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Language
Latin
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Genre
Early works to 1800
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Catalogo Section
Vedute di città
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Dalle armi del Pontefice Innocenzo XI poste sopra la legatura si suppone possa essere stampato circa l’anno
1668, in 4 picc., fig.
Sonovi molte notizie di cose orientali, e una gran tavola intagliata in rame.
Dalle armi del Pontefice Innocenzo XI poste sopra la legatura si suppone possa essere stampato circa l’anno
1668, in 4 picc., fig.
Sonovi molte notizie di cose orientali, e una gran tavola intagliata in rame.
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. Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i
contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo,
mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e
quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12
parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo
trovato questo corpo completo.
Nel nostro esemplare di prima impressione confrontato colle lunghe descrizioni di de Bure, e avente tutti i
contrasegni della vera originalità, con qualche carta topografica di più delle indicate da questo bibliografo,
mancano le ultime 5 parti alla prima collezione (detta de’ gran viaggi) che debbe essere composta di 13 parti, e
quattro ne mancano egualmente alla seconda collezione (detta dei piccoli viaggi) che debbe esser composta di 12
parti. Esemplare però bellissimo, dorato, che apparteneva alla Biblioteca Brignole in Genova. Rare volte abbiamo
trovato questo corpo completo.
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, Sono le 30 tavole che descrivono questo
luogo di delizie era ridotto un mucchio di sassi
per forza di guerra, e di vicende umane.
Sono le 30 tavole che descrivono questo
luogo di delizie era ridotto un mucchio di sassi
per forza di guerra, e di vicende umane.
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Sono 10 carte topografiche nel primo volume e 5 nel secondo.
Sono 10 carte topografiche nel primo volume e 5 nel secondo.
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, Le copiose e grandi tavole di quest’opera ottima sono inserite fra il testo, e accuratamente intagliate in rame:
sono queste in numero di 36, compresa una Vergine avanti il frontespizio, cui è dedicato il libro.
Le copiose e grandi tavole di quest’opera ottima sono inserite fra il testo, e accuratamente intagliate in rame:
sono queste in numero di 36, compresa una Vergine avanti il frontespizio, cui è dedicato il libro.
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, Opera insigne per la cura con cui sono illustrati i monumenti di quella città con 34 tav. compreso il frontesp. fig.
Opera insigne per la cura con cui sono illustrati i monumenti di quella città con 34 tav. compreso il frontesp. fig.
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, Queste due opere sono legate in un solo volume, e presentano un prezioso complesso di erudizione pel testo e per
le tavole che lo illustrano numerosissime collocate fra il testo, non tanto in legno che in rame: libro che
difficilmente si trova in Italia anche nelle primarie pubbliche biblioteche.
Queste due opere sono legate in un solo volume, e presentano un prezioso complesso di erudizione pel testo e per
le tavole che lo illustrano numerosissime collocate fra il testo, non tanto in legno che in rame: libro che
difficilmente si trova in Italia anche nelle primarie pubbliche biblioteche.
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,Libro non comune ove è riportata anche una serie numerosa d’iscrizioni: sette anni dopo fu ristampata in due
volumetti in 8 a Colonia.
Libro non comune ove è riportata anche una serie numerosa d’iscrizioni: sette anni dopo fu ristampata in due
volumetti in 8 a Colonia.
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, Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
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