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541. LABACCO, Libro appartenente all’architettura, nei quale si figurano alcune notabili antichità di Roma.
Questa è una delle varie edizioni di Roma senz’anno, e senza nome di stampatore. L’opera di Labacco precede la copiosa serie delle prime stampe degli edificii e monumenti di Roma pubblicati da Nicola Van-Aelst, da Antonio Salamanca, da Enrico Van-Schoel, da Andrea Vaccaro, da Antonio Laffrerio, da Giacomo Bossi e da quant’altri furono primi ad illustrare quei monumenti, in fol. fig. Nel principio è la pianta di Roma di Giacomo Lauro, prima edizione: e in fine al Labacco sono 114 tavole. Vedi Speculum Romanie magnificentiae.
Questa è una delle varie edizioni di Roma senz’anno, e senza nome di stampatore. L’opera di Labacco precede la copiosa serie delle prime stampe degli edificii e monumenti di Roma pubblicati da Nicola Van-Aelst, da Antonio Salamanca, da Enrico Van-Schoel, da Andrea Vaccaro, da Antonio Laffrerio, da Giacomo Bossi e da quant’altri furono primi ad illustrare quei monumenti, in fol. fig. Nel principio è la pianta di Roma di Giacomo Lauro, prima edizione: e in fine al Labacco sono 114 tavole. Vedi Speculum Romanie magnificentiae.
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666. SERLIO, Le premier livre d’architecture mise en langue françoise par Jean Martin, Paris 1545, chez Jean Barbe. — Le second livre de perspective par le même (stesso anno, italiano e francese). — Il terzo libro delle antichità, Venezia, presso Francesco Rampazzetto, 1062. — Le quatrieme livre des regles génerales d’architecture, sur les cinq manières d’édifices traduit par Pierre Van Aelst. Imprimé à Anvers 1545. Questi quattro libri sono legati assieme.
667. SERLIO, Libro primo di architettura che tratta della geometria, libro secondo della prospettiva, Venezia, pei fratelli Sessa, 1560. — Terzo libro delle antichità di Roma: per Francesco Rampazzetto ad istanza di Marchione Sessa, 1562. — Quarto libro degli ordini delle colonne, e quinto dei tempi: pei fratelli Sessa 1559. — Libro extraordinario, pei fratelli Sessa 1567, in fol. fig. Bellissimo esemplare.
784. DEL BENE Benedetto, Osservazioni sopra l’origine ultimamente attribuita all’anfiteatro di Verona, Verona 1786, in 8. — Aggiunta: Lettera ad un amico, ossia scritto polemico in risposta alle dette osservazioni: del Conte Alessandro Carli: detto anno; Colla difesa di queste osservazioni del Sig. Benedetto del Bene. Infine, Ragionamento critico del Co. Alessandro Carli sull’anfiteatro di Verona 1786: E un’ultima lettera dell’Ab. Fortis al C. Carli sopra le di lui congetture della fondazione e dell’anfiteatro, 1785, in 8.
793. MAFFEI Scipione, Degli anfiteatri e singolarmente del Veronese: libri due, Verona 1728, in 12. fig.
Con 15 tavole intagliate in rame. Ricomparse quest’opera nella Verona Illustrata di cui forma l’ultimo libro, ma ad istanza dei dotti e curiosi l’autore la pubblicò primamente in questa piccola forma.
Con 15 tavole intagliate in rame. Ricomparse quest’opera nella Verona Illustrata di cui forma l’ultimo libro, ma ad istanza dei dotti e curiosi l’autore la pubblicò primamente in questa piccola forma.
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800. STRATICO Simone, Dell’antico teatro di Padova, Padova 1795, in 4, fig.
Con sei gran tavole intagliate in rame. Questo dottissimo professore dell’Università di Padova e uno dei luminari dell’instituto italiano, ha raccolte e non pubblicate molte memorie e commenti inediti intorno le opere di Leon B. Alberti e di Vitruvio, che sarebbe voto comune dei dotti di veder pubblicate.
Con sei gran tavole intagliate in rame. Questo dottissimo professore dell’Università di Padova e uno dei luminari dell’instituto italiano, ha raccolte e non pubblicate molte memorie e commenti inediti intorno le opere di Leon B. Alberti e di Vitruvio, che sarebbe voto comune dei dotti di veder pubblicate.
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