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3629. BONARDO Vincenzo Romano, Discorso intorno all’origine, antichità, virtù, benedizione, e ceremonie, che usa il Sommo Pontefice in benedire gli Agnusdei, Roma 1621, in 8, M. 75.
3630. BORGII Hieronimi, Urbis Romae renovatio, apud Ant. Bladum, 1542, in 8. Sul frontespizio è una Roma sedente, a tergo alcuni versi a Pier Luigi Farnese. Segue ad III ac R. Alexandrum Farnesium card. Ananeosis. Hospes. Jovius.
L’opera è scritta a modo di dialogo in versi. Opuscolo di 22 carte raro a vedersi.
L’opera è scritta a modo di dialogo in versi. Opuscolo di 22 carte raro a vedersi.
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3634. BOSIO Antonio, Roma sotterranea nella quale si tratta de’ suoi cimiterj, del sito, forma, ed uso antico di essi ec. Opera postuma pubblicata dal com. Carlo Aldobrandino, Roma 1632, in f., fig.
Opera grande in foglio massimo, con numerosissime tavole in rame, che per le arti nei bassi tempi, e per l’ecclesiastica erudizione è ancor buona, sebbene i bibliografi oltramontani ne abbiamo di troppo avvilito il prezzo.
Opera grande in foglio massimo, con numerosissime tavole in rame, che per le arti nei bassi tempi, e per l’ecclesiastica erudizione è ancor buona, sebbene i bibliografi oltramontani ne abbiamo di troppo avvilito il prezzo.
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3635. BRENNA Vincenzo architetto, Del tempio Tiburtino, volgarmente detto della Sibilla, Roma 1767, in fol., sono unicamente 4 fogli atlantici, uno del testo, e tre delle tavole, M. 107.
Aggiunte in questo volume varie carte: come il progetto del sig. Cockerell architetto inglese per la collocazione delle statue di Niobe; il progetto del sig. Canova per la situazione dei due colossi a M. Cavallo; il mausoleo del maresciallo di Saxe che vedesi a Strasburgo, opera di Pigalle, pubblicato da Mechel, e molte altre stampe di genealogie ec.
Aggiunte in questo volume varie carte: come il progetto del sig. Cockerell architetto inglese per la collocazione delle statue di Niobe; il progetto del sig. Canova per la situazione dei due colossi a M. Cavallo; il mausoleo del maresciallo di Saxe che vedesi a Strasburgo, opera di Pigalle, pubblicato da Mechel, e molte altre stampe di genealogie ec.
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3644. CANCELLIERI, Memorie storiche delle sacre teste de’ SS. Apostoli Pietro, e Paolo, e della loro solenne ricognizione nella basilica Lateranense, con un’appendice di documenti, Roma 1806, in 4.
3650. CANCELLIERI, Dissertazione intorno gli uomini di gran memoria, Roma 1815, in 12.
3654. CAPELLI Antonii et Silvani veneti, Rituum ecclesiasticorum sive sacrarum caeremoniarum S.S. Romanae Ecclesiae libri tres non ante impressi, Venetiis 1516, Gregorii de Gregoriis excusere Leonardo Lauredano principe optimo.
Opera impressa in bellissimi caratteri, e con molta accuratezza di tipi.
Opera impressa in bellissimi caratteri, e con molta accuratezza di tipi.
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3660. CECCONI Giovan Francesco, Roma sacra, e moderna già descritta dal Pancirolo, e accresciuta da Francesco Posterla, Roma 1725, in 8, fig.
Con molte cattive tavole in legno, ed altre in rame inserte fra il testo. Libro di circa 800 pagine, formato sulle citate opere del Panciroli, e la Roma del Franzini.
Con molte cattive tavole in legno, ed altre in rame inserte fra il testo. Libro di circa 800 pagine, formato sulle citate opere del Panciroli, e la Roma del Franzini.
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3662. CELIO Gaspare, Memoria fatta delli nomi degli artefici delle pitture che sono in alcune chiese, facciate, e palazzi di Roma, Napoli 1638, in 18.
Fra le guide per le pitture di Roma è una delle meno ovvie a trovarsi.
Fra le guide per le pitture di Roma è una delle meno ovvie a trovarsi.
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3670. CIACONII Alphonsi, Vitae et res gestae pontificum romanorum et cardinalium ab initio nascentis ecclesiae usque ad Clementem IX, Romae 1667, in fol., fig., vol. IV. Aggiuntevi le altre vite a Clemente X usque ad Clementem XII scriptae a Mario Guarnacci, Romae 1751, vol. II.
Quest’opera coi ritratti, e gli stemmi, e i monumenti dei pontefici, è utilissima per tutto che riguarda la storia anche delle antichità romane. I 4 primi volumi furono impressi 183 in cattiva, e con maggior negligenza degli ultimi due più accuratamente impressi e più abbondanti di tavole, poiché oltre quelle dei pontefici trovansi anche le imagini dei cardinali.
Quest’opera coi ritratti, e gli stemmi, e i monumenti dei pontefici, è utilissima per tutto che riguarda la storia anche delle antichità romane. I 4 primi volumi furono impressi 183 in cattiva, e con maggior negligenza degli ultimi due più accuratamente impressi e più abbondanti di tavole, poiché oltre quelle dei pontefici trovansi anche le imagini dei cardinali.
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3693. CUSTODI Domin., Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro jubilei 1600, in 4 obl., Augustae Vind.
Sonovi 29 tavole di romani edifici, e un frontespizio figurato colle relative illustrazioni.
Sonovi 29 tavole di romani edifici, e un frontespizio figurato colle relative illustrazioni.
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3702. DIONISIO Alicarnasseo, Delle cose antiche della città di Roma tradotto in toscano per messer Francesco Venturi fiorentino, Venezia, per Nicolò Bascharini a istanza del Tramezzino, 1545, in 8.
Bellissimo esemplare di questa edizione impressa con buoni caratteri corsivi assai nitidamente.
Bellissimo esemplare di questa edizione impressa con buoni caratteri corsivi assai nitidamente.
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3718. FENESTELLA, Dei sacerdozii, e dei magistrati romani, tradotto di latino alla lingua toscana da Francesco Sansovino, Venezia, presso Giolito, 1544, in 8. — Aggiunto: Opera nuova, la quale insegna presto di abaco con un modo nuovo, Venezia, per Hieronimo Calepino, 1553. — Le piacevoli, ed ingegnose quistioni di Plutarco, tradotte da Pietro Lauro modenese, Venezia, per Comin da Trino, 1551.
3726. FIGRELII Edmundi, Accedit Schefferi Joan, De antiquorum torquibus, Holmiae 1656, fig.
La prima di queste due opere stampata in carta ottima apparisce di una miglior edizione, sebbene siano gli stessi tipi. Amendue le opere sono pregievolissime.
La prima di queste due opere stampata in carta ottima apparisce di una miglior edizione, sebbene siano gli stessi tipi. Amendue le opere sono pregievolissime.
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3727. FONTANA Carlo cav. architetto, Discorso sopra il monte Citatorio situato nel Campo Marzio ed altre cose ad esso appartenenti con disegni tanto degli antichi che dei moderni edifici della nuova città, Roma 1694, in 4, fig., M. 5, con 5 tavole, prima edizione.
3734. FONTANA, Discorso sopra le cause delle inondazioni del Tevere antiche e moderne a danno di Roma, Roma 1694, in 4, fig., M. 5, con 3 grandi tavole in rame.
3736. FONTANA Domenico, Della trasportazione dell’obelisco vaticano, e delle fabbriche di nostro signore Papa Sisto V, Roma, presso Domenico Basa, 1590.
Con 38 tavole ove si esprimono in quantità altre parti architettoniche principali de’ palazzi pontificj. Opera prege 194 vole per la dottrina di questo valente meccanico, e dotto architetto.
Con 38 tavole ove si esprimono in quantità altre parti architettoniche principali de’ palazzi pontificj. Opera prege 194 vole per la dottrina di questo valente meccanico, e dotto architetto.
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3747. GIORGI Felice, Descrizione istorica del teatro di Tor di Nona, Roma 1795, in 8, fig., M. 62.
