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66. ALBERTI Leon Battista, La pittura tradotta per mess. Lodovico Domenichi. Libri tre, Venezia, Giolito, 1547, in 8.
67. ALBERTI Leon Battista, Altro esemplare della stessa con note marginali manoscritte.
In queste note manoscritte rendesi ragione di qualche opera di pennello esistite in Firenze di mano di L. B. Alberti. La stampa di questo opuscoletto da Lodovico Domenichi fu intitolata a Francesco Salviati. Vedi anche Vinci Leonardo.
In queste note manoscritte rendesi ragione di qualche opera di pennello esistite in Firenze di mano di L. B. Alberti. La stampa di questo opuscoletto da Lodovico Domenichi fu intitolata a Francesco Salviati. Vedi anche Vinci Leonardo.
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83 BIONDO Michelangelo, Lo stesso, esemplare in carta turchina.
Questo autore dedicò l’opera sia a tutti i pittori dell’Europa. Se la stravaganza di qualche opinione può costituire il merito di un trattato, può questo concorrere fra quelli che aspirano ad un primato; finisce col datare la sua opera.
Questo autore dedicò l’opera sia a tutti i pittori dell’Europa. Se la stravaganza di qualche opinione può costituire il merito di un trattato, può questo concorrere fra quelli che aspirano ad un primato; finisce col datare la sua opera.
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Dalla casuppola del Biondo nel tempo della rinovazione dei suoi martiri. Il Biondo quantunque nato 22 anni prima che morisse Leonardo, attribuisce al Mantegna il Cenacolo di Milano e tutta l’opera è piena di simili inesattezze e falsità. Questo è uno dei casi in cui è utile che i più rari libri siano appunto i più cattivi.
Dalla casuppola del Biondo nel tempo della rinovazione dei suoi martiri. Il Biondo quantunque nato 22 anni prima che morisse Leonardo, attribuisce al Mantegna il Cenacolo di Milano e tutta l’opera è piena di simili inesattezze e falsità. Questo è uno dei casi in cui è utile che i più rari libri siano appunto i più cattivi.
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114. DONI Anton-Francesco, Disegno partito in più ragionamenti, le quali si tratta della pittura e scultura, de’ colori, de’ getti, de’ modelli ec. In Venezia, presso Gabriel Giolito, 1549, in 8.
In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo esemplare.
In fine di questo trattato sono molte lettere dello stesso a diversi gentiluomini e scultori e pittori ec. Bellissimo esemplare.
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185. PINO messer Paolo, Dialogo di pittura nuovamente dato in luce, Venezia 1548, per Paolo Gherardo in 8.
Quest’elegante opuscoletto fu intitolato al doge Francesco Donato, come a vero mecenate delle arti.
Quest’elegante opuscoletto fu intitolato al doge Francesco Donato, come a vero mecenate delle arti.
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223. VARCHI Benedetto, Due lezioni, nella prima di cui si dichiara un sonetto di Michel Angelo Buonarroti, nell’altra si disputa sulla nobiltà della scultura e della pittura, Firenze, Torrentino, 1549, in 4.
Il Varchi indirizzò questa seconda lezione a Luca Martini, acciò trasmettendola al Buonarroti attestasse la brevità del tempo che ha avuta di dettarla e gli mandasse poi copia della risposta di esso Buonarroti.
Il Varchi indirizzò questa seconda lezione a Luca Martini, acciò trasmettendola al Buonarroti attestasse la brevità del tempo che ha avuta di dettarla e gli mandasse poi copia della risposta di esso Buonarroti.
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633. RIVII Gualtherii medici et math., Insigniorum utiliorumque rerum ad totam architecturam pertinentium, nec non mathematicarum et mechanicarum artium apta atque perspicua institutio ad veram Vitruvii doctrinam accomodata, in tres praecipuos libros divisa etc., Norimbergae, typ. Jo. Petreii, 1547, in fol. In lingua tedesca.
Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo, del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di bellissima conservazione; in vitello.
Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo, del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di bellissima conservazione; in vitello.
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666. SERLIO, Le premier livre d’architecture mise en langue françoise par Jean Martin, Paris 1545, chez Jean Barbe. — Le second livre de perspective par le même (stesso anno, italiano e francese). — Il terzo libro delle antichità, Venezia, presso Francesco Rampazzetto, 1062. — Le quatrieme livre des regles génerales d’architecture, sur les cinq manières d’édifices traduit par Pierre Van Aelst. Imprimé à Anvers 1545. Questi quattro libri sono legati assieme.
709. VITRUVII, De architectura adnotationes Guglielmi Philandri, Parisiis 1545, in 8, fig.
Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
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710. VITRUVE M. Pollion, Architecture, ou art de bien bastir: mis de la latin en français par Jean Martin secretaire du Cardinal Lenoncourt, Paris 1547, chez Jacques Gazeau, in fol. fig.
Con un bellissimo ritratto del traduttore intagliato in legno nel frontespizio. Questa è la prima edizione del Vitruvio del Martino, in cui professa di essersi valso de’ commentatori precedenti, ed in specie vedesi aver preferito fra Giocondo. Le figure intagliate in legno con molto bel garbo sono disegnate la più parte da Jean Goujon e le altre son tolte dal Cesariano, da fra Giocondo e dal Serlio. In fine è una breve dissertazione sull’architettura di Jean Goujon.
Con un bellissimo ritratto del traduttore intagliato in legno nel frontespizio. Questa è la prima edizione del Vitruvio del Martino, in cui professa di essersi valso de’ commentatori precedenti, ed in specie vedesi aver preferito fra Giocondo. Le figure intagliate in legno con molto bel garbo sono disegnate la più parte da Jean Goujon e le altre son tolte dal Cesariano, da fra Giocondo e dal Serlio. In fine è una breve dissertazione sull’architettura di Jean Goujon.
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