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Vedute di città
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Le copiose e grandi tavole di quest’opera ottima sono inserite fra il testo, e accuratamente intagliate in rame:
sono queste in numero di 36, compresa una Vergine avanti il frontespizio, cui è dedicato il libro.
Le copiose e grandi tavole di quest’opera ottima sono inserite fra il testo, e accuratamente intagliate in rame:
sono queste in numero di 36, compresa una Vergine avanti il frontespizio, cui è dedicato il libro.
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, Edizione pregiata per le illustrazioni ed aggiunte dell’Havercampio con numerose tavole impresse fra il testo. La
prima edizione escì in italiano a Napoli nel 1613, rara a trovarsi.
Edizione pregiata per le illustrazioni ed aggiunte dell’Havercampio con numerose tavole impresse fra il testo. La
prima edizione escì in italiano a Napoli nel 1613, rara a trovarsi.
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, Esemplare in carta grande con 17 gran tavole intagliate in rame. Vedi anche Temanza, e Fossati sullo stesso
soggetto.
Esemplare in carta grande con 17 gran tavole intagliate in rame. Vedi anche Temanza, e Fossati sullo stesso
soggetto.
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, Racchiudesi in queste dissertazioni (le quali non sono in numero che tre, componenti un volume di 500 pagine in
foglio) un tesoro di erudizione che mette più in evidenza l’autore che le cose propostesi.
Racchiudesi in queste dissertazioni (le quali non sono in numero che tre, componenti un volume di 500 pagine in
foglio) un tesoro di erudizione che mette più in evidenza l’autore che le cose propostesi.
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, L’architettura di questo palazzo si attribuisce ad Andrea Palladio. Dieci sono le tavole che riguardano l’edifizio, e
quelle che rappresentano le pitture della volta dipinta, intagliate all’acqua forte da Antonio Cattani.
L’architettura di questo palazzo si attribuisce ad Andrea Palladio. Dieci sono le tavole che riguardano l’edifizio, e
quelle che rappresentano le pitture della volta dipinta, intagliate all’acqua forte da Antonio Cattani.
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L’architetto Antolini edificò quest’arco due volte senza successo, e il Pistocchi pubblicò questa critica, e il suo
unito progetto. Con 6 tav. in rame.
L’architetto Antolini edificò quest’arco due volte senza successo, e il Pistocchi pubblicò questa critica, e il suo
unito progetto. Con 6 tav. in rame.
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,Con tre grandissime tavole intagliate in rame.
Con tre grandissime tavole intagliate in rame.
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,Opera che non escì mai così riuscita, ma fu collezionata da qualche diligente amatore di cose patrie, rarissima, e
la sola che noi conosciamo così copiosa. Appartenne al signor Giusep 251 pe Bossi. Gli autori di cui sono le
opinioni, sono, il Richini, il Castelli, il Barattieri, il Bernini, il Giattini, il Caravaggio, il Longhena, Sebastiano
Rocca Tagliata, l’Orlandi, il Paoli, Guid’Antonio Costa, il de Capitanei, D. Camillo Govio. I disegni incisi in
rame sono del Pellegrini, del Richini, di Carlo Buzio, e di Francesco Castelli l’alzato colla pianta; con altri pareri
anche anonimi. Principalmente tutte queste opinioni s’aggirarono nel 1652 per risolvere se si dovesse attenersi al
progetto del Buzio, o del Castelli.
Opera che non escì mai così riuscita, ma fu collezionata da qualche diligente amatore di cose patrie, rarissima, e
la sola che noi conosciamo così copiosa. Appartenne al signor Giusep 251 pe Bossi. Gli autori di cui sono le
opinioni, sono, il Richini, il Castelli, il Barattieri, il Bernini, il Giattini, il Caravaggio, il Longhena, Sebastiano
Rocca Tagliata, l’Orlandi, il Paoli, Guid’Antonio Costa, il de Capitanei, D. Camillo Govio. I disegni incisi in
rame sono del Pellegrini, del Richini, di Carlo Buzio, e di Francesco Castelli l’alzato colla pianta; con altri pareri
anche anonimi. Principalmente tutte queste opinioni s’aggirarono nel 1652 per risolvere se si dovesse attenersi al
progetto del Buzio, o del Castelli.
