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Poemi, drammi e autori classici figurati
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Prima edizione e ricchissima, per riconoscer la quale, ol 196tre alla freschezza dette stampe, osservisi che
nella seconda, alla pag. 215 del tomo terzo è posto il num. 109 e la data del titolo del tomo quarto è segnata 1770
invece che 1771.
Prima edizione e ricchissima, per riconoscer la quale, ol 196tre alla freschezza dette stampe, osservisi che
nella seconda, alla pag. 215 del tomo terzo è posto il num. 109 e la data del titolo del tomo quarto è segnata 1770
invece che 1771.
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, Tavole 24 dimostrative dì bellissimo intaglio sono accompagnate dal soggetto dei libri dell’Iliade esteso dal sig.
T. Hillaire de la Riviere. Il frontespizio presenta un ritratto di Omero coronato da due Sirene. Trovasi inoltre
anche il ritratto del sig. de la Riviere; e compresovi il frontespizio i canti sono preceduti da dieci foglietti di
preliminari ed altri quattro seguono dopo il 34 argomento, nei quali sono gli epitafii agli eroi estinti nella guerra
di Troia.
Tavole 24 dimostrative dì bellissimo intaglio sono accompagnate dal soggetto dei libri dell’Iliade esteso dal sig.
T. Hillaire de la Riviere. Il frontespizio presenta un ritratto di Omero coronato da due Sirene. Trovasi inoltre
anche il ritratto del sig. de la Riviere; e compresovi il frontespizio i canti sono preceduti da dieci foglietti di
preliminari ed altri quattro seguono dopo il 34 argomento, nei quali sono gli epitafii agli eroi estinti nella guerra
di Troia.
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, Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve
una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro
disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a
un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
Esemplare della biblioteca di Mariette con annotazioni di sua mano très rare. Nel 1572 a Francfort ne apparve
una seconda edizione pubblicata da Christ. Egelnolf. Sonovi 258 tavole in legno di bella esecuzione e bizzarro
disegno, in alcuna delle quali non ci fu possibile di trovare marche d’intagliatore, soltanto nell’ultima in mezzo a
un cartellino sulla fronte d’un sarcofago sta scritto l’anno 1520.
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, L’edizione è bella e arrichita delle illustrazioni e dei commenti di tutti i precedenti editori, con memorie intorno
alla vita dell’autore, e colla stampa delle sue lettere. Nel primo tomo è il ritratto del poeta. Nei due volumi del
poema sono 12 tavole tratte da luoghi del romanzo disegnate da M. da Bourg e intagliate da vari incisori, nessuna
da Picard, di cui sono unicamente le vignette qua e là sparse e cose di poco momento: gli esemplari in carta
grande hanno un gran pregio.
L’edizione è bella e arrichita delle illustrazioni e dei commenti di tutti i precedenti editori, con memorie intorno
alla vita dell’autore, e colla stampa delle sue lettere. Nel primo tomo è il ritratto del poeta. Nei due volumi del
poema sono 12 tavole tratte da luoghi del romanzo disegnate da M. da Bourg e intagliate da vari incisori, nessuna
da Picard, di cui sono unicamente le vignette qua e là sparse e cose di poco momento: gli esemplari in carta
grande hanno un gran pregio.
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, Splendida edizione, col frontespizio intagliato e disegnato da Montfort, stampata uniformemente in carta velina
bianca senza il mescuglio della carta azzurra come trovasi in alcuni 197 esemplari. L’incisione delle
medaglie è classicamente eseguita, in ispecie le tavole intagliate da Carmona.
Splendida edizione, col frontespizio intagliato e disegnato da Montfort, stampata uniformemente in carta velina
bianca senza il mescuglio della carta azzurra come trovasi in alcuni 197 esemplari. L’incisione delle
medaglie è classicamente eseguita, in ispecie le tavole intagliate da Carmona.
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, Questa è l’edizione in cui nove tavole vennero intagliate da Agostino Caracci e undici da Giacomo Franco.
Bisogna osservare che il rame del 4 canto non sia ripetuto nel 5 come succede in molti esemplari, altrimenti
l’edizione è imperfetta. Questo esemplare è secondo la descrizione del Bure.
Questa è l’edizione in cui nove tavole vennero intagliate da Agostino Caracci e undici da Giacomo Franco.
Bisogna osservare che il rame del 4 canto non sia ripetuto nel 5 come succede in molti esemplari, altrimenti
l’edizione è imperfetta. Questo esemplare è secondo la descrizione del Bure.
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, I disegni dello stesso Castello sono diversi e non meno pregiabili di quelli che servirono all’edizione del 1590 e
quantunque siano intagliati inferiormente, non è però spregevole edizione. Sonovi due frontespizi coi ritratti del
duca di Savoia e del Tasso.
I disegni dello stesso Castello sono diversi e non meno pregiabili di quelli che servirono all’edizione del 1590 e
quantunque siano intagliati inferiormente, non è però spregevole edizione. Sonovi due frontespizi coi ritratti del
duca di Savoia e del Tasso.
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, Lo stesso, presso il Pavoni, Le tavole sono ad ogni canto cogli argomenti in mezzo a comparti figurati.
