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Queste non sono che dodici cattive tavole all’acqua forte che non corrispondono in alcun modo al titolo.
Queste non sono che dodici cattive tavole all’acqua forte che non corrispondono in alcun modo al titolo.
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Esemplare di prima bellezza ed una delle più belle opere di questo intagliatore ec. Vedansi tutte le opere di
Giovan Pietro Bellori, e all’articolo Raccolta di varie antichità.
Esemplare di prima bellezza ed una delle più belle opere di questo intagliatore ec. Vedansi tutte le opere di
Giovan Pietro Bellori, e all’articolo Raccolta di varie antichità.
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172
, Sono in quest’aureo volume 34 figure di vergini intagliate in bellissimi paesi con un contorno di fiori e d’augelli
a ciascuna stampa, oltre un bellissimo frontespizio figurato. Il testo non consiste in altro che in un distico al
piede di ciascuna figura intagliato. Prove di prima bellezza, nelle quali si vede il profitto che l’incisore aveva
fatto in Italia sulle opere di Marc’Antonio.
Sono in quest’aureo volume 34 figure di vergini intagliate in bellissimi paesi con un contorno di fiori e d’augelli
a ciascuna stampa, oltre un bellissimo frontespizio figurato. Il testo non consiste in altro che in un distico al
piede di ciascuna figura intagliato. Prove di prima bellezza, nelle quali si vede il profitto che l’incisore aveva
fatto in Italia sulle opere di Marc’Antonio.
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Sono 24 emblemi intagliati con gran finezza di bulino in altrettanti medaglioni rotondi con motti latini stampali
in giro sull’orlo delle incisioni, etc. illustrazioni poi in lingua olandese. Il frontespizio è figurato, alla cima del
quale è un cartello con questi versi:
Queris quid sit amor, quid amare, Cupidins et quid
Castra sequi? Chartam hanc inspice, doctus eris.
Haec tibi delicias hortumque ostendit amorum;
Inspice; sculptori est ingeniosa manus.
Sono 24 emblemi intagliati con gran finezza di bulino in altrettanti medaglioni rotondi con motti latini stampali
in giro sull’orlo delle incisioni, etc. illustrazioni poi in lingua olandese. Il frontespizio è figurato, alla cima del
quale è un cartello con questi versi:
Queris quid sit amor, quid amare, Cupidins et quid
Castra sequi? Chartam hanc inspice, doctus eris.
Haec tibi delicias hortumque ostendit amorum;
Inspice; sculptori est ingeniosa manus.
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Sotto ciascuna tarala è un cenno d’illustrazione tratto dai libri della scrittura in latino colla versione francese
accanto, il tutto intagliato sulle tavole in rame: 156 cono le tavole del Testamento vecchio: 77 sono quelle del
nuovo e unitamente ai 2 frontespizi formano 22 tavole in tutto.
Sotto ciascuna tarala è un cenno d’illustrazione tratto dai libri della scrittura in latino colla versione francese
accanto, il tutto intagliato sulle tavole in rame: 156 cono le tavole del Testamento vecchio: 77 sono quelle del
nuovo e unitamente ai 2 frontespizi formano 22 tavole in tutto.
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Questo è un semplice foglietto di stampa.
Questo è un semplice foglietto di stampa.
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In questa ristampa l’opera è intitolata dopo il frontespizio figurato con una dedica in una bella cartella istoriata al
C. Francesco Crescenzio. Filippo Gallé originariamente fu l’intagliatore delle 43 tavole, oltre le quali in
quest’esemplare sono due tavole dimostrative delle infermità del cavallo, segnata Domenego venetiano f.
intagliata con molto bel garbo.
In questa ristampa l’opera è intitolata dopo il frontespizio figurato con una dedica in una bella cartella istoriata al
C. Francesco Crescenzio. Filippo Gallé originariamente fu l’intagliatore delle 43 tavole, oltre le quali in
quest’esemplare sono due tavole dimostrative delle infermità del cavallo, segnata Domenego venetiano f.
intagliata con molto bel garbo.
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— Aggiuntevi: Trentadue tavole di vedute prospettiche, e teatrali intagliate da Domenico Custode, da Uriese, ed
altri.
— Più: Le sette scene d’una festa teatrale data in Firenze, disegnate da Alfonso Parigino, intagliate da Stefano
della Bella, ed altre 7 per le feste date in Toscana nel 1608 per le nozze del Principe, disegnate da Giul. Parigino
intagliate da Remigio Cantagallina.