3760. LAURI. Antiquae urbis aplendor etc.
Questa edizione divisa in tre parti soltanto, sebbene abbia un numero di tavole minore delle posteriori, è di maggior pregio per la freschezza delle stampe: e poiché non vi sono alcune dichiarazioni ed indici, il libro non è che di carte 132, e le parti indicate portano le date come nel primo.
Questa edizione divisa in tre parti soltanto, sebbene abbia un numero di tavole minore delle posteriori, è di maggior pregio per la freschezza delle stampe: e poiché non vi sono alcune dichiarazioni ed indici, il libro non è che di carte 132, e le parti indicate portano le date come nel primo.
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3767. LUNADORO Girolamo, Relazione della corte di Roma, e de’ riti da osservarsi in essa: col Maestro di Camera del signor Francesco Sestini, e la Roma ricercata nel suo sito del Martinelli, Venezia 1660, in 12.
3773. MANNUCCI Pauli, Antiquitatum romanarum liber 199 de civitate romana, superiorum permisso, Romae, 1585, apud Bart. Grassum, in 4. E in fine leggesi Romae 1585 ab Aldo typis Francisci Zannetti. Opuscolo riportato nel Tesoro del Grevio.
3774. MARANGONI Giovanni, Delle memorie sacre, e profane dell’anfiteatro Flavio, volgarmente detto il Colosseo, Roma 1746, in 4, fig.
Lavoro pieno di erudizione specialmente sacra con un gran medaglione intagliato in legno nel frontespizio.
Lavoro pieno di erudizione specialmente sacra con un gran medaglione intagliato in legno nel frontespizio.
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3786. MARTINELLI Giovanni, Le cose meravigliose della città di Roma ec., Roma 1589, in 8. Aggiuntovi: L’antichità di Roma di M. Andrea Palladio, Roma, 1589, per l’Accolti, in 8. Di più: I nomi antichi, e moderni dell’antica città di Roma, Venezia 1552, in 8. E in fine, alcune osservazioni manoscritte.
3790. MENETREI Claudii Francisci, Columna Theodosiana quam vulgo historiatam vocant ab Arcadio imperatore Costantinopoli erecta in honorem imperatoris Theodosii junioris a Gentile Bellino delineata nunc primum aere sculpta et in XVIII tab. distributa, senza luogo ed anno, in foglio m. obl.
Nell’occasione che Gentile Bellino fu chiamato a Costantinopoli da Maometto II voglioso di avere il proprio ritratto, e di vedere alcune pitture, questo artefice fece i disegni di un tal monumento che dimostra la decadenza al V secolo, ma non lascia interamente dimenticare le altre preesistenti colonne trionfali di Roma. Il Menetrejo racconta nelle spiegazioni che i disegni originali di Gentile erano lunghi 52 piedi, ed erano passati in Francia nel Museo Accarti a Parigi, e furono recati in questa dimensione da un pittore chiamato Paillet, acciò un certo Velletti intagliatore e pensionato in Roma dell’Accademia di Francia potesse facilmente intagliarli.
Nell’occasione che Gentile Bellino fu chiamato a Costantinopoli da Maometto II voglioso di avere il proprio ritratto, e di vedere alcune pitture, questo artefice fece i disegni di un tal monumento che dimostra la decadenza al V secolo, ma non lascia interamente dimenticare le altre preesistenti colonne trionfali di Roma. Il Menetrejo racconta nelle spiegazioni che i disegni originali di Gentile erano lunghi 52 piedi, ed erano passati in Francia nel Museo Accarti a Parigi, e furono recati in questa dimensione da un pittore chiamato Paillet, acciò un certo Velletti intagliatore e pensionato in Roma dell’Accademia di Francia potesse facilmente intagliarli.
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3794. MIRABILIA Romae.
Noi possiamo qui presentare tre esemplari i più rari di questo libretto, che per la sua celebrità tien luogo fra i cimelj più importanti dell’antichità, giacché serve moltissimo a dinotare i principali oggetti di curiosità, che in quell’epoca avevano pregio in Roma, e il modo in cui dall’ignoranza volgare venivano apprezzati. Due di questi nostri esemplari sembrano evidentemente editi da Adamo Rot, e particolarmente a ciò ne conduce oltre la forma dei caratteri il notare che il terzo pubblicato da Gerardus Flandria nel 1475 in Trevigi, non può essere che una ristampa di quelli che erano esciti in Roma col mezzo de’ primi stampatori i quali colà introdussero l’arte. L’uno però di questi due più antichi esemplari è in sei carte in 8 e l’altro è in otto. Cominciando dal primo, che ha l’apparenza della maggiore antichità, e a primo aspetto direbbesi xylografo, ecco l’ordine dei capitoli. Mirabilia Romae incipiunt. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum sunt hec. De arcubus non triumphalibus. De thermis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Loca ubi sancti passi sunt tormenta. Ad Sanctam Agatham. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super equum. Sequitur de Colliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Mirabilia Romae finiunt. Simile al qui descritto è l’esemplare della Biblioteca Corsini in Roma, dall’Audifredi appunto riconosciuto impresso coi caratteri di Adamo Rot. Il secondo esemplare, egualmente senza data, stampato in otto carte, ma con caratteri più rotondi, sebbene alla prima edizione rassomiglianti in gran parte, e prodotto con miglior cura nell’assettamento dei tipi, è parimenti in ottavo, in grande, e bellissima forma, e i capitoli sono ordinati nel modo seguente: Mirabilia Romae. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum. De arcubus triumphalibus. De terminis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham. De pinea aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super aereum equum. Sequitur de Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae exasperatio in servos Dei. Deo Gratias. I titoli dei capitoli sono stampati in majuscole fino a quello de theatris inclusive, e gli altri sino al fine in piccoli caratteri. Le altre varietà, i capitoli riuniti, e gli aggiunti si riconoscono evidentemente. 203 L’ultimo, e il più bello dei nostri esemplari per l’eleganza dei tipi, è quello del 1475 citato dal Panzer negli Annali tipografici, che non sappiamo esistere in alcuna biblioteca di Roma. Questo è composto di nove carte numerate nella sommità con numeri romani dall’I al IX impresso con bellissimi caratteri, e coi capitoli così distribuiti: Mirabilia Romae. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum. De arcubus triumphalibus. De arcubus non triumphalium. De thermis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham. De Pinea aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super equum aereum. De Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae exasperatio in servos Dei. Finis Laus Deo. 1475 12 aprilis Tarvisii. G. F. (cioè Gherardus de Flandria). Non avvi altra varietà tra quest’ultimo e il precedente, se non l’errore de terminis correggendo de termis, il che maggiormente sembra confermare che quelli senza data sopra citati sieno anteriori: se ne pubblicarono in seguito ogni momento, e si riunivano ai libretti delle indulgenze fintanto che Francesco Albertino fu il primo a separarli, e vendicarli dalle stoltezze ridicole di cui per volgari pregiudizj erano ripieni. E questi libretti erano impressi cumulativamente nel titolo Mirabilia et indulgentiae urbis Romae, come leggesi in un esemplare stampato dal Blado a spese di Mazocchio coll’arme di Leon X papa, vale a dire nella seconda diecina circa del XVI secolo. Copiosissimi divenuti dunque nel principio del 1500 pel concorso dei forestieri, per la facilità della stampa, e per lo splendore che andò riacquistando Roma stessa sotto i celebri pontificati di Giulio, e di Leone, durarono però lungamente ad essere confusi coi libercoli detti da Istoriaro, o vendi istorie di cui erano avidissimi i pellegrini che visitavano i santuarj; e questi libretti portavano i titoli di Indulgentiae ecclesiarum urbis Romae. Modus confitendi. Divisiones decem nationum. Orationes S. Brigittae. Tabula cristiana. Conjuratio malignorum spirituum. Descriptio domus Lauretanae etc. etc. Ma è più singolare l’unione curiosa dei memorabilia ai mirabilia Romae come abbiamo in più luoghi osservato, e a nostro agio potuto riconoscere maggiormente nella reale e ricchissima Biblioteca di Monaco ove ci è stato forza l’ammettere l’esistenza di parecchi xylografi anche molti anni dopo l’uso divulgatissimo delle stampe in torchio coi metodi in uso al presente. Piacerà trovar qui riportato alcun squarcio estratto dallo stesso regio bibliotecario sig. Scherer da un xylografo che porta l’arme di Giulio II col triregno, e due targhe, l’una colle chiavi, l’altra coll’S.P.Q.R. Al di sopra due angeli sostengono un pannicello coll’impronta d’un sudario. 