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L’opera è scritta a modo di dialogo in versi. Opuscolo di 22 carte raro a vedersi.
L’opera è scritta a modo di dialogo in versi. Opuscolo di 22 carte raro a vedersi.
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, Opera grande in foglio massimo, con numerosissime tavole in rame, che per le arti nei bassi tempi, e per
l’ecclesiastica erudizione è ancor buona, sebbene i bibliografi oltramontani ne abbiamo di troppo avvilito il
prezzo.
Opera grande in foglio massimo, con numerosissime tavole in rame, che per le arti nei bassi tempi, e per
l’ecclesiastica erudizione è ancor buona, sebbene i bibliografi oltramontani ne abbiamo di troppo avvilito il
prezzo.
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, Aggiunte in questo volume varie carte: come il progetto del sig. Cockerell architetto inglese per la collocazione
delle statue di Niobe; il progetto del sig. Canova per la situazione dei due colossi a M. Cavallo; il mausoleo del
maresciallo di Saxe che vedesi a Strasburgo, opera di Pigalle, pubblicato da Mechel, e molte altre stampe di
genealogie ec.
Aggiunte in questo volume varie carte: come il progetto del sig. Cockerell architetto inglese per la collocazione
delle statue di Niobe; il progetto del sig. Canova per la situazione dei due colossi a M. Cavallo; il mausoleo del
maresciallo di Saxe che vedesi a Strasburgo, opera di Pigalle, pubblicato da Mechel, e molte altre stampe di
genealogie ec.
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178
, Opera impressa in bellissimi caratteri, e con molta accuratezza di tipi.
Opera impressa in bellissimi caratteri, e con molta accuratezza di tipi.
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, Con molte cattive tavole in legno, ed altre in rame inserte fra il testo. Libro di circa 800 pagine, formato sulle
citate opere del Panciroli, e la Roma del Franzini.
Con molte cattive tavole in legno, ed altre in rame inserte fra il testo. Libro di circa 800 pagine, formato sulle
citate opere del Panciroli, e la Roma del Franzini.
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, Fra le guide per le pitture di Roma è una delle meno ovvie a trovarsi.
Fra le guide per le pitture di Roma è una delle meno ovvie a trovarsi.
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, Quest’opera coi ritratti, e gli stemmi, e i monumenti dei pontefici, è utilissima per tutto che riguarda la storia
anche delle antichità romane. I 4 primi volumi furono impressi 183 in cattiva, e con maggior negligenza degli
ultimi due più accuratamente impressi e più abbondanti di tavole, poiché oltre quelle dei pontefici trovansi anche
le imagini dei cardinali.
Quest’opera coi ritratti, e gli stemmi, e i monumenti dei pontefici, è utilissima per tutto che riguarda la storia
anche delle antichità romane. I 4 primi volumi furono impressi 183 in cattiva, e con maggior negligenza degli
ultimi due più accuratamente impressi e più abbondanti di tavole, poiché oltre quelle dei pontefici trovansi anche
le imagini dei cardinali.
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, Sonovi 29 tavole di romani edifici, e un frontespizio figurato colle relative illustrazioni.
Sonovi 29 tavole di romani edifici, e un frontespizio figurato colle relative illustrazioni.
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, Bellissimo esemplare di questa edizione impressa con buoni caratteri corsivi assai nitidamente.
Bellissimo esemplare di questa edizione impressa con buoni caratteri corsivi assai nitidamente.
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, La prima di queste due opere stampata in carta ottima apparisce di una miglior edizione, sebbene siano gli stessi
tipi. Amendue le opere sono pregievolissime.
La prima di queste due opere stampata in carta ottima apparisce di una miglior edizione, sebbene siano gli stessi
tipi. Amendue le opere sono pregievolissime.
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, Con 38 tavole ove si esprimono in quantità altre parti architettoniche principali de’ palazzi pontificj. Opera prege
194 vole per la dottrina di questo valente meccanico, e dotto architetto.
Con 38 tavole ove si esprimono in quantità altre parti architettoniche principali de’ palazzi pontificj. Opera prege
194 vole per la dottrina di questo valente meccanico, e dotto architetto.
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, Questa edizione divisa in tre parti soltanto, sebbene abbia un numero di tavole minore delle posteriori, è di
maggior pregio per la freschezza delle stampe: e poiché non vi sono alcune dichiarazioni ed indici, il libro non è
che di carte 132, e le parti indicate portano le date come nel primo.
Questa edizione divisa in tre parti soltanto, sebbene abbia un numero di tavole minore delle posteriori, è di
maggior pregio per la freschezza delle stampe: e poiché non vi sono alcune dichiarazioni ed indici, il libro non è
che di carte 132, e le parti indicate portano le date come nel primo.
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. Lavoro pieno di erudizione specialmente sacra con un gran medaglione intagliato in legno nel frontespizio.
Lavoro pieno di erudizione specialmente sacra con un gran medaglione intagliato in legno nel frontespizio.
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Nell’occasione che Gentile Bellino fu chiamato a Costantinopoli da Maometto II voglioso di avere il proprio
ritratto, e di vedere alcune pitture, questo artefice fece i disegni di un tal monumento che dimostra la decadenza al
V secolo, ma non lascia interamente dimenticare le altre preesistenti colonne trionfali di Roma. Il Menetrejo
racconta nelle spiegazioni che i disegni originali di Gentile erano lunghi 52 piedi, ed erano passati in Francia nel
Museo Accarti a Parigi, e furono recati in questa dimensione da un pittore chiamato Paillet, acciò un certo Velletti
intagliatore e pensionato in Roma dell’Accademia di Francia potesse facilmente intagliarli.
Nell’occasione che Gentile Bellino fu chiamato a Costantinopoli da Maometto II voglioso di avere il proprio
ritratto, e di vedere alcune pitture, questo artefice fece i disegni di un tal monumento che dimostra la decadenza al
V secolo, ma non lascia interamente dimenticare le altre preesistenti colonne trionfali di Roma. Il Menetrejo
racconta nelle spiegazioni che i disegni originali di Gentile erano lunghi 52 piedi, ed erano passati in Francia nel
Museo Accarti a Parigi, e furono recati in questa dimensione da un pittore chiamato Paillet, acciò un certo Velletti
intagliatore e pensionato in Roma dell’Accademia di Francia potesse facilmente intagliarli.