, Il gran medaglione di Costantino è intagliato in legno con molta maestria e fedeltà nella stessa grandezza
massima dell’originale. Opuscolo raro.
Il gran medaglione di Costantino è intagliato in legno con molta maestria e fedeltà nella stessa grandezza
massima dell’originale. Opuscolo raro.
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, Fu il libro intitolato dal Gaurico al patrizio veneto Paulo. Le figure in legno sono impresse sui margini: e il libro
non ti alta che dell’obiettiva e delle riflessioni dei raggi secondo i principi dell’ottica di quell’età.
Fu il libro intitolato dal Gaurico al patrizio veneto Paulo. Le figure in legno sono impresse sui margini: e il libro
non ti alta che dell’obiettiva e delle riflessioni dei raggi secondo i principi dell’ottica di quell’età.
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, Sono in questa seconda edizione aggiunte le tavole delle materie che occupano 15 foglietti.
Sono in questa seconda edizione aggiunte le tavole delle materie che occupano 15 foglietti.
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In questa seconda edizione non sono molte varietà dalla seguente.
In questa seconda edizione non sono molte varietà dalla seguente.
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, La seconda edizione porta lo stesso titolo Trovasi questo libretto stampato in fine alla Cronichetta del venerabile Beda stampata come sopra, che lo
precede. Nell’istesso anno il Rangiaschi (Bibliografia storica dello Stato Pontificio) cita un’edizione di Brescia;
e vedesi l’opuscoletto nella raccolta Antiquitatum variarum auctores in compagnia degli altri opuscoli apocrifi
del Fiocchi, di Annio da Viterbo, di Pietro Calabro.
Trovasi questo libretto stampato in fine alla Cronichetta del venerabile Beda stampata come sopra, che lo
precede. Nell’istesso anno il Rangiaschi (Bibliografia storica dello Stato Pontificio) cita un’edizione di Brescia;
e vedesi l’opuscoletto nella raccolta Antiquitatum variarum auctores in compagnia degli altri opuscoli apocrifi
del Fiocchi, di Annio da Viterbo, di Pietro Calabro.
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, Questi rari opuscoli dell’Albertino sono preziosi perché dimostrano le cose che erano allora scoperte in Roma, e
quelle che si andavano scuoprendo. Viene però citata di questo libro una prima edizione del 1508 che non
conosciamo. Parecchie ne vennero posteriori, e si ristampò anche fuori d’Italia come riferiscono i bibliografi
pontificj.
Questi rari opuscoli dell’Albertino sono preziosi perché dimostrano le cose che erano allora scoperte in Roma, e
quelle che si andavano scuoprendo. Viene però citata di questo libro una prima edizione del 1508 che non
conosciamo. Parecchie ne vennero posteriori, e si ristampò anche fuori d’Italia come riferiscono i bibliografi
pontificj.
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167
, Questa è una parafrasi della Stultifera Navis di Sebastiano Brandi con copiosissime tavole in legno di prima
bellezza. Cento e dieci sono le torme dei stolti con altrettanti disegni e la tavola delle materie è copiosissima.
Questa è una parafrasi della Stultifera Navis di Sebastiano Brandi con copiosissime tavole in legno di prima
bellezza. Cento e dieci sono le torme dei stolti con altrettanti disegni e la tavola delle materie è copiosissima.
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In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va
sino al fine al 265. Edizione completa.
In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va
sino al fine al 265. Edizione completa.
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Il frontespizio veramente è così espresso: Excellentissimi at singularis viris, in chiromantia exercitatissimi,
Magistri Andreae Corvi mirandulensis. L’opera è dedicata a Gio. Francesco Gonzaga con 157 tavole e il testo
sotto ciascuna, stampata in caratteri gotici; è raro.
Il frontespizio veramente è così espresso: Excellentissimi at singularis viris, in chiromantia exercitatissimi,
Magistri Andreae Corvi mirandulensis. L’opera è dedicata a Gio. Francesco Gonzaga con 157 tavole e il testo
sotto ciascuna, stampata in caratteri gotici; è raro.
