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Della architettura trattati
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Il primo volume contiene le istruzioni elementari divise in tre libri. Il secondo è formato da 100 tavole in rame
relative a quel tomo. Il terzo contiene le istruzioni diverse per l’architetto civile divise in due libri. Il quarto è
formato da 111 tavole di doppia grandezza relative al volume terzo. La prima parte dell’opera è dedicata alla
Maestà di Dio; la seconda alla Vergine Maria: opera indigesta, farraginosa e di pessimo gusto.
Il primo volume contiene le istruzioni elementari divise in tre libri. Il secondo è formato da 100 tavole in rame
relative a quel tomo. Il terzo contiene le istruzioni diverse per l’architetto civile divise in due libri. Il quarto è
formato da 111 tavole di doppia grandezza relative al volume terzo. La prima parte dell’opera è dedicata alla
Maestà di Dio; la seconda alla Vergine Maria: opera indigesta, farraginosa e di pessimo gusto.
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, Il codice è composto da 124 foglietti; sonovi alcune poche figure e i vocaboli greci al margine. Fu confrontato e
corrisponde, con piccolissime varietà e non essenziali, ai due principali della Vaticana e per la bellissima sua
conserva 127 zione, e prima legatura e lettere aurate, e nitidezza di pergamene il riteniamo di non comune
preziosità.
Il codice è composto da 124 foglietti; sonovi alcune poche figure e i vocaboli greci al margine. Fu confrontato e
corrisponde, con piccolissime varietà e non essenziali, ai due principali della Vaticana e per la bellissima sua
conserva 127 zione, e prima legatura e lettere aurate, e nitidezza di pergamene il riteniamo di non comune
preziosità.
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, Questo codice che non giunge se non a tutto il terzo libro è stato cominciato col massimo lusso ed eleganza,
essendo la prima pagina interamente scritta a lettere d’oro e le due seguenti alternate in oro in lapis lazzuli e in
porpora: tutto il resto del codice in minio e in nero, è della massima bellezza: non è però anteriore al XV secolo.
Era nella biblioteca del Duca di Cassano.
Questo codice che non giunge se non a tutto il terzo libro è stato cominciato col massimo lusso ed eleganza,
essendo la prima pagina interamente scritta a lettere d’oro e le due seguenti alternate in oro in lapis lazzuli e in
porpora: tutto il resto del codice in minio e in nero, è della massima bellezza: non è però anteriore al XV secolo.
Era nella biblioteca del Duca di Cassano.
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, Nel principio è la lettera di Giovanni Sulpizio al lettore: segue l’indice: poi la lettera del Cardinal Riario a
Giovanni Sulpizio: vengono i dieci libri di Viuuvio: che finiscono con una carta di errata col registro. In fine
Sexti Iulii Frontini Consularis de acques quae in urbem influunt; libellus mirabilis. Dell’ultima carta è il registro
dei fogli, in fol., senza luogo ed anno.
Questa è la più rara e pregiata edizione di quest’opera per esser la prima non solo, ma perché il suo testo è
bastantemente corretto: esemplare magnifico in vit. dor. Era della biblioteca Corsini.
Nel principio è la lettera di Giovanni Sulpizio al lettore: segue l’indice: poi la lettera del Cardinal Riario a
Giovanni Sulpizio: vengono i dieci libri di Viuuvio: che finiscono con una carta di errata col registro. In fine
Sexti Iulii Frontini Consularis de acques quae in urbem influunt; libellus mirabilis. Dell’ultima carta è il registro
dei fogli, in fol., senza luogo ed anno.
Questa è la più rara e pregiata edizione di quest’opera per esser la prima non solo, ma perché il suo testo è
bastantemente corretto: esemplare magnifico in vit. dor. Era della biblioteca Corsini.
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, Non si può indovinare l’editore, né lo stampatore di questo testo, in cui trovansi alcuni poche varietà
dell’edizione principe ec. Tre o quattro figure di semplici quadrati non bastano a poter dillo fra Vitruvii figurali:
alcuni erroneamente un tempo lo riputarono prima edizione. L’anno di stampa trovasi dopo il X libro prima degli
opuscoli e del Frontino. Il testo è preceduto da due soli foglietti colle tavole dei capitoli e il frontespizio. In tutto
il volume sono 86 foglietti. Esemplare di bellissima conservazione.
Non si può indovinare l’editore, né lo stampatore di questo testo, in cui trovansi alcuni poche varietà
dell’edizione principe ec. Tre o quattro figure di semplici quadrati non bastano a poter dillo fra Vitruvii figurali:
alcuni erroneamente un tempo lo riputarono prima edizione. L’anno di stampa trovasi dopo il X libro prima degli
opuscoli e del Frontino. Il testo è preceduto da due soli foglietti colle tavole dei capitoli e il frontespizio. In tutto
il volume sono 86 foglietti. Esemplare di bellissima conservazione.
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, Le poche varianti che incontranti in questa edizione dalla 128 precedente di Toscana non sono prese da alcun
codice, né in alcun motto comprovate, ma dettate da semplici conghietture: in tutto rassomiglia l’edizione
fiorentina e non conosciamo se alcun uomo di profonda dottrina ne procurasse la ristampa. Sono questi 91
foglietti di stampa per l’aggiunta del Cleonide. L’anno di stampa sta dopo il decimo libro di Vitruvio.