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, Noi possiamo qui presentare tre esemplari i più rari di questo libretto, che per la sua celebrità tien luogo fra i
cimelj più importanti dell’antichità, giacché serve moltissimo a dinotare i principali oggetti di curiosità, che in
quell’epoca avevano pregio in Roma, e il modo in cui dall’ignoranza volgare venivano apprezzati. Due di questi
nostri esemplari sembrano evidentemente editi da Adamo Rot, e particolarmente a ciò ne conduce oltre la forma
dei caratteri il notare che il terzo pubblicato da Gerardus Flandria nel 1475 in Trevigi, non può essere che una
ristampa di quelli che erano esciti in Roma col mezzo de’ primi stampatori i quali colà introdussero l’arte. L’uno
però di questi due più antichi esemplari è in sei carte in 8 e l’altro è in otto.
Cominciando dal primo, che ha l’apparenza della maggiore antichità, e a primo aspetto direbbesi xylografo, ecco
l’ordine dei capitoli. Mirabilia Romae incipiunt. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra
urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum sunt hec. De arcubus non triumphalibus. De thermis. De
theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Loca ubi sancti passi sunt tormenta. Ad Sanctam Agatham. De
templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super equum. Sequitur de
Colliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Mirabilia Romae finiunt. Simile al qui descritto è
l’esemplare della Biblioteca Corsini in Roma, dall’Audifredi appunto riconosciuto impresso coi caratteri di
Adamo Rot.
Il secondo esemplare, egualmente senza data, stampato in otto carte, ma con caratteri più rotondi, sebbene alla
prima edizione rassomiglianti in gran parte, e prodotto con miglior cura nell’assettamento dei tipi, è parimenti in
ottavo, in grande, e bellissima forma, e i capitoli sono ordinati nel modo seguente: Mirabilia Romae. De portis
infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum.
De arcubus triumphalibus. De terminis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham.
De pinea aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico
sedente super aereum equum. Sequitur de Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae
exasperatio in servos Dei. Deo Gratias. I titoli dei capitoli sono stampati in majuscole fino a quello de theatris
inclusive, e gli altri sino al fine in piccoli caratteri. Le altre varietà, i capitoli riuniti, e gli aggiunti si riconoscono
evidentemente. 203 L’ultimo, e il più bello dei nostri esemplari per l’eleganza dei tipi, è quello del 1475 citato
dal Panzer negli Annali tipografici, che non sappiamo esistere in alcuna biblioteca di Roma.
Questo è composto di nove carte numerate nella sommità con numeri romani dall’I al IX impresso con bellissimi
caratteri, e coi capitoli così distribuiti: Mirabilia Romae. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De
montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum. De arcubus triumphalibus. De arcubus
non triumphalium. De thermis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham. De Pinea
aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super
equum aereum. De Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae exasperatio in servos
Dei. Finis Laus Deo. 1475 12 aprilis Tarvisii. G. F. (cioè Gherardus de Flandria).
Non avvi altra varietà tra quest’ultimo e il precedente, se non l’errore de terminis correggendo de termis, il che
maggiormente sembra confermare che quelli senza data sopra citati sieno anteriori: se ne pubblicarono in seguito
ogni momento, e si riunivano ai libretti delle indulgenze fintanto che Francesco Albertino fu il primo a separarli, e
vendicarli dalle stoltezze ridicole di cui per volgari pregiudizj erano ripieni. E questi libretti erano impressi
cumulativamente nel titolo Mirabilia et indulgentiae urbis Romae, come leggesi in un esemplare stampato dal
Blado a spese di Mazocchio coll’arme di Leon X papa, vale a dire nella seconda diecina circa del XVI secolo.
Copiosissimi divenuti dunque nel principio del 1500 pel concorso dei forestieri, per la facilità della stampa, e per
lo splendore che andò riacquistando Roma stessa sotto i celebri pontificati di Giulio, e di Leone, durarono però
lungamente ad essere confusi coi libercoli detti da Istoriaro, o vendi istorie di cui erano avidissimi i pellegrini che
visitavano i santuarj; e questi libretti portavano i titoli di Indulgentiae ecclesiarum urbis Romae. Modus
confitendi. Divisiones decem nationum. Orationes S. Brigittae. Tabula cristiana. Conjuratio malignorum
spirituum. Descriptio domus Lauretanae etc. etc.
Ma è più singolare l’unione curiosa dei memorabilia ai mirabilia Romae come abbiamo in più luoghi osservato, e
a nostro agio potuto riconoscere maggiormente nella reale e ricchissima Biblioteca di Monaco ove ci è stato forza
l’ammettere l’esistenza di parecchi xylografi anche molti anni dopo l’uso divulgatissimo delle stampe in torchio
coi metodi in uso al presente. Piacerà trovar qui riportato alcun squarcio estratto dallo stesso regio bibliotecario
sig. Scherer da un xylografo che porta l’arme di Giulio II col triregno, e due targhe, l’una colle chiavi, l’altra
coll’S.P.Q.R. Al di sopra due angeli sostengono un pannicello coll’impronta d’un sudario. 204 Le parole del
frontespizio sono Memorabilia urbis Romae. Leggesi nel primo foglietto retto come segue.
“Item in questo libretto sta escritto come Roma fu fabbricata, e dal primo re, e da ciascun re di Roma, come hanno
governato, e come ancora i romani nissun re più non volevano, ed interruppero con capitani e consoli per lungo
tempo. Dal primo Giulio Cesare, e da tutti i Cesari in Roma, come hanno governato fin ai tempi di Cesare
Costantino, come il Cesare Costantino fu battezzato, e mondato dalla Lepra; come dié al Papa S. Silvestro la città
di Roma, ed il paese di intorno a lui ed a tutti suoi posteri, e pose lui ed i suoi posteri per capo a tutti i cristiani,
quale chiese in Roma sono, e qual cose sante, e perdoni nelle chiese tutte; tutte le stazioni nella chiese durante
l’anno.”
