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Language
French
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Genre
Early works to 1800
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Topic
Gems
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Catalogo Section
Numismatica e pietre intagliate
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Dedicata al duca d’Orleans. Si tratta in questa memoria del famosi sigillo di Michelangelo, che vedesi intagliato
in rame in due modi e dall’incavo e dal rilievo, cioè a dritta e a sinistra. Questa illustrazione apparve dopo i
lunghi dispareri e contese di mad. le Hay e mons. de Mautour, di cui sono pieni i giornali di Trévoux: sempre si
spiegò il significato di questa gemma come un baccanale, o una vendemmia e provasi che non è questa la dovuta
interpretazione: su tutto ciò che riguarda questa pietra leggasi Mariette, che estesamente ne ragiona nella sua
grand’opera a p. 311.
Dedicata al duca d’Orleans. Si tratta in questa memoria del famosi sigillo di Michelangelo, che vedesi intagliato
in rame in due modi e dall’incavo e dal rilievo, cioè a dritta e a sinistra. Questa illustrazione apparve dopo i
lunghi dispareri e contese di mad. le Hay e mons. de Mautour, di cui sono pieni i giornali di Trévoux: sempre si
spiegò il significato di questa gemma come un baccanale, o una vendemmia e provasi che non è questa la dovuta
interpretazione: su tutto ciò che riguarda questa pietra leggasi Mariette, che estesamente ne ragiona nella sua
grand’opera a p. 311.
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, Il soggetto che in quest’opera è preso di mira sono le medaglie non omettendo cosa alcuna che possa erudire un
buon numismatico, essendo quello il principal studio dell’autore ed essendo a ciò quasi intieramente consecrate
le 30 tavole che trovansi in fine dei due volumi.
Il soggetto che in quest’opera è preso di mira sono le medaglie non omettendo cosa alcuna che possa erudire un
buon numismatico, essendo quello il principal studio dell’autore ed essendo a ciò quasi intieramente consecrate
le 30 tavole che trovansi in fine dei due volumi.
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, Opera curiosa e ricercata per le molte notizie che contiene: i bibliografi francesi l’apprezzano più della latina,
forse perché la versione nella lingua nativa per l’uso che ne hanno fatto facilmente gli artisti, ha diminuito il
numero degli esemplari.
Opera curiosa e ricercata per le molte notizie che contiene: i bibliografi francesi l’apprezzano più della latina,
forse perché la versione nella lingua nativa per l’uso che ne hanno fatto facilmente gli artisti, ha diminuito il
numero degli esemplari.
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, Quest’opera fu riunita e pubblicata da Basan, essendo rimasta imperfetta presso l’autore, che aveva fatto tirare
qualche esemplare soltanto delle tavole senza numeri e senza illustrazioni. Il pregio massimo è di possederla in
quello stato di prima imperfezione. Ma siccome ne furono tirati pochissimi esemplari, le tavole sono
freschissime, anche in questa di Basan, alle quali vennero aggiunti i numeri e un cenno relativo a ciascun
soggetto sulle stesse tavole intagliato.
Quest’opera fu riunita e pubblicata da Basan, essendo rimasta imperfetta presso l’autore, che aveva fatto tirare
qualche esemplare soltanto delle tavole senza numeri e senza illustrazioni. Il pregio massimo è di possederla in
quello stato di prima imperfezione. Ma siccome ne furono tirati pochissimi esemplari, le tavole sono
freschissime, anche in questa di Basan, alle quali vennero aggiunti i numeri e un cenno relativo a ciascun
soggetto sulle stesse tavole intagliato.
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, Quest’opera è stata intagliata da diligentissimi incisori, 56 che posero ogni cura nel finire le tavole; ma la
preziosità dell’esecuzione non compensa il gusto e la grazia, che mancano affatto.
Quest’opera è stata intagliata da diligentissimi incisori, 56 che posero ogni cura nel finire le tavole; ma la
preziosità dell’esecuzione non compensa il gusto e la grazia, che mancano affatto.
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, Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce
anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di
una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una
parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce
anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di
una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una
parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
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, Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per
l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono
intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò,
piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella
originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca
d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise,
indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo
digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche
di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una
preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e
finisce il volume primo con la tavola degli autori.
Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132
gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo
d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per
l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono
intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò,
piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella
originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca
d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise,
indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo
digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche
di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una
preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e
finisce il volume primo con la tavola degli autori.
Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132
gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo
d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
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,Sono tavole 88, nelle quali per speculazione libraria sono riuniti e intagliati con vituperevole negligenza i più bei
monumenti dell’antichità.
Sono tavole 88, nelle quali per speculazione libraria sono riuniti e intagliati con vituperevole negligenza i più bei
monumenti dell’antichità.
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, Quest’opera quantunque riempia un grosso volume è fatalmente stata eseguita senza le tavole, che
dagl’intelligenti sarebbero tanto desiderate.
Quest’opera quantunque riempia un grosso volume è fatalmente stata eseguita senza le tavole, che
dagl’intelligenti sarebbero tanto desiderate.
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