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3607. BELLORI, Admiranda romanarum antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia anaglyphico opere elaborata: a Petro Sancte Bartolo delineata, et incisa: notis Jo. Petris Bellorii illustrata, Romae 1693, in fol., fig., edizione seconda, sonovi 84 tavole.
Questa seconda edizione è però avanti le tante ristampe fatte di quest’opera preziosa, le quali non si riconoscono, perché le tavole estremamente logorate le sfigurano. Esemplare di dedica con ricchissime dorature.
Questa seconda edizione è però avanti le tante ristampe fatte di quest’opera preziosa, le quali non si riconoscono, perché le tavole estremamente logorate le sfigurano. Esemplare di dedica con ricchissime dorature.
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3606. BELLORI, Admiranda romanarum antiquitatum ac veteris sculpturae vestigia, anaglyphico opere elaborata a Petro Sancte Bartolo delineata, incisa: edidit Joannes Jacobus de Rubeis, Romae, ad templum Pacis, prima edizione senz’anno.
Sonovi tavole 81. Esemplare di dedica mar. dor. Col ritratto del cardinale Ghigi cui è dedicata. L’edizioni di opere di Santi Bartoli non sono rare di seconde e di terze impressioni, ma sono rarissime di prime stampe, tanto più che se ne restano alcune, veggonsi per ordinario mal concepite per l’uso che ne hanno fatto gli amatori, e gli artisti. Presso che tutti i nostri esemplari di queste opere sono di dedica, in marrocchino dorato, e appartennero a insigni biblioteche.
Sonovi tavole 81. Esemplare di dedica mar. dor. Col ritratto del cardinale Ghigi cui è dedicata. L’edizioni di opere di Santi Bartoli non sono rare di seconde e di terze impressioni, ma sono rarissime di prime stampe, tanto più che se ne restano alcune, veggonsi per ordinario mal concepite per l’uso che ne hanno fatto gli amatori, e gli artisti. Presso che tutti i nostri esemplari di queste opere sono di dedica, in marrocchino dorato, e appartennero a insigni biblioteche.
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2986. ROTUNDUS Jo. Baptista, Ad sex primorum Caesarum genealogicam arborem commentaria, Neapoli 1787, in 4, fig., M. 33.
Con una gran tavola dell’albero al fine.
Con una gran tavola dell’albero al fine.
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3768. MAGGIO Joannes, Aedificiorum et ruinarum Romae ex antiquis atque hodiernis monimentis, libri duo, Romae, apud Josephum de Rubeis, 1618, in quarto.
Collezione di 174 stampe delineate e incise da Giovanni Maggio romano.
Collezione di 174 stampe delineate e incise da Giovanni Maggio romano.
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3504. FABBRONI Adamo, Aeliosi, considerazioni e congetture sopra una dubbia statua del Museo Capitolino, Firenze 1799, in 8, fig.
Con una tavola in fine in cui sono quattro statue intagliate per illustrare quest’erudita dissertazione.
Con una tavola in fine in cui sono quattro statue intagliate per illustrare quest’erudita dissertazione.
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3826. PIRANESI Giovan Battista, Opere varie di architettura, Roma 1750, in fol.
Tutti i volumi annunziati con questo titolo contengono un numero vario di stampe, essendo composti da varie opere, e 210 piuttosto possono riguardarsi come una miscellanea dell’autore. In questo esemplare sono primieramente 33 pezzi di sua invenzione, prime prove, alcune delle quali avanti la lettera, ed in seguito altre 30 tavole con vedute d’archi e altri monumenti di Roma.
Tutti i volumi annunziati con questo titolo contengono un numero vario di stampe, essendo composti da varie opere, e 210 piuttosto possono riguardarsi come una miscellanea dell’autore. In questo esemplare sono primieramente 33 pezzi di sua invenzione, prime prove, alcune delle quali avanti la lettera, ed in seguito altre 30 tavole con vedute d’archi e altri monumenti di Roma.
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3698. DESEINE Franois, L’ancienne Rome avec ses magnificences, et ses délices, divisée en 4 tomes, Leide 1713, fig., in 12.
Questi quattro volumi sono legati in tre tomi.
Questi quattro volumi sono legati in tre tomi.
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3741. FULVIO Andrea, L’antichità di Roma colle aggiunzioni di Girolamo Ferucci, e in fine un’orazione dello stesso Fulvio delle lodi di Roma, Venezia, 1588, per Girolamo Francini, in 8. — Aggiuntevi: Le antichità della città di Roma raccolte per Bernardo Gamucci da S. Geminiano. Edizione seconda, riveduta e corretta da Tommaso Pocacchi, Venezia 1588, fig., ambedue con tavole in legno. 195
3744. GAMUCCI Bernardo, Le antichità della città di Roma: raccolte sotto brevità da antichi, e moderni scrittori. Edizione seconda riveduta, e corretta dal Porcacchi, Venezia, presso Giovanni Varisco, 1588, in 8.
