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Early works to 1800
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Della Pittura Trattati
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L’Ottonelli da Fano e il Berettini da Cortona, l’uno teologo e l’altro pittore, ascosero per cristiana modestia il
loro nome transfuso in sciocchi anagrammi nel frontispizio, Odominigio Lelonotti da Fanano e Britio Prenetteri.
Vi è più erudizione teologica che arte e nessuna cosa che non sia stata da altri prima di loro pubblicata.
L’Ottonelli da Fano e il Berettini da Cortona, l’uno teologo e l’altro pittore, ascosero per cristiana modestia il
loro nome transfuso in sciocchi anagrammi nel frontispizio, Odominigio Lelonotti da Fanano e Britio Prenetteri.
Vi è più erudizione teologica che arte e nessuna cosa che non sia stata da altri prima di loro pubblicata.
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Il Varchi indirizzò questa seconda lezione a Luca Martini, acciò trasmettendola al Buonarroti attestasse la brevità
del tempo che ha avuta di dettarla e gli mandasse poi copia della risposta di esso Buonarroti.
Il Varchi indirizzò questa seconda lezione a Luca Martini, acciò trasmettendola al Buonarroti attestasse la brevità
del tempo che ha avuta di dettarla e gli mandasse poi copia della risposta di esso Buonarroti.
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La chiarezza e la precisione di tutte le profonde ricerche di questo autore renderanno sempre pregevolissimo
ogni suo scritto. Oltre una tavola di figure dimostrative, trovasi in fine intagliata anche la medaglia d’oro, che il
marchese Gherardo Rangone, uno de’ più distinti e più colti mecenati italiani, soleva dare in premio di quelle
memorie che venivano coronate dal voto dei letterati riuniti nel suo palazzo in privata adunanza.
La chiarezza e la precisione di tutte le profonde ricerche di questo autore renderanno sempre pregevolissimo
ogni suo scritto. Oltre una tavola di figure dimostrative, trovasi in fine intagliata anche la medaglia d’oro, che il
marchese Gherardo Rangone, uno de’ più distinti e più colti mecenati italiani, soleva dare in premio di quelle
memorie che venivano coronate dal voto dei letterati riuniti nel suo palazzo in privata adunanza.
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Questa è la prima versione francese che comparve nello stesso anno dell’originale con diverse infedeltà ed
omissioni nella parte del testo. Le tavole sono le stesse ma tirate dopo l’edizione italiana.
Questa è la prima versione francese che comparve nello stesso anno dell’originale con diverse infedeltà ed
omissioni nella parte del testo. Le tavole sono le stesse ma tirate dopo l’edizione italiana.
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Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla
regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del
disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono
preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di
accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione
francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla
regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del
disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono
preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di
accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione
francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
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Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
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Il chiaro sig. ab. Francesco Fontani trovò nella Riccardiana il manoscritto di Leonardo e lo credette di mano di
Stefano della Bella con figure marginali illustrate e segnate da questo valente intagliatore e conoscendo che
l’edizione italiana di Parigi era tradotta da un manoscritto scorretto, e le figure erano alterate per voler
ombreggiarle, verificando che Freart portò troppe alterazioni al trattato nella sua versione francese, senza be
intendere in tutti i luoghi del testo di 39 Leonardo; verificando che l’edizione italiana di Napoli del 1733 e
l’altra di Bologna del 1786 non erano che materiali ristampe di quella di Parigi, diverse soltanto nell’infelicità
delle tavole, senza correggere alcuno degli errori nell’antica trascorsi, pubblicò il codice di Stefano della Bella. A
questo aggiunse le memorie intorno a Leonardo e intorno lo stesso Stefano coi rispettivi ritratti e molte note e
una bella lezione accademica del Lami intorno agli artisti che fiorirono dal 1000 al 1300.
Il chiaro sig. ab. Francesco Fontani trovò nella Riccardiana il manoscritto di Leonardo e lo credette di mano di
Stefano della Bella con figure marginali illustrate e segnate da questo valente intagliatore e conoscendo che
l’edizione italiana di Parigi era tradotta da un manoscritto scorretto, e le figure erano alterate per voler
ombreggiarle, verificando che Freart portò troppe alterazioni al trattato nella sua versione francese, senza be
intendere in tutti i luoghi del testo di 39 Leonardo; verificando che l’edizione italiana di Napoli del 1733 e
l’altra di Bologna del 1786 non erano che materiali ristampe di quella di Parigi, diverse soltanto nell’infelicità
delle tavole, senza correggere alcuno degli errori nell’antica trascorsi, pubblicò il codice di Stefano della Bella. A
questo aggiunse le memorie intorno a Leonardo e intorno lo stesso Stefano coi rispettivi ritratti e molte note e
una bella lezione accademica del Lami intorno agli artisti che fiorirono dal 1000 al 1300.
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Pare incredibile come malgrado le ottime intenzioni dell’autore egli non siasi prevalso delle notizie di fatto
esattissime, pubblicate in Parigi nel 1801 dall’abate Venturi e sbagli d’otto anni la nascita di Leonardo, e fra
molti altri equivochi asserisca che il suo Cenacolo fosse dipinto a fresco.
Pare incredibile come malgrado le ottime intenzioni dell’autore egli non siasi prevalso delle notizie di fatto
esattissime, pubblicate in Parigi nel 1801 dall’abate Venturi e sbagli d’otto anni la nascita di Leonardo, e fra
molti altri equivochi asserisca che il suo Cenacolo fosse dipinto a fresco.
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Sta fra la collezione de’ classici italiani.
Sta fra la collezione de’ classici italiani.
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