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Sono 126 ritratti la più parte intagliati da Luca e da Volfango Kilian con molta nitidezza di bulino: oltre i quali è
il frontespizio e lo stemma intagliato, senza testo.
Sono 126 ritratti la più parte intagliati da Luca e da Volfango Kilian con molta nitidezza di bulino: oltre i quali è
il frontespizio e lo stemma intagliato, senza testo.
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, Sono 25 ritratti intagliati in rame in altrettanti foglietti col frontespizio indicato. Freschissime esemplare.
Sono 25 ritratti intagliati in rame in altrettanti foglietti col frontespizio indicato. Freschissime esemplare.
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— Accedunt imagines et elogia virorum illustrium ex Bibliotheca Fulvii Ursini, 1570. V.
Ursini.
Contiene settantacinque carte delle quali una serve al frontespizio, un’altra a un singolare avviso ai lettori: e
settantatré ritratti che sembrano disegnati in caricatura con pochi cenni intagliati sotto i medesimi, relativi
all’indole dei personaggi: senza anno, luogo e fiore di stampatore. Presumesi nel 1680, Venezia.
Contiene settantacinque carte delle quali una serve al frontespizio, un’altra a un singolare avviso ai lettori: e
settantatré ritratti che sembrano disegnati in caricatura con pochi cenni intagliati sotto i medesimi, relativi
all’indole dei personaggi: senza anno, luogo e fiore di stampatore. Presumesi nel 1680, Venezia.
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Questi non sono altro che i ritratti di Boissardo pubblicati nelle sue vite Sultanornm.
Questi non sono altro che i ritratti di Boissardo pubblicati nelle sue vite Sultanornm.
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Sono in questo volume 57 ritratti che se non fossero uniti alle memorie storielle non avrebbero alcun pregio.
Sono in questo volume 57 ritratti che se non fossero uniti alle memorie storielle non avrebbero alcun pregio.
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, Questi o sono intagliati da F. Franco, o piuttosto da alcuno che lo ha preceduto: si trova nelle poche righe
intagliate a piedi di ciascun ritratto la vita in iscorcio dei personaggi 363 e si riconosce l’epoca in cui fu
finita la serie, mentre in quello d’Enrico III sono queste parole ove sin d’hora, che siamo del 1588 è quasi ec.
Questi o sono intagliati da F. Franco, o piuttosto da alcuno che lo ha preceduto: si trova nelle poche righe
intagliate a piedi di ciascun ritratto la vita in iscorcio dei personaggi 363 e si riconosce l’epoca in cui fu
finita la serie, mentre in quello d’Enrico III sono queste parole ove sin d’hora, che siamo del 1588 è quasi ec.
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Questo Gaspare Padov. è quello che altrimenti si denomina anche Gaspar ab avibus o Gasparo delle Oselle. Poco
si sa di lui, se non che era nativo di Cittadella nel Padovano, trovandosi in una sua stampa delta flagellazione
Gaspar ab avibus Cittadellensis fecit. Cinquantadue tavole compongono questa opera di bello intaglio, ove i
ritratti in piedi dei personaggi hanno contorni figurati.
Questo Gaspare Padov. è quello che altrimenti si denomina anche Gaspar ab avibus o Gasparo delle Oselle. Poco
si sa di lui, se non che era nativo di Cittadella nel Padovano, trovandosi in una sua stampa delta flagellazione
Gaspar ab avibus Cittadellensis fecit. Cinquantadue tavole compongono questa opera di bello intaglio, ove i
ritratti in piedi dei personaggi hanno contorni figurati.
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, Non possiamo con certezza attribuire queste 25 tavole, compresovi il frontespizio, né a Fulvio Ursino, né ad
Agostino Veneziano per quello che sia dell’intaglio, sebbene la cartella del frontespizio sia di quel tempo e di
quel carattere non meno che le incisioni. A questo va unito.
Illustrium virornm ut extant in Urbe expressi vultus, Roma 1569 cum privil. sum. Pont. formis Ant. Laffreri.