204 Le parole del frontespizio sono Memorabilia urbis Romae. Leggesi nel primo foglietto retto come segue. “Item in questo libretto sta escritto come Roma fu fabbricata, e dal primo re, e da ciascun re di Roma, come hanno governato, e come ancora i romani nissun re più non volevano, ed interruppero con capitani e consoli per lungo tempo. Dal primo Giulio Cesare, e da tutti i Cesari in Roma, come hanno governato fin ai tempi di Cesare Costantino, come il Cesare Costantino fu battezzato, e mondato dalla Lepra; come dié al Papa S. Silvestro la città di Roma, ed il paese di intorno a lui ed a tutti suoi posteri, e pose lui ed i suoi posteri per capo a tutti i cristiani, quale chiese in Roma sono, e qual cose sante, e perdoni nelle chiese tutte; tutte le stazioni nella chiese durante l’anno.” Nel detto foglio verso si contiene la rappresentazione della città di Roma con Rea e la Lupa. Foglio secondo retto, Roma civitas sancta caput mundi. “Dal principio del mondo 1450 anni quando Troja fu disfatta dall’Imperador Greco, e che i principi ed i signori se ne fuggivano dalla gran città di Troja per mare con molti beni in questi paesi fabbricarono città, e castelli; allora vennero di quei signori anche nei itali paesi, là dove adesso si trova la città di Roma. Avenne questo ai tempi del re di Giuda Gioachino. In quei tempi vi era una giovane Rea di nome, figlia del re dei sette monti, dove adesso Roma sta edificata. Questa giovine quando fu nel tempio dell’Idolo Vesto, venne ad ella la pianeta Marte, ed ebbe a fare con ella nascostamente. Di là nacquero due gemelli l’uno chiamato Remo, l’altro Romolo.” Nel foglio ultimo. “Allora fece dono il Cesare (Costantino) a S. Silvestro e a tutti suoi posteri, e gli diede la città di Roma, ed il paese, e molte città. Ebbe qui fine ancora la gran proscrizione de’ cristiani, ed i cristiani incominciarono ad aumentarsi, e da questo tempo in qua non è più stata tanta proscrizione. È vero che si sono levati poi dei falsificatori della vera fede, come gli Arriani, ed altri eretici. Questi coll’ajuto di Dio sono stati disfatti da Gregorio, Geronimo, Augustino, Ambrosio. Costantino se n’andò in Grecia, e colà fabbricò una grande città, e la chiamò secondo lo stesso Costantinopoli, ed in quanto a Roma la lasciò al Papa.” Nell’anno 1482 Jean Schawer a Monaco pubblicò un’altra edizione in tedesco Memorabilia Romae unito ai mirabilia e tanto nella prima verosimilmente eseguita in Roma ed intitolata al Papa, quanto in un’altra di Roma del 1492 per Magistrum Stephanorum Planneck de Patavia in fronte a cui stanno gli stemmi di Alessandro VI viene riportata la storia della papessa Giovanna. Anche in una terza edizione del memorabilia con molte variazioni dalle precedenti, stampata in Roma precisamente nel 1515 a cui vanno uniti i mirabilia, et le indulgenze è ripor 205 tata la detta storia della papessa Giovanna all’articolo ad Sanctum Clementem in questi termini. Item habetur in serie Romanorum Pontificum quod Johannes Anglicus post Leonem sedit annis duobus, mensibus quinque, et diebus quatuor, vacavit sedes mense uno, ut asseritur femina fuit, et juvenili habitu ab amante suo Athenis ducta: in diversis scientiis tantum profecit; ut Romae tandem legeret ad triennium, et magnos magistros haberet discipulos: nec sibi quisquam similis ibidem ineveniebatur. Magne itaque scientiae, et opinionis existens in Papam concorditer elegitur: sed in papatump per familiarem impregnatur. Verum tempus partus ignorans: de sancto Petro in Lateranum tendens; angustiata peperit inter Coliseum, et sanctum Clementem, et ibidem, ut dicitur, moritur. Hanc viam quando Papa obliquat, dicitur a plerisque quod propter detestationem fasti hoc fiat; nec ponitur in catalogo Pontificum, propter mulierem sexum (sic) quantum ad hanc difformitatem. Gli stemmi di Leon X stanno impressi nel volumetto singolare, e ben aveva ragione il cardinal Galeotto di scrivere a Francesco Albertino: Quare mirabilia Romae imperfecta, fabularumque nugis plena non corrigus? Ma però questo da noi riportato si vede impresso in Roma stessa cinque anni dopo che era già stampato il libro dell’Albertini, sotto un gran pontificato, e in tempo di molti lumi sparsi nel secolo. La censura delle stampe non esercitava certamente in allora una rigorosa disciplina.
Noi possiamo qui presentare tre esemplari i più rari di questo libretto, che per la sua celebrità tien luogo fra i cimelj più importanti dell’antichità, giacché serve moltissimo a dinotare i principali oggetti di curiosità, che in quell’epoca avevano pregio in Roma, e il modo in cui dall’ignoranza volgare venivano apprezzati. Due di questi nostri esemplari sembrano evidentemente editi da Adamo Rot, e particolarmente a ciò ne conduce oltre la forma dei caratteri il notare che il terzo pubblicato da Gerardus Flandria nel 1475 in Trevigi, non può essere che una ristampa di quelli che erano esciti in Roma col mezzo de’ primi stampatori i quali colà introdussero l’arte. L’uno però di questi due più antichi esemplari è in sei carte in 8 e l’altro è in otto. Cominciando dal primo, che ha l’apparenza della maggiore antichità, e a primo aspetto direbbesi xylografo, ecco l’ordine dei capitoli. Mirabilia Romae incipiunt. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum sunt hec. De arcubus non triumphalibus. De thermis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Loca ubi sancti passi sunt tormenta. Ad Sanctam Agatham. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super equum. Sequitur de Colliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Mirabilia Romae finiunt. Simile al qui descritto è l’esemplare della Biblioteca Corsini in Roma, dall’Audifredi appunto riconosciuto impresso coi caratteri di Adamo Rot. Il secondo esemplare, egualmente senza data, stampato in otto carte, ma con caratteri più rotondi, sebbene alla prima edizione rassomiglianti in gran parte, e prodotto con miglior cura nell’assettamento dei tipi, è parimenti in ottavo, in grande, e bellissima forma, e i capitoli sono ordinati nel modo seguente: Mirabilia Romae. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum. De arcubus triumphalibus. De terminis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham. De pinea aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super aereum equum. Sequitur de Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae exasperatio in servos Dei. Deo Gratias. I titoli dei capitoli sono stampati in majuscole fino a quello de theatris inclusive, e gli altri sino al fine in piccoli caratteri. Le altre varietà, i capitoli riuniti, e gli aggiunti si riconoscono evidentemente. 