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Winckelmann, Johann Joachim, 1717-1768
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Delle belle arti in generale
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Due esemplari. L’uno in carta velina bianca simile a cui ne furono tirati soltanto 20 e 19 stanno deposti nelle
principali biblioteche d’Europa in omaggio a diverse corti. L’altro esemplare unico in carta velina rosea.
Due esemplari. L’uno in carta velina bianca simile a cui ne furono tirati soltanto 20 e 19 stanno deposti nelle
principali biblioteche d’Europa in omaggio a diverse corti. L’altro esemplare unico in carta velina rosea.
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Queste note illustrarono molto la storia delle Arti, e resero preziosa l’edizione di Roma. Il ritratto dell’autore
trovasi nel terzo tomo, quello del cavalier d’Azara nel secondo, nel primo è un frontespizio figurato, e il ritratto
egualmente sulla pagina ove incomincia l’elogio dell’autore scritto da Heyner: edizione ricca di molte medaglie,
monumenti, e vignette oltre le 48 tavole in rame in fine de’ volumi.
Queste note illustrarono molto la storia delle Arti, e resero preziosa l’edizione di Roma. Il ritratto dell’autore
trovasi nel terzo tomo, quello del cavalier d’Azara nel secondo, nel primo è un frontespizio figurato, e il ritratto
egualmente sulla pagina ove incomincia l’elogio dell’autore scritto da Heyner: edizione ricca di molte medaglie,
monumenti, e vignette oltre le 48 tavole in rame in fine de’ volumi.
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Questa edizione contiene ciò che intorno a questo insigne scrittore hanno pubblicato la più parte de’ critici, e
degli antiquari, come Huber, Heyne, Fea, Lessing ed altri. Con tutte le critiche che possa aver meritato un tanto
lavoro, non gli verrà mai tolto il merito intrinseco, e sommo d’esser stato il primo scrittore di archeologia, né gli
verra scemata mai l’imparziale riconoscenza della posterità. Settantacinque tavole, senta contare le quantità di
medaglie e monumenti riportati fra il testo, fregiano questa copiosa edizione.
Questa edizione contiene ciò che intorno a questo insigne scrittore hanno pubblicato la più parte de’ critici, e
degli antiquari, come Huber, Heyne, Fea, Lessing ed altri. Con tutte le critiche che possa aver meritato un tanto
lavoro, non gli verrà mai tolto il merito intrinseco, e sommo d’esser stato il primo scrittore di archeologia, né gli
verra scemata mai l’imparziale riconoscenza della posterità. Settantacinque tavole, senta contare le quantità di
medaglie e monumenti riportati fra il testo, fregiano questa copiosa edizione.
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Nel primo volume è il saggio sull’allegoria di Winckelmann scritto per uso degli artisti che apparve a Dresda la
prima volta nel 1766. Nel secondo sono i tre dialoghi sull’utilità delle antiche medaglie di Addisson. Le
osservazioni di Gibbon sui medesimi ed il discorso sull’allegoria di Sultzer con alcune osservazioni sugli
attributi di Cerere, sulla maniera di figurare l’Eterno Padre e sulle divinità alate. Tutto corredato di indici
copiosissimi.
Nel primo volume è il saggio sull’allegoria di Winckelmann scritto per uso degli artisti che apparve a Dresda la
prima volta nel 1766. Nel secondo sono i tre dialoghi sull’utilità delle antiche medaglie di Addisson. Le
osservazioni di Gibbon sui medesimi ed il discorso sull’allegoria di Sultzer con alcune osservazioni sugli
attributi di Cerere, sulla maniera di figurare l’Eterno Padre e sulle divinità alate. Tutto corredato di indici
copiosissimi.
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