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2736. ASCANII Pellegrino pittore, Raccolta di medaglie antiche imperiali, Modena 1677, in 12, fig.
La bonarietà con cui è stesa la descrizione di queste medaglie da un povero pittore che non sapeva di numismatica è singolare. L’operetta è divisa in due parti precedute da due frontespizj intagliati e disegnati da lui medesimo, pei quali non si saprebbe annoverarlo fra’ pittori, senza che egli avesse espressa questa sua prerogativa nel frontespizio.
La bonarietà con cui è stesa la descrizione di queste medaglie da un povero pittore che non sapeva di numismatica è singolare. L’operetta è divisa in due parti precedute da due frontespizj intagliati e disegnati da lui medesimo, pei quali non si saprebbe annoverarlo fra’ pittori, senza che egli avesse espressa questa sua prerogativa nel frontespizio.
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2791. CANINI Giovan Angelo, Iconografia, cioè disegno di imagini dei famosi primi monarchi, regi, filosofi, poeti etc. data in luce con aggiunta di alcu 50 ne annotazioni da Marc’Antonio Canini fratello dell’autore, Roma 1669, in fol., fig.
2799. CAYLUS M. le Comte, Recueil de 300 têtes, et sujets de compositions, gravées d’après les pierres gravées antiques du cabinet du Roi in 4.
Quest’opera fu riunita e pubblicata da Basan, essendo rimasta imperfetta presso l’autore, che aveva fatto tirare qualche esemplare soltanto delle tavole senza numeri e senza illustrazioni. Il pregio massimo è di possederla in quello stato di prima imperfezione. Ma siccome ne furono tirati pochissimi esemplari, le tavole sono freschissime, anche in questa di Basan, alle quali vennero aggiunti i numeri e un cenno relativo a ciascun soggetto sulle stesse tavole intagliato.
Quest’opera fu riunita e pubblicata da Basan, essendo rimasta imperfetta presso l’autore, che aveva fatto tirare qualche esemplare soltanto delle tavole senza numeri e senza illustrazioni. Il pregio massimo è di possederla in quello stato di prima imperfezione. Ma siccome ne furono tirati pochissimi esemplari, le tavole sono freschissime, anche in questa di Basan, alle quali vennero aggiunti i numeri e un cenno relativo a ciascun soggetto sulle stesse tavole intagliato.
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2802. De la CHAUSSE Causeo, Michelangelo parigino, 52 Le gemme antiche figurate consecrate al Cardinale Cesare Destrées, Roma 1700, in 4, fig.
Edizione che sembraci originale, sebbene siasi dubitato che la prima fosse pubblicata nel 1690, confondendo quest’opera con quella del Museo Romano; ma noi non l’abbiamo mai veduta. Quest’opera contiene dugento tavole intagliate in rame a contorno e assai nitidamente, da P. S. Bartoli colle rispettive illustrazioni, precedute dalla dedica, dal proemio e dagl’indici delle gemme.
Edizione che sembraci originale, sebbene siasi dubitato che la prima fosse pubblicata nel 1690, confondendo quest’opera con quella del Museo Romano; ma noi non l’abbiamo mai veduta. Quest’opera contiene dugento tavole intagliate in rame a contorno e assai nitidamente, da P. S. Bartoli colle rispettive illustrazioni, precedute dalla dedica, dal proemio e dagl’indici delle gemme.
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2835. FALLETTI Tommaso Vincenzo, Introduzione allo studio de’ preziosi Musei. Dissertazioni quattro, Roma 1783, in 8.
Versano queste sulle pietre fine o gemme figurate, sugli avanzi spettanti all’idolatria degli antichi, sull’uso e la distinzione delle medaglie e sopra le cose di vario genere che formano, insieme raccolte, la preziosità de’ Musei.
Versano queste sulle pietre fine o gemme figurate, sugli avanzi spettanti all’idolatria degli antichi, sull’uso e la distinzione delle medaglie e sopra le cose di vario genere che formano, insieme raccolte, la preziosità de’ Musei.
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2869. GORI Anton Francesco, Thesaurus gemmarum antiquarum astriferarum interprete Jo. Bap. Passerio, cura et studio Ant. Fr. Gori, Florentiae 1750, vol. 3, in fol., fig.
Sono dugento tavole di gemme scelte dalle più insigni biblioteche incise in rame, oltre 60 vignette in cui sono intagliate altrettante gemme e le sei tavole dell’Atlante Farnesiano con molti prolegomeni e discussioni e 15 dissertazioni del Passeri nel terzo volume con molti indici
Sono dugento tavole di gemme scelte dalle più insigni biblioteche incise in rame, oltre 60 vignette in cui sono intagliate altrettante gemme e le sei tavole dell’Atlante Farnesiano con molti prolegomeni e discussioni e 15 dissertazioni del Passeri nel terzo volume con molti indici
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2872. GORLE, Cabinet des pierres antiques gravées ou collection de 216 bagnes, et de 682 pierres tirées du Cabinet de Gorlée, et autres célebres cabinets de l’Europe, Paris 1778, en 4, fig., 2 vol.
