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2918. MARBODEI Galli poetae venustissimi, De lapidibus pretiosis, enchiridion cum scholiis pictorii Villingensis, Friburgi 1531, in 8.
Questa è la prima edizione che noi conosciamo di questo elegante e prezioso libretto dedicata a Udalvico Wirtner e divisa in 61 capitoli.
Questa è la prima edizione che noi conosciamo di questo elegante e prezioso libretto dedicata a Udalvico Wirtner e divisa in 61 capitoli.
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2919. MARIETTE V. I., Traité des pierres gravées, Paris, chez l’auteur, 1750, in fol., fig., vol. 2.
Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò, piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise, indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e finisce il volume primo con la tavola degli autori. Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132 gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò, piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise, indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e finisce il volume primo con la tavola degli autori. Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132 gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
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2940. NALDI Pio, Delle gemme e delle regole per valutarle. Operetta ad uso dei giojellieri principianti. Si aggiungono in fine varie notizie con disegni di alcune gemme più insigni, Bologna 1791, in 8, figurato.
Quest’operetta benissimo fatta istruisce rapidamente e con buon metodo sui modi di conoscere le pietre fine e rende ragione con tavole benissimo disegnate delle principali pietre conosciute al mondo.
Quest’operetta benissimo fatta istruisce rapidamente e con buon metodo sui modi di conoscere le pietre fine e rende ragione con tavole benissimo disegnate delle principali pietre conosciute al mondo.
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2960. PASSERII Joannis Baptistae, Novus thesaurus gemmarum veterum ex insignioribus dactyliothecis selectarum 77 cum explicatione, Romae 1780 a 1797, vol. 4, in fol., fig.
Vincenzo Brenna disegnò in dieci gran tavole di arabeschi figurati (le quali sono in tutta l’opera ripetute) l’ornamento delle pagine entro cui stanno intagliate le gemme incise da Giovan Maria Cassini. Ogni volume ha cento tavole. Il Passeri estese le illustrazioni nei tre primi volumi, il Cassini nell’ultimo. Nel secondo volume è aggiunta una dissertazione dell’Amaduzzi sopra una gemma con un’appendice alle Memorie Glittografiche del Gori: nel terzo parimente una dissertazione dello stesso in guisa d’epistola sopra d’un’altra gemma. Opera grandiosa per speculazione, ma con poco merito intrinseco. Vedi anche Gori.
Vincenzo Brenna disegnò in dieci gran tavole di arabeschi figurati (le quali sono in tutta l’opera ripetute) l’ornamento delle pagine entro cui stanno intagliate le gemme incise da Giovan Maria Cassini. Ogni volume ha cento tavole. Il Passeri estese le illustrazioni nei tre primi volumi, il Cassini nell’ultimo. Nel secondo volume è aggiunta una dissertazione dell’Amaduzzi sopra una gemma con un’appendice alle Memorie Glittografiche del Gori: nel terzo parimente una dissertazione dello stesso in guisa d’epistola sopra d’un’altra gemma. Opera grandiosa per speculazione, ma con poco merito intrinseco. Vedi anche Gori.
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2980. RAPONI Ignace Marie, Recueil de pierres antiques gravées avec leur déscription, Rome, 1786, chez Bouchard et Gravier, in fol., fig.
Sono tavole 88, nelle quali per speculazione libraria sono riuniti e intagliati con vituperevole negligenza i più bei monumenti dell’antichità.
Sono tavole 88, nelle quali per speculazione libraria sono riuniti e intagliati con vituperevole negligenza i più bei monumenti dell’antichità.
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2985. De’ ROSSI Giovan Gherardo, Lettera al sig. conte Franchi di Pont intorno a una serie di gemme intagliate antiche e moderne, Turino 1793, in 8, M. 87.
3015. STEPHANONII Petri vicentini, Gemmae antiquitus sculptae collectae et declarationibus illustratae a 86 Jacobo Stephanonio filio editae, Patavii, ap. Mathaeum Bolzetta de Calderinis, 1616, in 8, M. 39.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe, Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe, Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica ec. Padova.
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3045. VENUTO Rudolphino cortonensi, Ragionamento sopra un frammento di un antico diaspro intagliato, Roma 1747, in 4, fig., M. 40.
La tavola è stampata nella pagina.
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3061. VICTORII, Dissertatio glyptographica, sive gemmae due vetustissimae ex museo Victorio explicatae, et illustratae, Romae 1739, in 4, fig.
Questa è una delle migliori memorie che abbiansi, ove non solo degli antichi, ma dei moderni intagliatori sia parlato con qualche esame delle loro opere e della loro vita.
Questa è una delle migliori memorie che abbiansi, ove non solo degli antichi, ma dei moderni intagliatori sia parlato con qualche esame delle loro opere e della loro vita.
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3065. VICTORII, Veteris gemmae Museo Victorio ad Christianum usum exculptae brevis explanatio, Romae 1734, in 4, M. 28 e 41.