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Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste
l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di
Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti
esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il
libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi
otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di
sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le
differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata
nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il
volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z
inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a
contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F,
T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole
sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti
segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da
Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di
riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118.
Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono
d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il
quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte;
e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il
testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili
o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi
sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre
variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili.
Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle
medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense
volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera
sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo
d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo
Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione
sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore
dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò
di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme
con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne
lavoro.
Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste
l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di
Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti
esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il
libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi
otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di
sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le
differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata
nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il
volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z
inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a
contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F,
T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole
sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti
segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da
Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di
riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118.
Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono
d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il
quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte;
e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il
testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili
o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi
sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre
variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili.
Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle
medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense
volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera
sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo
d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo
Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione
sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore
dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò
di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme
con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne
lavoro.
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Prima edizione originale, pubblicata l’anno stesso della morte dell’autore, e la più rara a trovarsi di ottima
conservazione, stampata in tedesco, il cui merito principalmente consiste nella freschezza delle tavole, in fol. fig.
Prima edizione originale, pubblicata l’anno stesso della morte dell’autore, e la più rara a trovarsi di ottima
conservazione, stampata in tedesco, il cui merito principalmente consiste nella freschezza delle tavole, in fol. fig.
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Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve
una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro
disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a
un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve
una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro
disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a
un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
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, Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma
l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo,
del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di
Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo
traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di
bellissima conservazione; in vitello.
Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma
l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo,
del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di
Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo
traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di
bellissima conservazione; in vitello.
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Questa è un’edizione originale colle stesse 53 tavole, clic pretendonsi intagliate da Holbein medesimo: ma non
tutte forse di sua mano, trovandosi in alcune la marca A, cosa non avertita da Papillon, che indicò solamente una
differenza in alcune tavole, aggiunte nelle edizioni posteriori alla prima, per aver queste nel contorno una linea
sola, mentre le altre ne hanno due. La lettera A. potrebbe forse significare Abr. Bruyn che infatti in Colonia e in
Svizzera intaglia diverse opere in quel tempo. Sebbene l’edizione non contenga le prime prove più fresche che
apparvero 20 anni prima, nullameno può da questa formarsi chiaramente l’idea d’uno dei più preziosi lavori che
vanti l’incisione in legno.
Quanto al testo di questo rarissimo libretto trovansi le seguenti opere, oltre gl’indicati epigrammi: Medicina
Animae e gallico idiomate a Georgio Aemilio in latinum translata: Paracelsis ad periculose decumbentes,
Cypriani Episc. sermo de immortalitate, oratio ad Deum ap aegrotum dicenda, Oratio ad Chris. in gravi morbo
dicenda, Divi Chrysostomi de patientia. Il libro, compreso il frontespizio e l’ultima carta bianca, è composto di
100 foglietti, notandosi il nome dello stampatore sul frontespizio colla sua marca Arnold Birckman. Ap.
Haeredes, 1557.
Legato assieme a questo libro è il seguente.
Hofferi Io. Coburgensii Icones Catecheseos et virtutum, ac vitiorum illustratae numeris. Item Historia Passionis
D N. I. Chris. Effigiata, Vitembergae excudebat Io. Crato 1558. Sono queste 71 tavole intagliate in legno che
figurano i precetti del Decalogo, il Simbolo degli Apostoli, i Sacramenti, le Virtù ed i vizi, e la vita del
Redentore, con i relativi epigrammi ad ogni soggetto. L’intaglio è di qualche pregio. Al decimo precetto del
Decalogo figurato colla Castità di Giuseppe sono due marche. La superiore I. L. C. T. L’inferiore D. B. 1557,
amendue in due cartelline: direbbesi che quest’ultima appartiene a un intagliatore Vitemberghese, essendo
riportata anche da Crist e la prima al disegnatore.
Questa è un’edizione originale colle stesse 53 tavole, clic pretendonsi intagliate da Holbein medesimo: ma non
tutte forse di sua mano, trovandosi in alcune la marca A, cosa non avertita da Papillon, che indicò solamente una
differenza in alcune tavole, aggiunte nelle edizioni posteriori alla prima, per aver queste nel contorno una linea
sola, mentre le altre ne hanno due. La lettera A. potrebbe forse significare Abr. Bruyn che infatti in Colonia e in
Svizzera intaglia diverse opere in quel tempo. Sebbene l’edizione non contenga le prime prove più fresche che
apparvero 20 anni prima, nullameno può da questa formarsi chiaramente l’idea d’uno dei più preziosi lavori che
vanti l’incisione in legno.
