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24. DIALOGHI sopra le tre arti del disegno, Lucca 1754, in 8. Con una tavola in rame nel frontispizio rappresentante Tiziano in atto di dipingere una Venere.
25. DIALOGHI, La stessa opera corretta ed accresciuta, Firenze l770, in 12.
L’autore si è conservato anonimo, quantunque sappiasi essere Monsig Bottari ed il libro è pieno di eccellenti dottrine; gl’interlocutori sono Giovan Pietro Bellori e Carlo Maratta.
L’autore si è conservato anonimo, quantunque sappiasi essere Monsig Bottari ed il libro è pieno di eccellenti dottrine; gl’interlocutori sono Giovan Pietro Bellori e Carlo Maratta.
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134. GILIO Giovanni Andrea da Fabriano, Due Dialoghi, nel primo de’ quali si ragiona delle parti morali e civili de’ letterati e cortigiani e dell’utile che i principi cavano da’ letterati; nel secondo si tratta degli errori de’ pittori circa le storie, in Camerino, presso Antonio Gioioso, 1564, in 4.
In questo libro è riunito un magazzino d’erudizioni con poco ordine per mettere in evidenza l’autore, senza che le arti ne abbiano tratto profitto. L’edizione è accurata.
In questo libro è riunito un magazzino d’erudizioni con poco ordine per mettere in evidenza l’autore, senza che le arti ne abbiano tratto profitto. L’edizione è accurata.
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204. SCANELLI Francesco da Forlì, Il microcosco della33 pittura. Trattato diviso in due libri, Cesena, per il Neri, 1657, in 4. Dedicato a Francesco d’Este duca di Modena. Esemplare intonso.
Libro ripieno di buone notizie. Nel principio deve trovarsi una stampa, ove in alto è lo stemma di casa d’Este sostenuto da vari geni. La pittura assisa sull’arco dell’iride e tre figure ignude coi loro attributi nel basso, rappresentanti le tre scuole: romana, veneta e lombarda. Ivi leggesi Io Franc. Centen. Inv. Mucius Centen Sculp.
Libro ripieno di buone notizie. Nel principio deve trovarsi una stampa, ove in alto è lo stemma di casa d’Este sostenuto da vari geni. La pittura assisa sull’arco dell’iride e tre figure ignude coi loro attributi nel basso, rappresentanti le tre scuole: romana, veneta e lombarda. Ivi leggesi Io Franc. Centen. Inv. Mucius Centen Sculp.
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205. SCARAMUCCIA Luigi perugino, Le finezze dei pennelli italiani ammirate e studiate da Giuripeno sotto la scorta di Raffaello d’Urbino, Pavia 1674, in 4. Col ritratto dell’autore dis. dal cavaliere del Cairo, scolpito da I. B. Bonacina.
206. SCARAMUCCIA Luigi perugino, Altro esemplare colle aggiunte e mutazioni che si credono di Luigi Scaramuccia medesimo, forse per fare una edizione più corretta del libro.
Sotto il nome di Giuripeno anagramma di Perugino, lo Scaramuccia descrive tutto ciò che di bello ha veduto viaggiando l’Italia, accompagnato dal genio di Raffaello. Dopo di che seguono alcuno precetti dell’arte.
Sotto il nome di Giuripeno anagramma di Perugino, lo Scaramuccia descrive tutto ciò che di bello ha veduto viaggiando l’Italia, accompagnato dal genio di Raffaello. Dopo di che seguono alcuno precetti dell’arte.
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976. BOSCHIVI Marco, La carta del navegar pittoresco, Venezia, per il Baba, 1660, in 4, fig.
Operetta interessantissima fatta da un insigne conoscitore delle arti e piena di accorgimento, scritta in dialetto veneto, col ritratto dell’autore e una galleria di pitture al fine, in 16 tavole illustrate e inventate dall’autore medesimo.
Operetta interessantissima fatta da un insigne conoscitore delle arti e piena di accorgimento, scritta in dialetto veneto, col ritratto dell’autore e una galleria di pitture al fine, in 16 tavole illustrate e inventate dall’autore medesimo.
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1193. ORSINI Baldassarre, Risposte alle lettere pittoriche del Sig. Annibale Mariotti, Perugia 1791, in 8. — PAOLI Paolo, Lettera in difesa dell’epitafio di S. Felice. Vedi Marini Gaetano.
2262. FEDERICI Fra Dom. Maria, Memorie trevigiane sulle opere di disegno dal 1100 al 1800 per servire alla Storia delle Belle Arti in Italia, Venezia 1803, in 4, vol. 2.