203 L’ultimo, e il più bello dei nostri esemplari per l’eleganza dei tipi, è quello del 1475 citato dal Panzer negli Annali tipografici, che non sappiamo esistere in alcuna biblioteca di Roma. Questo è composto di nove carte numerate nella sommità con numeri romani dall’I al IX impresso con bellissimi caratteri, e coi capitoli così distribuiti: Mirabilia Romae. De portis infra urbem. De portis transtiberim. De montibus infra urbem. De pontibus urbis Romae. Palacia imperatorum. De arcubus triumphalibus. De arcubus non triumphalium. De thermis. De theatris. De agulea Sancti Petri. De cimiteriis. Ad Sanctam Agatham. De Pinea aerea et deaurata. De templis. De equis marmoreis. De femina circumdata serpentibus. De rustico sedente super equum aereum. De Coliseo. De Sancta Maria rotunda. De Octaviano imperatore. Totilae exasperatio in servos Dei. Finis Laus Deo. 1475 12 aprilis Tarvisii. G. F. (cioè Gherardus de Flandria). Non avvi altra varietà tra quest’ultimo e il precedente, se non l’errore de terminis correggendo de termis, il che maggiormente sembra confermare che quelli senza data sopra citati sieno anteriori: se ne pubblicarono in seguito ogni momento, e si riunivano ai libretti delle indulgenze fintanto che Francesco Albertino fu il primo a separarli, e vendicarli dalle stoltezze ridicole di cui per volgari pregiudizj erano ripieni. E questi libretti erano impressi cumulativamente nel titolo Mirabilia et indulgentiae urbis Romae, come leggesi in un esemplare stampato dal Blado a spese di Mazocchio coll’arme di Leon X papa, vale a dire nella seconda diecina circa del XVI secolo. Copiosissimi divenuti dunque nel principio del 1500 pel concorso dei forestieri, per la facilità della stampa, e per lo splendore che andò riacquistando Roma stessa sotto i celebri pontificati di Giulio, e di Leone, durarono però lungamente ad essere confusi coi libercoli detti da Istoriaro, o vendi istorie di cui erano avidissimi i pellegrini che visitavano i santuarj; e questi libretti portavano i titoli di Indulgentiae ecclesiarum urbis Romae. Modus confitendi. Divisiones decem nationum. Orationes S. Brigittae. Tabula cristiana. Conjuratio malignorum spirituum. Descriptio domus Lauretanae etc. etc. Ma è più singolare l’unione curiosa dei memorabilia ai mirabilia Romae come abbiamo in più luoghi osservato, e a nostro agio potuto riconoscere maggiormente nella reale e ricchissima Biblioteca di Monaco ove ci è stato forza l’ammettere l’esistenza di parecchi xylografi anche molti anni dopo l’uso divulgatissimo delle stampe in torchio coi metodi in uso al presente. Piacerà trovar qui riportato alcun squarcio estratto dallo stesso regio bibliotecario sig. Scherer da un xylografo che porta l’arme di Giulio II col triregno, e due targhe, l’una colle chiavi, l’altra coll’S.P.Q.R. Al di sopra due angeli sostengono un pannicello coll’impronta d’un sudario. 204 Le parole del frontespizio sono Memorabilia urbis Romae. Leggesi nel primo foglietto retto come segue. “Item in questo libretto sta escritto come Roma fu fabbricata, e dal primo re, e da ciascun re di Roma, come hanno governato, e come ancora i romani nissun re più non volevano, ed interruppero con capitani e consoli per lungo tempo. Dal primo Giulio Cesare, e da tutti i Cesari in Roma, come hanno governato fin ai tempi di Cesare Costantino, come il Cesare Costantino fu battezzato, e mondato dalla Lepra; come dié al Papa S. Silvestro la città di Roma, ed il paese di intorno a lui ed a tutti suoi posteri, e pose lui ed i suoi posteri per capo a tutti i cristiani, quale chiese in Roma sono, e qual cose sante, e perdoni nelle chiese tutte; tutte le stazioni nella chiese durante l’anno.” Nel detto foglio verso si contiene la rappresentazione della città di Roma con Rea e la Lupa. Foglio secondo retto, Roma civitas sancta caput mundi. “Dal principio del mondo 1450 anni quando Troja fu disfatta dall’Imperador Greco, e che i principi ed i signori se ne fuggivano dalla gran città di Troja per mare con molti beni in questi paesi fabbricarono città, e castelli; allora vennero di quei signori anche nei itali paesi, là dove adesso si trova la città di Roma. Avenne questo ai tempi del re di Giuda Gioachino. In quei tempi vi era una giovane Rea di nome, figlia del re dei sette monti, dove adesso Roma sta edificata. Questa giovine quando fu nel tempio dell’Idolo Vesto, venne ad ella la pianeta Marte, ed ebbe a fare con ella nascostamente. Di là nacquero due gemelli l’uno chiamato Remo, l’altro Romolo.” Nel foglio ultimo. “Allora fece dono il Cesare (Costantino) a S. Silvestro e a tutti suoi posteri, e gli diede la città di Roma, ed il paese, e molte città. Ebbe qui fine ancora la gran proscrizione de’ cristiani, ed i cristiani incominciarono ad aumentarsi, e da questo tempo in qua non è più stata tanta proscrizione. È vero che si sono levati poi dei falsificatori della vera fede, come gli Arriani, ed altri eretici. Questi coll’ajuto di Dio sono stati disfatti da Gregorio, Geronimo, Augustino, Ambrosio. Costantino se n’andò in Grecia, e colà fabbricò una grande città, e la chiamò secondo lo stesso Costantinopoli, ed in quanto a Roma la lasciò al Papa.” Nell’anno 1482 Jean Schawer a Monaco pubblicò un’altra edizione in tedesco Memorabilia Romae unito ai mirabilia e tanto nella prima verosimilmente eseguita in Roma ed intitolata al Papa, quanto in un’altra di Roma del 1492 per Magistrum Stephanorum Planneck de Patavia in fronte a cui stanno gli stemmi di Alessandro VI viene riportata la storia della papessa Giovanna. Anche in una terza edizione del memorabilia con molte variazioni dalle precedenti, stampata in Roma precisamente nel 1515 a cui vanno uniti i mirabilia, et le indulgenze è ripor 205 tata la detta storia della papessa Giovanna all’articolo ad Sanctum Clementem in questi termini. Item habetur in serie Romanorum Pontificum quod Johannes Anglicus post Leonem sedit annis duobus, mensibus quinque, et diebus quatuor, vacavit sedes mense uno, ut asseritur femina fuit, et juvenili habitu ab amante suo Athenis ducta: in diversis scientiis tantum profecit; ut Romae tandem legeret ad triennium, et magnos magistros haberet discipulos: nec sibi quisquam similis ibidem ineveniebatur. Magne itaque scientiae, et opinionis existens in Papam concorditer elegitur: sed in papatump per familiarem impregnatur. Verum tempus partus ignorans: de sancto Petro in Lateranum tendens; angustiata peperit inter Coliseum, et sanctum Clementem, et ibidem, ut dicitur, moritur. Hanc viam quando Papa obliquat, dicitur a plerisque quod propter detestationem fasti hoc fiat; nec ponitur in catalogo Pontificum, propter mulierem sexum (sic) quantum ad hanc difformitatem. Gli stemmi di Leon X stanno impressi nel volumetto singolare, e ben aveva ragione il cardinal Galeotto di scrivere a Francesco Albertino: Quare mirabilia Romae imperfecta, fabularumque nugis plena non corrigus? Ma però questo da noi riportato si vede impresso in Roma stessa cinque anni dopo che era già stampato il libro dell’Albertini, sotto un gran pontificato, e in tempo di molti lumi sparsi nel secolo. La censura delle stampe non esercitava certamente in allora una rigorosa disciplina.
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3796. MIRRI Lodovico, Vestigia delle terme di Tito, e loro interne pitture, in fol. atl. gr.
Questo grandissimo volume contiene le 61 tavole, cui appartiene il testo indicato. La medesima dedica che è nella descrizione trovasi intagliata in rame nella prima pagina, ed è per questo che le tavole in luogo d’esser 60 rivengono a 61.
Questo grandissimo volume contiene le 61 tavole, cui appartiene il testo indicato. La medesima dedica che è nella descrizione trovasi intagliata in rame nella prima pagina, ed è per questo che le tavole in luogo d’esser 60 rivengono a 61.
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3797. MODIO Giovan Battista, Il Tevere, dove si ragiona in generale della natura di tutte le acque, e in particolare di quella del fiume di Roma, Roma, presso Vincenzo Luchino, 1556, in 8, M. 75.
Operetta ben stampata, divisa in due libri, dedicata al cardinale Ranuccio Farnese. L’autore era un medico calabrese 206 discepolo di san Filippo Neri, che scrisse le annotazioni ai cantici di Jacopone da Todi, e stampò un’opera intitolata il Convitto, ovvero del peso della moglie, in Milano 1558, in 8.
Operetta ben stampata, divisa in due libri, dedicata al cardinale Ranuccio Farnese. L’autore era un medico calabrese 206 discepolo di san Filippo Neri, che scrisse le annotazioni ai cantici di Jacopone da Todi, e stampò un’opera intitolata il Convitto, ovvero del peso della moglie, in Milano 1558, in 8.
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3801. NELLI G. B., Vedi Raccolta di scrittori sulla Cupola di S. Pietro.
