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3529. MENETREJO Claudio, Ceimeliothecae Barberinae praefecto.Symbolica Dianae Ephesiae statua exposita, cui accessere Lucae Holstenii epistola de fulcris seu verubus Dianae Eph. simulacro appositis. Jo. Pet. Bellorii notae in Numismata Ephesia, tum aliarum Urbium apibus insignita. Editio altera auctior, Romae 1788, in fol. pic., fig.
Le tavole di tutte le dissertazioni delle quali è arricchita 161 questa preziosa seconda edizione sono in numero di 24, alcune delle quali veggonsi indubitatamente intagliate da P. S. Bartoli.
Le tavole di tutte le dissertazioni delle quali è arricchita 161 questa preziosa seconda edizione sono in numero di 24, alcune delle quali veggonsi indubitatamente intagliate da P. S. Bartoli.
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2768. BELLORII, Adnotationes nunc primum evulgatae in duodecim priorum Caesarum numismata ab Enea Vico olim edita, Romae 1730, in fol., fig. Vedi anche all’articolo Monterchi.
Con 84 tavole intagliate in rame con diligenza.
Con 84 tavole intagliate in rame con diligenza.
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3610. BELLORI, Le antiche lucerne, Roma 1729, stampate dopo esser passate le tavole in proprietà di Lorenzo Filippo de’ Rossi calcografo vaticano, in fol., seconda edizione. Vedi anche all’articolo Raccolta di varie antichità.
2207. BELLORI, Le vite de’ pittori, scultori, architetti moderni coi loro ritratti al naturale. Seconda edizione accresciuta colla vita e ritratto del Cavaliere Luca Giordano, Roma 1728, in 4, fig.
Le stampe non sono che cattive copie delle belle incisioni che trovansi nella prima edizione.
Le stampe non sono che cattive copie delle belle incisioni che trovansi nella prima edizione.
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3605. BELLORI Jo. Petri, Columna Choclis M. Aurelio Antonino Augusto dicata brevibus notis illustrata et a Petro Sancte Bartolo aere incisa; iterum in lucem prodit, 173 sub faustissimi auspiciis Clementis XI, Romae, ex calcographiaDom. de Rubeis, an. 1704, in fol.
In questa seconda edizione sono aggiunti in molte tavole dei secondi tagli, e in altre fu rientrato il taglio, di modo che l’occhio intelligente non vi trova la prima originalità e freschezza: vi sono alcune iscrizioni di più, e tre tavole in fine che mancano alla prima edizione, oltre il numero delle 77 coll’iscrizione, l’apoteosi, e la pompa funebre. Vedi per la colonna teodosiana Menetrei Claudii.
In questa seconda edizione sono aggiunti in molte tavole dei secondi tagli, e in altre fu rientrato il taglio, di modo che l’occhio intelligente non vi trova la prima originalità e freschezza: vi sono alcune iscrizioni di più, e tre tavole in fine che mancano alla prima edizione, oltre il numero delle 77 coll’iscrizione, l’apoteosi, e la pompa funebre. Vedi per la colonna teodosiana Menetrei Claudii.
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3369. BELLORI Giampietro, Descrizione delle imagini 132 dipinte da Rafaello nelle camere del Vaticano, Roma 1695, in fol. pic., fig.
In fronte è il ritratto di Rafaello e l’edizione è arricchita di vignette eleganti: esemplare di dedica colle armi del prelato cui appartenne. In vitello.
In fronte è il ritratto di Rafaello e l’edizione è arricchita di vignette eleganti: esemplare di dedica colle armi del prelato cui appartenne. In vitello.
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3607. BELLORI, Admiranda romanarum antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia anaglyphico opere elaborata: a Petro Sancte Bartolo delineata, et incisa: notis Jo. Petris Bellorii illustrata, Romae 1693, in fol., fig., edizione seconda, sonovi 84 tavole.
Questa seconda edizione è però avanti le tante ristampe fatte di quest’opera preziosa, le quali non si riconoscono, perché le tavole estremamente logorate le sfigurano. Esemplare di dedica con ricchissime dorature.
Questa seconda edizione è però avanti le tante ristampe fatte di quest’opera preziosa, le quali non si riconoscono, perché le tavole estremamente logorate le sfigurano. Esemplare di dedica con ricchissime dorature.
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3609. BELLORI, Le antiche lucerne sepolcrali figurate, raccolte dalle cave sotterranee, e dalle grotte di Roma. Parti tre in un volume. Disegnate, intagliate nelle loro forme da Pietro Santi Bartoli con osser 174 vazioni del Bellori, Roma 1691, prima edizione di mirabile freschezza e conservazione.
