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Opera divisa in cinque trattati dell’architettura in generale: dell’iconografìa, dell’ortografia elevata,
dell’ortografia gettata, della geodesia. Il primo volume è consacrato al testo, il secondo alle tavole che sono il
risultato il più strano d’un imaginazione sregolata e priva di retto senso e di ogni sorta di gusto.
Opera divisa in cinque trattati dell’architettura in generale: dell’iconografìa, dell’ortografia elevata,
dell’ortografia gettata, della geodesia. Il primo volume è consacrato al testo, il secondo alle tavole che sono il
risultato il più strano d’un imaginazione sregolata e priva di retto senso e di ogni sorta di gusto.
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In quest’ultimo opuscolo l’interpretazione degli scannili troverà certamente pochi seguaci.
In quest’ultimo opuscolo l’interpretazione degli scannili troverà certamente pochi seguaci.
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Quest’opera è di 40 tav. edizione originale; segue poi la scelta di vari tempietti antichi, Roma, presso il Soria,
1624: sono tavole 6 vengono in seguito diversi ornamenti capricciosi per depositi e altari, Roma 1625; sono
tavole 40. Finisce il volume coi tabernacoli diversi nuovamente inventati da Giovan Battista Montano: Roma
1618: sono tavole 24 in fol. fig., il tutto dato in luce da Giovan Battista Soria romano. Il Montano si intitola
intagliatore di legname eccellentissimo, di questo volume quantunque s’incominci ad inclinare al gusto falso,
vedesi però quanto l’autore fosse valente.
Quest’opera è di 40 tav. edizione originale; segue poi la scelta di vari tempietti antichi, Roma, presso il Soria,
1624: sono tavole 6 vengono in seguito diversi ornamenti capricciosi per depositi e altari, Roma 1625; sono
tavole 40. Finisce il volume coi tabernacoli diversi nuovamente inventati da Giovan Battista Montano: Roma
1618: sono tavole 24 in fol. fig., il tutto dato in luce da Giovan Battista Soria romano. Il Montano si intitola
intagliatore di legname eccellentissimo, di questo volume quantunque s’incominci ad inclinare al gusto falso,
vedesi però quanto l’autore fosse valente.
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Col ritratto dell’autore, e tre tavole in rame. Questi discorsi sono pieni di dottrine, e i ragionamenti sulle cupole
egualmente rendono ragione d’interessantissimi artifici.
Col ritratto dell’autore, e tre tavole in rame. Questi discorsi sono pieni di dottrine, e i ragionamenti sulle cupole
egualmente rendono ragione d’interessantissimi artifici.
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Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa
disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora
posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra.
Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima
edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col
frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana,
disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che
rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma
a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta
giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli
originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato
ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce,
imitando l’esempio del benemerito inglese.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa
disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora
posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra.
Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima
edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col
frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana,
disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che
rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma
a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta
giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli
originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato
ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce,
imitando l’esempio del benemerito inglese.
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Questo può servire e trovasi spesso accompagnato come quinto volume di Palladio.
Vedi anche all’articolo Pianta e facciata del Palazzo Banuzzi.
Questo può servire e trovasi spesso accompagnato come quinto volume di Palladio.
Vedi anche all’articolo Pianta e facciata del Palazzo Banuzzi.
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Quest’opera serve ad illustrare i monumenti dell’architettura toscana in un’epoca sola, poiché non vengono
prodotti i monumenti di quelle prime età alle quali siamo debitori del risorgimento delle arti. 80 tavole ha il
primo volume, in egual numero il secondo e 77 il terzo; un semplice elenco la precede senza alcun ragguaglio
storico o discussione critica.
Quest’opera serve ad illustrare i monumenti dell’architettura toscana in un’epoca sola, poiché non vengono
prodotti i monumenti di quelle prime età alle quali siamo debitori del risorgimento delle arti. 80 tavole ha il
primo volume, in egual numero il secondo e 77 il terzo; un semplice elenco la precede senza alcun ragguaglio
storico o discussione critica.
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Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno
sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con
autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali:
Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in
principio.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno
sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con
autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali:
Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in
principio.
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