3822. PERCIER, et P.F.L. Fontaine, Palais, maisons, et autres édifices modernes dessinés à Rome, pubbliés a PAris en 1798 Didot, in fol., fig.
Opera che contiene 100 tavole accuratamente disegnate e intagliate, con dotte e brevi spiegazioni, oltre molte belle vignette e prospettive.
Opera che contiene 100 tavole accuratamente disegnate e intagliate, con dotte e brevi spiegazioni, oltre molte belle vignette e prospettive.
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3827. PIRANESI, Opere varie di architettura, prospettive, grotteschi, ed antichità sul gusto degli antichi romani, inventate, ed incise, Roma 1750.
Sono 34 tavole compreso il frontespizio. Poi seguono 16 gran tavole di carceri: indi la prima parte dell’antichità romane dei tempi della Repubblica in 29 tavole col frontespizio. In fine di questo volume trovansi i Trofei di Ottaviano Augusto cogli altri Frammenti di Antichità, Roma 1753, fol. massimo. Sono 9 gran tavole col frontespizio.
Sono 34 tavole compreso il frontespizio. Poi seguono 16 gran tavole di carceri: indi la prima parte dell’antichità romane dei tempi della Repubblica in 29 tavole col frontespizio. In fine di questo volume trovansi i Trofei di Ottaviano Augusto cogli altri Frammenti di Antichità, Roma 1753, fol. massimo. Sono 9 gran tavole col frontespizio.
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3829. PIRANESI Giovan Battista architetto veneziano, Vedute di Roma disegnate, ed incise.
Questo potrebbe essere un quinto volume alle antichità romane se non fossero quivi intagliate anche alcune fabbriche moderne in 54 tavole, compreso il frontespizio.
Questo potrebbe essere un quinto volume alle antichità romane se non fossero quivi intagliate anche alcune fabbriche moderne in 54 tavole, compreso il frontespizio.
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3835. PIRANESI, Antichità di Albano, e di Castel Gandolfo incise, e descritte, Roma 1764, in fol. mas.
Le antichità contengono 26 tavole, alle quali segue la descrizione e disegno dell’emissario del lago di Albano con 9 grandi tavole, poi vengono le due spelonche ornate dagli antichi alla riva del lago in tavole 12.
Le antichità contengono 26 tavole, alle quali segue la descrizione e disegno dell’emissario del lago di Albano con 9 grandi tavole, poi vengono le due spelonche ornate dagli antichi alla riva del lago in tavole 12.
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3868. De ROSSI Filippo, Ritratto di Roma moderna distinto in quattordici rioni con figure, 1689, in 8, vol. 2.
Questi due volumi assai ben fatti viddero la luce la prima volta nel 1645 per opera di Filippo de Rossi, e vennero riprodotti da Michel Angelo Rossi, negli anni indicati: sonovi anche molte stampe in rame, e massimamente sono migliori quelle di Roma moderna.
Questi due volumi assai ben fatti viddero la luce la prima volta nel 1645 per opera di Filippo de Rossi, e vennero riprodotti da Michel Angelo Rossi, negli anni indicati: sonovi anche molte stampe in rame, e massimamente sono migliori quelle di Roma moderna.
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3877. SANTINI P., Vedi raccolta di scrittori sulla cupola di S. Pietro.
3883. SECONDE partie du premier livre des curiositéz de l’une et de l’autre Rome, en la quelle il est traité de sept notables eglises qui y sont dediées à la très Sainte Vierge etc., a Paris 1558, in 8, fig., M. 75.
Questa è una delle più antiche guide di Roma stampate per comodo de’ forestieri che viaggiavano di Francia in Italia e doveva essere composta di più volumetti.
Questa è una delle più antiche guide di Roma stampate per comodo de’ forestieri che viaggiavano di Francia in Italia e doveva essere composta di più volumetti.
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3886. SPECULUM romanae magnificentiae, omnia fere quaecumque in urbe monumenta extant, partim juxta antiquam, partim juxta hodiernam formam accuratissime delineata repraesentans, excussa ab Antonio Laferio, Romae, in fol. m., fig.
Sono questi monumenti, piante, prospetti, fragmenti, e ristaurazioni d’antichi edifici, e statue ec. Alcuni cataloghi di stampe citano questa collezione come se fosse composta di un determinato numero di tavole, e trovasi in qualche luogo precisata a 118. Noi però riconosciamo un’infinita varietà in tutti gli esemplari veduti che privi di testo, e di numero, alle lamine non vennero accumulati se non per cura dei raccoglitori: sono queste le prime e più rare tavole delle antichità romane che abbiamo nella nostra collezione in due volumi separati, poiché in questo ne stanno 93, e 114 ne stanno al seguito dell’edizione del Labacco senza luogo ed anno, in tutto 207. I principali calcografi di questa collezione assai preziosa furono Antonio Lafreri, Antonio Salamanca, Enrico Van Schoel, e Niccolò Van Aelst. Ma s’incontrano tavole pregiatissime di Antonio Tempesta, Sisto Badalocchi, Giacomo Bossio, Diana Mantovana, P. Perret, Enea Vico, Niccolò Beatricio Lotaringio, Luigi Rouhier, ed altri: sempre questi due nostri esemplari si vanno aumentando.
Sono questi monumenti, piante, prospetti, fragmenti, e ristaurazioni d’antichi edifici, e statue ec. Alcuni cataloghi di stampe citano questa collezione come se fosse composta di un determinato numero di tavole, e trovasi in qualche luogo precisata a 118. Noi però riconosciamo un’infinita varietà in tutti gli esemplari veduti che privi di testo, e di numero, alle lamine non vennero accumulati se non per cura dei raccoglitori: sono queste le prime e più rare tavole delle antichità romane che abbiamo nella nostra collezione in due volumi separati, poiché in questo ne stanno 93, e 114 ne stanno al seguito dell’edizione del Labacco senza luogo ed anno, in tutto 207. I principali calcografi di questa collezione assai preziosa furono Antonio Lafreri, Antonio Salamanca, Enrico Van Schoel, e Niccolò Van Aelst. Ma s’incontrano tavole pregiatissime di Antonio Tempesta, Sisto Badalocchi, Giacomo Bossio, Diana Mantovana, P. Perret, Enea Vico, Niccolò Beatricio Lotaringio, Luigi Rouhier, ed altri: sempre questi due nostri esemplari si vanno aumentando.
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3895. VANNI Bartolommeo. Vedi Raccolta di scrittori sulla cupola di S. Pietro.
3898. VENUTI Rodulphinus et Jo. Christophorus Amadutius, Vetera monumenta, quae in hortis Caelimontanis et in aedibus Matheiorum adservantur: nunc primum in unum collecta et adnotationibus illustrata, Romae 1779, in fol., fig., 3 vol.
Se le numerose tavole fossero state eseguite almeno dai mediocri artisti potrebbero corrispondere alla decenza dei tipi, e al merito delle illustrazioni, ma sono queste intagliate e disegnate indecentemente, e deturpano la buona edizione dell’opera. Il primo volume contiene 106 tavole, il secondo 90, il terzo 76, fra le quali avvene alcuna passabilmente intagliata.
Se le numerose tavole fossero state eseguite almeno dai mediocri artisti potrebbero corrispondere alla decenza dei tipi, e al merito delle illustrazioni, ma sono queste intagliate e disegnate indecentemente, e deturpano la buona edizione dell’opera. Il primo volume contiene 106 tavole, il secondo 90, il terzo 76, fra le quali avvene alcuna passabilmente intagliata.
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3916. VISCONTI Ennio Quirino, Monumenti Galbinj della villa Pinciana descritti, Roma 1797, in 8, fig.
3919. ZANONI Francesco, Ragguaglio della nuova pittura del signor Filippo Gherardi da Lucca sulla volta e tribuna della chiesa di S. Pantaleo scoperta l’anno 1690, Roma, in 8, M. 62.
3932. AMICO Fra Bernardino da Gallipoli, Trattato delle piante e imagini dei sacri edifici di Terra Santa disegnate in Gerusalemme secondo le regole della prospettiva, e vera misura della loro grandezza stampate in Roma, e di nuovo ristampate dallo stesso in più piccola forma con aggiunte, Firenze, presso Pietro Cecconcelli, 1620, in fol. p.