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, In fine alla pagina di questo frontespizio leggesi distribuito in due linee la prima in piccioli caratteri e la secondi
in più grandi:
vICUS
DE BOSCO JOANNIS
MALLEACENSIS
FONS
DIOCESIS
CORILONI
Si riconosce da questa prima pagina come il Peregrino fosse penetrato di stima per i grandi autori, che cita d’ogni
maniera, e d’ogni studio in quei versi, non ignorando certamente le opere di Luca Paciolo e di Pietro della
Francese» suoi coetanei e loda Rafaello e Michel Angelo, e Simon Memmi, e il Perugino, e Leonardo, ed altri
insigni di Germania e di Francia, diesi riconoscono a discrezione in quei nomi storpiati.
Il volume, quantunque contenga maggior numero di tavole delle precedenti edizioni, è composto di soli trenta
foglietti, poiché in luogo d’essere queste stampate da una sola parte del foglio, sono impresse da due lati, oltre il
trovarsene con variata disposizione molte fra il testo. Infatti vi sono circa 20 figure impresse fra il testo e 38 al
seguito stampate in 19 foglietti. L’opera in luogo d’esser divisa in paragrafi è ripartita in X capitoli numerati e ad
ognuno è sottoposta separatamente la versione in francese carattere minore del latino. E registrata con sole tre
lettere A. B. C. per essere quinquerni in recedi quaderni: e riscontrasi una tavola di più della seconda edizione, la
quale è l’ultima che rappresenta una nave con un Cristo figurato sulla tela e vari angeli ec.
In fine nell’ultimo foglietto Impressum Tulli anno Catholice veritatis 1521 VII Idus septembris solerti opera
Petri Jacobi Presbiteri Incole Pagi S Nicolai.
Le tavole dell’opera sono disegnate con quel vero gusto che si accorda sì bene colla semplicità dei tempi in cui
l’autore cercava di porre in evidenza più l’arte che sé medesimo e appagano grandemente per l’intelligenza
prospettica, il gusto del disegno, senza soverchio lusso di esecuzione.
Nella cattedrale di Tullio Fiandra leggesi il suo epitafio che comincia Venerabile Domino Joanne Peregrino,
olim Viatori, Andegavo, huius Ecclesia Canonico, Regio quondam secretario, perspective artis acutissimo
indagatori dottrina et moribus perspicuo ec. Morì nel 1523 al primo febbraio, cosicché (come leggesi anche in
poche righe di prefazione dietro la prima pagina del frontespizio di questa terza edizione) l’autore diresse 163 le tre edizioni dell’opera sua. Questa denominazione di viator nacque allo stesso modo che in Italia il Riccio
latinizzato che si disse Crispus e tante altre simili.
La preziosità di questo libro e la diligente sua esecuzione ci farà perdonare la prolissità di questa illustrazione.
Nella Biblioteca Reale di Francia esistono la seconda e la terza edizione.
In seguito poi Maturin Jousse de la Fleche pubblicò il seguente libercolo: La perspective positive de Viator latine
et fraiçoise, revue, augmentée, et reduite de grand en petite à la Fleche 1635, in 8 p. Indica di aver fatta questa
ristampa a cagione della rarità delle prime edizioni, non precisando però qual fosse da lui ritenuta per lo più
antica, o la più pregiata; ma allegando soltanto senza esattezza, che il libro fu premierement imprimé il y a six à
sept vingts ans. Questa operetta, a cui il traduttore aggiunse gran numero di figure, non da idea della preziosità
dell’originale.
In fine alla pagina di questo frontespizio leggesi distribuito in due linee la prima in piccioli caratteri e la secondi
in più grandi:
vICUS
DE BOSCO JOANNIS
MALLEACENSIS
FONS
DIOCESIS
CORILONI
Si riconosce da questa prima pagina come il Peregrino fosse penetrato di stima per i grandi autori, che cita d’ogni
maniera, e d’ogni studio in quei versi, non ignorando certamente le opere di Luca Paciolo e di Pietro della
Francese» suoi coetanei e loda Rafaello e Michel Angelo, e Simon Memmi, e il Perugino, e Leonardo, ed altri
insigni di Germania e di Francia, diesi riconoscono a discrezione in quei nomi storpiati.
Il volume, quantunque contenga maggior numero di tavole delle precedenti edizioni, è composto di soli trenta
foglietti, poiché in luogo d’essere queste stampate da una sola parte del foglio, sono impresse da due lati, oltre il
trovarsene con variata disposizione molte fra il testo. Infatti vi sono circa 20 figure impresse fra il testo e 38 al
seguito stampate in 19 foglietti. L’opera in luogo d’esser divisa in paragrafi è ripartita in X capitoli numerati e ad
ognuno è sottoposta separatamente la versione in francese carattere minore del latino. E registrata con sole tre
lettere A. B. C. per essere quinquerni in recedi quaderni: e riscontrasi una tavola di più della seconda edizione, la
quale è l’ultima che rappresenta una nave con un Cristo figurato sulla tela e vari angeli ec.
