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Della architettura trattati
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Questi due opuscoli sono estesi in italiano, quantunque, il titolo sia espresso in latino. Questa è l’edizione
originale dell’Hecatomphila e della Deifira in caratteri rotondi a 25 righe per pagina. Ciascuno dei due volumetti
rilegati in ini solo conta 20 foglietti. Tanto il titolo, che il finale colla data è stampato in maiuscole. Santander
opina che possano essere stampati questi due opuscoli a Venezia da Clemente Padovano, ch’egli denomina il
Guttemberg dell’Italia. Vero è che sono d’un estrema rarità e preziosità. Il nostro esemplare è di prima bellezza
in vit.
Questi due opuscoli sono estesi in italiano, quantunque, il titolo sia espresso in latino. Questa è l’edizione
originale dell’Hecatomphila e della Deifira in caratteri rotondi a 25 righe per pagina. Ciascuno dei due volumetti
rilegati in ini solo conta 20 foglietti. Tanto il titolo, che il finale colla data è stampato in maiuscole. Santander
opina che possano essere stampati questi due opuscoli a Venezia da Clemente Padovano, ch’egli denomina il
Guttemberg dell’Italia. Vero è che sono d’un estrema rarità e preziosità. Il nostro esemplare è di prima bellezza
in vit.
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Tacciono di quest’edizione i bibliografi De Bure, Brunet, Santander e motti altri da me consultati. Il primo
foglietto non contiene cbe le prime -quattro parole da noi qui sopra indicate. A tergo comincia una dedicatoria di
tutti questi opuscoli di Girolamo Massaimi a Roberto Pucci, la quale finisce col 4 foglietto, enumerando molte
opere dell’Alberti, così facendo il suo elogio. Si vede da questa che era già stampato il trattato dell’architettura
iamdiu edititum; ma non pare che gli altri opuscoli fossero pubblicati. A tergo del 4 foglietto comincia il testo e
continua per altri 48 foglietti, nell’ultimo de’ quali è l’Errata e a tergo alcuni versi in lode dell’autore di Antonio
Sabino imolese. Probabilmente il libro è stampato a Firenze. Il carattere è rotondo e assai bello. L’esemplare è
intonso e conservatissimo, leg. ol.
Tacciono di quest’edizione i bibliografi De Bure, Brunet, Santander e motti altri da me consultati. Il primo
foglietto non contiene cbe le prime -quattro parole da noi qui sopra indicate. A tergo comincia una dedicatoria di
tutti questi opuscoli di Girolamo Massaimi a Roberto Pucci, la quale finisce col 4 foglietto, enumerando molte
opere dell’Alberti, così facendo il suo elogio. Si vede da questa che era già stampato il trattato dell’architettura
iamdiu edititum; ma non pare che gli altri opuscoli fossero pubblicati. A tergo del 4 foglietto comincia il testo e
continua per altri 48 foglietti, nell’ultimo de’ quali è l’Errata e a tergo alcuni versi in lode dell’autore di Antonio
Sabino imolese. Probabilmente il libro è stampato a Firenze. Il carattere è rotondo e assai bello. L’esemplare è
intonso e conservatissimo, leg. ol.
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Edizione appena servibile per i poveri e da consumarsi nelle scuole, M. 62.
Edizione appena servibile per i poveri e da consumarsi nelle scuole, M. 62.
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Tavole 44 di bellissima, esecuzione, sulle quali il testo è intagliato. Vi si trova aggiunto
Tavole 44 di bellissima, esecuzione, sulle quali il testo è intagliato. Vi si trova aggiunto
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Sono 49 tavole; aggiuntovi altre macchine e disegni vari.
Sono 49 tavole; aggiuntovi altre macchine e disegni vari.
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Il Veranzio non debb’essere di molto antica impressione 83poiché dimostra le nuove Procuratie in una
tavola della Piazza S. Marco di Venezia edificate col terzo piano ec. e quasi potrebbe determinarsi l’epoca, se il
disegno è abbastanza fedele, giacché non vedesi la loggietta alla torre. Singolare è però il porsi lungo questa
Piazza tre fontane, che egli pretendeva potere far sorgere d’acqua dolce con poco dispendio. Le tavole sono di
meschino intaglio e le nozioni non troppo chiare e precise, non senza però qualche finezza di accorgimento.
Il Veranzio non debb’essere di molto antica impressione 83poiché dimostra le nuove Procuratie in una
tavola della Piazza S. Marco di Venezia edificate col terzo piano ec. e quasi potrebbe determinarsi l’epoca, se il
disegno è abbastanza fedele, giacché non vedesi la loggietta alla torre. Singolare è però il porsi lungo questa
Piazza tre fontane, che egli pretendeva potere far sorgere d’acqua dolce con poco dispendio. Le tavole sono di
meschino intaglio e le nozioni non troppo chiare e precise, non senza però qualche finezza di accorgimento.
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Queste non sono che dodici cattive tavole all’acqua forte che non corrispondono in alcun modo al titolo.
Queste non sono che dodici cattive tavole all’acqua forte che non corrispondono in alcun modo al titolo.
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