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590. OZANAM, L’usage d’un compas de proportion avec un traité de la division des champs, à la Haye 1691, in 12. fig.
Con una tavola. L’autore è abbastanza raccomandabile per se stesso.
Con una tavola. L’autore è abbastanza raccomandabile per se stesso.
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591. PACIOLO frate Luca di Borgo S. Sepolcro, Summa de arithmetica, geometria, proporzioni e pro-portionalità, Venezia, per Paganino, 1494, in f. fig.
Sul frontespizio sia il sommario dell’opera, e dietro un indirizzo a Marco Sanudo inviandogli il libro dedicato già al Duca d’Urbino, come in seguito vedesi per la lettera italiana e latina ove sono infinite cognizioni d’artisti allora viventi.
Sul frontespizio sia il sommario dell’opera, e dietro un indirizzo a Marco Sanudo inviandogli il libro dedicato già al Duca d’Urbino, come in seguito vedesi per la lettera italiana e latina ove sono infinite cognizioni d’artisti allora viventi.
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Seguono poi altri sommari delle cinque parti dell’opera e la tavola delle materie e il testo procede poi per 224 fogli oltre i prolegomeni. Il trattato di geometria colle figure impresse sui margini ricomincia con nuovo numero di tavole dall’1 sino al foglio 76, ove è il privilegio e il registro.
Seguono poi altri sommari delle cinque parti dell’opera e la tavola delle materie e il testo procede poi per 224 fogli oltre i prolegomeni. Il trattato di geometria colle figure impresse sui margini ricomincia con nuovo numero di tavole dall’1 sino al foglio 76, ove è il privilegio e il registro.
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592. PALLADIO Andrea, I due primi libri dell’antichtà, al serenissimo Duca di Savoia con privilegi, 1570, in fol. fig., presso Domenico de’ Franceschi.
593. PALLADIO Andrea, I due libri dell’architettura, 1570, in fol. fig., presso Domenico de’ Franceschi.
Queste due opere qui separate, le quali veggiamo con frontespizi a loro addetti particolarmente, servirono poi nello stesso anno, a formare l’edizione completa dei quattro libri.
Queste due opere qui separate, le quali veggiamo con frontespizi a loro addetti particolarmente, servirono poi nello stesso anno, a formare l’edizione completa dei quattro libri.
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Dei due primi libri dell’antichità, la biblioteca Smithiana ne possedeva un esemplare e l’autore teneva forse in pensiero di unirvi poi altri libri, come si riconosce ai capi XIX e XXV, del suo primo libro, in cui fa sperare di dar presto alla luce i suoi disegni degli anfiteatri e degli archi di trionfo e come si può conghietturare da’ materiali inediti in più luoghi esistenti; perla qual cosa pensò di pubblicare intanto i due primi libri. L’altro volume dei due libri d’architettura ancor più raro del precedente, non venne citato da alcun bibliografo, né mai ci venne fatto di conoscere altro esemplare.
Dei due primi libri dell’antichità, la biblioteca Smithiana ne possedeva un esemplare e l’autore teneva forse in pensiero di unirvi poi altri libri, come si riconosce ai capi XIX e XXV, del suo primo libro, in cui fa sperare di dar presto alla luce i suoi disegni degli anfiteatri e degli archi di trionfo e come si può conghietturare da’ materiali inediti in più luoghi esistenti; perla qual cosa pensò di pubblicare intanto i due primi libri. L’altro volume dei due libri d’architettura ancor più raro del precedente, non venne citato da alcun bibliografo, né mai ci venne fatto di conoscere altro esemplare.
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Questa singolarità mette in chiaro i primi divisamenti dell’autore, e avendo noi conosciuti in buon numero bellissimi disegni palladiani inediti di romane antichità, oltre quelli già pubblicati da Lord Burlington, si riconosce ben chiara l’intenzione di Palladio di pubblicare almeno dopo i due primi libri, altri due, che componessero forse una grand’opera tutta di antichità, ommettendo di unirvi i libri dell’architettura.
Questa singolarità mette in chiaro i primi divisamenti dell’autore, e avendo noi conosciuti in buon numero bellissimi disegni palladiani inediti di romane antichità, oltre quelli già pubblicati da Lord Burlington, si riconosce ben chiara l’intenzione di Palladio di pubblicare almeno dopo i due primi libri, altri due, che componessero forse una grand’opera tutta di antichità, ommettendo di unirvi i libri dell’architettura.
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594. PALLADIO, I quattro libri dell’architettura, Venezia, per Domenico de’ Franceschi, 1570, in fol. fig.
Prima edizione di rara freschezza e conservazione, con foglietti in bianco per farvi a piacere osservazioni: legata in vit.. dor. con busta.
Prima edizione di rara freschezza e conservazione, con foglietti in bianco per farvi a piacere osservazioni: legata in vit.. dor. con busta.
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Quest’edizione fu contraffatta posteriormente, ma non in modo di abbisognar di segnali per distinguerla dall’originale, poiché ciò dalla freschezza delle tavole, dalla carta, dai caratteri si conosce a piena evidenza.