Il libro ha un pregio per le 47 tavole oltre al frontespizio, assai ben disegnate e intagliate dal Callotta.
Il libro ha un pregio per le 47 tavole oltre al frontespizio, assai ben disegnate e intagliate dal Callotta.
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3937. ANTOLINI Giovanni, Descrizione del Foro Bonaparte, Parma, co’ tipi bodoniani, 1806, M. 85.
Opera di grandiosa immaginazione stampata con tutta l’eleganza dei tipi, e lo splendore dell’incisione. Il testo fu esteso da Pietro Giordani, e le tavole sono in numero di 24 in foglio grande atlantico.
Opera di grandiosa immaginazione stampata con tutta l’eleganza dei tipi, e lo splendore dell’incisione. Il testo fu esteso da Pietro Giordani, e le tavole sono in numero di 24 in foglio grande atlantico.
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3940. ARCHITECTURE, peinture, et sculpture de la maison de la ville d’Amsterdam réprésentée en 109 figures en taille douce, Amsterdam, chez David Mortiér, 1719, in fol., fig.
Il testo è in francese, e in olandese. Vi sono i due ritratti di Giacomo Campen architetto, e di Arto Quellino statuario. Le tavole intagliate con gusto pittoresco sono di Uberto Quellino. Opera grande, e pregevole.
Il testo è in francese, e in olandese. Vi sono i due ritratti di Giacomo Campen architetto, e di Arto Quellino statuario. Le tavole intagliate con gusto pittoresco sono di Uberto Quellino. Opera grande, e pregevole.
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3942. ATLANTE di tavole per la storia del terremoto della Calabria, in fol. oblong.
Sono 68 tavole in rame ove è tutta espressa la Calabria, e 229 in fine è la gran carta calcografica del p. Eliseo composta di molti fogli riuniti colle indicazioni de’ villaggi danneggiati o distrutti.
Sono 68 tavole in rame ove è tutta espressa la Calabria, e 229 in fine è la gran carta calcografica del p. Eliseo composta di molti fogli riuniti colle indicazioni de’ villaggi danneggiati o distrutti.
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3953. BERGIER Nicolas, Le dessein de l’histoire de Reims avec diverses curieuses remarques touchant l’establissement des peuples et la fondation des villes de France, a Reims 1635.
Sonovi 5 tavole intagliate in rame, e l’opera è estesa con infinita critica, e buon tatto.
Sonovi 5 tavole intagliate in rame, e l’opera è estesa con infinita critica, e buon tatto.
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3960. La BORDE Aléxandre, Description d’un pavé en mosaïque découvert dans l’ancienne ville d’Italica, aujourdhui le village de Santinponce près de cette ville, a Paris, 1802, Didot, in fol. atlantico miniato.
Edizione di massimo lusso tirata nel solo numero di 160 esemplari: sonovi 103 pagine di testo, e 22 grandi tavole, non contando le molte vignette, e altri monumenti illustrativi.
Edizione di massimo lusso tirata nel solo numero di 160 esemplari: sonovi 103 pagine di testo, e 22 grandi tavole, non contando le molte vignette, e altri monumenti illustrativi.
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3961. BOREL Pierre conseiller et med. du Roy, Tresor des recherches et antiquités gauloises et françoi 232 ses reduites en ordre alphabetique etc., Paris 1655, in 4.
3968. BROEBES M. I., Vues des palais et maisons de plaisance de S. M. le Roy de Prusse dessinées et gravées, Ausbourg, chez I. Geor. Merz, 1733, in fol., figurato.
Sono 45 tavole grandi, passabilmente intagliate all’acqua forte.
Sono 45 tavole grandi, passabilmente intagliate all’acqua forte.
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3969. BRUYN, ou Brune Corneille, Le voyage par la Moscovie, en Perse, et aux Indes Orientales. Ouvrage enrichie de 320 gravures, réprésentantes les plus belles vues de cet pays, et celle du palais de Persépolis, Amsterdam 1718, 2 vol., in fol. pet.
Si avverta che non manchi il bellissimo frontespizio figurato di Pickart, il ritratto dell’autore, e le tre carte geografiche in principio del I vol.: opera piena di cognizioni utili per le costumanze, e non comune in Italia.
Si avverta che non manchi il bellissimo frontespizio figurato di Pickart, il ritratto dell’autore, e le tre carte geografiche in principio del I vol.: opera piena di cognizioni utili per le costumanze, e non comune in Italia.
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3974. BUTTA-CALICE ab., Osservazioni relative ai due progetti sulla fabbrica del palazzo reale di Venezia. Opuscolo II, Venezia 1808, in 8, M. 31. Vedi Pinali.
3976. CAMPBELL. Vedi Vitruvius Britannicus.
3981. CAROTO Giovanni pittor veronese, Antichità di Verona da lui disegnate, e nuovamente date in luce, Roma, nella stamperia dei fratelli Merlo, 1746, in fol., fig., vedi Saraine etc.
Sono qui riprodotte le trentauna tavole in legno del Saraina in tutta dimensione precedute da tre avvisi, uno dello stampatore, uno del Saraina, l’altro di Giovanni Caroto ai lettori, e da un indice delle tavole.
Sono qui riprodotte le trentauna tavole in legno del Saraina in tutta dimensione precedute da tre avvisi, uno dello stampatore, uno del Saraina, l’altro di Giovanni Caroto ai lettori, e da un indice delle tavole.
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3987. CICOGNARA, Le fabbriche più cospicue di Venezia, misurate, illustrate ed intagliate dai membri della veneta R. Accademia di Belle Arti, Venezia, Tipografia Alvisopoli, 1815 al 1820, fig., vol. 2, in fol. mass.
Questa grand’opera contiene 250 tavole colle piante, spaccati, e prospetti de’ più insigni edfizj di Venezia di ogni età, accompagnati da dissertazioni storiche, e critiche, in molte delle quali concorsero oltre l’autore già indicato, il nob. 237 uomo Antonio Diedo segretario dell’Accademia, e il defunto professore Antonio Selva, ambedue nell’architettura peritissimi.
Questa grand’opera contiene 250 tavole colle piante, spaccati, e prospetti de’ più insigni edfizj di Venezia di ogni età, accompagnati da dissertazioni storiche, e critiche, in molte delle quali concorsero oltre l’autore già indicato, il nob. 237 uomo Antonio Diedo segretario dell’Accademia, e il defunto professore Antonio Selva, ambedue nell’architettura peritissimi.
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4004. E. S., Sopra le sedici colonne presso S. Lorenzo in Milano, opuscoletto 8, Monza 1811.
Scritto con molta critica, confutando le opinioni che le colonne esistessero originariamente ove trovansi.
Scritto con molta critica, confutando le opinioni che le colonne esistessero originariamente ove trovansi.
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4008. FENDT Tobiae, Monumenta clarorum doctrina praecipue toto orbe terrarum virorum collecta passim et maximo impendio cura et industria in aes incisa, sumptu et studio nobilis viri D. Sigefridi Rybisch, opera vero Tobiae Fendt civis et pictoris uratislaviensis etc. Editio tertia longe absolutissima, Francf. ad M., impensis Sigismundi Feirabendt, 1589, in fol.
Sono queste 126 tavole compreso il frontespizio figurato e intagliato in rame da Jodoco Amano Tigurino come per la sua marca, e lo stile si riconosce, le quali presentano una preziosa serie di monumenti ed iscrizioni lapidarie tratte dalle principali città d’Italia. Opera di qualche rarità, la quale conserva alcune memorie già perite e disperse.
Sono queste 126 tavole compreso il frontespizio figurato e intagliato in rame da Jodoco Amano Tigurino come per la sua marca, e lo stile si riconosce, le quali presentano una preziosa serie di monumenti ed iscrizioni lapidarie tratte dalle principali città d’Italia. Opera di qualche rarità, la quale conserva alcune memorie già perite e disperse.
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4020. GORI Anton Francesco, Descrizione della cappella di S. Antonio nella chiesa di S. Marco di Firenze presentata da Alamanno Salviati a Benedetto XIII, Firenze 1728, in fol., fig.
Con otto tavole in rame intagliate da Bernardo Sgrilli, e dal Ruggieri.
