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Biblie figurate vite istoriate
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Non possiamo con certezza attribuire queste 25 tavole, compresovi il frontespizio, né a Fulvio Ursino, né ad
Agostino Veneziano per quello che sia dell’intaglio, sebbene la cartella del frontespizio sia di quel tempo e di
quel carattere non meno che le incisioni. A questo va unito.
Illustrium virornm ut extant in Urbe expressi vultus, Roma 1569 cum privil. sum. Pont. formis Ant. Laffreri.
Questa è la vera e bellissima prima edizione delle 52 teste intagliate da Agostino Veneziano, precedute da un
frontespizio figurato, e dalla lettera di Achille Stazio al Card. Perenotto, e da un avviso dello stesso al lettore.
Comincia la collezione da un busto incognito e termina con quello di Giano, numerata progressivamente.
Nitidissimo e magnifico esemplare di prima freschezza. Trovasi a questo unito.
Imagines et elogia virorum illustrium et eruditorum ex antiq. lapidib. et numismatib. espressa cum annotatione
ex Bibliotheca Fulvii Ursini 1750, Romae Ant. Laffreri formis. Se 366 gue un carme di Lorenzo Gambara al
Vescoro di Pola, poi la prefazione, indi l’elenco delle divisioni. Le tavole sono 74 parte di erme in legno, parte di
busti, erme, medaglie e iscrizioni in rame: sono precedute dalla pag. I che comprende il frontespizio, sino alla III,
in cui incominciano le imagini essendo le due ultime bianche, intorno alla seconda delle quali si legge: Venetiis
1570 in aedibus Pietri Dehuchino Galli.
Non possiamo con certezza attribuire queste 25 tavole, compresovi il frontespizio, né a Fulvio Ursino, né ad
Agostino Veneziano per quello che sia dell’intaglio, sebbene la cartella del frontespizio sia di quel tempo e di
quel carattere non meno che le incisioni. A questo va unito.
Illustrium virornm ut extant in Urbe expressi vultus, Roma 1569 cum privil. sum. Pont. formis Ant. Laffreri.
Questa è la vera e bellissima prima edizione delle 52 teste intagliate da Agostino Veneziano, precedute da un
frontespizio figurato, e dalla lettera di Achille Stazio al Card. Perenotto, e da un avviso dello stesso al lettore.
Comincia la collezione da un busto incognito e termina con quello di Giano, numerata progressivamente.
Nitidissimo e magnifico esemplare di prima freschezza. Trovasi a questo unito.
Imagines et elogia virorum illustrium et eruditorum ex antiq. lapidib. et numismatib. espressa cum annotatione
ex Bibliotheca Fulvii Ursini 1750, Romae Ant. Laffreri formis. Se 366 gue un carme di Lorenzo Gambara al
Vescoro di Pola, poi la prefazione, indi l’elenco delle divisioni. Le tavole sono 74 parte di erme in legno, parte di
busti, erme, medaglie e iscrizioni in rame: sono precedute dalla pag. I che comprende il frontespizio, sino alla III,
in cui incominciano le imagini essendo le due ultime bianche, intorno alla seconda delle quali si legge: Venetiis
1570 in aedibus Pietri Dehuchino Galli.
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, Esemplari due bellissimi, l’uno colle illustrazioni olandesi e l’altro senza. Acciò sia completa l’edizione deve
essere a retro del frontespizio l’argomento di tutta l’opera in due colonne latine e olandese. Poi seguono tredici
carte o foglietti stampati in colonna in lingua olandese che illustrano le 36 tavole dell’opera coll’approvazione
per la stampa al 25 Nov. 1611, typis Davidis Martini. Seguono le 36 tavole Seguono Ant. Tempesta anno 1611: a
tergo delle quali è un illustrazione latina e al piè delle tavole l’argomento intagliato olandese e latino.
