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Della architettura trattati
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Publication Year
1618 to 1619
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1 - 4 of 4
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La prima opera è dedicata con lettera incisa in rame al Cardinal Borghese, composta di 50 porte oltre il
frontespizio, lo «stemma e la dedica. La seconda è dedicata a monsignor Pignatelli con 50 depositi oltre il
frontespizio, lo stemma e la dedica, il gusto inclina già alla falsa direzione, benché non sia che il principio del
seicento.
La prima opera è dedicata con lettera incisa in rame al Cardinal Borghese, composta di 50 porte oltre il
frontespizio, lo «stemma e la dedica. La seconda è dedicata a monsignor Pignatelli con 50 depositi oltre il
frontespizio, lo stemma e la dedica, il gusto inclina già alla falsa direzione, benché non sia che il principio del
seicento.
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1619,
1619,
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appresso Giacomo de’ Franceschi,
in 4, fig.
bolognese, Edizione seconda in 4, di nuovo ristampata e con diligenza corretta, assai più facile a trovarsi della prima. Le
tavole sono le stesse, se non che molto più logore ec. Ogni libro ha un frontespizio separato; il sesto e il settimo
hanno le pagine numerate a parte. Opera utile e comoda agli artisti, sebbene non trovasi con tanta facilità e
sarebbe opportuna una nuova edizione di questo autore con buone annotazioni critiche ec.
Edizione seconda in 4, di nuovo ristampata e con diligenza corretta, assai più facile a trovarsi della prima. Le
tavole sono le stesse, se non che molto più logore ec. Ogni libro ha un frontespizio separato; il sesto e il settimo
hanno le pagine numerate a parte. Opera utile e comoda agli artisti, sebbene non trovasi con tanta facilità e
sarebbe opportuna una nuova edizione di questo autore con buone annotazioni critiche ec.
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Le figure che trovansi in questa edizione non corrispondono a quelle delle altre due sopra citate del Martino, ma
gli editori si sono serviti di quelle dell’edizione tornesiana latina. Quanto al testo questa versione non differisce
dalle antiche se non nella miglior forma del dire, abbandonata la vecchia ortografia.
Le figure che trovansi in questa edizione non corrispondono a quelle delle altre due sopra citate del Martino, ma
gli editori si sono serviti di quelle dell’edizione tornesiana latina. Quanto al testo questa versione non differisce
dalle antiche se non nella miglior forma del dire, abbandonata la vecchia ortografia.
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