Le tavole sono ad ogni canto cogli argomenti in mezzo a comparti figurati.
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, In quest’edizione i rami e le copiose vignette furono eseguite da mediocri artisti ed i primi quantunque imitate da
quelli di Bern. Castello non hanno alcun pregio. Nel resto per la parte de’ tipi l’edizione non è spregevole.
In quest’edizione i rami e le copiose vignette furono eseguite da mediocri artisti ed i primi quantunque imitate da
quelli di Bern. Castello non hanno alcun pregio. Nel resto per la parte de’ tipi l’edizione non è spregevole.
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, Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste
l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di
Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti
esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il
libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi
otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di
sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le
differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata
nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il
volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z
inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a
contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F,
T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole
sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti
segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da
Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di
riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118.
Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono
d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il
quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte;
e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il
testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili
o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi
sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre
variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili.
Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle
medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense
volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera
sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo
d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo
Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione
sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore
dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò
di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme
con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne
lavoro.
Riguardasi questo libro come uno de’ più rari per i tipi e per le tavole che siano esciti dai torchi dopo che esiste
l’arte della stampa. Il poema allegorico è relativo ala matrimonio di Massimiliano I colla principessa Maria di
Borgogna. L’edizione è del massimo lusso pei caratteri, le incisioni in legno e per la carta. Ne furono tirati molti
esemplari in pergamena che veggonsi in diverse biblioteche di Germania, di 198 Francia e d’Inghilterra. Il
libro è sempre prezioso qualora sia di prima edizione originale e non abbia mancanze, sopra tutto negli ultimi
otto fogli che sono marcati A e contengono un discorso sull’origine di questo romanzo istorico con una specie di
sommario de’ capitoli; i quali fogli mancano in molti esemplari. De Bure contrasegna con esattezza tutte le
differenze che servono a riconoscere e distinguere questa prima da una seconda edizione del romanzo pubblicata
nel 1519 di cui abbiamo fedelmente riscontrate sul nostro esemplare di prima freschezza e conservazione. Il
volume è diviso in due serie di segnature, la prima delle quali contiene 23 quaderni dalla lettera A sino alla Z
inclusive, e la seconda di 15 alla lettera A fino alla P. inclusa. Tutti questi questi quaderni, cominciando a
contarli dal foglietto del titolo, contengono ciascuno otto carte di stampa, eccettuati i marcati d, i, o, r, u z; C, F,
T, M, O, che sono di sei carte soltanto, notandosi che il De Bure indica soltanto il quaderno segnato P, di sole
sette carte ma è completo come gli altri, poiché l’ottava carta è bianca. Termina il volume cogli otto foglietti
segnati Anel modo più sopra indicato. Le stampe sono da ritenersi fra’ più bei legni del XVI secolo intagliate da
Hans Sebalde, o piuttosto Hans Schaeufelin, la marca del quale incontrasi in sei o sette tavole. Altri intendono di
riconoscere che una gran parte di queste sieno intagliate da Hans Burgkmair. Il numero totale di queste è 118.
Quanto all’autore del poema che è dedicato a Carlo V che fu poi re di Spagna, dice il De Bure che non sono
d’accordo gli uomini di lettere; venendo da alcuni attribuito a Melchiore Pfintzing cappellano dell’imperatore, il
quale nella prefazione asserisce di aver vedute con i propri occhi tutte le strane azioni e inverosimili ivi descritte;
e da altri si è attribuito allo stesso imperatore Massimiliano. La forma poi dei caratteri e delle cifre che ornano il
testo è sì nuova e sì varia che si è mossa contesa e lungamente durò la questione, se siano fatte a caratteri mobili
o in tavole intagliate in legno; poiché non tanto fra la pagina, quanto alla cima e al basso di ciascun foglio vi
sono imitati magistralmente i tratti di penna con intrecciamenti e volute arditissime, come sarebbero le cifre
variate a capriccio di abile calligrafo, il che dimostra una grandissima difficoltà di eseguirlo coi caratteri mobili.
Abbiamo però usata la diligenza di lucidare moltissime cifre e iniziali, e quantunque molta sia la varietà delle
medesime, non di meno abbiam riscontrato con evidenza, essere i tipi di ciascuna moltiplicati e ripetuti immense
volte, il che non sarebbe combinabile con altrettanta esattezza se i tratti di penna fossero disegnati a mano libera
sulle tavole in legno, per esservi intagliati; dopo le quali esatte osservazioni da noi ripetute, ci riporteremo
d’altrui parere, se qualche buon argomento verrà addotto per una contraria opinione. Il sig. Jansen però nel suo
Essai sur l’origine de la gravure intende che la questione sia decisa rimarcando nella prima edi 199 zione
sotto l’84 tavola alla seconda riga del testo un i rovesciato nella seconda parola, sbaglio sfuggito al compositore
dei caratteri e sul nostro esemplare abbiamo infatti verificato questo difetto visibilissimo. Ma altresì a noi sembrò
di riconoscere come i tratti di penna sieno evidentemente in più luoghi aggiunti alle lettere, ma non fusi assieme
con quelle, la qual cosa dà luogo ad ulteriori disamine e riflessioni sulla meccanica esecuzione di questo insigne
lavoro.
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