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370. ALBERTI Leonis Baptistae, De re aedificatoria, Lib. X, Fiorentiae 1486, in fol. Editio princeps.
Questa edizione originale pregiatissima è impressa con bellissimi caratteri in carta buonissima La faccia del primo foglietto è bianca e a retro sta la dedica fatta dal Poliziano a Lorenzo de Medici. Nel secondo foglietto comincia il testo: Leonis Baptistae Alberti de re aedificatoria incipit, lege feliciter. Nel penultimo foglietto: Laus Deo honor et gloria. Leonis Baptistae Alberti florentini viri clarissimi de re aedificatoria opus elegantiisimum et quam maxime utile, Florentia, accuratissime impressum opera Magistri Nicolai Laurentiii Alamanni, anno salutis milesimo octuagesimo quinto; quarto Kalendas Januarias. Nell’ultimo foglietto sono 32 versi di Battista Siculo in onore dell’autore e a tergo il registro dei fogli. Esemplare in vit. dor. con custodia.
Questa edizione originale pregiatissima è impressa con bellissimi caratteri in carta buonissima La faccia del primo foglietto è bianca e a retro sta la dedica fatta dal Poliziano a Lorenzo de Medici. Nel secondo foglietto comincia il testo: Leonis Baptistae Alberti de re aedificatoria incipit, lege feliciter. Nel penultimo foglietto: Laus Deo honor et gloria. Leonis Baptistae Alberti florentini viri clarissimi de re aedificatoria opus elegantiisimum et quam maxime utile, Florentia, accuratissime impressum opera Magistri Nicolai Laurentiii Alamanni, anno salutis milesimo octuagesimo quinto; quarto Kalendas Januarias. Nell’ultimo foglietto sono 32 versi di Battista Siculo in onore dell’autore e a tergo il registro dei fogli. Esemplare in vit. dor. con custodia.
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554. MARGARITA Philosophica Ubi de architectura et alia. Argentinae 1512, in 4, fig. Accedit Boetii libri duo de arithmetica, Venetiis 1488. Editio Princeps.
591. PACIOLO frate Luca di Borgo S. Sepolcro, Summa de arithmetica, geometria, proporzioni e pro-portionalità, Venezia, per Paganino, 1494, in f. fig.
Sul frontespizio sia il sommario dell’opera, e dietro un indirizzo a Marco Sanudo inviandogli il libro dedicato già al Duca d’Urbino, come in seguito vedesi per la lettera italiana e latina ove sono infinite cognizioni d’artisti allora viventi.
Sul frontespizio sia il sommario dell’opera, e dietro un indirizzo a Marco Sanudo inviandogli il libro dedicato già al Duca d’Urbino, come in seguito vedesi per la lettera italiana e latina ove sono infinite cognizioni d’artisti allora viventi.
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Seguono poi altri sommari delle cinque parti dell’opera e la tavola delle materie e il testo procede poi per 224 fogli oltre i prolegomeni. Il trattato di geometria colle figure impresse sui margini ricomincia con nuovo numero di tavole dall’1 sino al foglio 76, ove è il privilegio e il registro.
Seguono poi altri sommari delle cinque parti dell’opera e la tavola delle materie e il testo procede poi per 224 fogli oltre i prolegomeni. Il trattato di geometria colle figure impresse sui margini ricomincia con nuovo numero di tavole dall’1 sino al foglio 76, ove è il privilegio e il registro.
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613. POLIPHILI (Francisci Columnae), Hypnerotomachia, ubi humana omnia nonnisi somnium esse docet etc. (opus a Leonardo Grasso Veronensi editum), Venetiis, mense Decembris, 1499, in aedibus Aldi Manutii, in fol. fig.
Prima edizione intatta, di margine massimo, esemplare di prima conservazione, ore tutte le figure e quella del sagrifizio a Priapo sono intatte. Legato con somma magnificenza in cuoio di Russia dorato.
Prima edizione intatta, di margine massimo, esemplare di prima conservazione, ore tutte le figure e quella del sagrifizio a Priapo sono intatte. Legato con somma magnificenza in cuoio di Russia dorato.
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681. VALTURII Roberti, De re militari lib. XII, Verona anno D. 1472, in fol. fig.