Nel detto foglio verso si contiene la rappresentazione della città di Roma con Rea e la Lupa.
Foglio secondo retto, Roma civitas sancta caput mundi.
“Dal principio del mondo 1450 anni quando Troja fu disfatta dall’Imperador Greco, e che i principi ed i signori se
ne fuggivano dalla gran città di Troja per mare con molti beni in questi paesi fabbricarono città, e castelli; allora
vennero di quei signori anche nei itali paesi, là dove adesso si trova la città di Roma. Avenne questo ai tempi del
re di Giuda Gioachino. In quei tempi vi era una giovane Rea di nome, figlia del re dei sette monti, dove adesso
Roma sta edificata. Questa giovine quando fu nel tempio dell’Idolo Vesto, venne ad ella la pianeta Marte, ed ebbe
a fare con ella nascostamente. Di là nacquero due gemelli l’uno chiamato Remo, l’altro Romolo.”
Nel foglio ultimo.
“Allora fece dono il Cesare (Costantino) a S. Silvestro e a tutti suoi posteri, e gli diede la città di Roma, ed il
paese, e molte città. Ebbe qui fine ancora la gran proscrizione de’ cristiani, ed i cristiani incominciarono ad
aumentarsi, e da questo tempo in qua non è più stata tanta proscrizione. È vero che si sono levati poi dei
falsificatori della vera fede, come gli Arriani, ed altri eretici. Questi coll’ajuto di Dio sono stati disfatti da
Gregorio, Geronimo, Augustino, Ambrosio. Costantino se n’andò in Grecia, e colà fabbricò una grande città, e la
chiamò secondo lo stesso Costantinopoli, ed in quanto a Roma la lasciò al Papa.”
Nell’anno 1482 Jean Schawer a Monaco pubblicò un’altra edizione in tedesco Memorabilia Romae unito ai
mirabilia e tanto nella prima verosimilmente eseguita in Roma ed intitolata al Papa, quanto in un’altra di Roma
del 1492 per Magistrum Stephanorum Planneck de Patavia in fronte a cui stanno gli stemmi di Alessandro VI
viene riportata la storia della papessa Giovanna. Anche in una terza edizione del memorabilia con molte variazioni
dalle precedenti, stampata in Roma precisamente nel 1515 a cui vanno uniti i mirabilia, et le indulgenze è ripor 205 tata la detta storia della papessa Giovanna all’articolo ad Sanctum Clementem in questi termini.
Item habetur in serie Romanorum Pontificum quod Johannes Anglicus post Leonem sedit annis duobus, mensibus
quinque, et diebus quatuor, vacavit sedes mense uno, ut asseritur femina fuit, et juvenili habitu ab amante suo
Athenis ducta: in diversis scientiis tantum profecit; ut Romae tandem legeret ad triennium, et magnos magistros
haberet discipulos: nec sibi quisquam similis ibidem ineveniebatur. Magne itaque scientiae, et opinionis existens
in Papam concorditer elegitur: sed in papatump per familiarem impregnatur. Verum tempus partus ignorans: de
sancto Petro in Lateranum tendens; angustiata peperit inter Coliseum, et sanctum Clementem, et ibidem, ut
dicitur, moritur. Hanc viam quando Papa obliquat, dicitur a plerisque quod propter detestationem fasti hoc fiat;
nec ponitur in catalogo Pontificum, propter mulierem sexum (sic) quantum ad hanc difformitatem. Gli stemmi di
Leon X stanno impressi nel volumetto singolare, e ben aveva ragione il cardinal Galeotto di scrivere a Francesco
Albertino: Quare mirabilia Romae imperfecta, fabularumque nugis plena non corrigus? Ma però questo da noi
riportato si vede impresso in Roma stessa cinque anni dopo che era già stampato il libro dell’Albertini, sotto un
gran pontificato, e in tempo di molti lumi sparsi nel secolo. La censura delle stampe non esercitava certamente in
allora una rigorosa disciplina.
Noi possiamo qui presentare tre esemplari i più rari di questo libretto, che per la sua celebrità tien luogo fra i
cimelj più importanti dell’antichità, giacché serve moltissimo a dinotare i principali oggetti di curiosità, che in
quell’epoca avevano pregio in Roma, e il modo in cui dall’ignoranza volgare venivano apprezzati. Due di questi
nostri esemplari sembrano evidentemente editi da Adamo Rot, e particolarmente a ciò ne conduce oltre la forma
dei caratteri il notare che il terzo pubblicato da Gerardus Flandria nel 1475 in Trevigi, non può essere che una
ristampa di quelli che erano esciti in Roma col mezzo de’ primi stampatori i quali colà introdussero l’arte. L’uno
però di questi due più antichi esemplari è in sei carte in 8 e l’altro è in otto.
Cominciando dal primo, che ha l’apparenza della maggiore antichità, e a primo aspetto direbbesi xylografo, ecco
l’ordine dei capitoli. Mirabilia Romae incipiunt. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra
urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum sunt hec. De arcubus non triumphalibus. De thermis. De
theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Loca ubi sancti passi sunt tormenta. Ad Sanctam Agatham. De
templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super equum. Sequitur de
Colliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Mirabilia Romae finiunt. Simile al qui descritto è
l’esemplare della Biblioteca Corsini in Roma, dall’Audifredi appunto riconosciuto impresso coi caratteri di
Adamo Rot.
Il secondo esemplare, egualmente senza data, stampato in otto carte, ma con caratteri più rotondi, sebbene alla
prima edizione rassomiglianti in gran parte, e prodotto con miglior cura nell’assettamento dei tipi, è parimenti in
ottavo, in grande, e bellissima forma, e i capitoli sono ordinati nel modo seguente: Mirabilia Romae. De portis
infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum.
