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Con un bellissimo ritratto del traduttore intagliato in legno nel frontespizio. Questa è la prima edizione del
Vitruvio del Martino, in cui professa di essersi valso de’ commentatori precedenti, ed in specie vedesi aver
preferito fra Giocondo. Le figure intagliate in legno con molto bel garbo sono disegnate la più parte da Jean
Goujon e le altre son tolte dal Cesariano, da fra Giocondo e dal Serlio. In fine è una breve dissertazione
sull’architettura di Jean Goujon.
Con un bellissimo ritratto del traduttore intagliato in legno nel frontespizio. Questa è la prima edizione del
Vitruvio del Martino, in cui professa di essersi valso de’ commentatori precedenti, ed in specie vedesi aver
preferito fra Giocondo. Le figure intagliate in legno con molto bel garbo sono disegnate la più parte da Jean
Goujon e le altre son tolte dal Cesariano, da fra Giocondo e dal Serlio. In fine è una breve dissertazione
sull’architettura di Jean Goujon.
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, Questa edizione è molto più pregievole di quella che lo stesso editore produsse nel 1543 poiché vi fece una
quantità di correzioni e di aggiunte prese dal Filandro non solo nel testo, come nelle figure.
Questa edizione è molto più pregievole di quella che lo stesso editore produsse nel 1543 poiché vi fece una
quantità di correzioni e di aggiunte prese dal Filandro non solo nel testo, come nelle figure.
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, Edizione pregiatissima per la correzione del testo e le cure studiose dell’autore che aumentò di molto le note
dall’edizione che nel 1544 ne fece in Roma separatamente dal testo. Le tavole in legno non sono prive dì
eleganza e di gusto. Il Poleni ritiene quest’edizione in tal pregio da porta immediata dopo quella di Sulpizio.
Edizione pregiatissima per la correzione del testo e le cure studiose dell’autore che aumentò di molto le note
dall’edizione che nel 1544 ne fece in Roma separatamente dal testo. Le tavole in legno non sono prive dì
eleganza e di gusto. Il Poleni ritiene quest’edizione in tal pregio da porta immediata dopo quella di Sulpizio.
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, Con due tavole, l’una di lutto quello si contiene per i capi dell’opera, l’altra per dichiarazione di tutte le cose
d’importanza. Magnifica edizione intitolata al Cardinale Ippolito d’Este; con frontespizio doppio e figurato
intagliato in legno come lo sono tutte le bellissime tavole dell’opera collocate fra il testo. Questa versione non
solo, al parere anche del Poleni, è da anteporsi ad ogni altra italiana che conservasi, ma viene giustamente
riputata per la prima veramente italiana, esemplare di prima bellezza.
Con due tavole, l’una di lutto quello si contiene per i capi dell’opera, l’altra per dichiarazione di tutte le cose
d’importanza. Magnifica edizione intitolata al Cardinale Ippolito d’Este; con frontespizio doppio e figurato
intagliato in legno come lo sono tutte le bellissime tavole dell’opera collocate fra il testo. Questa versione non
solo, al parere anche del Poleni, è da anteporsi ad ogni altra italiana che conservasi, ma viene giustamente
riputata per la prima veramente italiana, esemplare di prima bellezza.
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, Vedesi in quest’edizione una delle solite frodi degli stampatori. Il Zitelli acquistò un numero d’esemplari della
prima edizione di queste note pubblicata in Roma dal Dossena nel 1544; cangiò i primi otto foglietti, cioè il
primo foglio di stampa ove pose anche un suo avviso agli studiosi e diede in tal modo a vedere di aver fatta una
nuova edizione. Non cangiò in fine alcun foglio e poiché dietro l’ultima pagina trovavasi il nome dello
stampatore Romano, lo cuoprì con una sottile striscia di carta, come può rilevarsi nel nostro e negli altri
esemplari: e come avverti anche lo stesso Poleni nelle sue exercitationes Vitruvianae.
Vedesi in quest’edizione una delle solite frodi degli stampatori. Il Zitelli acquistò un numero d’esemplari della
prima edizione di queste note pubblicata in Roma dal Dossena nel 1544; cangiò i primi otto foglietti, cioè il
primo foglio di stampa ove pose anche un suo avviso agli studiosi e diede in tal modo a vedere di aver fatta una
nuova edizione. Non cangiò in fine alcun foglio e poiché dietro l’ultima pagina trovavasi il nome dello
stampatore Romano, lo cuoprì con una sottile striscia di carta, come può rilevarsi nel nostro e negli altri
esemplari: e come avverti anche lo stesso Poleni nelle sue exercitationes Vitruvianae.
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, Edizione noti diversa da quella, del 1559 se non pel frontespizio. L’estratto si fonda sulla versione di Jean
Martin, le figure sono infelici assai e il meglio consiste nelle annotazioni ai tre primi libri che vengono dopo
l’epitome, estese da Gardet, nelle quali riempie il vuoto dell’altro collaboratore.
