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Cosa miserabile e inservibile
Cosa miserabile e inservibile
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È forse stampato verso la metà del XVII secolo ed è pieno di notizie preziose per la ricognizione di molti oggetti
di arte.
È forse stampato verso la metà del XVII secolo ed è pieno di notizie preziose per la ricognizione di molti oggetti
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, Col ritratto di Ridolfo II e la sua impresa, oltre le numerose tavole delle imprese dei principali signori d’Italia,
intagliate in rame
Col ritratto di Ridolfo II e la sua impresa, oltre le numerose tavole delle imprese dei principali signori d’Italia,
intagliate in rame
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, Trovasi questo libretto stampato in fine alla Cronichetta del venerabile Beda stampata come sopra, che lo
precede. Nell’istesso anno il Rangiaschi (Bibliografia storica dello Stato Pontificio) cita un’edizione di Brescia;
e vedesi l’opuscoletto nella raccolta Antiquitatum variarum auctores in compagnia degli altri opuscoli apocrifi
del Fiocchi, di Annio da Viterbo, di Pietro Calabro.
Trovasi questo libretto stampato in fine alla Cronichetta del venerabile Beda stampata come sopra, che lo
precede. Nell’istesso anno il Rangiaschi (Bibliografia storica dello Stato Pontificio) cita un’edizione di Brescia;
e vedesi l’opuscoletto nella raccolta Antiquitatum variarum auctores in compagnia degli altri opuscoli apocrifi
del Fiocchi, di Annio da Viterbo, di Pietro Calabro.
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, Con note marginali manoscritte di ottimo autore, il quale le trasse dal tomo V degli atti della Società latina di Iena
comentando questo esemplare, che oltre l’essere per se stesso pregiatissimo, in tal modo divenne prezioso. Le
lapidi, e i monumenti sono intagliati in legno e inseriti fra il testo.
Con note marginali manoscritte di ottimo autore, il quale le trasse dal tomo V degli atti della Società latina di Iena
comentando questo esemplare, che oltre l’essere per se stesso pregiatissimo, in tal modo divenne prezioso. Le
lapidi, e i monumenti sono intagliati in legno e inseriti fra il testo.
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201
, Questa disposizione data per moderare il lusso di Bologna si estende in singolarissimi argomenti che interessano
per le costumanze del vestiario e degli ornamenti di quell’età. Sono 23 capitoli, seguiti da un Breve di Leone X
in 12 foglietti di stampa col frontespizio. Opuscolo raro.
Questa disposizione data per moderare il lusso di Bologna si estende in singolarissimi argomenti che interessano
per le costumanze del vestiario e degli ornamenti di quell’età. Sono 23 capitoli, seguiti da un Breve di Leone X
in 12 foglietti di stampa col frontespizio. Opuscolo raro.
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Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile
dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il
testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile
dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il
testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
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, Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
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254
,
Sono 16 foglietti incisi in legno cogli stemmi a quattro per pagina.
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Impressa coi medesimi caratteri della seguente.
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, Edizione di qualche pregio, poiché prodotta da quel Giorgio Macheropieo che si servì de’ buoni testi di Fra’
Giocondo e del commento del Cesariani, oltre i suoi propri disegni e figure per illustrarla.
Edizione di qualche pregio, poiché prodotta da quel Giorgio Macheropieo che si servì de’ buoni testi di Fra’
Giocondo e del commento del Cesariani, oltre i suoi propri disegni e figure per illustrarla.
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, Questa è una ristampa e traduzione delle antiche Mirabilia Romae.
Questa è una ristampa e traduzione delle antiche Mirabilia Romae.
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Questo è un libretto singolare scritto da Ortensio Lando che in fine pose per anagramma Svisnetroh, Sudnal,
Rotua, tse per dire Hortensius Landus est auctor. Sbagliò il Fontanini, che cita le due edizioni di questo libretto,
a credere che quella del 1550 al segno del Pozzo stampata in Venezia fosse la prima edizione, e vedesi che non
conosceva questa, stampata accuratamente.
Questo è un libretto singolare scritto da Ortensio Lando che in fine pose per anagramma Svisnetroh, Sudnal,
Rotua, tse per dire Hortensius Landus est auctor. Sbagliò il Fontanini, che cita le due edizioni di questo libretto,
a credere che quella del 1550 al segno del Pozzo stampata in Venezia fosse la prima edizione, e vedesi che non
conosceva questa, stampata accuratamente.
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, Tutto è riunito in un volume e gli opuscoli stampati a Firenze sono del Torrentino. Esemplare bellissimo e dei
più copiosi di questi opuscoli singolari.
Tutto è riunito in un volume e gli opuscoli stampati a Firenze sono del Torrentino. Esemplare bellissimo e dei
più copiosi di questi opuscoli singolari.
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,Questo grosso volume di oltre mille pagine è stampato assai bene in questa prima edizione, dedicata al re e alla
regina di Francia, e vi si legge una lettera di Anton Flamminio che per isbaglio di stampa porta la data del 1537
mentre nel 36 era anche sepolto, come vedesi nel suo monumento. Avvi anche il ritratto dell’autore, cui sopra sta
un distico di Sebastiano Corrado al lettore. Opera laboriosa, e non ispregievole.
Questo grosso volume di oltre mille pagine è stampato assai bene in questa prima edizione, dedicata al re e alla
regina di Francia, e vi si legge una lettera di Anton Flamminio che per isbaglio di stampa porta la data del 1537
mentre nel 36 era anche sepolto, come vedesi nel suo monumento. Avvi anche il ritratto dell’autore, cui sopra sta
un distico di Sebastiano Corrado al lettore. Opera laboriosa, e non ispregievole.
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