De arcubus triumphalibus. De terminis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham.
De pinea aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico
sedente super aereum equum. Sequitur de Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae
exasperatio in servos Dei. Deo Gratias. I titoli dei capitoli sono stampati in majuscole fino a quello de theatris
inclusive, e gli altri sino al fine in piccoli caratteri. Le altre varietà, i capitoli riuniti, e gli aggiunti si riconoscono
evidentemente. 203 L’ultimo, e il più bello dei nostri esemplari per l’eleganza dei tipi, è quello del 1475 citato
dal Panzer negli Annali tipografici, che non sappiamo esistere in alcuna biblioteca di Roma.
Questo è composto di nove carte numerate nella sommità con numeri romani dall’I al IX impresso con bellissimi
caratteri, e coi capitoli così distribuiti: Mirabilia Romae. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De
montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum. De arcubus triumphalibus. De arcubus
non triumphalium. De thermis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham. De Pinea
aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super
equum aereum. De Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae exasperatio in servos
Dei. Finis Laus Deo. 1475 12 aprilis Tarvisii. G. F. (cioè Gherardus de Flandria).
Non avvi altra varietà tra quest’ultimo e il precedente, se non l’errore de terminis correggendo de termis, il che
maggiormente sembra confermare che quelli senza data sopra citati sieno anteriori: se ne pubblicarono in seguito
ogni momento, e si riunivano ai libretti delle indulgenze fintanto che Francesco Albertino fu il primo a separarli, e
vendicarli dalle stoltezze ridicole di cui per volgari pregiudizj erano ripieni. E questi libretti erano impressi
cumulativamente nel titolo Mirabilia et indulgentiae urbis Romae, come leggesi in un esemplare stampato dal
Blado a spese di Mazocchio coll’arme di Leon X papa, vale a dire nella seconda diecina circa del XVI secolo.
Copiosissimi divenuti dunque nel principio del 1500 pel concorso dei forestieri, per la facilità della stampa, e per
lo splendore che andò riacquistando Roma stessa sotto i celebri pontificati di Giulio, e di Leone, durarono però
lungamente ad essere confusi coi libercoli detti da Istoriaro, o vendi istorie di cui erano avidissimi i pellegrini che
visitavano i santuarj; e questi libretti portavano i titoli di Indulgentiae ecclesiarum urbis Romae. Modus
confitendi. Divisiones decem nationum. Orationes S. Brigittae. Tabula cristiana. Conjuratio malignorum
spirituum. Descriptio domus Lauretanae etc. etc.
Ma è più singolare l’unione curiosa dei memorabilia ai mirabilia Romae come abbiamo in più luoghi osservato, e
a nostro agio potuto riconoscere maggiormente nella reale e ricchissima Biblioteca di Monaco ove ci è stato forza
l’ammettere l’esistenza di parecchi xylografi anche molti anni dopo l’uso divulgatissimo delle stampe in torchio
coi metodi in uso al presente. Piacerà trovar qui riportato alcun squarcio estratto dallo stesso regio bibliotecario
sig. Scherer da un xylografo che porta l’arme di Giulio II col triregno, e due targhe, l’una colle chiavi, l’altra
coll’S.P.Q.R. Al di sopra due angeli sostengono un pannicello coll’impronta d’un sudario. 204 Le parole del
frontespizio sono Memorabilia urbis Romae. Leggesi nel primo foglietto retto come segue.
“Item in questo libretto sta escritto come Roma fu fabbricata, e dal primo re, e da ciascun re di Roma, come hanno
governato, e come ancora i romani nissun re più non volevano, ed interruppero con capitani e consoli per lungo
tempo. Dal primo Giulio Cesare, e da tutti i Cesari in Roma, come hanno governato fin ai tempi di Cesare
Costantino, come il Cesare Costantino fu battezzato, e mondato dalla Lepra; come dié al Papa S. Silvestro la città
di Roma, ed il paese di intorno a lui ed a tutti suoi posteri, e pose lui ed i suoi posteri per capo a tutti i cristiani,
quale chiese in Roma sono, e qual cose sante, e perdoni nelle chiese tutte; tutte le stazioni nella chiese durante
l’anno.”
Nel detto foglio verso si contiene la rappresentazione della città di Roma con Rea e la Lupa.
Foglio secondo retto, Roma civitas sancta caput mundi.
“Dal principio del mondo 1450 anni quando Troja fu disfatta dall’Imperador Greco, e che i principi ed i signori se
ne fuggivano dalla gran città di Troja per mare con molti beni in questi paesi fabbricarono città, e castelli; allora
vennero di quei signori anche nei itali paesi, là dove adesso si trova la città di Roma. Avenne questo ai tempi del
re di Giuda Gioachino. In quei tempi vi era una giovane Rea di nome, figlia del re dei sette monti, dove adesso
Roma sta edificata. Questa giovine quando fu nel tempio dell’Idolo Vesto, venne ad ella la pianeta Marte, ed ebbe
a fare con ella nascostamente. Di là nacquero due gemelli l’uno chiamato Remo, l’altro Romolo.”
Nel foglio ultimo.
“Allora fece dono il Cesare (Costantino) a S. Silvestro e a tutti suoi posteri, e gli diede la città di Roma, ed il
paese, e molte città. Ebbe qui fine ancora la gran proscrizione de’ cristiani, ed i cristiani incominciarono ad
aumentarsi, e da questo tempo in qua non è più stata tanta proscrizione. È vero che si sono levati poi dei
falsificatori della vera fede, come gli Arriani, ed altri eretici. Questi coll’ajuto di Dio sono stati disfatti da
Gregorio, Geronimo, Augustino, Ambrosio. Costantino se n’andò in Grecia, e colà fabbricò una grande città, e la
chiamò secondo lo stesso Costantinopoli, ed in quanto a Roma la lasciò al Papa.”
