Search Constraints
Search Results
Edizione col testo latino a fronte e un corredo di 25 tavole disegnate e non incise corrispondentemente, la quale
si tiene in pregio e si preferisce alla maggior parte dell’edizioni con commenti.
, Con tre gran tavole in rame. Questo sommo prospettico teatrale tratta la materia con vera profondità di teorie e
secondo le sue ottime pratiche.
, Col ritratto dell’autore in fronte. Opera esposta con molta dottrina, ma non colla facilità necessaria ai
principianti.
, Con una tavola in principio.
Queste tavole riguardano i soli canti dell’Inferno, in 4, oblong.
, Con 14 emblemi elegantemente intagliati.
, Scritto da un riconoscente milanese.
Col ritratto in principio.
Con una tavola in rame
.
, Opera grandiosa e di buona esecuzione, coll’intaglio in legno di tutti i sigilli e di altri monumenti, ripiena di
vastissima erudizione.
, Le due medaglie sono egregiamente intagliate nel frontespizio.
, Con tre tavole.
, Con una tavola in principio.
, Elegantissima edizione di quest’opera preziosa.
, Con 46 tavole intagliate in rame.
Collezione preziosa d’opere varie, lettere memorie e
dissertazioni critiche in materia di letteratura e belle arti
prodotta per cura de’ suoi eredi, a cui contribuì infinitamente
nella scelta, direzione e collocazione di molti graziosi rami
che la fregiano, il chiarissimo sig. dott. Francesco
Aglietti.
Facilmente in questo autore si riconosce l’ uomo di lettere affatto digiuno delle pratiche dell’arte e la sua critica
in queste materie non pareggia il suo gusto nella letteratura.
Opera stravagante e ripiena d’erudizione curiosa, senza alcun principio di critica.
,
Raccolta di Lettere Pittoriche. – Dialoghi sopra le tre arti del disegno.
– Vasari, Vite de’ Pittori.
Due esemplari. L’uno in carta velina bianca simile a cui ne furono tirati soltanto 20 e 19 stanno deposti nelle
principali biblioteche d’Europa in omaggio a diverse corti. L’altro esemplare unico in carta velina rosea.
L’autore si è conservato anonimo, quantunque sappiasi essere Monsig Bottari ed il libro è pieno di eccellenti
dottrine; gl’interlocutori sono Giovan Pietro Bellori e Carlo Maratta.
Tendono le dissertazioni, di cui questo volume è composto, ad assicurare all’Italia un primato che da molti dotti
le vorrebbe esser conteso.
Ottima, e corretta edizione del miglior libro che abbiasi su questo argomento; e se un poco più sull’indole de’
monumenti, e degli artisti si fosse esteso il chiarissimo autore, potrebbe allora dirsi opera perfetta.
Terribile opuscolo che rovesciò il sistema di scrivere, e di pensare in materia d’arti e che secondo alcuni è pieno
d’eresie. Ma siamo debitori a questo scrittore pieno di dottrina e d’ingegno d’aver tolto il velo a una folla di
pregiudizi, e di veder introdotta una libera maniera di giudicare in materia d’arti.
Libro utilissimo per la ricognizione di molte opere e di molti autori.
Opera divisa in tre parti legata in 2 volumi. Ove si tratta di pittura, scultura, architettura, mosaico, oreficeria, ma
in un modo superficiale.
Nel frontispizio è il ritratto dell’autore intagliato in legno con eleganza. Lo stampatore intitolò l’opera al doge
Francesco Veniero. In questi aurei ricordi sono preziosissime e recondite notizie d’arti e d’artisti, specialmente
nel ricordo circa gli ornamenti della casa.
Questo scrittore sostenne molte opinioni contro il pensare del Morrona suo contemporaneo, autore della Pisa
illustrata e le sostenne con veemenza.
Queste note illustrarono molto la storia delle Arti, e resero preziosa l’edizione di Roma. Il ritratto dell’autore
trovasi nel terzo tomo, quello del cavalier d’Azara nel secondo, nel primo è un frontespizio figurato, e il ritratto
egualmente sulla pagina ove incomincia l’elogio dell’autore scritto da Heyner: edizione ricca di molte medaglie,
monumenti, e vignette oltre le 48 tavole in rame in fine de’ volumi.
Le preziose notizie sparse in questo libretto sono estratte da antiche cronache, è assegnano a’ Veneziani un
primato in molte pratiche che non può loro esser conteso.
Il prodromo di quest’opera esce stampato nello stesso luogo nel 1791.
Finora non sono pubblicati che questi, e l’opera trovasi nel suo principio. Conceda il cielo vita all’attempato
autore per vedere, se non il termine, almeno non notabile avanzamento in questo mare di utilissime cognizioni,
alle quali avranno sempre ricorso tutti gli amatori di questi studi.
In queste note manoscritte rendesi ragione di qualche opera di pennello esistite in Firenze di mano di L. B.
Alberti. La stampa di questo opuscoletto da Lodovico Domenichi fu intitolata a Francesco Salviati. Vedi anche
Vinci Leonardo.
Questa edizione fa parte della collezione de’ Classici italiani.
Edizione elegante di un eruditissimo opuscolo.
Questo scrittore pieno di criterio e di gusto lasciò conoscere in tutte le sue opere molto amore ed intelligenza in
ogni oggetto di nelle arti.