Edizione noti diversa da quella, del 1559 se non pel frontespizio. L’estratto si fonda sulla versione di Jean
Martin, le figure sono infelici assai e il meglio consiste nelle annotazioni ai tre primi libri che vengono dopo
l’epitome, estese da Gardet, nelle quali riempie il vuoto dell’altro collaboratore.
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, In questa edizione latina il Barbaro seguì particolarmente il testo dell’edizione del Filandro, 1552; meno alcune
varianti nelle quali preferì l’edizione di Fra Giocondo. Le tavole sempre fra il testo sono intagliate in legno.
In questa edizione latina il Barbaro seguì particolarmente il testo dell’edizione del Filandro, 1552; meno alcune
varianti nelle quali preferì l’edizione di Fra Giocondo. Le tavole sempre fra il testo sono intagliate in legno.
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, Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre
avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel
Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre
avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel
Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
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, Questo è l’esemplare autografo mi quale studiò per diver 134 si anni Vincenzo Scamozzi, ed è tutto
postillato di sua mano con incredibile ricchezza di osservazioni criticale e preziosissime: sonovi pagine intere
d’illustrazioni e da questo prezioso manoscritto sarebbesi tratta una nuova e singolar edizione, in cui si sarebbero
viste in conflitto le opinioni degli uomini più dotti. Leggesi infine:
«Fine sia alla fatica fatta da me Vincenzo Scamozzi vicentino nel leggere Vitruvio, commentato da Monsig,
Daniele Barbaro eletto Patriarca d’Aquileia, per la terza volta, con l’havere notato tutte le cose notabili ed in
tutto ho trovalo come nelle postille margine si vedi a perla prima lettera notato. E questo principiai li 4 aprile
1574 sino al di d’oggi li 2 Luglio 1574, il che posso dire la prima volta che io il lessi, haverlo udito, la seconda,
la quale fu senza il comento del Zoppino, averlo goduto; e la terza che è questa, averlo giudicato: nel che ho
conosciuto quanto sia da seguirlo a chi vuole di tal fatica haver meritevol frutto e così ogni studio voglio in esso
porre, trovando che egli ha ragionato di tutte, o almeno le più difficili e bisognevoli parti dell’architettura e
bisogni dell’architetto il che se molti conoscessero, non così facilmente si vanterebbero di essere architetti, che
appena sanno quello che gli appartiene. Vincenzo Scamozzi Vicentino.»
Questo esemplare appartenne all’architetto Selva, dopo la cui morte fu acquistato dal conte Rizzo Patarol, il
quale veggendo che poteva con decoro illustrare questa nostra serie di vitruviane preziosità, ce ne fece con
nobilissima munificenza il generosissimo dono, sebbene sia egli fornito d’altre molte sontuosità in materia di
libri i più ricercati.
Questo è l’esemplare autografo mi quale studiò per diver 134 si anni Vincenzo Scamozzi, ed è tutto
postillato di sua mano con incredibile ricchezza di osservazioni criticale e preziosissime: sonovi pagine intere
d’illustrazioni e da questo prezioso manoscritto sarebbesi tratta una nuova e singolar edizione, in cui si sarebbero
viste in conflitto le opinioni degli uomini più dotti. Leggesi infine:
«Fine sia alla fatica fatta da me Vincenzo Scamozzi vicentino nel leggere Vitruvio, commentato da Monsig,
Daniele Barbaro eletto Patriarca d’Aquileia, per la terza volta, con l’havere notato tutte le cose notabili ed in
tutto ho trovalo come nelle postille margine si vedi a perla prima lettera notato. E questo principiai li 4 aprile
1574 sino al di d’oggi li 2 Luglio 1574, il che posso dire la prima volta che io il lessi, haverlo udito, la seconda,
la quale fu senza il comento del Zoppino, averlo goduto; e la terza che è questa, averlo giudicato: nel che ho
conosciuto quanto sia da seguirlo a chi vuole di tal fatica haver meritevol frutto e così ogni studio voglio in esso
porre, trovando che egli ha ragionato di tutte, o almeno le più difficili e bisognevoli parti dell’architettura e
bisogni dell’architetto il che se molti conoscessero, non così facilmente si vanterebbero di essere architetti, che
appena sanno quello che gli appartiene. Vincenzo Scamozzi Vicentino.»
Questo esemplare appartenne all’architetto Selva, dopo la cui morte fu acquistato dal conte Rizzo Patarol, il
quale veggendo che poteva con decoro illustrare questa nostra serie di vitruviane preziosità, ce ne fece con
nobilissima munificenza il generosissimo dono, sebbene sia egli fornito d’altre molte sontuosità in materia di
libri i più ricercati.
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, Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547,
sebbene da lui stesso diretta e procurata
Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547,
sebbene da lui stesso diretta e procurata
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