Nell’anno 1482 Jean Schawer a Monaco pubblicò un’altra edizione in tedesco Memorabilia Romae unito ai
mirabilia e tanto nella prima verosimilmente eseguita in Roma ed intitolata al Papa, quanto in un’altra di Roma
del 1492 per Magistrum Stephanorum Planneck de Patavia in fronte a cui stanno gli stemmi di Alessandro VI
viene riportata la storia della papessa Giovanna. Anche in una terza edizione del memorabilia con molte variazioni
dalle precedenti, stampata in Roma precisamente nel 1515 a cui vanno uniti i mirabilia, et le indulgenze è ripor 205 tata la detta storia della papessa Giovanna all’articolo ad Sanctum Clementem in questi termini.
Item habetur in serie Romanorum Pontificum quod Johannes Anglicus post Leonem sedit annis duobus, mensibus
quinque, et diebus quatuor, vacavit sedes mense uno, ut asseritur femina fuit, et juvenili habitu ab amante suo
Athenis ducta: in diversis scientiis tantum profecit; ut Romae tandem legeret ad triennium, et magnos magistros
haberet discipulos: nec sibi quisquam similis ibidem ineveniebatur. Magne itaque scientiae, et opinionis existens
in Papam concorditer elegitur: sed in papatump per familiarem impregnatur. Verum tempus partus ignorans: de
sancto Petro in Lateranum tendens; angustiata peperit inter Coliseum, et sanctum Clementem, et ibidem, ut
dicitur, moritur. Hanc viam quando Papa obliquat, dicitur a plerisque quod propter detestationem fasti hoc fiat;
nec ponitur in catalogo Pontificum, propter mulierem sexum (sic) quantum ad hanc difformitatem. Gli stemmi di
Leon X stanno impressi nel volumetto singolare, e ben aveva ragione il cardinal Galeotto di scrivere a Francesco
Albertino: Quare mirabilia Romae imperfecta, fabularumque nugis plena non corrigus? Ma però questo da noi
riportato si vede impresso in Roma stessa cinque anni dopo che era già stampato il libro dell’Albertini, sotto un
gran pontificato, e in tempo di molti lumi sparsi nel secolo. La censura delle stampe non esercitava certamente in
allora una rigorosa disciplina.
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Questo grandissimo volume contiene le 61 tavole, cui appartiene il testo indicato. La medesima dedica che è nella
descrizione trovasi intagliata in rame nella prima pagina, ed è per questo che le tavole in luogo d’esser 60
rivengono a 61.
Questo grandissimo volume contiene le 61 tavole, cui appartiene il testo indicato. La medesima dedica che è nella
descrizione trovasi intagliata in rame nella prima pagina, ed è per questo che le tavole in luogo d’esser 60
rivengono a 61.
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, Operetta ben stampata, divisa in due libri, dedicata al cardinale Ranuccio Farnese. L’autore era un medico
calabrese 206 discepolo di san Filippo Neri, che scrisse le annotazioni ai cantici di Jacopone da Todi, e
stampò un’opera intitolata il Convitto, ovvero del peso della moglie, in Milano 1558, in 8.
Operetta ben stampata, divisa in due libri, dedicata al cardinale Ranuccio Farnese. L’autore era un medico
calabrese 206 discepolo di san Filippo Neri, che scrisse le annotazioni ai cantici di Jacopone da Todi, e
stampò un’opera intitolata il Convitto, ovvero del peso della moglie, in Milano 1558, in 8.
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, Opera che contiene 100 tavole accuratamente disegnate e intagliate, con dotte e brevi spiegazioni, oltre molte
belle vignette e prospettive.
Opera che contiene 100 tavole accuratamente disegnate e intagliate, con dotte e brevi spiegazioni, oltre molte
belle vignette e prospettive.
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,Sono 34 tavole compreso il frontespizio. Poi seguono 16 gran tavole di carceri: indi la prima parte dell’antichità
romane dei tempi della Repubblica in 29 tavole col frontespizio. In fine di questo volume trovansi i Trofei di
Ottaviano Augusto cogli altri Frammenti di Antichità, Roma 1753, fol. massimo. Sono 9 gran tavole col
frontespizio.
Sono 34 tavole compreso il frontespizio. Poi seguono 16 gran tavole di carceri: indi la prima parte dell’antichità
romane dei tempi della Repubblica in 29 tavole col frontespizio. In fine di questo volume trovansi i Trofei di
Ottaviano Augusto cogli altri Frammenti di Antichità, Roma 1753, fol. massimo. Sono 9 gran tavole col
frontespizio.
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, Questo potrebbe essere un quinto volume alle antichità romane se non fossero quivi intagliate anche alcune
fabbriche moderne in 54 tavole, compreso il frontespizio.
Questo potrebbe essere un quinto volume alle antichità romane se non fossero quivi intagliate anche alcune
fabbriche moderne in 54 tavole, compreso il frontespizio.
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architetto veneziano, Le antichità contengono 26 tavole, alle quali segue la descrizione e disegno dell’emissario del lago di Albano con
9 grandi tavole, poi vengono le due spelonche ornate dagli antichi alla riva del lago in tavole 12.
Le antichità contengono 26 tavole, alle quali segue la descrizione e disegno dell’emissario del lago di Albano con
9 grandi tavole, poi vengono le due spelonche ornate dagli antichi alla riva del lago in tavole 12.
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, Questi due volumi assai ben fatti viddero la luce la prima volta nel 1645 per opera di Filippo de Rossi, e vennero
riprodotti da Michel Angelo Rossi, negli anni indicati: sonovi anche molte stampe in rame, e massimamente sono
migliori quelle di Roma moderna.
Questi due volumi assai ben fatti viddero la luce la prima volta nel 1645 per opera di Filippo de Rossi, e vennero
riprodotti da Michel Angelo Rossi, negli anni indicati: sonovi anche molte stampe in rame, e massimamente sono
migliori quelle di Roma moderna.
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, Questa è una delle più antiche guide di Roma stampate per comodo de’ forestieri che viaggiavano di Francia in
Italia e doveva essere composta di più volumetti.
