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Della architettura trattati
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Quest’opera non è che la riproduzione di quella di Briseux.
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Questa raccolta di piccoli monumenti, come cammini, scale, porte, finestre, soffitti ed altro, de’ principali palazzi
d’Inghilterra è una scelta che fu diretta dal gusto del C. di Burlington. Le tavole sono 53, d’intaglio diligente.
Questa raccolta di piccoli monumenti, come cammini, scale, porte, finestre, soffitti ed altro, de’ principali palazzi
d’Inghilterra è una scelta che fu diretta dal gusto del C. di Burlington. Le tavole sono 53, d’intaglio diligente.
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Questo architetto a giusto titolo può dirsi il Palladio dell’Inghilterra, la quale troppo presto si scostò dalla purità
del suo stile: 73 tavole contiene il primo volume: e 63 il secondo, nelle quali si vede come avrebbe potuto
gareggiare l’anglica colla romana magnificenza; se per bizzarria di novità non si fosse abbandonata troppo presto
l’ultima direzione che questo maestro aveva data a simili studi.
Questo architetto a giusto titolo può dirsi il Palladio dell’Inghilterra, la quale troppo presto si scostò dalla purità
del suo stile: 73 tavole contiene il primo volume: e 63 il secondo, nelle quali si vede come avrebbe potuto
gareggiare l’anglica colla romana magnificenza; se per bizzarria di novità non si fosse abbandonata troppo presto
l’ultima direzione che questo maestro aveva data a simili studi.
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Opera stimata per le cognizioni profonde di pratica e di matematica applicata all’architettura, ritenuta anche rara
dal de Bure. Le tavole in legno sono inserite fra il testo: nulla 95verte su ciò che è delineazione degli ordini,
o parti orna mentali dell’architettura.
Opera stimata per le cognizioni profonde di pratica e di matematica applicata all’architettura, ritenuta anche rara
dal de Bure. Le tavole in legno sono inserite fra il testo: nulla 95verte su ciò che è delineazione degli ordini,
o parti orna mentali dell’architettura.
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Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono
tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive
inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono
tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive
inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
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É la prima e più splendida edizione di quest’opera, consistente in 32 tavole in foglio.
É la prima e più splendida edizione di quest’opera, consistente in 32 tavole in foglio.
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In fine è il libro estraordinario di architettura di Sebastiano Serlio contenente 50 porte,
Lione,
presso Guglielmo Rovinio,
1560,
in fol. fig.
In quest’opera di Labacco ove le tavole sono sommamente preziose per la bellezza dell’intaglio importa
conoscere il loro numero, distribuzione e contraffazione. Comincia l’opera col frontispizio figurato e in un
cartello: Libro d’Antonio Labacco appartenente a l’architettura nel quale si figurano alcune notabili antichità di
Roma: nel foglio susseguente Impresso in Roma in Casa Nostra negli anni del Signore 1558 con Privilegi che
per 10 anni prossimi niuno ardisca imprimerlo ec. A tergo è il Privilegio di Paolo III; nel secondo foglio quello
di Giulio III: a tergo di questo il Privilegio di Paolo III, ove si richiamano i privilegi anteriori: nel terzo foglio il
Privilegio della Signoria di Venezia colla data del 1552: a tergo del quale l’avviso di Antonio Labacco ai lettori.
Cominciano le tavole colla pianta della mole di Adriano che in un angolo superiore della lamina ha il numero 5;
e procedono per 26 fogli fino alla tavola numero 30, che essendo doppia ha li due numeri 29 e 30 e rappresenta il
porto di Traiano. Viene una carta impressa di testo intorno questa tavo96la che occupa due pagine senza
esser numerate e sono in luogo del 31 e 32: e il libro finisce con altre 4 tavole e l’ultimo numero 36.
In quest’opera di Labacco ove le tavole sono sommamente preziose per la bellezza dell’intaglio importa
conoscere il loro numero, distribuzione e contraffazione. Comincia l’opera col frontispizio figurato e in un
cartello: Libro d’Antonio Labacco appartenente a l’architettura nel quale si figurano alcune notabili antichità di
Roma: nel foglio susseguente Impresso in Roma in Casa Nostra negli anni del Signore 1558 con Privilegi che
per 10 anni prossimi niuno ardisca imprimerlo ec. A tergo è il Privilegio di Paolo III; nel secondo foglio quello
di Giulio III: a tergo di questo il Privilegio di Paolo III, ove si richiamano i privilegi anteriori: nel terzo foglio il
Privilegio della Signoria di Venezia colla data del 1552: a tergo del quale l’avviso di Antonio Labacco ai lettori.
Cominciano le tavole colla pianta della mole di Adriano che in un angolo superiore della lamina ha il numero 5;
e procedono per 26 fogli fino alla tavola numero 30, che essendo doppia ha li due numeri 29 e 30 e rappresenta il
porto di Traiano. Viene una carta impressa di testo intorno questa tavo96la che occupa due pagine senza
esser numerate e sono in luogo del 31 e 32: e il libro finisce con altre 4 tavole e l’ultimo numero 36.
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Siccome pochi sono i fogli d’impressione a caratteri, cosi ad ogni anno si andarono ristampando esemplari di
quest’opera ricercatissima, e fra le più belle d’antichità romane, e gli stampatori mettevano sempre gli anni
addietro per screditare il meno possibile le ristampe. Uno dei segnali di contraffazione d’altra edizione, portante
la medesima data di questa, è nello scritto del secondo foglietto. Poiché in vece dì NEGL’ sta scritto NE GL’:
oltre la diversità dei caratteri rotondi e le stampe che sono più logore: e in un altro esemplare che porta la data
del 1507, quantunque di vari anni a questa posteriore, trovasi un fiore sotto l’ultima parola di questo foglietto
medesimo. Non abbiamo veduti esemplari colla data del 1552, contemporanei al Privilegio della Signoria di
Venezia, che dovrebbero essere senza il privilegio de’ papi posteriori, quando realmente non seguisse la stampa
molto dopo.
Siccome pochi sono i fogli d’impressione a caratteri, cosi ad ogni anno si andarono ristampando esemplari di
quest’opera ricercatissima, e fra le più belle d’antichità romane, e gli stampatori mettevano sempre gli anni
addietro per screditare il meno possibile le ristampe. Uno dei segnali di contraffazione d’altra edizione, portante
la medesima data di questa, è nello scritto del secondo foglietto. Poiché in vece dì NEGL’ sta scritto NE GL’:
oltre la diversità dei caratteri rotondi e le stampe che sono più logore: e in un altro esemplare che porta la data
del 1507, quantunque di vari anni a questa posteriore, trovasi un fiore sotto l’ultima parola di questo foglietto
medesimo. Non abbiamo veduti esemplari colla data del 1552, contemporanei al Privilegio della Signoria di
Venezia, che dovrebbero essere senza il privilegio de’ papi posteriori, quando realmente non seguisse la stampa
molto dopo.
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È da notarsi che la data è contraffatta.
È da notarsi che la data è contraffatta.
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