’architettura di questo palazzo si attribuisce ad Andrea Palladio. Dieci sono le tavole che riguardano l’edifizio, e
quelle che rappresentano le pitture della volta dipinta, intagliate all’acqua forte da Antonio Cattani.
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Con quantità eli annotazioni e postille tolte dal manoscritto autografo esistente in casa del Principe Ercolani ed
estratte di pugno dal segretario Carlo Bianconi nel 1795. Quest’opera è in ogni vita preceduta dal ritratto
dell’autore.
Con quantità eli annotazioni e postille tolte dal manoscritto autografo esistente in casa del Principe Ercolani ed
estratte di pugno dal segretario Carlo Bianconi nel 1795. Quest’opera è in ogni vita preceduta dal ritratto
dell’autore.
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Nei due primi libri di quest’opera non sono figure, ma se ne trovano 117 nel terzo libro ragionevolmente
eseguite; ol 245tre il frontespizio e il ritratto dell’autore. Leggesi nel frontespizio Coriolanus Pictor et
Theatri Palladis professor fecit.
Nei due primi libri di quest’opera non sono figure, ma se ne trovano 117 nel terzo libro ragionevolmente
eseguite; ol 245tre il frontespizio e il ritratto dell’autore. Leggesi nel frontespizio Coriolanus Pictor et
Theatri Palladis professor fecit.
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MDCXXVIII
, Questo è il terzo volume che scrisse il Crespi ad eccitamento di Monsig. Bottari, il quale non ebbe fortuna e fu
censurato acremente e non senza ragione dal Consiglier Bianconi.
Questo è il terzo volume che scrisse il Crespi ad eccitamento di Monsig. Bottari, il quale non ebbe fortuna e fu
censurato acremente e non senza ragione dal Consiglier Bianconi.
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