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597. PALLADIO, Fabbriche antiche da lui disegnate e date in luce da Riccardo Conte di Burlington. Londra 1730, in fol. fig.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra. Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana, disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce, imitando l’esempio del benemerito inglese.
Questo è l’esemplare donato dall’editore al Conte Algarotti. Vi si trova la pianta delle terme di Agrippa disegnata a mano, che il conte Algarotti ebbe comodo di trarre dall’originale che non era in sua mano e allora posseduto dall’architetto Temanza, la qual pianta non trovasi negli altri esemplari originali stampati in Londra. Se dopo la ristampa fattane in Vicenza, questo libro venne diffuso, non cessa d’esser rara questa prima edizione che venne dall’editore regalata ai letterati del suo tempo. Nel primo foglio è il busto dell’autore col frontespizio nel basamento. Un avviso al lettore è nel secondo foglio intagliato in rame e in lingua italiana, disteso con nobile eleganza dal dottissimo inglese, sopra del quale è un fregio intagliato con un medaglione che rappresenta 108 il Palladio. Seguono le 25 tavole, delle quali la 2 non è a stampa, come abbiamo detto, ma a mano. Ebbe il nobile Lord tutta la cura in questa edizione, imitando nell’inchiostro da stampa quella tinta giallognola degli antichi disegni e in ispecie dei palladiani. Che oltre il rendere più fedelmente l’idea degli originali, produce anche un effetto più dolce della cruda negrezza dell’inchiostro da stampa. Sarebbe pur grato ai dilettanti e agli artisti che altro depositario di un tesoro inedito de’ palladiani disegni volesse darli alla luce, imitando l’esempio del benemerito inglese.
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3618. BIANCHINI monsignor Francesco, Del palazzo de’ Cesari, opera postuma, Verona 1738, in fol., fig.
Sonovi 20 ampie tavole intagliate in rame. che illustrano questa grandiosa opera, ma tutta la parte congetturale è di tal natura da non conciliarsi facilmente con quello che ci rimane d’antichi edifici, e non agevole a giustificarsi con buona critica.
Sonovi 20 ampie tavole intagliate in rame. che illustrano questa grandiosa opera, ma tutta la parte congetturale è di tal natura da non conciliarsi facilmente con quello che ci rimane d’antichi edifici, e non agevole a giustificarsi con buona critica.
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3806. OVERBEKE Bonaventura, Degli avanzi dell’antica Roma. Opera postuma tradotta, ed accresciuta da Paolo Rolli, Londra 1739, in 8.
Questa è quella parte di testo, che doveva accompagnar le figure, la quale comparve alla luce avanti che Michele d’Overbeke pubblicasse il tutto nei tre grandi volumi in foglio l’anno 1763. Col ritratto dell’autore in fronte.
Questa è quella parte di testo, che doveva accompagnar le figure, la quale comparve alla luce avanti che Michele d’Overbeke pubblicasse il tutto nei tre grandi volumi in foglio l’anno 1763. Col ritratto dell’autore in fronte.
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