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2195. BALDINDCCI Filippo, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, distinte in secoli e decennali, Firenze dal 1681 al 1728, in 4, legata in 3 volumi.
Prima e pregiatissima edizione delle memorie dell’arte che 378 dopo il Vasari meritavano di ottenere il pieno volo della posterità. La prima parte dell’opera si pubblicò nel 1681 per Santi Franchi e in principio avanti le approvazioni per la stampa osservasi il rarissimo privilegio di Carlo il Re di Spagna colle armi, che manca in moltissimi esemplari: e questa parte forma il secolo I. Il secondo dal 1300 al 1400 fu stampato da Pietro Marini nel 1686. Il secolo terzo e quarto dal 1400 al 1550 distinto sempre in decennali, è opera postuma stampata per Tarlini e Franchi nel 1728 col ritratto del Baldinucci intagliato da Pietro Rotari veronese. La seconda parte del secolo 4 contiene tre decennali dal 1550 al 1580 nella sudetta stamperia di Pietro Marini 1688; e altri tre decennali dal 1580 al 1610 li stampò Giuseppe Manni nel 1702; il secolo quinto finalmente dal 1610 al 1670 stampato pei Tartini e Franchi comparve nel 1728.
Prima e pregiatissima edizione delle memorie dell’arte che 378 dopo il Vasari meritavano di ottenere il pieno volo della posterità. La prima parte dell’opera si pubblicò nel 1681 per Santi Franchi e in principio avanti le approvazioni per la stampa osservasi il rarissimo privilegio di Carlo il Re di Spagna colle armi, che manca in moltissimi esemplari: e questa parte forma il secolo I. Il secondo dal 1300 al 1400 fu stampato da Pietro Marini nel 1686. Il secolo terzo e quarto dal 1400 al 1550 distinto sempre in decennali, è opera postuma stampata per Tarlini e Franchi nel 1728 col ritratto del Baldinucci intagliato da Pietro Rotari veronese. La seconda parte del secolo 4 contiene tre decennali dal 1550 al 1580 nella sudetta stamperia di Pietro Marini 1688; e altri tre decennali dal 1580 al 1610 li stampò Giuseppe Manni nel 1702; il secolo quinto finalmente dal 1610 al 1670 stampato pei Tartini e Franchi comparve nel 1728.
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2196. BALDINUCCI, Lettera al Mar. Capponi nella quale risponde ad alcuni quesiti in materia di pittura, Firenze 1787, per Pietro Marini, in 4. — Aggiuntavi la Veglia, dialogo di Sincero Veri, Firenze 1690.Aggiuntavi la lezione letta nell’Accademia della Crusca nel gennaio 1691, Firenze 1692.Aggiunta la lettera di Mess. Bartolommeo Ammannati scritta agli Accademici del Disegno, Firenze 1687.
Tutti questi opuscoli sono rarissimi a trovarsi nell’edizione originale.
Tutti questi opuscoli sono rarissimi a trovarsi nell’edizione originale.
Show MoreCon altre due lettere del Baldinucci a Lorenzo Gualtieri sopra i pittori più celebri del secolo XVI e la lettera a Monsig. Salviati intorno al modo di dar proporzione alle figure, pubblicata dal Poggiali, Livorno 1802. Tutto legato in un solo volume.
2197. BALDINUCCI, Vita del Caval. Giovan Lorenzo Bernino (edizione originale), Firenze 1682, per Filippo Vangelisti, in 4, fig.
Con un bel ritratto del Bernino in principio e 9 tavole in rame al fine.
Con un bel ritratto del Bernino in principio e 9 tavole in rame al fine.
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2266. FIORI d’ingegno. Composizioni in lode dell’effigie della Primavera dipinta da Carlo Maratti, presso il Sig. Nicolò Michieli Senatore Veneto, Venezia 1685, in 12.
2310. MALVASIA Conte Carlo Cesare, La Felsina pittrice, Vite de’ pittori bolognesi divise in due tomi, con indici in fine copiosissimi, Bologna 1678, in 4 vol. 2. Per l’erede di Domenico Barbieri.
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati, incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi Crespi, Bianconi, Vittoria, Dialoghi.
Con molti ritratti intagliati in legno. Opera che sarebbe stat anche più preziosa che non è di fatto, se l’autore si fosse potuto astenere da certe prevenzioni che ove sono troppo favorevoli, ove troppo contrarie il fanno propendere o mancare circa il merito di molti artisti e le loro opere. Non conosciamo che una sola edizione di questo libro, ma mentre andavasi divulgando furono in questa operate parecchie modificazioni, delle quali alcune indicheremo per conoscere in questa maniera gli esemplari di più antica impressione. Due esemplari noi ne abbiamo, amendue rari e singolari, ma riputiamo per altro fra’ più antichi quello ove nel frontespizio del secondo volume, dedicato (come il primo) al re di Francia Luigi XIIII rimase in bianco il nome del re e non trovansi le parole sempre vittorioso e in fondo alla pagina dopo la data e il nome dello stampatore, non leggesi alcuna altra parola, mentre negli esemplari più comuni, vi si legge inoltre ad istanza di Francesco da Vico detto il Turrino. Alla pagina poi 59 ove parla della bellezza di Guido Reni giovine, dopo avere in principio della vita prodotto il suo ritratto da uomo adulto, vi si trova uno spazio ed un elegante testa che sembra più di donna, che d’uomo, che dice egli d’aver fatta disegnare dieci volte e intagliar tre; e non essergli riescita a suo modo: negli altri esemplari posteriormente pubblicati non si trova il ritratto, omesso dopo essersi fatto da valenti maestri disegnare ben diciotto volte e tre intagliare dal bravo Cassioni. Il vacuo che rimase per l’omissione del ritratto è riempito da pochi paragrafi e da una lettera del re di Polonia, per 393 non scomporre e ristampare tutte le pagine del volume, essendosi non ostante dovuto ricomporre, come può vedersi, quattro pagine. Altra variazione più conosciuta e meno difficile a trovarsi, in posteriori esemplari ma però esistente in amendue i nostri citati, incontrasi nel primo tomo a pag. 471 ove l’autore riconobbe di dover sopprimere uno squarcio ingiurioso, in cui denomina Rafaello un boccalaio urbinate. Vedi Crespi, Bianconi, Vittoria, Dialoghi.
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