Quest’edizione fu contraffatta posteriormente, ma non in modo di abbisognar di segnali per distinguerla dall’originale, poiché ciò dalla freschezza delle tavole, dalla carta, dai caratteri si conosce a piena evidenza.
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595. PALLADIO, Lo stesso, ristampato in Venezia colle medesime tavole da Bartolomeo Carampello, 1581 in fol.
Anche questa edizione, se non fosse pel nome dello stampatore e l’anno di stampa, potrebbe riguardarsi come una contraffazione dell’originale, essendosi adoperati li stessi legni e la stessa distribuzione nelle pagine.
Anche questa edizione, se non fosse pel nome dello stampatore e l’anno di stampa, potrebbe riguardarsi come una contraffazione dell’originale, essendosi adoperati li stessi legni e la stessa distribuzione nelle pagine.
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596. PALLADIO, Architecture divisée en quatre livres avec des notes d’Inigo Jones qui n’avoient point encore été imprimées, le tout revu, dessiné et nouvellement mis à jour par Jaques Leoni venitien, vol. 2, à la Haye, chez Pierre Gosse, 1726, in fol. fig.
I due volumi sono legati in un sol tomo. Avvi un frontespizio figurato intagliato da B. Picart, che incise egualmente il ritratto dell’autore. Le tavole sono egualmente in gran dimensione con altrettanta precisione e lusso, che furono fatte quelle dell’Alberti, pubblicate in Londra dallo stesso Leoni. Il primo libro contiene 43 tavole, il secondo ne contiene 60; il terzo ne contiene; il quarto libro è diviso in due parti, la prima delle quali contiene 22 tavole e la seconda 58. Opera di un enorme dispendio per la sua ricca e laboriosa esecuzione.
I due volumi sono legati in un sol tomo. Avvi un frontespizio figurato intagliato da B. Picart, che incise egualmente il ritratto dell’autore. Le tavole sono egualmente in gran dimensione con altrettanta precisione e lusso, che furono fatte quelle dell’Alberti, pubblicate in Londra dallo stesso Leoni. Il primo libro contiene 43 tavole, il secondo ne contiene 60; il terzo ne contiene; il quarto libro è diviso in due parti, la prima delle quali contiene 22 tavole e la seconda 58. Opera di un enorme dispendio per la sua ricca e laboriosa esecuzione.
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597. PALLADIO, Fabbriche antiche da lui disegnate e date in luce da Riccardo Conte di Burlington. Londra 1730, in fol. fig.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra. Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana, disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce, imitando l’esempio del benemerito inglese.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra. Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana, disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce, imitando l’esempio del benemerito inglese.
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598. PALLADIO, Les bâtimens et les desseins recuellis et illustrés par Octave Bertotti Scamozzi. Ouvrage divisée en 4 volumes avec des planches etc. etc., à Vicence 1776-83, in fol. fig.
Quantunque un italiano abbia imaginato di far comperare agli stranieri l’opera ma più facilmente, stampandola in francese, il che a noi sembra basso pensiere; nondimeno Ottavio Bertotti Scamozzi fece cosa nobile e grandiosa nel produrre queste grandi opere palladiane e nell’illustrarle. Poteva esservi un po’ più di gusto, a dir vero, per parte dei disegnatori, che pesanti riescono gli ornamenti e non tanto gentili le modanature, quanto si veggono nelle opere originali; ma l’insieme di queste dimensioni in gran foglio ombreggiate produce un buon effetto, e l’opera avvi luogo sempre tra le più classiche: 72 tavole contiene il primo volume, in cui si illustrano 17 edifici; 51 ne contiene il secondo, ove si tratta di altrettante fabbriche; 52 ne stanno nel terzo per illustrare un simil numero di edifici; e 72 nel quarto, relative a 22 opere palladiane.
Quantunque un italiano abbia imaginato di far comperare agli stranieri l’opera ma più facilmente, stampandola in francese, il che a noi sembra basso pensiere; nondimeno Ottavio Bertotti Scamozzi fece cosa nobile e grandiosa nel produrre queste grandi opere palladiane e nell’illustrarle. Poteva esservi un po’ più di gusto, a dir vero, per parte dei disegnatori, che pesanti riescono gli ornamenti e non tanto gentili le modanature, quanto si veggono nelle opere originali; ma l’insieme di queste dimensioni in gran foglio ombreggiate produce un buon effetto, e l’opera avvi luogo sempre tra le più classiche: 72 tavole contiene il primo volume, in cui si illustrano 17 edifici; 51 ne contiene il secondo, ove si tratta di altrettante fabbriche; 52 ne stanno nel terzo per illustrare un simil numero di edifici; e 72 nel quarto, relative a 22 opere palladiane.
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599. PALLADIO, Le thermes des Romains publiées de nouveau avec quelques observations par Octave Bertotti Scamozzi d’après l’exemplaire du Lord Comte de Burlingthon, imprimé à Londre en 1732, Vicence, chez François Modena, 1785.
Questo può servire e trovasi spesso accompagnato come quinto volume di Palladio. Vedi anche all’articolo Pianta e facciata del Palazzo Banuzzi.
Questo può servire e trovasi spesso accompagnato come quinto volume di Palladio. Vedi anche all’articolo Pianta e facciata del Palazzo Banuzzi.
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