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1558
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Della architettura trattati
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Esemplare di singolar rarità. Nondimeno ci conviene osservare che questa figura non ha che fare né col volume,
né col numero delle carte, essendo solamente intagliata da Giorgio Mantovano sul disegno di Giovan Battista
Bertano. In fatti il registro delle carte indica che il primo foglio A è foglio solo, che gli altri sono duerni, e l’E è
terzo. Il nostro esemplare è nuovo e slegato, e si verifica come l’altra parte del primo foglio è bianca: oltre di che
avendo fatte verificazioni su di altri esemplari ben conservati, quella prima carta è sempre bianca, e quand’anche
siavi per vaghezza aggiunta la stampa dell’Ercole, questa è sempre tirata in altra qualità di carte ed eccede dal
numero indicato nel registro. Le tavole sono intagliate in legno e collocate fra il testo. L’esemplare debb’essere
di 28 carte compresa la prima bianca e l’Ercole è un di più.
Esemplare di singolar rarità. Nondimeno ci conviene osservare che questa figura non ha che fare né col volume,
né col numero delle carte, essendo solamente intagliata da Giorgio Mantovano sul disegno di Giovan Battista
Bertano. In fatti il registro delle carte indica che il primo foglio A è foglio solo, che gli altri sono duerni, e l’E è
terzo. Il nostro esemplare è nuovo e slegato, e si verifica come l’altra parte del primo foglio è bianca: oltre di che
avendo fatte verificazioni su di altri esemplari ben conservati, quella prima carta è sempre bianca, e quand’anche
siavi per vaghezza aggiunta la stampa dell’Ercole, questa è sempre tirata in altra qualità di carte ed eccede dal
numero indicato nel registro. Le tavole sono intagliate in legno e collocate fra il testo. L’esemplare debb’essere
di 28 carte compresa la prima bianca e l’Ercole è un di più.
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É la prima e più splendida edizione di quest’opera, consistente in 32 tavole in foglio.
É la prima e più splendida edizione di quest’opera, consistente in 32 tavole in foglio.
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In fine è il libro estraordinario di architettura di Sebastiano Serlio contenente 50 porte,
Lione,
presso Guglielmo Rovinio,
1560,
in fol. fig.
In quest’opera di Labacco ove le tavole sono sommamente preziose per la bellezza dell’intaglio importa
conoscere il loro numero, distribuzione e contraffazione. Comincia l’opera col frontispizio figurato e in un
cartello: Libro d’Antonio Labacco appartenente a l’architettura nel quale si figurano alcune notabili antichità di
Roma: nel foglio susseguente Impresso in Roma in Casa Nostra negli anni del Signore 1558 con Privilegi che
per 10 anni prossimi niuno ardisca imprimerlo ec. A tergo è il Privilegio di Paolo III; nel secondo foglio quello
di Giulio III: a tergo di questo il Privilegio di Paolo III, ove si richiamano i privilegi anteriori: nel terzo foglio il
Privilegio della Signoria di Venezia colla data del 1552: a tergo del quale l’avviso di Antonio Labacco ai lettori.
Cominciano le tavole colla pianta della mole di Adriano che in un angolo superiore della lamina ha il numero 5;
e procedono per 26 fogli fino alla tavola numero 30, che essendo doppia ha li due numeri 29 e 30 e rappresenta il
porto di Traiano. Viene una carta impressa di testo intorno questa tavo96la che occupa due pagine senza
esser numerate e sono in luogo del 31 e 32: e il libro finisce con altre 4 tavole e l’ultimo numero 36.
In quest’opera di Labacco ove le tavole sono sommamente preziose per la bellezza dell’intaglio importa
conoscere il loro numero, distribuzione e contraffazione. Comincia l’opera col frontispizio figurato e in un
cartello: Libro d’Antonio Labacco appartenente a l’architettura nel quale si figurano alcune notabili antichità di
Roma: nel foglio susseguente Impresso in Roma in Casa Nostra negli anni del Signore 1558 con Privilegi che
per 10 anni prossimi niuno ardisca imprimerlo ec. A tergo è il Privilegio di Paolo III; nel secondo foglio quello
di Giulio III: a tergo di questo il Privilegio di Paolo III, ove si richiamano i privilegi anteriori: nel terzo foglio il
Privilegio della Signoria di Venezia colla data del 1552: a tergo del quale l’avviso di Antonio Labacco ai lettori.
Cominciano le tavole colla pianta della mole di Adriano che in un angolo superiore della lamina ha il numero 5;
e procedono per 26 fogli fino alla tavola numero 30, che essendo doppia ha li due numeri 29 e 30 e rappresenta il
porto di Traiano. Viene una carta impressa di testo intorno questa tavo96la che occupa due pagine senza
esser numerate e sono in luogo del 31 e 32: e il libro finisce con altre 4 tavole e l’ultimo numero 36.
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Siccome pochi sono i fogli d’impressione a caratteri, cosi ad ogni anno si andarono ristampando esemplari di
quest’opera ricercatissima, e fra le più belle d’antichità romane, e gli stampatori mettevano sempre gli anni
addietro per screditare il meno possibile le ristampe. Uno dei segnali di contraffazione d’altra edizione, portante
la medesima data di questa, è nello scritto del secondo foglietto. Poiché in vece dì NEGL’ sta scritto NE GL’:
oltre la diversità dei caratteri rotondi e le stampe che sono più logore: e in un altro esemplare che porta la data
del 1507, quantunque di vari anni a questa posteriore, trovasi un fiore sotto l’ultima parola di questo foglietto
medesimo. Non abbiamo veduti esemplari colla data del 1552, contemporanei al Privilegio della Signoria di
Venezia, che dovrebbero essere senza il privilegio de’ papi posteriori, quando realmente non seguisse la stampa
molto dopo.
Siccome pochi sono i fogli d’impressione a caratteri, cosi ad ogni anno si andarono ristampando esemplari di
quest’opera ricercatissima, e fra le più belle d’antichità romane, e gli stampatori mettevano sempre gli anni
addietro per screditare il meno possibile le ristampe. Uno dei segnali di contraffazione d’altra edizione, portante
la medesima data di questa, è nello scritto del secondo foglietto. Poiché in vece dì NEGL’ sta scritto NE GL’:
oltre la diversità dei caratteri rotondi e le stampe che sono più logore: e in un altro esemplare che porta la data
del 1507, quantunque di vari anni a questa posteriore, trovasi un fiore sotto l’ultima parola di questo foglietto
medesimo. Non abbiamo veduti esemplari colla data del 1552, contemporanei al Privilegio della Signoria di
Venezia, che dovrebbero essere senza il privilegio de’ papi posteriori, quando realmente non seguisse la stampa
molto dopo.
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