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Questa è la seconda parte dell’opera dedicata al C. di Wilzeck. Dopo la dedica sta una prefazione al lettore; e
seguono 23 bellissime tavole, a cui va unita.
Questa è la seconda parte dell’opera dedicata al C. di Wilzeck. Dopo la dedica sta una prefazione al lettore; e
seguono 23 bellissime tavole, a cui va unita.
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Unitovi il Corso Elementare, il quale contiene le 23 tavole della seconda parte dell’opera. Trovasi legata anche la
prima parte contenente altre 24 tavole di diversi ornamenti, pubblicati nel 1781. Ma è da notarsi l’immensa
diversità delle stampe di questa prima parte, quando trovansi riunite alla seconda, o alla terza, essendo
logoratissime pel gran successo e smercio che ebbero, cosicché per chiarirsi dell’antichità della prima parte, è
d’uopo osservare la carta in cui sono tirate; 71mentre per la prima impressione si adoperò carta meno
candida e più piccola.
Unitovi il Corso Elementare, il quale contiene le 23 tavole della seconda parte dell’opera. Trovasi legata anche la
prima parte contenente altre 24 tavole di diversi ornamenti, pubblicati nel 1781. Ma è da notarsi l’immensa
diversità delle stampe di questa prima parte, quando trovansi riunite alla seconda, o alla terza, essendo
logoratissime pel gran successo e smercio che ebbero, cosicché per chiarirsi dell’antichità della prima parte, è
d’uopo osservare la carta in cui sono tirate; 71mentre per la prima impressione si adoperò carta meno
candida e più piccola.
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Opuscoli tutti del sud. Sig. Pistocchi ove viene lacerato senza pietà l’architetto Antolini a lui preferito.
Opuscoli tutti del sud. Sig. Pistocchi ove viene lacerato senza pietà l’architetto Antolini a lui preferito.
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, Non ne fu mai pubblicato che questa prima sola parte.
Non ne fu mai pubblicato che questa prima sola parte.
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Questi discorsi vennero scritti da molti chiarissimi personaggi nelle arti e nelle lettere, sempre però sul tema
delle arti, divagando con liberti in quest’ampia materia. I principali sono il pittore e segretario dell’accademia
Giuseppe Bossi; il segretario ed architetto Giuseppe Zanoja, il medico e consigliere Pietro Moscati, il
numismatico e pittore G. Cutaneo, il canonico antiquario Luigi Bossi. Stanchi però i dotti di flagellar di continuo
la materia stessa per tanti anni, la quale astata trattata in tutte le accademie del mondo; in luogo di due discorsi
annuali (già da qualche tempo declinando dagli statuti) non se ne pubblica che un solo per ciascun anno.
Questi discorsi vennero scritti da molti chiarissimi personaggi nelle arti e nelle lettere, sempre però sul tema
delle arti, divagando con liberti in quest’ampia materia. I principali sono il pittore e segretario dell’accademia
Giuseppe Bossi; il segretario ed architetto Giuseppe Zanoja, il medico e consigliere Pietro Moscati, il
numismatico e pittore G. Cutaneo, il canonico antiquario Luigi Bossi. Stanchi però i dotti di flagellar di continuo
la materia stessa per tanti anni, la quale astata trattata in tutte le accademie del mondo; in luogo di due discorsi
annuali (già da qualche tempo declinando dagli statuti) non se ne pubblica che un solo per ciascun anno.
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Le invenzioni e le macchine furono dell’ingegnere architetto Carlo Buzzio e le pitture dei quadri di Giovanni
Angelo Storel, di Stefano Montalto e Antonio Busca, in tutto tavole 21 di mediocre intaglio.
Le invenzioni e le macchine furono dell’ingegnere architetto Carlo Buzzio e le pitture dei quadri di Giovanni
Angelo Storel, di Stefano Montalto e Antonio Busca, in tutto tavole 21 di mediocre intaglio.
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MDCLVIII
La relazione fu stesa in italiano dal P. Giovan Battista Barela, tradotta in spagnuolo da D. Cabrici de Ucedo.
La relazione fu stesa in italiano dal P. Giovan Battista Barela, tradotta in spagnuolo da D. Cabrici de Ucedo.
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MDCLXVI
, D. Pietro Giuseppe Edero gesuita inventò e descrisse. Ambrogio Pissina fu l’ingegnere e non vi si trovano che 2
tavole d’intaglio non compreso il frontespizio.
D. Pietro Giuseppe Edero gesuita inventò e descrisse. Ambrogio Pissina fu l’ingegnere e non vi si trovano che 2
tavole d’intaglio non compreso il frontespizio.
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MDCLXV
, Le invenzioni furono di Cesare Fiore architetto ed espresse in otto grandi tavole.
Le invenzioni furono di Cesare Fiore architetto ed espresse in otto grandi tavole.
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MDCLXXI
Vi sono undici stampe disegnate ed incise da Filippo Biffi con poca fortuna.
Vi sono undici stampe disegnate ed incise da Filippo Biffi con poca fortuna.
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MDCLXXX
Le stampe del catafalco, e de’ sei emblemi, siccome del ritratto sono eseguite sui disegni di Cesare del Fiore.
L’orazione funerale del P. Gio. Batt. Pastorini: a cui segue un’accademia funebre.
Le stampe del catafalco, e de’ sei emblemi, siccome del ritratto sono eseguite sui disegni di Cesare del Fiore.
L’orazione funerale del P. Gio. Batt. Pastorini: a cui segue un’accademia funebre.
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MDCLXXXI
, Le invenzioni furono dell’architetto Francesco Croce. Le undici tavole si intagliarono da M. Ant. dal Re. I rami
che rappresentano la veduta e i due spaccati del Duomo servirono anche per la descrizione dei funerali di Carlo
VI Imperatore e sono assai ben fatti.