Edizione prima e rara di questo libro; legato in mar dor. Il nostro esemplare combina colla descrizione datane dal de Bure e da altri bibliografi, cominciando coi quattro foglietti Elencus ossia Index rerum, indi la prefazione che incomincia Credo equidem e il fine ove sono li 32 versi latini, i quali cominciano Valturii nostrae Princeps altissime linguae, e terminano Teque sequi ec. indi: Johannes ex Verona oriundus Nicalai Cyrurgie meidici filius, Artis impressorias magister, hunc de re militari librum elegantissimum litteris et figuratis signis, sua in Patria, impressit an. 1472.

La preziosità singolare di questo libro è nelle stampe in legno eseguite probabilmente da Matteo Pasti Veronese, il quale unitamente a Vittore Pisano detto Pisanello, pur veronese, lavorò molto per li Malatesti di Rimino: e per conseguenza anche questi disegni che illustrarono un’opera di autore Ariminese dedicata a Sigismondo Pandolfo Malatesta possono essere stati eseguiti da uno di quegli artefici, che erano per l’ingegno loro non, solo più chiari in Verona, dove il libro venne stampato, ma anche più accetti a que’ Mecenati sotto il cui dominio ogni ramo d’arte e di lettere godeva di nobilissima protezione. 82 sono le stampe sparse fra il testo, alcune delle quali difficili e complicate per la prospettiva, sono mirabilmente disegnate, in tutto ciò che alla figura umana appartiene: non veggiamo che siasi eseguita cosa migliore in quell’epoca, in cui le scuote della Germania vantavano uomini chiari e contendevano all’Italia il primato nel 125 le arti dell’intaglio e della stampa. L’Esopo del Tuppo è di gran lunga inferiore in merito di disegno, quantunque prodotto una dozzina d’anni dopo e ragionevolmente tengasi in tanto pregio. Aggiungiamo che lo stesso Valturio era disegnatore, come il riferiscono alcune lettere dal Battara riportate nella Raccolta Milanese: ma appunto esaminando le tavole del Valturio trovatisi differenze notabili fra alcune che possono essere tracciate da un ingegnere semplicemente e altre da un peritissimo artista. Oltre di che, giova notare la molta somiglianza, che passa tra alcuni disegni di queste figure e lo stile delle opere di scultura, che veggiamo in alcuni bellissimi medaglioni di Matteo Pasto e di Vettor Pisano, i quali erano in quell’età insigni nell’arte di modellare, dipingere, disegnate ec. Poco o nulla sul merito di queste tavole si estendono gli scrittori. Il Papilou ne tace, il sig. Ottley indica qualche cosa sull’assertiva data dal Maffei nella sua Verona illustrata e si riporta al fac simile che il sig Dibdin ha dato nella Spenceriana.

Edizione prima e rara di questo libro; legato in mar dor. Il nostro esemplare combina colla descrizione datane dal de Bure e da altri bibliografi, cominciando coi quattro foglietti Elencus ossia Index rerum, indi la prefazione che incomincia Credo equidem e il fine ove sono li 32 versi latini, i quali cominciano Valturii nostrae Princeps altissime linguae, e terminano Teque sequi ec. indi: Johannes ex Verona oriundus Nicalai Cyrurgie meidici filius, Artis impressorias magister, hunc de re militari librum elegantissimum litteris et figuratis signis, sua in Patria, impressit an. 1472.

