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Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre
avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel
Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre
avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel
Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
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, Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547,
sebbene da lui stesso diretta e procurata
Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547,
sebbene da lui stesso diretta e procurata
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, Questi due esemplari l’uno colta data di Ginevra, l’altro 135 con quella di Lione, sono una medesima e sola
edizione, la quale esattamente corrisponde a quella del 1552, prodotta dallo stesso Tornesio, colle medesime
figure.
Questi due esemplari l’uno colta data di Ginevra, l’altro 135 con quella di Lione, sono una medesima e sola
edizione, la quale esattamente corrisponde a quella del 1552, prodotta dallo stesso Tornesio, colle medesime
figure.
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, Questo medico studiosissimo d’ogni modo di belle cognizioni, sebbene non profondissimo, fu il primo a tradurre
Vitruvio in tedesco. La prima edizione la pubblicò a Norimberga nel 1548, e poscia nel 1755 a Basilea.
Quest’ultima edizione dicesi ricorretta ed ampliata, ma con pochissime variazioni dalle precedenti. Le tavole in
legno numerosissime e singolari, di che è fornita quest’edizione, sono le stesse delle altre edizioni ec. Molte di
queste aveva prima prodotte nel 1547 nella sua opera di architettura e prospettiva. Vedi Rivio.
Questo medico studiosissimo d’ogni modo di belle cognizioni, sebbene non profondissimo, fu il primo a tradurre
Vitruvio in tedesco. La prima edizione la pubblicò a Norimberga nel 1548, e poscia nel 1755 a Basilea.
Quest’ultima edizione dicesi ricorretta ed ampliata, ma con pochissime variazioni dalle precedenti. Le tavole in
legno numerosissime e singolari, di che è fornita quest’edizione, sono le stesse delle altre edizioni ec. Molte di
queste aveva prima prodotte nel 1547 nella sua opera di architettura e prospettiva. Vedi Rivio.
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, Le figure che trovansi in questa edizione non corrispondono a quelle delle altre due sopra citate del Martino, ma
gli editori si sono serviti di quelle dell’edizione tornesiana latina. Quanto al testo questa versione non differisce
dalle antiche se non nella miglior forma del dire, abbandonata la vecchia ortografia.
Le figure che trovansi in questa edizione non corrispondono a quelle delle altre due sopra citate del Martino, ma
gli editori si sono serviti di quelle dell’edizione tornesiana latina. Quanto al testo questa versione non differisce
dalle antiche se non nella miglior forma del dire, abbandonata la vecchia ortografia.
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, Quest’edizione è presa dalla precedente del 1567 colla differenza di essere assai meno corretta, ed essendo state
dallo stampatore in più luoghi omesse tavole necessarie, o sostituite alcune altre che non hanno che fare col testo.
Ma ciò che è più strano si è che il de’ Vecchi editore, ponendo il suo nome al proemio che aveva prodotto il
Franceschi nella più antica citata edizione, ove parla del Barbaro si esprime come se avesse avuto dialogo con lui
nelle materie vitruviane ed era morto 59 anni prima di questa seconda edizione: il che prova che ristampò e fece
suo il proemio del Franceschi, senza leggerlo.
Quest’edizione è presa dalla precedente del 1567 colla differenza di essere assai meno corretta, ed essendo state
dallo stampatore in più luoghi omesse tavole necessarie, o sostituite alcune altre che non hanno che fare col testo.
Ma ciò che è più strano si è che il de’ Vecchi editore, ponendo il suo nome al proemio che aveva prodotto il
Franceschi nella più antica citata edizione, ove parla del Barbaro si esprime come se avesse avuto dialogo con lui
nelle materie vitruviane ed era morto 59 anni prima di questa seconda edizione: il che prova che ristampò e fece
suo il proemio del Franceschi, senza leggerlo.
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, Questa è fra le edizioni di questo classico la più ricca di opuscoli vitruviani riprodotti con nitidezza
d’impressione, e correzione nei testi. Gli elementi d’architettura di Enrico Woton precedono i X libri di Vitruvio,
poi vengono il vocabolario e gli scamilli del Baldo, il libro della pittura di L. B. Alberti, la Voluta Ionica di
Nicolo Goldmano, gli opuscoli sulla scultura del Gaurico, del Demonziosio, con molte note del Philandro, del
Meibomio, del Salmasio e copiosi indici ec. Esemplare in marrocchino dorato.
Questa è fra le edizioni di questo classico la più ricca di opuscoli vitruviani riprodotti con nitidezza
d’impressione, e correzione nei testi. Gli elementi d’architettura di Enrico Woton precedono i X libri di Vitruvio,
poi vengono il vocabolario e gli scamilli del Baldo, il libro della pittura di L. B. Alberti, la Voluta Ionica di
Nicolo Goldmano, gli opuscoli sulla scultura del Gaurico, del Demonziosio, con molte note del Philandro, del
Meibomio, del Salmasio e copiosi indici ec. Esemplare in marrocchino dorato.
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, Questa prima edizione della versione di Perrault non è preferibile alla seconda, se non in quanto alla maggior
freschezza delle bellissime tavole di cui va ornata. Di due generi sono queste, poiché le grandi in numero di 64
sono intagliate in rame e le piccole in legno sono collocate fra il testo.
Questa prima edizione della versione di Perrault non è preferibile alla seconda, se non in quanto alla maggior
freschezza delle bellissime tavole di cui va ornata. Di due generi sono queste, poiché le grandi in numero di 64
sono intagliate in rame e le piccole in legno sono collocate fra il testo.
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, Questo dotto ed elegante lavoro estratto da un’opera classica e grandiosa come Vitruvio, non poteva esser fatto
con maggiore accorgimento e trovansi in fine undici tavole intagliate in rame con molto buon gusto ed
accuratezza.
Questo dotto ed elegante lavoro estratto da un’opera classica e grandiosa come Vitruvio, non poteva esser fatto
con maggiore accorgimento e trovansi in fine undici tavole intagliate in rame con molto buon gusto ed
accuratezza.
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