In fine nell’ultimo foglietto Impressum Tulli anno Catholice veritatis 1521 VII Idus septembris solerti opera
Petri Jacobi Presbiteri Incole Pagi S Nicolai.
Le tavole dell’opera sono disegnate con quel vero gusto che si accorda sì bene colla semplicità dei tempi in cui
l’autore cercava di porre in evidenza più l’arte che sé medesimo e appagano grandemente per l’intelligenza
prospettica, il gusto del disegno, senza soverchio lusso di esecuzione.
Nella cattedrale di Tullio Fiandra leggesi il suo epitafio che comincia Venerabile Domino Joanne Peregrino,
olim Viatori, Andegavo, huius Ecclesia Canonico, Regio quondam secretario, perspective artis acutissimo
indagatori dottrina et moribus perspicuo ec. Morì nel 1523 al primo febbraio, cosicché (come leggesi anche in
poche righe di prefazione dietro la prima pagina del frontespizio di questa terza edizione) l’autore diresse 163 le tre edizioni dell’opera sua. Questa denominazione di viator nacque allo stesso modo che in Italia il Riccio
latinizzato che si disse Crispus e tante altre simili.
La preziosità di questo libro e la diligente sua esecuzione ci farà perdonare la prolissità di questa illustrazione.
Nella Biblioteca Reale di Francia esistono la seconda e la terza edizione.
In seguito poi Maturin Jousse de la Fleche pubblicò il seguente libercolo: La perspective positive de Viator latine
et fraiçoise, revue, augmentée, et reduite de grand en petite à la Fleche 1635, in 8 p. Indica di aver fatta questa
ristampa a cagione della rarità delle prime edizioni, non precisando però qual fosse da lui ritenuta per lo più
antica, o la più pregiata; ma allegando soltanto senza esattezza, che il libro fu premierement imprimé il y a six à
sept vingts ans. Questa operetta, a cui il traduttore aggiunse gran numero di figure, non da idea della preziosità
dell’originale.
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, Con note marginali manoscritte di ottimo autore, il quale le trasse dal tomo V degli atti della Società latina di Iena
comentando questo esemplare, che oltre l’essere per se stesso pregiatissimo, in tal modo divenne prezioso. Le
lapidi, e i monumenti sono intagliati in legno e inseriti fra il testo.
Con note marginali manoscritte di ottimo autore, il quale le trasse dal tomo V degli atti della Società latina di Iena
comentando questo esemplare, che oltre l’essere per se stesso pregiatissimo, in tal modo divenne prezioso. Le
lapidi, e i monumenti sono intagliati in legno e inseriti fra il testo.
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201
, Opuscolo di carte 91 raro e interessantissimo. Il frontespizio è intagliato in legno, e a tergo è il Grifo, stemma
della città di Perugia.
Opuscolo di carte 91 raro e interessantissimo. Il frontespizio è intagliato in legno, e a tergo è il Grifo, stemma
della città di Perugia.
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, Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile
dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il
testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile
dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il
testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
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, Questa bellissima edizione del XV secolo, in caratteri nitidi rotondi, e in ottima carta, non può asserirsi se preceda
o segua l’altra di Milano del 1477 non essendovi traccia per giudicarlo. Circa al nome di questo scrittore, noi
crediamo di tenerci a quanto riferiscono il Biondo, e il Fabrizio, che lo chiamano Gio. Domenico, piuttosto che ad
altri più moderni che il dicono Andrea. Il segretario di Eugenio IV di questo casato, morì nel 1452 canonico nel
duomo di Firenze.
Questa bellissima edizione del XV secolo, in caratteri nitidi rotondi, e in ottima carta, non può asserirsi se preceda
o segua l’altra di Milano del 1477 non essendovi traccia per giudicarlo. Circa al nome di questo scrittore, noi
crediamo di tenerci a quanto riferiscono il Biondo, e il Fabrizio, che lo chiamano Gio. Domenico, piuttosto che ad
altri più moderni che il dicono Andrea. Il segretario di Eugenio IV di questo casato, morì nel 1452 canonico nel
duomo di Firenze.