Esemplari due bellissimi, l’uno colle illustrazioni olandesi e l’altro senza. Acciò sia completa l’edizione deve
essere a retro del frontespizio l’argomento di tutta l’opera in due colonne latine e olandese. Poi seguono tredici
carte o foglietti stampati in colonna in lingua olandese che illustrano le 36 tavole dell’opera coll’approvazione
per la stampa al 25 Nov. 1611, typis Davidis Martini. Seguono le 36 tavole Seguono Ant. Tempesta anno 1611: a
tergo delle quali è un illustrazione latina e al piè delle tavole l’argomento intagliato olandese e latino.
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, Questa non è altro che l’opera pubblicata dai fratelli Sadeler Solitudo sive vitae Patrum Heremicatarum
riprodotta colle stampe logoratissime che non già Luigi, ma Francesco Valesio pubblica nel 1612 copiando i
Sadeler, alla quale edizione il Cavaccio pose il testo. Vedi .
Questa non è altro che l’opera pubblicata dai fratelli Sadeler Solitudo sive vitae Patrum Heremicatarum
riprodotta colle stampe logoratissime che non già Luigi, ma Francesco Valesio pubblica nel 1612 copiando i
Sadeler, alla quale edizione il Cavaccio pose il testo. Vedi .
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, Non vi sono che le sole vite in questo esemplare ed alcuni ritratti de’ più grandi. In generale si fa poco conto
dagli amatori di questa edizione, poiché i rami trovansi logori necessariamente come esser deve per l’epoca in
cui fu eseguita. I ritratti debbono essere 125, la maggior parte de’ quali si possono vedere intagliati nell’Icones
Principum. Vi sono però i seguenti, Francesco di Savoia, Filippo IV di Spagna ed Elisabetta sua moglie,
Federico Enrico d’Orange, Francesco di Gand-Villain.
Non vi sono che le sole vite in questo esemplare ed alcuni ritratti de’ più grandi. In generale si fa poco conto
dagli amatori di questa edizione, poiché i rami trovansi logori necessariamente come esser deve per l’epoca in
cui fu eseguita. I ritratti debbono essere 125, la maggior parte de’ quali si possono vedere intagliati nell’Icones
Principum. Vi sono però i seguenti, Francesco di Savoia, Filippo IV di Spagna ed Elisabetta sua moglie,
Federico Enrico d’Orange, Francesco di Gand-Villain.
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, Questo esemplare è portato al numero di 141 ritratti tra’ quali sono comprese 15 acque forti non terminate di
mano dello stesso Vandyck sebbene Wanden Enden avesse alquanto prima di Hendrix prodotti 119 di questi
ritratti ponendovi il suo nome; non ostante vennero per poca cura male impressi e con tinta troppo oleosa, come
vedesi in alcuni inserii espressamente nel nostro esemplare, a confronto, e perciò gli amatori spregiudicati
preferiscono quest’edizione, tanto più che oltre la nitidezza, e lucentezza dell’impressione è arricchita delle
acque forti che mancano affatto nella precedente.
Questo esemplare è portato al numero di 141 ritratti tra’ quali sono comprese 15 acque forti non terminate di
mano dello stesso Vandyck sebbene Wanden Enden avesse alquanto prima di Hendrix prodotti 119 di questi
ritratti ponendovi il suo nome; non ostante vennero per poca cura male impressi e con tinta troppo oleosa, come
vedesi in alcuni inserii espressamente nel nostro esemplare, a confronto, e perciò gli amatori spregiudicati
preferiscono quest’edizione, tanto più che oltre la nitidezza, e lucentezza dell’impressione è arricchita delle
acque forti che mancano affatto nella precedente.
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, Sotto ciascuna tarala è un cenno d’illustrazione tratto dai libri della scrittura in latino colla versione francese
accanto, il tutto intagliato sulle tavole in rame: 156 cono le tavole del Testamento vecchio: 77 sono quelle del
nuovo e unitamente ai 2 frontespizi formano 22 tavole in tutto.
Sotto ciascuna tarala è un cenno d’illustrazione tratto dai libri della scrittura in latino colla versione francese
accanto, il tutto intagliato sulle tavole in rame: 156 cono le tavole del Testamento vecchio: 77 sono quelle del
nuovo e unitamente ai 2 frontespizi formano 22 tavole in tutto.
