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Numismatica e pietre intagliate
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Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce
anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di
una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una
parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce
anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di
una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una
parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
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, Molti preliminari dottissimamente sono esposti dall’autore e procedesi con un abisso di pazienza e di cognizioni
a riordinare per materie, ossia per soggetto un numero di 15800 pietre incise. Termina il secondo volume con 57
tavole in rame assai ben incise. Esemplare in carta distinta, leg. in mar. in un solo grosso volume.
Molti preliminari dottissimamente sono esposti dall’autore e procedesi con un abisso di pazienza e di cognizioni
a riordinare per materie, ossia per soggetto un numero di 15800 pietre incise. Termina il secondo volume con 57
tavole in rame assai ben incise. Esemplare in carta distinta, leg. in mar. in un solo grosso volume.
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Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
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, La tavola è stampata nella pagina.
La tavola è stampata nella pagina.
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, Quest’opera quantunque riempia un grosso volume è fatalmente stata eseguita senza le tavole, che
dagl’intelligenti sarebbero tanto desiderate.
Quest’opera quantunque riempia un grosso volume è fatalmente stata eseguita senza le tavole, che
dagl’intelligenti sarebbero tanto desiderate.
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, Quoique datée de 1768 cette édition a été publiée apres 1780: on l’à antidatée a fin de la faire passér pour
l’édition originale quai avait réellement paru en 1768 mais en plus petit, et sans texte (Manuel de Brunet).
Nondimeno è da tenersi questo libro fra i più preziosi in questa materia, essendo le tavole di bello ed elegante
lavoro, quantunque si allontanino per vaghezza d’incisione dal gusto dell’antichità. Esemplare magnifico in mar.
verde dorato col ritratto dell’autore a principio. Niente di più lontano avvi dallo stile e dal carattere dell’antichità
quanto il modo di Rembrand per rappresentarla e l’autore annunzia di aver precisamente preso quello di mira.
Quoique datée de 1768 cette édition a été publiée apres 1780: on l’à antidatée a fin de la faire passér pour
l’édition originale quai avait réellement paru en 1768 mais en plus petit, et sans texte (Manuel de Brunet).
Nondimeno è da tenersi questo libro fra i più preziosi in questa materia, essendo le tavole di bello ed elegante
lavoro, quantunque si allontanino per vaghezza d’incisione dal gusto dell’antichità. Esemplare magnifico in mar.
verde dorato col ritratto dell’autore a principio. Niente di più lontano avvi dallo stile e dal carattere dell’antichità
quanto il modo di Rembrand per rappresentarla e l’autore annunzia di aver precisamente preso quello di mira.
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