Questa è una delle più antiche guide di Roma stampate per comodo de’ forestieri che viaggiavano di Francia in
Italia e doveva essere composta di più volumetti.
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Sono questi monumenti, piante, prospetti, fragmenti, e ristaurazioni d’antichi edifici, e statue ec. Alcuni cataloghi
di stampe citano questa collezione come se fosse composta di un determinato numero di tavole, e trovasi in
qualche luogo precisata a 118. Noi però riconosciamo un’infinita varietà in tutti gli esemplari veduti che privi di
testo, e di numero, alle lamine non vennero accumulati se non per cura dei raccoglitori: sono queste le prime e
più rare tavole delle antichità romane che abbiamo nella nostra collezione in due volumi separati, poiché in
questo ne stanno 93, e 114 ne stanno al seguito dell’edizione del Labacco senza luogo ed anno, in tutto 207. I
principali calcografi di questa collezione assai preziosa furono Antonio Lafreri, Antonio Salamanca, Enrico Van
Schoel, e Niccolò Van Aelst. Ma s’incontrano tavole pregiatissime di Antonio Tempesta, Sisto Badalocchi,
Giacomo Bossio, Diana Mantovana, P. Perret, Enea Vico, Niccolò Beatricio Lotaringio, Luigi Rouhier, ed altri:
sempre questi due nostri esemplari si vanno aumentando.
Sono questi monumenti, piante, prospetti, fragmenti, e ristaurazioni d’antichi edifici, e statue ec. Alcuni cataloghi
di stampe citano questa collezione come se fosse composta di un determinato numero di tavole, e trovasi in
qualche luogo precisata a 118. Noi però riconosciamo un’infinita varietà in tutti gli esemplari veduti che privi di
testo, e di numero, alle lamine non vennero accumulati se non per cura dei raccoglitori: sono queste le prime e
più rare tavole delle antichità romane che abbiamo nella nostra collezione in due volumi separati, poiché in
questo ne stanno 93, e 114 ne stanno al seguito dell’edizione del Labacco senza luogo ed anno, in tutto 207. I
principali calcografi di questa collezione assai preziosa furono Antonio Lafreri, Antonio Salamanca, Enrico Van
Schoel, e Niccolò Van Aelst. Ma s’incontrano tavole pregiatissime di Antonio Tempesta, Sisto Badalocchi,
Giacomo Bossio, Diana Mantovana, P. Perret, Enea Vico, Niccolò Beatricio Lotaringio, Luigi Rouhier, ed altri:
sempre questi due nostri esemplari si vanno aumentando.
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Se le numerose tavole fossero state eseguite almeno dai mediocri artisti potrebbero corrispondere alla decenza
dei tipi, e al merito delle illustrazioni, ma sono queste intagliate e disegnate indecentemente, e deturpano la
buona edizione dell’opera. Il primo volume contiene 106 tavole, il secondo 90, il terzo 76, fra le quali avvene
alcuna passabilmente intagliata.
Se le numerose tavole fossero state eseguite almeno dai mediocri artisti potrebbero corrispondere alla decenza
dei tipi, e al merito delle illustrazioni, ma sono queste intagliate e disegnate indecentemente, e deturpano la
buona edizione dell’opera. Il primo volume contiene 106 tavole, il secondo 90, il terzo 76, fra le quali avvene
alcuna passabilmente intagliata.
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, Il libro ha un pregio per le 47 tavole oltre al frontespizio, assai ben disegnate e intagliate dal Callotta.
Il libro ha un pregio per le 47 tavole oltre al frontespizio, assai ben disegnate e intagliate dal Callotta.
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, Opera di grandiosa immaginazione stampata con tutta l’eleganza dei tipi, e lo splendore dell’incisione. Il testo fu
esteso da Pietro Giordani, e le tavole sono in numero di 24 in foglio grande atlantico.
Opera di grandiosa immaginazione stampata con tutta l’eleganza dei tipi, e lo splendore dell’incisione. Il testo fu
esteso da Pietro Giordani, e le tavole sono in numero di 24 in foglio grande atlantico.
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, Il testo è in francese, e in olandese. Vi sono i due ritratti di Giacomo Campen architetto, e di Arto Quellino
statuario. Le tavole intagliate con gusto pittoresco sono di Uberto Quellino. Opera grande, e pregevole.
Il testo è in francese, e in olandese. Vi sono i due ritratti di Giacomo Campen architetto, e di Arto Quellino
statuario. Le tavole intagliate con gusto pittoresco sono di Uberto Quellino. Opera grande, e pregevole.
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Sono 68 tavole in rame ove è tutta espressa la Calabria, e 229 in fine è la gran carta calcografica del p. Eliseo
composta di molti fogli riuniti colle indicazioni de’ villaggi danneggiati o distrutti.
Sono 68 tavole in rame ove è tutta espressa la Calabria, e 229 in fine è la gran carta calcografica del p. Eliseo
composta di molti fogli riuniti colle indicazioni de’ villaggi danneggiati o distrutti.
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Sonovi 5 tavole intagliate in rame, e l’opera è estesa con infinita critica, e buon tatto.
Sonovi 5 tavole intagliate in rame, e l’opera è estesa con infinita critica, e buon tatto.
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, Edizione di massimo lusso tirata nel solo numero di 160 esemplari: sonovi 103 pagine di testo, e 22 grandi
tavole, non contando le molte vignette, e altri monumenti illustrativi.
Edizione di massimo lusso tirata nel solo numero di 160 esemplari: sonovi 103 pagine di testo, e 22 grandi
tavole, non contando le molte vignette, e altri monumenti illustrativi.
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, Sono 45 tavole grandi, passabilmente intagliate all’acqua forte.
Sono 45 tavole grandi, passabilmente intagliate all’acqua forte.
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, Si avverta che non manchi il bellissimo frontespizio figurato di Pickart, il ritratto dell’autore, e le tre carte
geografiche in principio del I vol.: opera piena di cognizioni utili per le costumanze, e non comune in Italia.