Quest’opera è divisa in tre parti. La prima contiene 37 tavole, la seconda 46, la terza 33, e in fine vi sono altre sei tavole addizionali non numerate le quali trovansi in pochi esemplari di questa prima, e in nessuno delle susseguenti edizioni.
Quest’opera è divisa in tre parti. La prima contiene 37 tavole, la seconda 46, la terza 33, e in fine vi sono altre sei tavole addizionali non numerate le quali trovansi in pochi esemplari di questa prima, e in nessuno delle susseguenti edizioni.
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3608. BELLORI, Veteres arcus Augustorum triumphis insignes etc. cum imaginibus triumphalibus restituti et illustrati, nunc primum per Jo. Jacobum de Rubeis aeneis typis evulgati, Romae 1690, in fol.
Può quest’opera ritenersi la più bella in questo genere, e classica specialmente per la magnificenza ed eleganza delle stampe, che sono il capo d’opera di Pietro S. Bartoli: in numero di 52. Esemplare di dedica della Biblioteca Albani in mar. rosso, prove di prima freschezza.
Può quest’opera ritenersi la più bella in questo genere, e classica specialmente per la magnificenza ed eleganza delle stampe, che sono il capo d’opera di Pietro S. Bartoli: in numero di 52. Esemplare di dedica della Biblioteca Albani in mar. rosso, prove di prima freschezza.
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3606. BELLORI, Admiranda romanarum antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia, anaglyphico opere elaborata a Petro Sancte Bartolo delineata, incisa: edidit Joannes Jacobus de Rubeis, Romae, ad templum Pacis, prima edizione senz’anno.
Sonovi tavole 81. Esemplare di dedica mar. dor. Col ritratto del cardinale Ghigi cui è dedicata. L’edizioni di opere di Santi Bartoli non sono rare di seconde e di terze impressioni, ma sono rarissime di prime stampe, tanto più che se ne restano alcune, veggonsi per ordinario mal concepite per l’uso che ne hanno fatto gli amatori, e gli artisti. Presso che tutti i nostri esemplari di queste opere sono di dedica, in marrocchino dorato, e appartennero a insigni biblioteche.
Sonovi tavole 81. Esemplare di dedica mar. dor. Col ritratto del cardinale Ghigi cui è dedicata. L’edizioni di opere di Santi Bartoli non sono rare di seconde e di terze impressioni, ma sono rarissime di prime stampe, tanto più che se ne restano alcune, veggonsi per ordinario mal concepite per l’uso che ne hanno fatto gli amatori, e gli artisti. Presso che tutti i nostri esemplari di queste opere sono di dedica, in marrocchino dorato, e appartennero a insigni biblioteche.
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2765. BELLORII Joannis Petri, Veterum illustrium philosophorum, poetarum, rhetorum, et oratorum imagines ex vetustis nummis, gemmis, hermis, marmoribus, aliisque antiquis monumentis desumptae, Romae 1685, in fol., fig.
Lodevole è la scelta fatta da questo dottissimo antiquario, poiché, eliminando da questa serie gli uomini chiari per la cecità della fortuna e del caso e quelli famosi per l’impeto della violenza militare, volle riunire soltanto nel vero santuario dell’antica letteratura quelli che erano chiari per l’ingegno. Poco avvi di nuovo in quest’opera che non si incontri nelle precedenti di Fulvio Ursini, o di Leonardo Agostini: ma l’ordine e l’illustrazioni tengono luogo del merito della novità: 92 sono le tavole qui illustrate.
Lodevole è la scelta fatta da questo dottissimo antiquario, poiché, eliminando da questa serie gli uomini chiari per la cecità della fortuna e del caso e quelli famosi per l’impeto della violenza militare, volle riunire soltanto nel vero santuario dell’antica letteratura quelli che erano chiari per l’ingegno. Poco avvi di nuovo in quest’opera che non si incontri nelle precedenti di Fulvio Ursini, o di Leonardo Agostini: ma l’ordine e l’illustrazioni tengono luogo del merito della novità: 92 sono le tavole qui illustrate.
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3611. BELLORI, Le pitture antiche del sepolcro de’ Nasoni nella via Flaminia. Disegnate, ed intagliate alla similitudine degli antichi originali da Pietro Santi Bartoli, descritte ed illustrate da Pietro Bellori, Roma 1680, prima edizione, in fol.
Le tavole di questo esemplare sono di rara freschezza in numero di 35, ed è una delle più pregevoli opere del Santi Bartoli.