Questa è la vera e bellissima prima edizione delle 52 teste intagliate da Agostino Veneziano, precedute da un
frontespizio figurato, e dalla lettera di Achille Stazio al Card. Perenotto, e da un avviso dello stesso al lettore.
Comincia la collezione da un busto incognito e termina con quello di Giano, numerata progressivamente.
Nitidissimo e magnifico esemplare di prima freschezza. Trovasi a questo unito.
Imagines et elogia virorum illustrium et eruditorum ex antiq. lapidib. et numismatib. espressa cum annotatione
ex Bibliotheca Fulvii Ursini 1750, Romae Ant. Laffreri formis. Se 366 gue un carme di Lorenzo Gambara al
Vescoro di Pola, poi la prefazione, indi l’elenco delle divisioni. Le tavole sono 74 parte di erme in legno, parte di
busti, erme, medaglie e iscrizioni in rame: sono precedute dalla pag. I che comprende il frontespizio, sino alla III,
in cui incominciano le imagini essendo le due ultime bianche, intorno alla seconda delle quali si legge: Venetiis
1570 in aedibus Pietri Dehuchino Galli.
Non possiamo con certezza attribuire queste 25 tavole, compresovi il frontespizio, né a Fulvio Ursino, né ad
Agostino Veneziano per quello che sia dell’intaglio, sebbene la cartella del frontespizio sia di quel tempo e di
quel carattere non meno che le incisioni. A questo va unito.
Illustrium virornm ut extant in Urbe expressi vultus, Roma 1569 cum privil. sum. Pont. formis Ant. Laffreri.
Questa è la vera e bellissima prima edizione delle 52 teste intagliate da Agostino Veneziano, precedute da un
frontespizio figurato, e dalla lettera di Achille Stazio al Card. Perenotto, e da un avviso dello stesso al lettore.
Comincia la collezione da un busto incognito e termina con quello di Giano, numerata progressivamente.
Nitidissimo e magnifico esemplare di prima freschezza. Trovasi a questo unito.
Imagines et elogia virorum illustrium et eruditorum ex antiq. lapidib. et numismatib. espressa cum annotatione
ex Bibliotheca Fulvii Ursini 1750, Romae Ant. Laffreri formis. Se 366 gue un carme di Lorenzo Gambara al
Vescoro di Pola, poi la prefazione, indi l’elenco delle divisioni. Le tavole sono 74 parte di erme in legno, parte di
busti, erme, medaglie e iscrizioni in rame: sono precedute dalla pag. I che comprende il frontespizio, sino alla III,
in cui incominciano le imagini essendo le due ultime bianche, intorno alla seconda delle quali si legge: Venetiis
1570 in aedibus Pietri Dehuchino Galli.
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, Questa non è altro che l’opera pubblicata dai fratelli Sadeler Solitudo sive vitae Patrum Heremicatarum
riprodotta colle stampe logoratissime che non già Luigi, ma Francesco Valesio pubblica nel 1612 copiando i
Sadeler, alla quale edizione il Cavaccio pose il testo. Vedi .
Questa non è altro che l’opera pubblicata dai fratelli Sadeler Solitudo sive vitae Patrum Heremicatarum
riprodotta colle stampe logoratissime che non già Luigi, ma Francesco Valesio pubblica nel 1612 copiando i
Sadeler, alla quale edizione il Cavaccio pose il testo. Vedi .
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, M. de Villefore ha prodotto anche due altri volumi colle vite de’ SS. Padri dei deserti dell’Oriente. In
quest’opera le tavole cono 108, compresi i due frontespizi. Le incisioni sono mediocri e non gareggiano con
quelle dei Sadeler sullo stesso soggetto.
M. de Villefore ha prodotto anche due altri volumi colle vite de’ SS. Padri dei deserti dell’Oriente. In
quest’opera le tavole cono 108, compresi i due frontespizi. Le incisioni sono mediocri e non gareggiano con
quelle dei Sadeler sullo stesso soggetto.
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