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, Questo libro prezioso per la sua edizione, non meno che per la dottrina del celebre antiquario, non è citato nel
Rangiaschi, Biblioteca dello Stato Pontificio, benché pubblicato in Roma. A tergo del frontespizio in cui sono
sette endecasillabi di Giovanni Fulvio al lettore, è il privilegio di Clemente VII, segue una prefazione in via di
dedica al Papa, poi le tavole dei Capitoli, e delle materie, i quali prolegomeni occupano 9 foglietti. Poi il testo
comincia dal foglio 1 al 106, in fine sono 5 foglietti di versi in onore del popolo romano, e un’egloga
sull’esposizione di Romolo e Remo nel Tevere.
Questo libro prezioso per la sua edizione, non meno che per la dottrina del celebre antiquario, non è citato nel
Rangiaschi, Biblioteca dello Stato Pontificio, benché pubblicato in Roma. A tergo del frontespizio in cui sono
sette endecasillabi di Giovanni Fulvio al lettore, è il privilegio di Clemente VII, segue una prefazione in via di
dedica al Papa, poi le tavole dei Capitoli, e delle materie, i quali prolegomeni occupano 9 foglietti. Poi il testo
comincia dal foglio 1 al 106, in fine sono 5 foglietti di versi in onore del popolo romano, e un’egloga
sull’esposizione di Romolo e Remo nel Tevere.
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, Questo raro e singolare opuscolo indica sul suo principio l’oggetto con cui fu scritto ed è forse l’opera più
erudita che abbiasi, presa sotto l’aspetto seguente.
Questo raro e singolare opuscolo indica sul suo principio l’oggetto con cui fu scritto ed è forse l’opera più
erudita che abbiasi, presa sotto l’aspetto seguente.
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Dicam aliquid de coloribus in hoc libello, non quidem unde conficiantur, aut quae sit eorum natura, neque enim
pictoribus haec traduntur, aut philosophis sed tantum philologis, qui latini sermonis elegantiam studiose
inquirunt. Scribam omnia breviter et accuratae ac rerum ipsarum nomina, quo statim colores intelliguntur,
singulis apponam. L’opuscolo è diviso in 13 capitoli, l’ultimo de’ quali è consecrato all’epilogo della materia. I
primi due foglietti contengono l’indice: il restante in testo: in tutto sono quattordici foglietti, dei quali l’ultimo è
bianco.
Dicam aliquid de coloribus in hoc libello, non quidem unde conficiantur, aut quae sit eorum natura, neque enim
pictoribus haec traduntur, aut philosophis sed tantum philologis, qui latini sermonis elegantiam studiose
inquirunt. Scribam omnia breviter et accuratae ac rerum ipsarum nomina, quo statim colores intelliguntur,
singulis apponam. L’opuscolo è diviso in 13 capitoli, l’ultimo de’ quali è consecrato all’epilogo della materia. I
primi due foglietti contengono l’indice: il restante in testo: in tutto sono quattordici foglietti, dei quali l’ultimo è
bianco.
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Questa è la prima edizione che noi conosciamo di questo elegante e prezioso libretto dedicata a Udalvico Wirtner
e divisa in 61 capitoli.
Questa è la prima edizione che noi conosciamo di questo elegante e prezioso libretto dedicata a Udalvico Wirtner
e divisa in 61 capitoli.
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, Quest’elegante operetta è dedicata dall’Alciato a Girolamo Arcbinto Milanese e rassomiglia pei tipi alle edizioni
del Sessa in Venezia.
Quest’elegante operetta è dedicata dall’Alciato a Girolamo Arcbinto Milanese e rassomiglia pei tipi alle edizioni
del Sessa in Venezia.
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, Le molte figure intagliate in legno sono frapposte al testo. II ritratto dell’autore è in principio. L’opera e divisa in
sei libri; 1. Chiromanzia; 2. Fisonomia; 3. Dei segni della faccia; 4. Canoni astrologici dei giudizi intorno le
infirmità; 5. Astrologia naturale; 6. Delle Compulsioni secondo l’influsso planetario.
Le molte figure intagliate in legno sono frapposte al testo. II ritratto dell’autore è in principio. L’opera e divisa in
sei libri; 1. Chiromanzia; 2. Fisonomia; 3. Dei segni della faccia; 4. Canoni astrologici dei giudizi intorno le
infirmità; 5. Astrologia naturale; 6. Delle Compulsioni secondo l’influsso planetario.