La preziosità singolare di questo libro è nelle stampe in legno eseguite probabilmente da Matteo Pasti Veronese, il quale unitamente a Vittore Pisano detto Pisanello, pur veronese, lavorò molto per li Malatesti di Rimino: e per conseguenza anche questi disegni che illustrarono un’opera di autore Ariminese dedicata a Sigismondo Pandolfo Malatesta possono essere stati eseguiti da uno di quegli artefici, che erano per l’ingegno loro non, solo più chiari in Verona, dove il libro venne stampato, ma anche più accetti a que’ Mecenati sotto il cui dominio ogni ramo d’arte e di lettere godeva di nobilissima protezione. 82 sono le stampe sparse fra il testo, alcune delle quali difficili e complicate per la prospettiva, sono mirabilmente disegnate, in tutto ciò che alla figura umana appartiene: non veggiamo che siasi eseguita cosa migliore in quell’epoca, in cui le scuote della Germania vantavano uomini chiari e contendevano all’Italia il primato nel 125 le arti dell’intaglio e della stampa. L’Esopo del Tuppo è di gran lunga inferiore in merito di disegno, quantunque prodotto una dozzina d’anni dopo e ragionevolmente tengasi in tanto pregio. Aggiungiamo che lo stesso Valturio era disegnatore, come il riferiscono alcune lettere dal Battara riportate nella Raccolta Milanese: ma appunto esaminando le tavole del Valturio trovatisi differenze notabili fra alcune che possono essere tracciate da un ingegnere semplicemente e altre da un peritissimo artista. Oltre di che, giova notare la molta somiglianza, che passa tra alcuni disegni di queste figure e lo stile delle opere di scultura, che veggiamo in alcuni bellissimi medaglioni di Matteo Pasto e di Vettor Pisano, i quali erano in quell’età insigni nell’arte di modellare, dipingere, disegnate ec. Poco o nulla sul merito di queste tavole si estendono gli scrittori. Il Papilou ne tace, il sig. Ottley indica qualche cosa sull’assertiva data dal Maffei nella sua Verona illustrata e si riporta al fac simile che il sig Dibdin ha dato nella Spenceriana.

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694. VITRUVII L. Pollionis, De architectura libri decem sexti Julii Frontini de aquaeductibus liber unus: Angeli Polidani opusculum: quod Panepistemen inscribitur: Angeli Policiani in priora Analytica praelectio, cui titulus est Lamia. Florentiae impressum anno a Natali Christiano 1496, in fol.
Non si può indovinare l’editore, né lo stampatore di questo testo, in cui trovansi alcuni poche varietà dell’edizione principe ec. Tre o quattro figure di semplici quadrati non bastano a poter dillo fra Vitruvii figurali: alcuni erroneamente un tempo lo riputarono prima edizione. L’anno di stampa trovasi dopo il X libro prima degli opuscoli e del Frontino. Il testo è preceduto da due soli foglietti colle tavole dei capitoli e il frontespizio. In tutto il volume sono 86 foglietti. Esemplare di bellissima conservazione.
Non si può indovinare l’editore, né lo stampatore di questo testo, in cui trovansi alcuni poche varietà dell’edizione principe ec. Tre o quattro figure di semplici quadrati non bastano a poter dillo fra Vitruvii figurali: alcuni erroneamente un tempo lo riputarono prima edizione. L’anno di stampa trovasi dopo il X libro prima degli opuscoli e del Frontino. Il testo è preceduto da due soli foglietti colle tavole dei capitoli e il frontespizio. In tutto il volume sono 86 foglietti. Esemplare di bellissima conservazione.
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695. VITRUVII L. Pollionis, De Architectura libri decem. Accedunt Cleonidae Harmonicum Introdoctorium, Frontini de aquaeductibus. Policiani opuscula, impressimi, Venetiis, per Simonem Papiensem, dictum Bevilacqua, 1497, in fol.
Le poche varianti che incontranti in questa edizione dalla 128 precedente di Toscana non sono prese da alcun codice, né in alcun motto comprovate, ma dettate da semplici conghietture: in tutto rassomiglia l’edizione fiorentina e non conosciamo se alcun uomo di profonda dottrina ne procurasse la ristampa. Sono questi 91 foglietti di stampa per l’aggiunta del Cleonide. L’anno di stampa sta dopo il decimo libro di Vitruvio.
Le poche varianti che incontranti in questa edizione dalla 128 precedente di Toscana non sono prese da alcun codice, né in alcun motto comprovate, ma dettate da semplici conghietture: in tutto rassomiglia l’edizione fiorentina e non conosciamo se alcun uomo di profonda dottrina ne procurasse la ristampa. Sono questi 91 foglietti di stampa per l’aggiunta del Cleonide. L’anno di stampa sta dopo il decimo libro di Vitruvio.
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