Quanto al testo di questo rarissimo libretto trovansi le seguenti opere, oltre gl’indicati epigrammi: Medicina
Animae e gallico idiomate a Georgio Aemilio in latinum translata: Paracelsis ad periculose decumbentes,
Cypriani Episc. sermo de immortalitate, oratio ad Deum ap aegrotum dicenda, Oratio ad Chris. in gravi morbo
dicenda, Divi Chrysostomi de patientia. Il libro, compreso il frontespizio e l’ultima carta bianca, è composto di
100 foglietti, notandosi il nome dello stampatore sul frontespizio colla sua marca Arnold Birckman. Ap.
Haeredes, 1557.
Legato assieme a questo libro è il seguente.
Hofferi Io. Coburgensii Icones Catecheseos et virtutum, ac vitiorum illustratae numeris. Item Historia Passionis
D N. I. Chris. Effigiata, Vitembergae excudebat Io. Crato 1558. Sono queste 71 tavole intagliate in legno che
figurano i precetti del Decalogo, il Simbolo degli Apostoli, i Sacramenti, le Virtù ed i vizi, e la vita del
Redentore, con i relativi epigrammi ad ogni soggetto. L’intaglio è di qualche pregio. Al decimo precetto del
Decalogo figurato colla Castità di Giuseppe sono due marche. La superiore I. L. C. T. L’inferiore D. B. 1557,
amendue in due cartelline: direbbesi che quest’ultima appartiene a un intagliatore Vitemberghese, essendo
riportata anche da Crist e la prima al disegnatore.
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. Prima e preziosa edizione conservatissima. Cento e trentatrè sono le tavole intagliate in legno, comprese due che
nel libro dei re sono di tripla grandezza ed un’altra consimile nel libro dell’Esodo. Le tavole sono a tergo l’una
dell’altra nei medesimi foglietti e non tutte, come il dimostrano le diverse marche, sono di quel J. Amanno
Tigurino sopra-detto.
Dopo il titolo, e prima delle tavole, è la dedica che ai 18 agosto Sigismondo Feyrabend fece di questo libro al
rinomatissima intagliatore Melchior Lorick di Flensburg, a cui seguono alcuni versi tedeschi. Alcune
illustrazioni di questa Biblia ne danno diversi autori, ma da ultimo il Zani nella 1 parte del suo volume secondo
dell’Enciclopedia metodica di B. Arti ne parla con diffusione.
Prima e preziosa edizione conservatissima. Cento e trentatrè sono le tavole intagliate in legno, comprese due che
nel libro dei re sono di tripla grandezza ed un’altra consimile nel libro dell’Esodo. Le tavole sono a tergo l’una
dell’altra nei medesimi foglietti e non tutte, come il dimostrano le diverse marche, sono di quel J. Amanno
Tigurino sopra-detto.
Dopo il titolo, e prima delle tavole, è la dedica che ai 18 agosto Sigismondo Feyrabend fece di questo libro al
rinomatissima intagliatore Melchior Lorick di Flensburg, a cui seguono alcuni versi tedeschi. Alcune
illustrazioni di questa Biblia ne danno diversi autori, ma da ultimo il Zani nella 1 parte del suo volume secondo
dell’Enciclopedia metodica di B. Arti ne parla con diffusione.
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Sonovi 15 grandi tavole in doppio foglio intagliate con qualche gusto segnate con cifra N. S. e colorate a mano, il
che serve mirabilmente al costume ed al carattere di quei tem 235 pi. Questo è il più raro e più prezioso libro
che conosciamo, specialmente in quel secolo, in materia di feste.
Sonovi 15 grandi tavole in doppio foglio intagliate con qualche gusto segnate con cifra N. S. e colorate a mano, il
che serve mirabilmente al costume ed al carattere di quei tem 235 pi. Questo è il più raro e più prezioso libro
che conosciamo, specialmente in quel secolo, in materia di feste.
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MDLXVIII
, Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi
diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le
proporzioni con cui sono figurati.
Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi
diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le
proporzioni con cui sono figurati.
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, Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i
contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo,
mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e
quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12
parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo
trovato questo corpo completo.
Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i
contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo,
mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e
quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12
parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo
trovato questo corpo completo.
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