Le tavole di questo esemplare sono di rara freschezza in numero di 35, ed è una delle più pregevoli opere del Santi Bartoli.
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2766. BELLORII Joannis Petri, Selecti nummi duo Antoniniani, quorum unus de anni novi auspiciis explicatus, et alter Commo 46 dum, et Annium verum Caesares exhibet, Romae 1676, in 8, fig.
L’edizione è rara ed elegantissima per un secondo frontespizio, che presenta un Giano bifronte e per la nitida incisione delle medaglie.
L’edizione è rara ed elegantissima per un secondo frontespizio, che presenta un Giano bifronte e per la nitida incisione delle medaglie.
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3603. BELLORII Giovan Pietro, Colonna Trajana eretta dal senato e popolo romano all’imperatore Trajano Augusto nel suo foro di Roma, scolpita con l’istorie della guerra dacica, la prima, e la seconda spedizione e vittoria contro il re Decebalo nuovamente disegnata, ed intagliata da Pietro Santi Bartoli, colla esposizione latina di Alfonso Ciaccone, compendiata nella volgare lingua sotto ciascuna immagine, accresciuta di medaglie, iscrizioni, e trofei da Giovan Pietro Bellori, prima edizione, Roma, in fol.
Comincia il volume col frontespizio senz’anno, e col solo nome di Giovan Giacomo de’Rossi che lo diede in luce; segue la dedica al re di Francia Luigi XIV, cui fu offerta l’opera dall’editore; succede la gran tavola della colonna intera con suo spaccato, longitudine, e quattro tavole colle fronti della base, e le piante del piedistallo, ingresso, sommità, e piede della colonna. Dopo ciò vengono le 119 tavole di bellissimo intaglio. L’istoria del Ciacconio, estratta dalle sculture della colonna segue in quattordici pagine di testo stampato, e finisce coll’indice delle materie. Esemplare di antiche e freschissime prove.
Comincia il volume col frontespizio senz’anno, e col solo nome di Giovan Giacomo de’Rossi che lo diede in luce; segue la dedica al re di Francia Luigi XIV, cui fu offerta l’opera dall’editore; succede la gran tavola della colonna intera con suo spaccato, longitudine, e quattro tavole colle fronti della base, e le piante del piedistallo, ingresso, sommità, e piede della colonna. Dopo ciò vengono le 119 tavole di bellissimo intaglio. L’istoria del Ciacconio, estratta dalle sculture della colonna segue in quattordici pagine di testo stampato, e finisce coll’indice delle materie. Esemplare di antiche e freschissime prove.
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3613. BELLORI, Fragmenta vestigii veteris Romae ex lapidibus Farnesianis, nunc primum in lucem edita cum notis, Romae 1673, in fol., fig.
Opera classica, e preziosa in cui si presentano 20 tavole accuratamente disegnate, ed incise, oltre a varie vignette allusive.
Opera classica, e preziosa in cui si presentano 20 tavole accuratamente disegnate, ed incise, oltre a varie vignette allusive.
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2206. BELLORI Gio. Pietro, Le vite de’ pittori, sculto 380ri e architetti moderni. Edizione dedicata al gran Colbert, Roma 1672, in 4, fig.
Le stampe di questo esemplare sono di prima freschezza e ad ogni ritratto dei dodici artisti illustrali trovasi annessa una stampa allegorica.
Le stampe di questo esemplare sono di prima freschezza e ad ogni ritratto dei dodici artisti illustrali trovasi annessa una stampa allegorica.
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3604. BELLORI Jo. Petri, Columna Antoniniana, nunc primum a Petro Sancte Bartolo juxta delineationes in Bibliotheca Barberina asservatas a se cum antiquis ipsius columnae signis collatas aere incisa, et in lucem edita, Romae, apud auctorem, in fol., prima edizione senz’anno.
Settantacinque sono le tavole dei bassi rilievi, a cui ne seguono due di medaglioni. Il tutto è preceduto da un frontespizio, dal ritratto istoriato di Rinaldo d’Este, e dalla dedica, che formano in complesso 80 fogli. Le dichiarazioni del Bellori sono intagliate in rame sotto le tavole.
Settantacinque sono le tavole dei bassi rilievi, a cui ne seguono due di medaglioni. Il tutto è preceduto da un frontespizio, dal ritratto istoriato di Rinaldo d’Este, e dalla dedica, che formano in complesso 80 fogli. Le dichiarazioni del Bellori sono intagliate in rame sotto le tavole.
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2767. BELLORII, Notae in numismata tum Ephesia tum aliarum urbium apibus insignita, Romae 1658, in 4, fig., M. 10.