Legati in un solo.
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2302. LÉPICIÉ, Catalogue raisonné des tableaux du Roy avec un Abregé de la vie des peintres fait par ordre de S. M., vol. 2 rel. in 1, Paris, de l’imprimérie Royale, 1762, in 4.
Magnifica edizione col ritratto del Rre intagliato da Cochin ed impresso sopra la dedica.
Magnifica edizione col ritratto del Rre intagliato da Cochin ed impresso sopra la dedica.
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2310. MALVASIA Conte Carlo Cesare, La Felsina pittrice, Vite de’ pittori bolognesi divise in due tomi, con indici in fine copiosissimi, Bologna 1678, in 4 vol. 2. Per l’erede di Domenico Barbieri.
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati, incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi Crespi, Bianconi, Vittoria, Dialoghi.
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati, incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi Crespi, Bianconi, Vittoria, Dialoghi.
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2320. MEMORIE de’ pittori messinesi, Napoli, nella stamperia Reale, 1792, in 4.
Questo libretto fu fatto stampare dal sig. Filippo Hachert dopo il suo ritorno di Sicilia.
Questo libretto fu fatto stampare dal sig. Filippo Hachert dopo il suo ritorno di Sicilia.
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2355. De RENALDIS Girolamo, Della pittura friulana saggio storico, Udine 1798, in 4, gr.
2412. ZANETTI, Della pittura venezian e delle opere pubblicate dai veneziani maestri. Libri cinque, Venezia 1771, in 8.
Questa è la migliore fra le opere che parlano delle pitture veneziane, e se ogni città principale possedesse un libro talmente disposto ed eseguito, sarebbero riuniti cosi i materiali per la miglior storia generale dell’arte.
Questa è la migliore fra le opere che parlano delle pitture veneziane, e se ogni città principale possedesse un libro talmente disposto ed eseguito, sarebbero riuniti cosi i materiali per la miglior storia generale dell’arte.
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3441. PITTURE del Salone Imperiale del palazzo di Firenze. Si aggiungono le pitture del Salone e Cortile delle Imperiali Ville della Petraja e del Poggio a Cajano, opere di varj celebri pittori fiorentini, in tav. 26, Firenze 1766, in fol. atl.
L’immensa grandezza delle tavole tolse la possibilità di una preziosa esecuzione, che avrebbe costato somme immense. Gli incisori che lavorarono a grandi e voluminose opere in Firenze, in Roma, in Venezia dovettero conformare i modi di stile al tempo, al luogo, alle circostanze e alla borsa degli imprenditori non ricchi e che trovarono migliore speculazione nei modi facili e nei prezzi minori.
L’immensa grandezza delle tavole tolse la possibilità di una preziosa esecuzione, che avrebbe costato somme immense. Gli incisori che lavorarono a grandi e voluminose opere in Firenze, in Roma, in Venezia dovettero conformare i modi di stile al tempo, al luogo, alle circostanze e alla borsa degli imprenditori non ricchi e che trovarono migliore speculazione nei modi facili e nei prezzi minori.
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4132. BARRI Giacomo, Lo stesso tradotto in inglese, Londra 1679, in 8.
4154. W. L., The painters voyage of Italy, London 1679, in 8. Nel quale si parla delle pitture e sculture delle principali città d’Italia tanto nei luoghi pubblici che privati, e singolarmente del Museo Setalla in Milano.
Scritto originalmente in italiano da Giacomo Barri pittor veneziano, e tradotto in inglese.
Scritto originalmente in italiano da Giacomo Barri pittor veneziano, e tradotto in inglese.
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4173. Della PITTURA della libreria del monastero di S. Michel in Bosco di Bologna, Bologna 1681, in 8, M. 51.
Fu questa libreria dipinta da Domenico M. Canuti.
Fu questa libreria dipinta da Domenico M. Canuti.
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4184. AVEROLDO Giulio Antonio, Le scelte pitture di Brescia, 1700, in 4, fig.
La singolarità di questo libro di oltre 300 pagine, veramente bizzarro, è di essere interamente stato scritto dal prin 268 cipio alla fine senza mai far uso della parola che. Ciò notato è però anche eccellente per le notizie
La singolarità di questo libro di oltre 300 pagine, veramente bizzarro, è di essere interamente stato scritto dal prin 268 cipio alla fine senza mai far uso della parola che. Ciò notato è però anche eccellente per le notizie
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4191. ALIO Giuseppe, Le pitture, e le sculture della città di Cremona, Cremona 1794, in 8.