Con otto tavole in rame intagliate da Bernardo Sgrilli, e dal Ruggieri.
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4027. L’ITALIE illustrée en 135 figures en tailles donces en fol. dessinées, et gravées par les plus fameux graveurs des Pays Bas, avec l’explication en italien, françois, et latin, Leyde, chez Hank, 1757.
Potrebbe questo libro piuttosto intitolarsi come apparisce da un secondo frontespizio, Vedute di Venezia; poiché quasi tutto il volume è consacrato a questa città: rappresentata in 115 tavole, non ne restando che 20 alle vedute di altre principali città dell’Italia.
Potrebbe questo libro piuttosto intitolarsi come apparisce da un secondo frontespizio, Vedute di Venezia; poiché quasi tutto il volume è consacrato a questa città: rappresentata in 115 tavole, non ne restando che 20 alle vedute di altre principali città dell’Italia.
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4031. LITTA Pompeo, Famiglie celebri d’Italia, Milano, 1819, presso Paolo Emilio Giusti, in fol., fig.
Opera grandiosa, e una delle più insigni che si pubblichi 244 no in Italia. Esce a fascicoli separati, ogni fascicolo contiene una o più famiglie. Le medaglie che servono d’illustrazione sono tratte da musei, i monumenti dal vero. I fascicoli si danno uniti, e separati, a piacere; non vi è associazione: un autore nobile e indipendente non deve avere vincoli comuni agli editori mercenarj (così l’autore protesta). In questo primo fascicolo è illustrata la famiglia Attendolo Sforza: sono 31 carte fra le quali trovansi sedici stampe di medaglie e monumenti copiosissime eseguite con la massima diligenza e fedeltà, non potendosi mai lodare abbastanza la solerzia dell’autore nell’esame de’ materiali per tutte le storiche erudizioni di cui l’opera laboriosissima è ripiena. M. 105.
Opera grandiosa, e una delle più insigni che si pubblichi 244 no in Italia. Esce a fascicoli separati, ogni fascicolo contiene una o più famiglie. Le medaglie che servono d’illustrazione sono tratte da musei, i monumenti dal vero. I fascicoli si danno uniti, e separati, a piacere; non vi è associazione: un autore nobile e indipendente non deve avere vincoli comuni agli editori mercenarj (così l’autore protesta). In questo primo fascicolo è illustrata la famiglia Attendolo Sforza: sono 31 carte fra le quali trovansi sedici stampe di medaglie e monumenti copiosissime eseguite con la massima diligenza e fedeltà, non potendosi mai lodare abbastanza la solerzia dell’autore nell’esame de’ materiali per tutte le storiche erudizioni di cui l’opera laboriosissima è ripiena. M. 105.
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4060. PAOLINO da S. Bartolommeo, Viaggio alle Indie Orientali umiliato alla Santità di Pio VI, Roma 1796, in 4, fig.
Sono alcune tavole collocate fra il testo. Opera non dettata da buona critica.
Sono alcune tavole collocate fra il testo. Opera non dettata da buona critica.
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4077. RANGIASCHI Sebastiano, Del tempietto di Marte Ciprio, e de’ suoi monumenti dissotterrati nella campagna di Gubbio l’anno 1781, Gubbio 1784, in 12, figurato.
4086. SALVIATI Alamanno, Descrizione della cappella di S. Antonino arcivescovo di Firenze, Firenze 1728, in fol., fig.
4098. SPON Jacob, et Wheler Georg, Voyage d’Italie, de Dalmatie, de la Grece, et du Levant, Lion 1678, 3 vol., in 12, fig.
4099. TABLEAUX de Paris. Vedi S. Victor.
4104. Della VALLE, Storia del Duomo d’Orvieto, Roma 1791, in 4 e f.
Un volume in quarto, al quale s’unisce altro volume in foglio atlantico colle figure. Le tavole sono 38 e di ragionevole intaglio. Opera, che se non è eccellente in tutto ciò, che riguarda la critica, è però commendevole per le illustrazioni di fatto, e pei monumenti interessantissimi espressi nelle tavole.
Un volume in quarto, al quale s’unisce altro volume in foglio atlantico colle figure. Le tavole sono 38 e di ragionevole intaglio. Opera, che se non è eccellente in tutto ciò, che riguarda la critica, è però commendevole per le illustrazioni di fatto, e pei monumenti interessantissimi espressi nelle tavole.
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4123. WOLFE e GANDON. Vedi Vitruvius Britannicus.
4125. WORM Olai D., Regum Daniae series duplex et limitum inter Daniam et Sveciam descriptio, Hafniae 1640, in f.
4131. BARRI Giacomo, pittore in Venezia, Viaggio pipttoresco in cui si notano le più famose pitture dell’Italia, Venezia 1671, in 12.
4134. BOSSI Louis, Liste de principaux objets de sciences et d’arts recuellis en Italie par les Commis 261 saires du Gouvernement français, a Venise le 10 vend. an. VI de la R. Fr. (1 octob. 1797 V.S.), in fol., M. 81.
Esemplare segnato di pugno dell’autore in qualità di aggiunto alla commissione del governo francese per la ricerca degli oggetti di scienze ed arti al seguito dell’armata d’Italia.
Esemplare segnato di pugno dell’autore in qualità di aggiunto alla commissione del governo francese per la ricerca degli oggetti di scienze ed arti al seguito dell’armata d’Italia.
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4147. ORTELIO Abrahamo, Theatro del mondo da lui poco innanzi la sua morte riveduto, e di tavole nuove et commenti adorno et arricchito con la vita dell’autore, traslato in lingua toscana dal signor Filippo Pigafetta, Anversa, nella Plantiniana, 1612, in fol., fig. — Aggiuntovi: Il nomenclator ptolemaicus, Antuerpiae, typis Roberti Bruneau, 1609.
Copiosissima collezione con 231 tavole. Questa da noi si ritiene per la più completa e miglior edizione di quest’opera. Bellissimo esemplare.
Copiosissima collezione con 231 tavole. Questa da noi si ritiene per la più completa e miglior edizione di quest’opera. Bellissimo esemplare.
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4200. GUALDO Priorato Galeazzo, Relazione delle provincie unite del Paese Basso, Colonia 1668, in 4 piccolo.
Libro non comune e ben fatto di un autore distinto e meno conosciuto di quello che merita
Libro non comune e ben fatto di un autore distinto e meno conosciuto di quello che merita
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4243. MORIGIA Paolo, Historia dell’antichità di Milano, divisa in quattro libri, Venezia, appresso i Guerra, 1592, in 4.
Esemplare con emende manoscritte del p. Allegranza. Aggiuntavi la nobiltà, e progenie dei signori sessanta del Consiglio Generale della città di Milano. Tutte le opere di questo raccoglitor diligente di patrie memorie sono da tenersi in pregio.
Esemplare con emende manoscritte del p. Allegranza. Aggiuntavi la nobiltà, e progenie dei signori sessanta del Consiglio Generale della città di Milano. Tutte le opere di questo raccoglitor diligente di patrie memorie sono da tenersi in pregio.
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4249. OPICELLO Monumenta Bibliothecae Ambrosianae, Mediolani 1618, in 8. Interessantissimo e raro libretto per la storia, e le derivazioni delle preziosità ivi custodite, e pervenute.
4260. MANNLICH, Notice des tableaux de la Galérie Royale de Schlesheim, Munic 1810, in 8.
Scritto in tedesco, ove sono molte notizie intorno le antiche pitture di quella R. Galleria.
Scritto in tedesco, ove sono molte notizie intorno le antiche pitture di quella R. Galleria.
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4266. MORMILE D. Giuseppe, Descrizione della città di Napoli, e delle antichità di Pozzuolo.
La prima è stampata nel 1670 in Napoli. La seconda nel 1669 in 8 con alcune tavole in legno delle antichità, e una carta topografica dei luoghi.
La prima è stampata nel 1670 in Napoli. La seconda nel 1669 in 8 con alcune tavole in legno delle antichità, e una carta topografica dei luoghi.
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4268. PETRINI Paolo, Facciate delle chiese più cospicue di Napoli, tavole 20, in 4 obl., Napoli 1718. — Principali parti della città di Napoli, 21 vedute delle più belle fabbriche, fortezze, e strade. Sono però 26 vedute. — Facciate delli palazzi più cospicui della città di Napoli, tav. 16, legate in un sol volume. Opera di meno che mediocre esecuzione, e poco conosciuta.