Le invenzioni furono dell’architetto Francesco Croce. Le undici tavole si intagliarono da M. Ant. dal Re. I rami
che rappresentano la veduta e i due spaccati del Duomo servirono anche per la descrizione dei funerali di Carlo
VI Imperatore e sono assai ben fatti.
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MDCCXXXV
Tre tavole di medaglie, una del catafalco e il frontespizio formano gli ornamenti dell’edizione.
Tre tavole di medaglie, una del catafalco e il frontespizio formano gli ornamenti dell’edizione.
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MDCCLXVI
Il frontespizio e il ritratto disegnò Andrea Appiani e incisero il Cagnoni ed il Mercoli.
Il frontespizio e il ritratto disegnò Andrea Appiani e incisero il Cagnoni ed il Mercoli.
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MDCCCII
Tanto la figura del catafalco del Piermarini; che le vignette disegnate dall’Appiani servirono ad ambedue queste
edizioni.
Tanto la figura del catafalco del Piermarini; che le vignette disegnate dall’Appiani servirono ad ambedue queste
edizioni.
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MDCCCVIII
Qui, sono soltanto 16 quaderni, che devono essere continuati.
Qui, sono soltanto 16 quaderni, che devono essere continuati.
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144
Libro che riesce prezioso per le tavole intagliate da Agostino Caracci. Brunet dà molte notizie intorno le Etichette
di questa edizione. Il nostro esemplare a tergo del frontespizio figurato ha il ritratto di Filippo II senza il Berretto.
Nel secondo foglietto è la dedica, a tergo della quale la stampa istoriata della Cremona trionfante: segue il terzo
con un avviso a’ lettori. Il bellissimo ritratto dell’autore è nel quarto foglio. Comincia il testo dei quattro libri, e
finisce colla p. 129; ma è da notarsi che dopo la 88 nel terzo libro incomin 235 cia una serie di pagine con
numeri romani dall’I al LXXVIII e ripigliano li numeri arabi col 4 libro che incomincia colla p. 89. Nel libro
primo a p. 13 è la tavola del Barroccio; 9 ritratti sono collocati fra il testo del 3 libro; e 25 ne sono nel 4 libro ove
Filippo II è col berretto, segue un foglietto dell’errata colla dichiarazione che Agostino Caracci intagliò i ritratti.
Al fine sono 4 tavole degli edifici di Cremona, e una gran pianta di tutta la città; segue la tavola de’ castelli, ville,
e terre del Cremonese in un foglio, e finisce con 12 foglietti delle cose più notabili contenute nell’opera.
Libro che riesce prezioso per le tavole intagliate da Agostino Caracci. Brunet dà molte notizie intorno le Etichette
di questa edizione. Il nostro esemplare a tergo del frontespizio figurato ha il ritratto di Filippo II senza il Berretto.
Nel secondo foglietto è la dedica, a tergo della quale la stampa istoriata della Cremona trionfante: segue il terzo
con un avviso a’ lettori. Il bellissimo ritratto dell’autore è nel quarto foglio. Comincia il testo dei quattro libri, e
finisce colla p. 129; ma è da notarsi che dopo la 88 nel terzo libro incomin 235 cia una serie di pagine con
numeri romani dall’I al LXXVIII e ripigliano li numeri arabi col 4 libro che incomincia colla p. 89. Nel libro
primo a p. 13 è la tavola del Barroccio; 9 ritratti sono collocati fra il testo del 3 libro; e 25 ne sono nel 4 libro ove
Filippo II è col berretto, segue un foglietto dell’errata colla dichiarazione che Agostino Caracci intagliò i ritratti.
Al fine sono 4 tavole degli edifici di Cremona, e una gran pianta di tutta la città; segue la tavola de’ castelli, ville,
e terre del Cremonese in un foglio, e finisce con 12 foglietti delle cose più notabili contenute nell’opera.
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Opera che non escì mai così riuscita, ma fu collezionata da qualche diligente amatore di cose patrie, rarissima, e
la sola che noi conosciamo così copiosa. Appartenne al signor Giusep 251 pe Bossi. Gli autori di cui sono le
opinioni, sono, il Richini, il Castelli, il Barattieri, il Bernini, il Giattini, il Caravaggio, il Longhena, Sebastiano
Rocca Tagliata, l’Orlandi, il Paoli, Guid’Antonio Costa, il de Capitanei, D. Camillo Govio. I disegni incisi in
rame sono del Pellegrini, del Richini, di Carlo Buzio, e di Francesco Castelli l’alzato colla pianta; con altri pareri
anche anonimi. Principalmente tutte queste opinioni s’aggirarono nel 1652 per risolvere se si dovesse attenersi al
progetto del Buzio, o del Castelli.
Opera che non escì mai così riuscita, ma fu collezionata da qualche diligente amatore di cose patrie, rarissima, e
la sola che noi conosciamo così copiosa. Appartenne al signor Giusep 251 pe Bossi. Gli autori di cui sono le
opinioni, sono, il Richini, il Castelli, il Barattieri, il Bernini, il Giattini, il Caravaggio, il Longhena, Sebastiano
Rocca Tagliata, l’Orlandi, il Paoli, Guid’Antonio Costa, il de Capitanei, D. Camillo Govio. I disegni incisi in
rame sono del Pellegrini, del Richini, di Carlo Buzio, e di Francesco Castelli l’alzato colla pianta; con altri pareri
anche anonimi. Principalmente tutte queste opinioni s’aggirarono nel 1652 per risolvere se si dovesse attenersi al
progetto del Buzio, o del Castelli.
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