3814. PALLADIO, Le antichità dell’alma città di Roma, 1650, figurato. — Per le stesse antichità di Palladio. Vedi anche Martinelli Giovanni, Le cose meravigliose di Roma, 1588 e le stesse 1589 e vedi Zino Pier Francesco.
3813. PALLADIO, Le antichità di Roma, raccolte brevemente dagli autori antichi, e moderni. Aggiuntovi un discorso sopra li fuochi degli antichi, Roma, 1587, nella stamperia di Dito, e Paolo Diani, in 8.
3811. PALLADIO, Lo stesso, in Venezia, per Giovanni Varisco, 1565, in 8.
3812. PALLADIO, Lo stesso, in Roma, presso Vincenzo Accolto, 1576, in 8.
3810. PALLADIO, Le antichità dell’alma città di Roma, in Venezia, per Mattio Pagan, 1555, in 8.
3639. CALVI Fabii, Antiquae urbis Romae cum regionibus simulachrum authore M. Fabio ravennate, Basileae, apud Hier. Frobenium, et Nic. Episcopium, 1556, in fol., fig.
Questa seconda edizione meno rara, non è però comune, ed è in foglio molto minore della prima. Le armi del Papa
Questa seconda edizione meno rara, non è però comune, ed è in foglio molto minore della prima. Le armi del Papa
Show More Clemente VII, del cardinal de’ Medici, e del Senato Romano stanno nel frontespizio della prima edizione. A tergo è la dedica al Papa: seguono 21 tavole, d’incontro alle quali leggonsi brevi illustrazioni, e nello stesso modo procede anche la seconda edizione copiano esattamente la prima.
3761. LAURI, Antiquae urbis splendor. Hoc est praecipua ejusdem templa, amphiteatra, theatra etc. incisa atque in lucem edita, Romae 1612, in 4 obl. La seconda parte ha per titolo: Antiquitatum urbis liber secundus, Romae 1613. La terza ha per titolo: Antiquae urbis splendoris complementum 1615. La quarta ha per titolo: Antiquae urbis vestigia quae nunc extant, 1628. In tutto tavole 166 non compreso l’indice al fine, e le dichiarazioni.
Questa ritiensi per l’edizione più completa
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3477. ANTIQUARUM statuarum urbis Romae quae in pubblicis privatisque locis visuntur icones, Romae, ex typis Gothifredi Scaichis, pars secunda 1621, in 4. Son tav. 80 in 4. Questa è una delle più rare collezioni di 153 statue riunita e riprodotta, che apparve forse disgiunta avanti l’epoca nel frontespizio da noi qui segnata e sebbene dicasi parte seconda in due esemplari da noi posseduti, nondimeno non conosciamo alcuna traccia dell’esistenza di una prima. La statua segnata 12, che è un Genio nel Campidoglio, porta inciso il nome di Orazio Aquilano: e la tavola 69 che rappresenta il Marsia porta il nome di Cherubino Alberti fece 1578.
3492. CAVALLERIIS Johan. Baptista, Antiquarum statuarum urbis Romae: primus, et secundus liber, Romae 1585, constat tab. 100. — Accedit tertius, et quartus liber, Romae 1594, tabulae 100. — Nel fine: accedit Urbis Romae de Cavalleriis aeneis tabulis repraesentatae 1569, constat cartarum 50, in 4. Non è facile trovare esemplari completi, freschi e ben conservati delle 200 statue del Cavalieri.
3679. CONTARINO fra Luigi dell’Ordine Crucifero, L’antichità di Roma con due copiosissime tavole degli imperatori, delle statue, e delli corpi santi, Venezia, presso Francesco Ziletti, 1575, in 8.
In questo libretto non comune, e per quanto sappiamo non ristampato, vi sono al fine molte notizie di proprietarj d’antichità, che divengono preziose agli amatori di questo studio.
In questo libretto non comune, e per quanto sappiamo non ristampato, vi sono al fine molte notizie di proprietarj d’antichità, che divengono preziose agli amatori di questo studio.
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1617. CARYOPHILI, De veterum Clypeis opusculum, Lugduni Batavorum 1761, in 4, fig.
Opera benissimo stampata ed ornata di numerose medaglie e monumenti sparsi fra il testo, oltre tre grandi tavole, l’una in principio e due al fine del volume. La materia vi è dottamente esaurita.
Opera benissimo stampata ed ornata di numerose medaglie e monumenti sparsi fra il testo, oltre tre grandi tavole, l’una in principio e due al fine del volume. La materia vi è dottamente esaurita.
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