Si avverta che non manchi il bellissimo frontespizio figurato di Pickart, il ritratto dell’autore, e le tre carte
geografiche in principio del I vol.: opera piena di cognizioni utili per le costumanze, e non comune in Italia.
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, Sono qui riprodotte le trentauna tavole in legno del Saraina in tutta dimensione precedute da tre avvisi, uno dello
stampatore, uno del Saraina, l’altro di Giovanni Caroto ai lettori, e da un indice delle tavole.
Sono qui riprodotte le trentauna tavole in legno del Saraina in tutta dimensione precedute da tre avvisi, uno dello
stampatore, uno del Saraina, l’altro di Giovanni Caroto ai lettori, e da un indice delle tavole.
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Questa grand’opera contiene 250 tavole colle
piante, spaccati, e prospetti de’ più insigni
edfizj di Venezia di ogni età, accompagnati da
dissertazioni storiche, e critiche, in molte delle
quali concorsero oltre l’autore già indicato, il
nob. 237 uomo Antonio Diedo
segretario dell’Accademia, e il defunto professore
Antonio Selva, ambedue nell’architettura
peritissimi.
Questa grand’opera contiene 250 tavole colle
piante, spaccati, e prospetti de’ più insigni
edfizj di Venezia di ogni età, accompagnati da
dissertazioni storiche, e critiche, in molte delle
quali concorsero oltre l’autore già indicato, il
nob. 237 uomo Antonio Diedo
segretario dell’Accademia, e il defunto professore
Antonio Selva, ambedue nell’architettura
peritissimi.
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Scritto con molta critica, confutando le opinioni che le colonne esistessero originariamente ove trovansi.
Scritto con molta critica, confutando le opinioni che le colonne esistessero originariamente ove trovansi.
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,Sono queste 126 tavole compreso il frontespizio figurato e intagliato in rame da Jodoco Amano Tigurino come
per la sua marca, e lo stile si riconosce, le quali presentano una preziosa serie di monumenti ed iscrizioni
lapidarie tratte dalle principali città d’Italia. Opera di qualche rarità, la quale conserva alcune memorie già perite
e disperse.
Sono queste 126 tavole compreso il frontespizio figurato e intagliato in rame da Jodoco Amano Tigurino come
per la sua marca, e lo stile si riconosce, le quali presentano una preziosa serie di monumenti ed iscrizioni
lapidarie tratte dalle principali città d’Italia. Opera di qualche rarità, la quale conserva alcune memorie già perite
e disperse.
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, Con otto tavole in rame intagliate da Bernardo Sgrilli, e dal Ruggieri.
Con otto tavole in rame intagliate da Bernardo Sgrilli, e dal Ruggieri.
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, Potrebbe questo libro piuttosto intitolarsi come apparisce da un secondo frontespizio, Vedute di Venezia; poiché
quasi tutto il volume è consacrato a questa città: rappresentata in 115 tavole, non ne restando che 20 alle vedute
di altre principali città dell’Italia.
Potrebbe questo libro piuttosto intitolarsi come apparisce da un secondo frontespizio, Vedute di Venezia; poiché
quasi tutto il volume è consacrato a questa città: rappresentata in 115 tavole, non ne restando che 20 alle vedute
di altre principali città dell’Italia.
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Opera grandiosa, e una delle più insigni
che si pubblichi 244 no in
Italia. Esce a fascicoli separati, ogni fascicolo
contiene una o più famiglie. Le medaglie che
servono d’illustrazione sono tratte da musei, i
monumenti dal vero. I fascicoli si danno uniti, e
separati, a piacere; non vi è associazione: un
autore nobile e indipendente non deve avere
vincoli comuni agli editori mercenarj (così
l’autore protesta). In questo primo fascicolo è
illustrata la famiglia Attendolo Sforza: sono 31
carte fra le quali trovansi sedici stampe di
medaglie e monumenti copiosissime eseguite con la
massima diligenza e fedeltà, non potendosi mai
lodare abbastanza la solerzia dell’autore
nell’esame de’ materiali per tutte le storiche
erudizioni di cui l’opera laboriosissima è
ripiena. M. 105.
Opera grandiosa, e una delle più insigni
che si pubblichi 244 no in
Italia. Esce a fascicoli separati, ogni fascicolo
contiene una o più famiglie. Le medaglie che
servono d’illustrazione sono tratte da musei, i
monumenti dal vero. I fascicoli si danno uniti, e
separati, a piacere; non vi è associazione: un
autore nobile e indipendente non deve avere
vincoli comuni agli editori mercenarj (così
l’autore protesta). In questo primo fascicolo è
illustrata la famiglia Attendolo Sforza: sono 31
carte fra le quali trovansi sedici stampe di
medaglie e monumenti copiosissime eseguite con la
massima diligenza e fedeltà, non potendosi mai
lodare abbastanza la solerzia dell’autore
nell’esame de’ materiali per tutte le storiche
erudizioni di cui l’opera laboriosissima è
ripiena. M. 105.
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Sono alcune tavole collocate fra il testo. Opera non dettata da buona critica.
Sono alcune tavole collocate fra il testo. Opera non dettata da buona critica.
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, Un volume in quarto, al quale s’unisce altro volume in foglio atlantico colle figure.
Le tavole sono 38 e di ragionevole intaglio. Opera, che se non è eccellente in tutto ciò, che riguarda la critica, è
però commendevole per le illustrazioni di fatto, e pei monumenti interessantissimi espressi nelle tavole.
Un volume in quarto, al quale s’unisce altro volume in foglio atlantico colle figure.
Le tavole sono 38 e di ragionevole intaglio. Opera, che se non è eccellente in tutto ciò, che riguarda la critica, è
però commendevole per le illustrazioni di fatto, e pei monumenti interessantissimi espressi nelle tavole.
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, Esemplare segnato di pugno dell’autore in qualità di aggiunto alla commissione del governo francese per la
ricerca degli oggetti di scienze ed arti al seguito dell’armata d’Italia.