4272. VIVENZIO Nicola, Delle antiche provincie del Regno di Napoli da Carlo I d’Angiò, fino al Re Cattolico Carlo III, Napoli 1811, in 4.
4278. MOSCHINI Giovan Antonio, Breve guida all’amico delle belle arti per la città di Padova, 1817, in 12.
Estratta dall’opera più estesa pubblicata nello stesso anno dal medesimo autore.
Estratta dall’opera più estesa pubblicata nello stesso anno dal medesimo autore.
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4281. De la VALLE fra Guglielmo, Delle pitture del chiostro maggiore di S. Giustina in Padova, lettera in 8. PARIGI
4293. NOTICES des desseins originaux, tableaux, statues et autres objets trasportes d’Italie en France, vol. 14, in 12.
In differenti epoche uscivano questi piccoli volumetti a Parigi, secondo le varie esposizioni, e sono qui riuniti dal 1796 in poi.
In differenti epoche uscivano questi piccoli volumetti a Parigi, secondo le varie esposizioni, e sono qui riuniti dal 1796 in poi.
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4299. CRISPOLTI Cesare, Perugia Augusta descritta, Perugia 1648, in 4 pic.
In questo volume si dà conto più della storia che dei monumenti.
In questo volume si dà conto più della storia che dei monumenti.
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4307. CARASI Carlo, Le pitture pubbliche di Piacenze, Piacenza 1780, in 8.
4324. SPRETI Desiderii ravennatis, De amplitudine, de vastatione, et de instauratione urbis Ravennae, Venetiis, per Matheum Capcasam, 1489, in 8.
D’incontro al titolo è una lettera di Giacomo Franco ravennate diretta a Niccolò Foscari patrizio veneto. Lo Spreti 284 poi con altra dedica intitola il suo libro a Giovan Antonio Marcello patrizio veneto.
D’incontro al titolo è una lettera di Giacomo Franco ravennate diretta a Niccolò Foscari patrizio veneto. Lo Spreti 284 poi con altra dedica intitola il suo libro a Giovan Antonio Marcello patrizio veneto.
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4348. BARDI Girolamo, Delle cose notabili della città di Venezia, coll’aggiunta della dichiarazione delle storie dipinte nel Palazzo Ducale, Venezia, Valgrisio, 1587, in 8.
4357. CORONELLI P., Procuratori di S. Marco ragguardevoli per lo 287ro dignità e meriti, colla loro origine, e cronologia descritti, Venezia 1705, in 12.
Quaranta edizioni almeno si fecero della guida del Coronelli in prova della povertà di critica in cui si trovava il mondo allora, e della prevenzione che in favore di questo laboriosissimo frate esisteva, sebbene non avesse ombra di gusto.
Quaranta edizioni almeno si fecero della guida del Coronelli in prova della povertà di critica in cui si trovava il mondo allora, e della prevenzione che in favore di questo laboriosissimo frate esisteva, sebbene non avesse ombra di gusto.
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4358. CORONELLI, Arme, blasoni, o insegne gentilizie delle famiglie patrizie esistenti nella Repubblica di Venezia, in 16, fig.
Utilissimo libretto per la ricognizione d’una quantità di monumenti, i quali per tutta iscrizione non hanno che gli stemmi.
Utilissimo libretto per la ricognizione d’una quantità di monumenti, i quali per tutta iscrizione non hanno che gli stemmi.
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4368. LOREDANO Francesco, Vita di Alessandro III Pontefice Massimo, Venezia, 1637, per il Sarzina, in 8. — Aggiuntavi: La vittoria navale ottenuta dalla Repubblica Veneziana contro Ottone figliuolo di Federico I Imperatore; e la restituzione di Alessandro III venuto a Venezia, descritta da Girolamo Bardi fiorentino, Venezia, presso Francesco Ziletti, 1585.
Libri utilissimi per la spiegazione delle pitture riguardanti i fasti patrj, che si vedono nel Palazzo Ducale di Venezia.
Libri utilissimi per la spiegazione delle pitture riguardanti i fasti patrj, che si vedono nel Palazzo Ducale di Venezia.
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4373. MOSCHINI Giovan Antonio, Guida per la città di Venezia, vol. 2, Venezia 1815, in 12.
Libro ben fatto, cercandosi dallo zelante autore d’illustrare tutte le cose che erano rimaste oscure per incuria de’ suoi predecessori con alcune passabili tavole in rame.
Libro ben fatto, cercandosi dallo zelante autore d’illustrare tutte le cose che erano rimaste oscure per incuria de’ suoi predecessori con alcune passabili tavole in rame.
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4375. MOSCHINI Giovan Antonio, Ragguaglio delle cose notabili nella chiesa e nel seminario patriarcale di S. M. della Salute in Venezia, 1819, in 8.
4381. TEATRO delle fabbriche più cospicue in prospettiva, sì pubbliche, che private della città di Venezia, per Giovan Battista Albrizzi, in 4 oblongo.
Quest’operetta in 45 tavole compresa, una bella pianta di Venezia in piccolo, è assai ben fatta: e molto preferibile a quella del Formaleoni. Francesco Zucchi fu l’intagliatore.
Quest’operetta in 45 tavole compresa, una bella pianta di Venezia in piccolo, è assai ben fatta: e molto preferibile a quella del Formaleoni. Francesco Zucchi fu l’intagliatore.
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4396. PEZZI Jean, Vienne, et ses environs precedée d’un precis historique sur cette ville, 4me edition revue et augmentée, 1818, in 16.
Questo libro è fatto secondo il bisogno de’ viaggiatori, ed è utile, conciso, chiaro, sebbene le sue opinioni tendano a lodar tutto, per rendersi accetto, con poca libertà ne’ suoi giudizj.
Questo libro è fatto secondo il bisogno de’ viaggiatori, ed è utile, conciso, chiaro, sebbene le sue opinioni tendano a lodar tutto, per rendersi accetto, con poca libertà ne’ suoi giudizj.
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4399. LANDO Ortensio, Sette libri de’ cataloghi a varie cose appartenenti non solo antiche, ma anche moderne, opera molto utile all’historia, et da cui prender si può materia di favellare d’ogni proposito che ci occorra, Vinegia, presso Gabriel Giolito, 1552, in 8.
Libro di non comune interesse e ripieno di curiose notizie. Questo è composto da Ortensio Lando; e parlando in alcuni di questi cataloghi degli uomini a’ suoi tempi chiari per dottrina, non manca di parlar di se stesso.
Libro di non comune interesse e ripieno di curiose notizie. Questo è composto da Ortensio Lando; e parlando in alcuni di questi cataloghi degli uomini a’ suoi tempi chiari per dottrina, non manca di parlar di se stesso.
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4401. De MAROLLES, Catalogue de livres d’estampes, Paris 1672, in 8.
Questi due cataloghi possono ritenersi tra i più rari e preziosi in questo genere.
Questi due cataloghi possono ritenersi tra i più rari e preziosi in questo genere.
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4443. REMY, Catalogue raisonné des tableaux, peintures a gouache, bas reliefs etc. du Cabinet de M. Marval, Paris 1768, en 12, coi prezzi.
4446. CHEREAU, Marchand d’estampes, catalogue des estampes provenantes des fonds des plaches de Gerard d’Audran, Poilly, Bernanrd, Lépicier, Paris 1770, in 4.
4451. HEINECHEN, Idée générale d’une colléction complette d’estampes avec une dissértation sur l’origine des gravûres, a Leipzig 1771, in 8, fig.
Libro dottamente eseguito con molti fac simile di incisioni in diverse maniere.
Libro dottamente eseguito con molti fac simile di incisioni in diverse maniere.
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4459. REMY, Catalogue d’une parfaite colléction de tableaux de maitres renommés la plupart hollandois, ou flamands, Paris 1773, in 12, coi prezzi.
4475. CATALOGUE des tableaux et desseins du Cabinet de M. Caron, Paris 1779, en 12.
4476. CATALOGUE des livres rares, et singuliers du Cabinet de M. Filheul, Paris, chez Dessain, 1779, avec prix. 299