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Molti furono con bizzarria di capelli e di barbe intagliati e disegnati dallo stesso Vignon, altri tratti dai disegni di
Rembrand e alcuni furono intagliati da Girolamo David. Piacerà conoscere i soggetti. Goffredo il Pio, Goffredo
col gran dente di Lusignano, il Prete Janni, Cadamorto re d’Etiopia, II gran Nogai di Persia, Dionisio il tiranno,
Attila, Barbarossa, Tamerlano, il gran Mogol, Nangazachi re del Giappone, Paracoussi re della Plata, Temir Pr.
Tartaro, il G. Can di Tartaria, Atabalipa re di Persia, il re di Marocco, Empedocle, Archimede, Pitagora,
Diogene, Platone, Sacrate, Solimano, Saladino, Tomaso Moro, Giuieppe Giusto, l’Eunuco della R. Candace,
Scanderbec, Gastone di Foix, Filone Giudeo, Maometto, Aristotele, il Dott. Fausto.
Molti furono con bizzarria di capelli e di barbe intagliati e disegnati dallo stesso Vignon, altri tratti dai disegni di
Rembrand e alcuni furono intagliati da Girolamo David. Piacerà conoscere i soggetti. Goffredo il Pio, Goffredo
col gran dente di Lusignano, il Prete Janni, Cadamorto re d’Etiopia, II gran Nogai di Persia, Dionisio il tiranno,
Attila, Barbarossa, Tamerlano, il gran Mogol, Nangazachi re del Giappone, Paracoussi re della Plata, Temir Pr.
Tartaro, il G. Can di Tartaria, Atabalipa re di Persia, il re di Marocco, Empedocle, Archimede, Pitagora,
Diogene, Platone, Sacrate, Solimano, Saladino, Tomaso Moro, Giuieppe Giusto, l’Eunuco della R. Candace,
Scanderbec, Gastone di Foix, Filone Giudeo, Maometto, Aristotele, il Dott. Fausto.
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M. de Villefore ha prodotto anche due altri volumi colle vite de’ SS. Padri dei deserti dell’Oriente. In
quest’opera le tavole cono 108, compresi i due frontespizi. Le incisioni sono mediocri e non gareggiano con
quelle dei Sadeler sullo stesso soggetto.
M. de Villefore ha prodotto anche due altri volumi colle vite de’ SS. Padri dei deserti dell’Oriente. In
quest’opera le tavole cono 108, compresi i due frontespizi. Le incisioni sono mediocri e non gareggiano con
quelle dei Sadeler sullo stesso soggetto.
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La laboriosa esecuzione delle tav. di questa vita non basta a poter meritarle un luogo fra le più distinte degli
incisori fiamminghi.
La laboriosa esecuzione delle tav. di questa vita non basta a poter meritarle un luogo fra le più distinte degli
incisori fiamminghi.
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Giacomo Stella come inventore sta nel basso del frontespizio e Christianus Sas (forse Sassone) è marcato come
incisore, i quali intagliarono e posero il loro nome alle tav. 17, 27, 44. D’altro bulino sono però tutte le altre assai
bene incise e benissimo composte, contrassegnate colle lettere L. C. le quali vogliono spiegare Lucas Ciamberlan
che pose così il suo nome alla distesa nella tav. 20 Lucas Urbinas I V. Doctor invenit et sculpsit Romae. Molto
raro è il trovare questo libro di cosi bella freschezza e conservazione, come sono rare le opere di questo valente
disegnatore e troppo poco conosciute.
Giacomo Stella come inventore sta nel basso del frontespizio e Christianus Sas (forse Sassone) è marcato come
incisore, i quali intagliarono e posero il loro nome alle tav. 17, 27, 44. D’altro bulino sono però tutte le altre assai
bene incise e benissimo composte, contrassegnate colle lettere L. C. le quali vogliono spiegare Lucas Ciamberlan
che pose così il suo nome alla distesa nella tav. 20 Lucas Urbinas I V. Doctor invenit et sculpsit Romae. Molto
raro è il trovare questo libro di cosi bella freschezza e conservazione, come sono rare le opere di questo valente
disegnatore e troppo poco conosciute.
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