Esemplare segnato di pugno dell’autore in qualità di aggiunto alla commissione del governo francese per la
ricerca degli oggetti di scienze ed arti al seguito dell’armata d’Italia.
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, Copiosissima collezione con 231 tavole. Questa da noi si ritiene per la più completa e miglior edizione di
quest’opera. Bellissimo esemplare.
Copiosissima collezione con 231 tavole. Questa da noi si ritiene per la più completa e miglior edizione di
quest’opera. Bellissimo esemplare.
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, Libro non comune e ben fatto di un autore distinto e meno conosciuto di quello che merita
Libro non comune e ben fatto di un autore distinto e meno conosciuto di quello che merita
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, Esemplare con emende manoscritte del p. Allegranza.
Aggiuntavi la nobiltà, e progenie dei signori sessanta del Consiglio Generale della città di Milano.
Tutte le opere di questo raccoglitor diligente di patrie memorie sono da tenersi in pregio.
Esemplare con emende manoscritte del p. Allegranza.
Aggiuntavi la nobiltà, e progenie dei signori sessanta del Consiglio Generale della città di Milano.
Tutte le opere di questo raccoglitor diligente di patrie memorie sono da tenersi in pregio.
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, Scritto in tedesco, ove sono molte notizie intorno le antiche pitture di quella R. Galleria.
Scritto in tedesco, ove sono molte notizie intorno le antiche pitture di quella R. Galleria.
Show More , La prima è stampata nel 1670 in Napoli. La seconda nel 1669 in 8 con alcune tavole in legno delle antichità, e
una carta topografica dei luoghi.
La prima è stampata nel 1670 in Napoli. La seconda nel 1669 in 8 con alcune tavole in legno delle antichità, e
una carta topografica dei luoghi.
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, Estratta dall’opera più estesa pubblicata nello stesso anno dal medesimo autore.
Estratta dall’opera più estesa pubblicata nello stesso anno dal medesimo autore.
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,In differenti epoche uscivano questi piccoli volumetti a Parigi, secondo le varie esposizioni, e sono qui riuniti dal
1796 in poi.
In differenti epoche uscivano questi piccoli volumetti a Parigi, secondo le varie esposizioni, e sono qui riuniti dal
1796 in poi.
Show MoreIn questo volume si dà conto più della storia che dei monumenti.
In questo volume si dà conto più della storia che dei monumenti.
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, D’incontro al titolo è una lettera di Giacomo Franco ravennate diretta a Niccolò Foscari patrizio veneto. Lo
Spreti 284 poi con altra dedica intitola il suo libro a Giovan Antonio Marcello patrizio veneto.
D’incontro al titolo è una lettera di Giacomo Franco ravennate diretta a Niccolò Foscari patrizio veneto. Lo
Spreti 284 poi con altra dedica intitola il suo libro a Giovan Antonio Marcello patrizio veneto.
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, Quaranta edizioni almeno si fecero della guida del Coronelli in prova della povertà di critica in cui si trovava il
mondo allora, e della prevenzione che in favore di questo laboriosissimo frate esisteva, sebbene non avesse
ombra di gusto.
Quaranta edizioni almeno si fecero della guida del Coronelli in prova della povertà di critica in cui si trovava il
mondo allora, e della prevenzione che in favore di questo laboriosissimo frate esisteva, sebbene non avesse
ombra di gusto.
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, Utilissimo libretto per la ricognizione d’una quantità di monumenti, i quali per tutta iscrizione non hanno che gli
stemmi.
Utilissimo libretto per la ricognizione d’una quantità di monumenti, i quali per tutta iscrizione non hanno che gli
stemmi.
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, Libri utilissimi per la spiegazione delle pitture riguardanti i fasti patrj, che si vedono nel Palazzo Ducale di
Venezia.
Libri utilissimi per la spiegazione delle pitture riguardanti i fasti patrj, che si vedono nel Palazzo Ducale di
Venezia.
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, Libro ben fatto, cercandosi dallo zelante autore d’illustrare tutte le cose che erano rimaste oscure per incuria de’
suoi predecessori con alcune passabili tavole in rame.
Libro ben fatto, cercandosi dallo zelante autore d’illustrare tutte le cose che erano rimaste oscure per incuria de’
suoi predecessori con alcune passabili tavole in rame.
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, Quest’operetta in 45 tavole compresa, una bella pianta di Venezia in piccolo, è assai ben fatta: e molto preferibile
a quella del Formaleoni. Francesco Zucchi fu l’intagliatore.
Quest’operetta in 45 tavole compresa, una bella pianta di Venezia in piccolo, è assai ben fatta: e molto preferibile
a quella del Formaleoni. Francesco Zucchi fu l’intagliatore.
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Questo libro è fatto secondo il bisogno de’ viaggiatori, ed è utile, conciso, chiaro, sebbene le sue opinioni
tendano a lodar tutto, per rendersi accetto, con poca libertà ne’ suoi giudizj.
Questo libro è fatto secondo il bisogno de’ viaggiatori, ed è utile, conciso, chiaro, sebbene le sue opinioni
tendano a lodar tutto, per rendersi accetto, con poca libertà ne’ suoi giudizj.
Show More , Libro di non comune interesse e ripieno di curiose notizie. Questo è composto da Ortensio Lando; e parlando in
alcuni di questi cataloghi degli uomini a’ suoi tempi chiari per dottrina, non manca di parlar di se stesso.
Libro di non comune interesse e ripieno di curiose notizie. Questo è composto da Ortensio Lando; e parlando in
alcuni di questi cataloghi degli uomini a’ suoi tempi chiari per dottrina, non manca di parlar di se stesso.
Show More , Questi due cataloghi possono ritenersi tra i più rari e preziosi in questo genere.
Questi due cataloghi possono ritenersi tra i più rari e preziosi in questo genere.
Show More , Libro dottamente eseguito con molti fac simile di incisioni in diverse maniere.
Libro dottamente eseguito con molti fac simile di incisioni in diverse maniere.
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