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684. VEGETU Renati, De re militari quatuor. Accedunt Frontini de Stratagematis. Eliani, de instruendis aciebus. Modesti de vocabulis rei militaris. Item picturae bellicae centum viginti passim Vegetio adiectae, Parisis 1553, in fol. fig.
Le tavole intagliate in legno sono inserite fra il testo.
Le tavole intagliate in legno sono inserite fra il testo.
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711. VITRUVII Marci Pollionis, Viri suae professionis peritissimi, De architectura libri decem cum notis Philandri, et Sexti Julii Frontini de aquaeductibus, et Nicolai Cusani de staticis experiinentis. Argentorati, ex officina Knoblochiana, 1550, in 4, par. fig.
Questa edizione è molto più pregievole di quella che lo stesso editore produsse nel 1543 poiché vi fece una quantità di correzioni e di aggiunte prese dal Filandro non solo nel testo, come nelle figure.
Questa edizione è molto più pregievole di quella che lo stesso editore produsse nel 1543 poiché vi fece una quantità di correzioni e di aggiunte prese dal Filandro non solo nel testo, come nelle figure.
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712. VITRUVII Marci Pollionis, De architectura libri decem ad Caesarem Augustum cum notis Philandri, Lugduni, apud Tornesium, 1552, in 4, fig.
Edizione pregiatissima per la correzione del testo e le cure studiose dell’autore che aumentò di molto le note dall’edizione che nel 1544 ne fece in Roma separatamente dal testo. Le tavole in legno non sono prive dì eleganza e di gusto. Il Poleni ritiene quest’edizione in tal pregio da porta immediata dopo quella di Sulpizio.
Edizione pregiatissima per la correzione del testo e le cure studiose dell’autore che aumentò di molto le note dall’edizione che nel 1544 ne fece in Roma separatamente dal testo. Le tavole in legno non sono prive dì eleganza e di gusto. Il Poleni ritiene quest’edizione in tal pregio da porta immediata dopo quella di Sulpizio.
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713. VITRUVII M., I dieci libri dell’architettura tradotti et commentati da Monsig. Barbaro eletto Patriarca di Aquileia, Vinegia, per Francesco Marcolini con privilegi, 1556, in fol. fig.
Con due tavole, l’una di lutto quello si contiene per i capi dell’opera, l’altra per dichiarazione di tutte le cose d’importanza. Magnifica edizione intitolata al Cardinale Ippolito d’Este; con frontespizio doppio e figurato intagliato in legno come lo sono tutte le bellissime tavole dell’opera collocate fra il testo. Questa versione non solo, al parere anche del Poleni, è da anteporsi ad ogni altra italiana che conservasi, ma viene giustamente riputata per la prima veramente italiana, esemplare di prima bellezza.
Con due tavole, l’una di lutto quello si contiene per i capi dell’opera, l’altra per dichiarazione di tutte le cose d’importanza. Magnifica edizione intitolata al Cardinale Ippolito d’Este; con frontespizio doppio e figurato intagliato in legno come lo sono tutte le bellissime tavole dell’opera collocate fra il testo. Questa versione non solo, al parere anche del Poleni, è da anteporsi ad ogni altra italiana che conservasi, ma viene giustamente riputata per la prima veramente italiana, esemplare di prima bellezza.
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714. VITRUVIUM In Marcum, De architectura adnotatio 133 nes Guillelmi Philandri, Venetiis, ex officina Stella, 1557, fig. in 8.
Vedesi in quest’edizione una delle solite frodi degli stampatori. Il Zitelli acquistò un numero d’esemplari della prima edizione di queste note pubblicata in Roma dal Dossena nel 1544; cangiò i primi otto foglietti, cioè il primo foglio di stampa ove pose anche un suo avviso agli studiosi e diede in tal modo a vedere di aver fatta una nuova edizione. Non cangiò in fine alcun foglio e poiché dietro l’ultima pagina trovavasi il nome dello stampatore Romano, lo cuoprì con una sottile striscia di carta, come può rilevarsi nel nostro e negli altri esemplari: e come avverti anche lo stesso Poleni nelle sue exercitationes Vitruvianae.
Vedesi in quest’edizione una delle solite frodi degli stampatori. Il Zitelli acquistò un numero d’esemplari della prima edizione di queste note pubblicata in Roma dal Dossena nel 1544; cangiò i primi otto foglietti, cioè il primo foglio di stampa ove pose anche un suo avviso agli studiosi e diede in tal modo a vedere di aver fatta una nuova edizione. Non cangiò in fine alcun foglio e poiché dietro l’ultima pagina trovavasi il nome dello stampatore Romano, lo cuoprì con una sottile striscia di carta, come può rilevarsi nel nostro e negli altri esemplari: e come avverti anche lo stesso Poleni nelle sue exercitationes Vitruvianae.
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715. VITRUVE, Epitome, ou extrait abregé de dix livres d’architecture de M. Vitruve Pollion par Jean Gardet Bourbonnois et Dominique Bertin Parisien, Paris 1565, en 4 pet. fig.
Edizione noti diversa da quella, del 1559 se non pel frontespizio. L’estratto si fonda sulla versione di Jean Martin, le figure sono infelici assai e il meglio consiste nelle annotazioni ai tre primi libri che vengono dopo l’epitome, estese da Gardet, nelle quali riempie il vuoto dell’altro collaboratore.