Questa è una ristampa delle medesime tavole aumentate dopo l’edizione originale, tali come servirono alle due illustrate da Gronovio nel 1695, o nel 1707. In questa edizione francese i cenni illustrativi sono ancora più brevi e a dir vero troppo scarsi
Questa è una ristampa delle medesime tavole aumentate dopo l’edizione originale, tali come servirono alle due illustrate da Gronovio nel 1695, o nel 1707. In questa edizione francese i cenni illustrativi sono ancora più brevi e a dir vero troppo scarsi
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2873. De GRAVELLE Levesque, Recueil des pierres gravées antiques, 2 vol., in 4, Paris, de l’imprimérie de M. Mariette, 1732 e 1737.
Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
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2920. MARIOTTI Augustini, De nummo Neptuni argenteo incuso commentariolus, Romae 1762, in 4, fig.
Col medaglione intagliato in rame.
Col medaglione intagliato in rame.
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2921. MARIOTTI Aug., Mantissa ad commentariolum de nummo Neptuni, Romae 1764, in 4, M. 43.
2929. MERCATI Michaelis, Metallotheca opus postumum e tenebris in lucem eductum opere, et studio Joannis Mariae Lancisii, Romae, ex officina Salvioni, 1817, in fol., fig.
Questo libro contiene un po’ di tutto, ma in specie molte tavole di metalli e minerali e anche molte statue e monumenti di antichità. Sonovi i ritratti del Mercati e del Lancisi. Occorre esaminare se siavi l’appendice con 19 tavole pubblicata nel 1719, che deve esservi annessa. Le tavole numerosissime del volume stanno riportate fra il testo e sono eseguite accuratamente.
Questo libro contiene un po’ di tutto, ma in specie molte tavole di metalli e minerali e anche molte statue e monumenti di antichità. Sonovi i ritratti del Mercati e del Lancisi. Occorre esaminare se siavi l’appendice con 19 tavole pubblicata nel 1719, che deve esservi annessa. Le tavole numerosissime del volume stanno riportate fra il testo e sono eseguite accuratamente.
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2936. MONTERCHI Giuseppe, Scelta de’ medaglioni più rari nella Biblioteca del cardinal Carpegna, Roma 1679, in 4, fig.
Ventitré sono i medaglioni di bella incisione in rame, riportati fra il testo intagliati da P. Santi Bartoli e illustrati dal Bellorio. Libretto non comune e da tenersi in pregio.
Ventitré sono i medaglioni di bella incisione in rame, riportati fra il testo intagliati da P. Santi Bartoli e illustrati dal Bellorio. Libretto non comune e da tenersi in pregio.
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2975. Le POIS Antoine, Discours sur les médailles antiques, principalement romaines, Paris, 1579, in 4, fig., chez Mamert Patisson.
Esemplare completo confrontato colle descrizioni datene dal De Bure, il quale apparteneva alla Biblioteca di M. Gaillard. I difetti che ordinariamente si trovano in questo libro, sono, o per la mancanza del ritratto dell’autore in principio, o per quella del Priapo nel rovescio del foglio 146, o per mancanze nelle 20 tav. di medaglie, che devono riscontrarsi alla fine, le quali furono intagliate da Pietro Woeriot lorenese. Opera delle prime e più preziose in questa materia.
Esemplare completo confrontato colle descrizioni datene dal De Bure, il quale apparteneva alla Biblioteca di M. Gaillard. I difetti che ordinariamente si trovano in questo libro, sono, o per la mancanza del ritratto dell’autore in principio, o per quella del Priapo nel rovescio del foglio 146, o per mancanze nelle 20 tav. di medaglie, che devono riscontrarsi alla fine, le quali furono intagliate da Pietro Woeriot lorenese. Opera delle prime e più preziose in questa materia.
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2985. De’ ROSSI Giovan Gherardo, Lettera al sig. conte Franchi di Pont intorno a una serie di gemme intagliate antiche e moderne, Turino 1793, in 8, M. 87.
3015. STEPHANONII Petri vicentini, Gemmae antiquitus sculptae collectae et declarationibus illustratae a 86 Jacobo Stephanonio filio editae, Patavii, ap. Mathaeum Bolzetta de Calderinis, 1616, in 8, M. 39.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe, Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe, Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica ec. Padova.
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