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Escì quest’opera alla luce in latino con questo titolo: Quinque columnarum exacta detcriptio, atque delineatio
cum simmetrica earum descriptione, conscriapta per Jo. Bloum, Tiguri 1560, e in tedesco fu riprodotta nel 1671.
Rara a trovarsi in qualunque lingua.
Escì quest’opera alla luce in latino con questo titolo: Quinque columnarum exacta detcriptio, atque delineatio
cum simmetrica earum descriptione, conscriapta per Jo. Bloum, Tiguri 1560, e in tedesco fu riprodotta nel 1671.
Rara a trovarsi in qualunque lingua.
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Sono 30 fogli che compongono il libro; e le tavole assai ben disegnate e intagliate in legno sono frapposte al
testo. L’opera fu scritta nel 1564 e pubblicata in quel tempo. Questa seconda edizione non è però comune, né
senza pregio e l’autore si mostra inteso delle dottrine vitruviane profondamente.
Sono 30 fogli che compongono il libro; e le tavole assai ben disegnate e intagliate in legno sono frapposte al
testo. L’opera fu scritta nel 1564 e pubblicata in quel tempo. Questa seconda edizione non è però comune, né
senza pregio e l’autore si mostra inteso delle dottrine vitruviane profondamente.
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Allettanti edifici sono illustrati nel secondo volume: opera che comprende quanto di più insigne produssero le
arti in Francia nell’aureo secolo di Francesco, piena di preziose nozioni relative agli artisti di quell’età. Le tavole
sono in rame, o intagliate con gusto.
Allettanti edifici sono illustrati nel secondo volume: opera che comprende quanto di più insigne produssero le
arti in Francia nell’aureo secolo di Francesco, piena di preziose nozioni relative agli artisti di quell’età. Le tavole
sono in rame, o intagliate con gusto.
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Opera estesa con molta prolissità e complicazione e con infinito numero di dimostrazioni e figure in tavole 121,
alla quale bisogna accordate un merito distinto per le grandi cognizioni pratiche e matematiche in essa raccolte.
Opera estesa con molta prolissità e complicazione e con infinito numero di dimostrazioni e figure in tavole 121,
alla quale bisogna accordate un merito distinto per le grandi cognizioni pratiche e matematiche in essa raccolte.
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Quest’opera presenta un’indigesta riunione di opere infedelmente tratte da altri e in parte sognate da questo
architetto.
Quest’opera presenta un’indigesta riunione di opere infedelmente tratte da altri e in parte sognate da questo
architetto.
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II trarre dai racconti della storia edifici di cui non restano traccie è opera che esige infinita critica e
l’imaginazione non basta, specialmente quando non è punto guidata dal gusto. Contiene il volume 84 tavole, di
cui le ultime tredici rappresentano una collezione di vasi.
II trarre dai racconti della storia edifici di cui non restano traccie è opera che esige infinita critica e
l’imaginazione non basta, specialmente quando non è punto guidata dal gusto. Contiene il volume 84 tavole, di
cui le ultime tredici rappresentano una collezione di vasi.
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Opera al di sotto della mediocrità, che anticipa sul gusto infelice del secolo; con 21 tavole diligentemente
intagliate.
Opera al di sotto della mediocrità, che anticipa sul gusto infelice del secolo; con 21 tavole diligentemente
intagliate.
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Edizione stampata in numero di soli 60 esemplari. Le ragioni della quale scarsezza di copie l’autore fa conoscere
in un avviso ai discreti lettori.
Edizione stampata in numero di soli 60 esemplari. Le ragioni della quale scarsezza di copie l’autore fa conoscere
in un avviso ai discreti lettori.
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Opera stimata per le cognizioni profonde di pratica e di matematica applicata all’architettura, ritenuta anche rara
dal de Bure. Le tavole in legno sono inserite fra il testo: nulla 95verte su ciò che è delineazione degli ordini,
o parti orna mentali dell’architettura.
Opera stimata per le cognizioni profonde di pratica e di matematica applicata all’architettura, ritenuta anche rara
dal de Bure. Le tavole in legno sono inserite fra il testo: nulla 95verte su ciò che è delineazione degli ordini,
o parti orna mentali dell’architettura.
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Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono
tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive
inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
Le tavole portano la marca di Gab. Krammer e l’anno 1599. Gli esempi tratti dagli ordini e i loro ornamenti sono
tutto ciò che di più barbaro escisse dagli umani deliri in 28 tavole, cui sono aggiunte altre tavole di prospettive
inventate da Uriese, da Dom. Custodi, pubblicate da Steff. Scolari in Venezia.
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La prima tavola che precede le 50 figure contiene il ritratto di Mauclerc dipinto e intagliato di sua mano: fu
levato (ma non abbastanza) dal rame il millesimo e sul nostro esemplare, che è di prima bellezza, si legge 1535,
del qual autore non troviamo citazioni. Ma è da tenersi in gran pregio per le tavole di bella e nitida incisione.
Pietro Daret aggiunse a quest’opera le misure e proporzioni d’altri maestri, siccome egli avvisa nel frontespizio.
E infatti Mauclerc non poteva parlare di Palladio, di Vignola, di Scamozzi, le cui opere non erano vivente lui
conosciute; e perciò vedesi che le cinque tavole dalla 45 alla 48 inclusive, nelle quali si presentano questi
paralelli, sono d’altro bulino ed aggiunte da Pietro Daret all’opera di Mauclerc, le altre tavole avendo tutte la
marca del primo autore. Quanto al testo si riconosce derivar le nozioni da Vitruvio, ma succintamente, e
confusamente ed eludendo passi difficili, come quelli sulla voluta ionica, sugli scamilli ec.
La prima tavola che precede le 50 figure contiene il ritratto di Mauclerc dipinto e intagliato di sua mano: fu
levato (ma non abbastanza) dal rame il millesimo e sul nostro esemplare, che è di prima bellezza, si legge 1535,
del qual autore non troviamo citazioni. Ma è da tenersi in gran pregio per le tavole di bella e nitida incisione.
Pietro Daret aggiunse a quest’opera le misure e proporzioni d’altri maestri, siccome egli avvisa nel frontespizio.
E infatti Mauclerc non poteva parlare di Palladio, di Vignola, di Scamozzi, le cui opere non erano vivente lui
conosciute; e perciò vedesi che le cinque tavole dalla 45 alla 48 inclusive, nelle quali si presentano questi
paralelli, sono d’altro bulino ed aggiunte da Pietro Daret all’opera di Mauclerc, le altre tavole avendo tutte la
marca del primo autore. Quanto al testo si riconosce derivar le nozioni da Vitruvio, ma succintamente, e
confusamente ed eludendo passi difficili, come quelli sulla voluta ionica, sugli scamilli ec.
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