Le poche varianti che incontranti in questa edizione dalla 128 precedente di Toscana non sono prese da alcun
codice, né in alcun motto comprovate, ma dettate da semplici conghietture: in tutto rassomiglia l’edizione
fiorentina e non conosciamo se alcun uomo di profonda dottrina ne procurasse la ristampa. Sono questi 91
foglietti di stampa per l’aggiunta del Cleonide. L’anno di stampa sta dopo il decimo libro di Vitruvio.
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, È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono
esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare,
di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse
completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in
legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio
mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni
del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono
esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare,
di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse
completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in
legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio
mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni
del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
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, Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno
sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con
autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali:
Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in
principio.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno
sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con
autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali:
Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in
principio.
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, A tergo di questo frontespizio seguono i privilegi di Leon X 129 e Francesco I. Indi in sei susseguenti
foglietti le tavole dei vocaboli e dei capitoli. Nell’ottavo foglio è l’orazione di Luigi Pirovano ai patrizi e al
popolo di Milano, da cui si riconosce che avanti di stampare questa traduzione, fu data a rivedere ed emendare a
Mauro Bono bergamasco, uomo in quest’arte esperto: a tergo di quest’indirizzo è la prefazione o dedica a
Francesco re di Francia e duca di Milano, stesa da Agostino Gallo novocomense, regio Referendario in Milano.
Dopo questi otto fogli comincia l’opera cosi Di Lucio Vitruvio Pollione, a Cesare Angusto, de Architectura
incomenza il primo libro. Translato in vulgare. sermone commentato ed figurato do Cesare Cesariano cittadino
mediolanense professore di architettura; con moltissime note ripiene di cognizioni in materia di arte e gran
numero di tavole intagliate in legno, fra le quali gli antichi disegni dell’alzato e pianta del duomo di Milano.
Continua il testo per cento ottanta tre fogli, nell’ultimo de’ quali finis. Qui finisce l’opera, preclara de L. Vitr.
Pol. de Architectura, traducta de latino in vulgare, historiata e commentata a spese e istanzia del magnifico D.
Augustino Gallo cittadino comense, e r. referendario ec. e del nobile D. Alvisio Pirovano patricio milanese. ec.
ec. Impressa nell’amena et delectevole citade de Como per magistro Goiardo da Ponte citadino milanese
nell’anno di N. S. G. Cristo 1521. 25 mensis Julii regnante il Christianissimo re di Francia Francisco Duca de
Milano etc. tic. A tergo è il registro de’ fogli: l’ultimo foglio poi contiene la tavola degli errori e una protesta
singolare del Gallo e del Pirovano contro il Cesariano che partì da Como, lasciando i suoi mecenati
nell’imbroglio della stampa e della revisione, dopo consegnatoli manoscritto: ragione per cui ebbero bisogno
dell’aiuto di Benedetto Giovio e Mauro Bono per condurre una sì laboriosa edizione.
Gli esemplari di bella conservazione sono rari; difficilmente si conosce il più insigne di questo nostro, che
apparteneva al Tuano.
A tergo di questo frontespizio seguono i privilegi di Leon X 129 e Francesco I. Indi in sei susseguenti
foglietti le tavole dei vocaboli e dei capitoli. Nell’ottavo foglio è l’orazione di Luigi Pirovano ai patrizi e al
popolo di Milano, da cui si riconosce che avanti di stampare questa traduzione, fu data a rivedere ed emendare a
Mauro Bono bergamasco, uomo in quest’arte esperto: a tergo di quest’indirizzo è la prefazione o dedica a
Francesco re di Francia e duca di Milano, stesa da Agostino Gallo novocomense, regio Referendario in Milano.
Dopo questi otto fogli comincia l’opera cosi Di Lucio Vitruvio Pollione, a Cesare Angusto, de Architectura
incomenza il primo libro. Translato in vulgare. sermone commentato ed figurato do Cesare Cesariano cittadino
mediolanense professore di architettura; con moltissime note ripiene di cognizioni in materia di arte e gran
numero di tavole intagliate in legno, fra le quali gli antichi disegni dell’alzato e pianta del duomo di Milano.
Continua il testo per cento ottanta tre fogli, nell’ultimo de’ quali finis. Qui finisce l’opera, preclara de L. Vitr.
Pol. de Architectura, traducta de latino in vulgare, historiata e commentata a spese e istanzia del magnifico D.
Augustino Gallo cittadino comense, e r. referendario ec. e del nobile D. Alvisio Pirovano patricio milanese. ec.
ec. Impressa nell’amena et delectevole citade de Como per magistro Goiardo da Ponte citadino milanese
nell’anno di N. S. G. Cristo 1521. 25 mensis Julii regnante il Christianissimo re di Francia Francisco Duca de
Milano etc. tic. A tergo è il registro de’ fogli: l’ultimo foglio poi contiene la tavola degli errori e una protesta
singolare del Gallo e del Pirovano contro il Cesariano che partì da Como, lasciando i suoi mecenati
nell’imbroglio della stampa e della revisione, dopo consegnatoli manoscritto: ragione per cui ebbero bisogno
dell’aiuto di Benedetto Giovio e Mauro Bono per condurre una sì laboriosa edizione.
Gli esemplari di bella conservazione sono rari; difficilmente si conosce il più insigne di questo nostro, che
apparteneva al Tuano.
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, Questa edizione non è dissimile da quella del 1513 dello stesso Giunta, se non in quanto che gli errori nella
prima descritti nell’indice, sono in questa corretti. Le figure sono esattamente le stesse.
Questa edizione non è dissimile da quella del 1513 dello stesso Giunta, se non in quanto che gli errori nella
prima descritti nell’indice, sono in questa corretti. Le figure sono esattamente le stesse.
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