Edizione noti diversa da quella, del 1559 se non pel frontespizio. L’estratto si fonda sulla versione di Jean Martin, le figure sono infelici assai e il meglio consiste nelle annotazioni ai tre primi libri che vengono dopo l’epitome, estese da Gardet, nelle quali riempie il vuoto dell’altro collaboratore.
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716. VITRUVII M. Pollionis, De architectura libri decerti cum commentariis Danielis Barbari multis aedificiorum, horologiorum et machinarum descriptionibus auctis et illustratis; apud Franciscum Senensem et Jo. Crugher Germanum, 1567, in fol.
In questa edizione latina il Barbaro seguì particolarmente il testo dell’edizione del Filandro, 1552; meno alcune varianti nelle quali preferì l’edizione di Fra Giocondo. Le tavole sempre fra il testo sono intagliate in legno.
In questa edizione latina il Barbaro seguì particolarmente il testo dell’edizione del Filandro, 1552; meno alcune varianti nelle quali preferì l’edizione di Fra Giocondo. Le tavole sempre fra il testo sono intagliate in legno.
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717. VITRUVIO M., I dieci libri dell’architettura tradotti e commentati da Mons. Daniele Barbaro, Venezia, per Francesco de Franceschi e Giovanni Crugher alemanno, 1567, in 4, fig.
Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
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718. VITRUVIO M., I dieci libri tradotti e commentati dal Barbaro, Venezia, appresso il Franceschi, 1567, in 4, fig.
Questo è l’esemplare autografo mi quale studiò per diver 134 si anni Vincenzo Scamozzi, ed è tutto postillato di sua mano con incredibile ricchezza di osservazioni criticale e preziosissime: sonovi pagine intere d’illustrazioni e da questo prezioso manoscritto sarebbesi tratta una nuova e singolar edizione, in cui si sarebbero viste in conflitto le opinioni degli uomini più dotti. Leggesi infine: «Fine sia alla fatica fatta da me Vincenzo Scamozzi vicentino nel leggere Vitruvio, commentato da Monsig, Daniele Barbaro eletto Patriarca d’Aquileia, per la terza volta, con l’havere notato tutte le cose notabili ed in tutto ho trovalo come nelle postille margine si vedi a perla prima lettera notato. E questo principiai li 4 aprile 1574 sino al di d’oggi li 2 Luglio 1574, il che posso dire la prima volta che io il lessi, haverlo udito, la seconda, la quale fu senza il comento del Zoppino, averlo goduto; e la terza che è questa, averlo giudicato: nel che ho conosciuto quanto sia da seguirlo a chi vuole di tal fatica haver meritevol frutto e così ogni studio voglio in esso porre, trovando che egli ha ragionato di tutte, o almeno le più difficili e bisognevoli parti dell’architettura e bisogni dell’architetto il che se molti conoscessero, non così facilmente si vanterebbero di essere architetti, che appena sanno quello che gli appartiene. Vincenzo Scamozzi Vicentino.» Questo esemplare appartenne all’architetto Selva, dopo la cui morte fu acquistato dal conte Rizzo Patarol, il quale veggendo che poteva con decoro illustrare questa nostra serie di vitruviane preziosità, ce ne fece con nobilissima munificenza il generosissimo dono, sebbene sia egli fornito d’altre molte sontuosità in materia di libri i più ricercati.
Questo è l’esemplare autografo mi quale studiò per diver 134 si anni Vincenzo Scamozzi, ed è tutto postillato di sua mano con incredibile ricchezza di osservazioni criticale e preziosissime: sonovi pagine intere d’illustrazioni e da questo prezioso manoscritto sarebbesi tratta una nuova e singolar edizione, in cui si sarebbero viste in conflitto le opinioni degli uomini più dotti. Leggesi infine: «Fine sia alla fatica fatta da me Vincenzo Scamozzi vicentino nel leggere Vitruvio, commentato da Monsig, Daniele Barbaro eletto Patriarca d’Aquileia, per la terza volta, con l’havere notato tutte le cose notabili ed in tutto ho trovalo come nelle postille margine si vedi a perla prima lettera notato. E questo principiai li 4 aprile 1574 sino al di d’oggi li 2 Luglio 1574, il che posso dire la prima volta che io il lessi, haverlo udito, la seconda, la quale fu senza il comento del Zoppino, averlo goduto; e la terza che è questa, averlo giudicato: nel che ho conosciuto quanto sia da seguirlo a chi vuole di tal fatica haver meritevol frutto e così ogni studio voglio in esso porre, trovando che egli ha ragionato di tutte, o almeno le più difficili e bisognevoli parti dell’architettura e bisogni dell’architetto il che se molti conoscessero, non così facilmente si vanterebbero di essere architetti, che appena sanno quello che gli appartiene. Vincenzo Scamozzi Vicentino.» Questo esemplare appartenne all’architetto Selva, dopo la cui morte fu acquistato dal conte Rizzo Patarol, il quale veggendo che poteva con decoro illustrare questa nostra serie di vitruviane preziosità, ce ne fece con nobilissima munificenza il generosissimo dono, sebbene sia egli fornito d’altre molte sontuosità in materia di libri i più ricercati.
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719. M. VITRUVII Pollion, Architecture ou art de bien bâtir, mis de latin en françois par Jean Martin secretaire du Cardinal de Lenoncourt, Paris, chez Jeròme de Marnef et Guillaume Gaveilat, in fol. fig., 1572.
Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547, sebbene da lui stesso diretta e procurata
Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547, sebbene da lui stesso diretta e procurata
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