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, Le stampe sono le medesime che servirono all’edizione tedesca.
Le stampe sono le medesime che servirono all’edizione tedesca.
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Vi ha anche un altro esemplare di tutte le opere di questo autore stampate a Parigi in latino nel
1557 che appartenne al Tuano, nitidissima edizione.
Dietro al frontespizio con contorno figurato è la dedica, indi l’elenco dei nomi degli Imperatori, che in tutto sono
8 foglietti: seguono le medaglie in mezzo ad ornamenti, il tutto in legno con brevi cenni intorno le vite dei
soggetti raffigurati: e questi sono 90 foglietti. Ricomincia con nuovo titolo Consulum Romanorum Elenchus e fra
l’elenco e le tavole, non sono che 16 foglietti: leggesi in fine De Consulibus libellum alium a nobis expectes
propediem et vale. Argent. an. sal. 153
Dietro al frontespizio con contorno figurato è la dedica, indi l’elenco dei nomi degli Imperatori, che in tutto sono
8 foglietti: seguono le medaglie in mezzo ad ornamenti, il tutto in legno con brevi cenni intorno le vite dei
soggetti raffigurati: e questi sono 90 foglietti. Ricomincia con nuovo titolo Consulum Romanorum Elenchus e fra
l’elenco e le tavole, non sono che 16 foglietti: leggesi in fine De Consulibus libellum alium a nobis expectes
propediem et vale. Argent. an. sal. 153
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, La dottrina di Alberto Durero estesa in questo libro di geometria, fa conoscere come egli sapeva applicarla ad
ogni modo dell’arte. Le tavole sono in legno, e vi si trovano gli elementi della prospettiva, dell’obiettiva, le
proporzioni delle lettere ec. ec.
La dottrina di Alberto Durero estesa in questo libro di geometria, fa conoscere come egli sapeva applicarla ad
ogni modo dell’arte. Le tavole sono in legno, e vi si trovano gli elementi della prospettiva, dell’obiettiva, le
proporzioni delle lettere ec. ec.
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Opera dottissima, prolissa, e di bella edizione.
Opera dottissima, prolissa, e di bella edizione.
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, Quest’elegante esemplare ha le tavole intagliate in legno con bella esecuzione, e nel trattato della fisionomia
sono impresse fra il testo.Il trattato poi di chiromamtica qui stampato è quello stesso di Andrea Corvi
mirandolano con altre tavole, ma più eleganti e nello stesso numero di 157 che era stato prodotto nel 1520. Vedi
anche Tricasso.
Quest’elegante esemplare ha le tavole intagliate in legno con bella esecuzione, e nel trattato della fisionomia
sono impresse fra il testo.Il trattato poi di chiromamtica qui stampato è quello stesso di Andrea Corvi
mirandolano con altre tavole, ma più eleganti e nello stesso numero di 157 che era stato prodotto nel 1520. Vedi
anche Tricasso.
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, Edizione elegante.
Edizione elegante.
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, Con 32 tavole in legno, ediz. prima.
Con 32 tavole in legno, ediz. prima.
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Raro e prezioso libretto dedicato a Pico della Mirandola. Dopo la dedica è una lettera in guisa di prefazione a
Carlo Milthzien tedesco, segue l’indice delle materie e dopo questi 8 primi foglietti il testo dell’opera comincia
colla pagina 1 e finisce alla 79.
Raro e prezioso libretto dedicato a Pico della Mirandola. Dopo la dedica è una lettera in guisa di prefazione a
Carlo Milthzien tedesco, segue l’indice delle materie e dopo questi 8 primi foglietti il testo dell’opera comincia
colla pagina 1 e finisce alla 79.
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, Sono questi quarantotto foglietti, dei quali 46 contengono 92 tavole in legno di non spregievole maestro. Nel
primo foglietto sta il frontespizio figurato e a tergo un avviso al lettore, nell’ultimo l’insegna dello stampatore:
superiormente ad ogni tavola è il passo del Genesi a cui allude.
Sono questi quarantotto foglietti, dei quali 46 contengono 92 tavole in legno di non spregievole maestro. Nel
primo foglietto sta il frontespizio figurato e a tergo un avviso al lettore, nell’ultimo l’insegna dello stampatore:
superiormente ad ogni tavola è il passo del Genesi a cui allude.
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