L’anonimo è l’abate Antonio Martinelli, che risponde con gran risentimento a molti passi e rimprovera molte
preterizioni nei ragionamenti di Reynolds ec
Francesco Tebaldini stampatore della prima edizione, divenuta rara, dedicò il libro al Duca di Mantova;
Francesco Salerni editore della ristampa la intitolò al sig. Gottardo Romani pittor celebre. Questo è uno de’ buoni
trattati dell’arte ove scegliendo il grano dalla zizania trovansi eccellenti indicazioni, tanto nelle teorie, che nelle
pratiche. Vedasi il giudizio di quest’opera, Bossi, Cenacolo di Leonardo.
Discorsi di materie pratiche, nei quali specialmente sono da apprezzarsi le sue osservazioni sulla mestica, che
cominciano a mettersi in uso con successo.
Questo autore dedicò l’opera sia a tutti i pittori dell’Europa. Se la stravaganza di qualche opinione può costituire
il merito di un trattato, può questo concorrere fra quelli che aspirano ad un primato; finisce col datare la sua
opera.
Dalla casuppola del Biondo nel tempo della rinovazione dei suoi martiri. Il Biondo quantunque nato 22 anni
prima che morisse Leonardo, attribuisce al Mantegna il Cenacolo di Milano e tutta l’opera è piena di simili
inesattezze e falsità. Questo è uno dei casi in cui è utile che i più rari libri siano appunto i più cattivi.
Meschino ed inutile libro per l’arte e per la storia. I due trattatelli del Biondo e del Bisagno non sono divenuti;
rari per la loro preziosità, ma unicamente perché essendo opere di poco merito, non ottennero l’onore di una
seconda edizione.
In quest’operetta il Buonarroti fu vendicato con trionfo.
Questo è un aureo libretto scritto secondo i principi di un ecclesiastico, come lo fu questo porporato protettore,
delle arti, studiosissimo delle buone discipline, fondatore d’accademie, raccoglitore di preziosità, come qui
vedesi, ove raguaglia intorno gli statuti della sua accademia, e intorno le opere raccolte nel suo prezioso museo.
Della pittura è trattato secondo gli antichi e nulla si dice intorno gli artisti moderni. Relativi all’encausto sonovi
alcuni capitoli interessanti scritti in un’epoca molto anteriore a quelle de’ moderni scrittori.
Le nozioni di questo artista sono dettate con poca critica.
La postilla a carte 97 lo conferma pienamente. Oltre a queste asprissime postille ne sono alcune altre di pugno
dell’Ab. Carlo Binconi, autore della Guida di Milano, unitamente a un foglietto mss. inserto alla pagina 138.
L’autore di quest’opera fu molto malconcio sui margini di questo nostro esemplare, e con molta ragione.
L’edizione è stampata con bellissimi caratteri. Gl’interlocutori sono D. Ascanio Martinengo, Stefano Guazzo e
Gio. Ambrogio Figino e s’aggira il dialogo sul tema se il fine della pittura sia l’utile, ovvero il diletto, e tratta
dell’uso di quella nel Cristianesimo; opera prolissa, ma non povera di buone erudizioni e utili notizie. Il
Martinengo fu fondatore dell’accademia degli Animosi in Padova e gran mecenate. Il Guazzo fondatore
dell’accademia degl’illustrati in Casale di Monferrato, il Figino eccellente artista scolare di Leonardo i cui
disegni sono preziosissimi, e ricercatissimi.
17
Esemplare, che dalla biblioteca di Felibien passò a quella di Mariette e di d’Agincourt, con illustrazioni
manoscritte in principio, e note marginali.
Una lunga prefazione di 78 pagine dell’editore intende alla confutazione dei 3 volumi veramente zeppi di errori
sulle pitture di Roma stampati in Amsterdam da Hermano Wytwer nel 1728.
Quest’opera, cui tratta dell’applicazione dei colori più nel senso dell’allegorie, che dell’arte della pittura, era più
propria degli studi e delle cognizioni di questo autore, il quale opportunamente intitolò il dialogo precedente,
l’Aretino perché appunto esteso dalla letteratura di quel letterato, che molto intendevasi di opere di pennello.
In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo
esemplare.
Esemplare distinto, che apparteneva alta biblioteca del Tiziano, l’ opera dei Marmi è divisa in 4 parti: e in questa
prima edizione sono da tenersi in gran pregio le tavole in legno graziosissime, che numerose sono frapposte al
testo, e vennero intagliate da mano molto maestra.
In quest’opera trattasi di cose piacevoli e istruttive, piuttosto che d’arti esclusivamente; e in quella delle pitture si
discorre molto più su immagini allegoriche, che su d’opere reali eseguite.
Questa è la stessa edizione che trovasi unita ai Marmi stampati nel 1552 in Venezia dal
Marcolini: e non avvi altra diversità che il frontespizio mutato e che questo esemplare finisce
col primo trattato.
Fa questo grazioso libretto ristampato in Venezia nel 1555; ma fu ommessa allora un’interessantissima dedica ad
Uberto 20 Strozzi, piena di notizie intorno a Letterati di quel tempo e a diversi improvvisatori, la quale
trovandosi in questa, piuttosto rara edizione, la rende ancora più pregiata.
In questi noiosissimi dialoghi pieni di complimenti, si trovano coll’esercizio dalla pazienza molte notizie delle
opere e degli artisti siciliani, del quali abbiamo pochi scrittori.
Opera superficiale.