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Opera copiosa di memorie e documenti estratti dagli archivj.
Opera copiosa di memorie e documenti estratti dagli archivj.
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, Opera eseguita con diligenza e con gusto da una coltissima dama. Questo era luogo di delizia d’uno de’ più
amabili e colti patrizi veneziani il signor Angelo Querini, ornato con tutta l’Attica venustà, e dopo la di lui morte
andò negletto, e i monumenti dispersi, precorrendo il destino della Repubblica.
Opera eseguita con diligenza e con gusto da una coltissima dama. Questo era luogo di delizia d’uno de’ più
amabili e colti patrizi veneziani il signor Angelo Querini, ornato con tutta l’Attica venustà, e dopo la di lui morte
andò negletto, e i monumenti dispersi, precorrendo il destino della Repubblica.
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, Questa prima edizione non contiene che 72 tavole formanti la prima parte di quest’opera di fresca e nitidissima
impressione.
Questa prima edizione non contiene che 72 tavole formanti la prima parte di quest’opera di fresca e nitidissima
impressione.
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, In questa seconda edizione i caratteri, e la carta non sono come nella prima ma di molto inferiori: l’ortografia
dell’avviso ai lettori con maggiori errori di stampa, e verosimilmente l’opera fu ridotta al completo dopo la prima
parte pubblicata da Rubens, che nell’avviso indica di voler dare un piccol numero di questi edifici; e distratto da
altri lavori in Ispagna, e in Inghilterra avrà lasciato i palazzi di Genova, poiché già in quella prima parte aveva
dati i più insigni pel gusto dell’architettura, se non pel lusso della meccanica esecuzione. Ora si riproducono i
palazzi di Genova nuovamente in diversa maniera per quaderni.
In questa seconda edizione i caratteri, e la carta non sono come nella prima ma di molto inferiori: l’ortografia
dell’avviso ai lettori con maggiori errori di stampa, e verosimilmente l’opera fu ridotta al completo dopo la prima
parte pubblicata da Rubens, che nell’avviso indica di voler dare un piccol numero di questi edifici; e distratto da
altri lavori in Ispagna, e in Inghilterra avrà lasciato i palazzi di Genova, poiché già in quella prima parte aveva
dati i più insigni pel gusto dell’architettura, se non pel lusso della meccanica esecuzione. Ora si riproducono i
palazzi di Genova nuovamente in diversa maniera per quaderni.
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,Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
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254
,Con tre cattive tavole intagliate in rame.
Con tre cattive tavole intagliate in rame.
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, A retro del frontespizio è una veduta di Padova intagliata in legno. Quest’opera è piena di ottime ed utili notizie e
non è fra’ libri facili a rinvenirsi.
A retro del frontespizio è una veduta di Padova intagliata in legno. Quest’opera è piena di ottime ed utili notizie e
non è fra’ libri facili a rinvenirsi.
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,Questi due volumi pubblicati da John Smith, William Byrne, et John Emes contengono 72 tavole con le rispettive
illustrazioni nelle due lingue. Le vedute sono di un elegante disegno, che rende il carattere dei luoghi, e intagliate
con tutto il gusto. Il testo è breve, e succoso, e può ritenersi come uno de’ migliori libri di questo genere.
Questi due volumi pubblicati da John Smith, William Byrne, et John Emes contengono 72 tavole con le rispettive
illustrazioni nelle due lingue. Le vedute sono di un elegante disegno, che rende il carattere dei luoghi, e intagliate
con tutto il gusto. Il testo è breve, e succoso, e può ritenersi come uno de’ migliori libri di questo genere.
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La descrizione è stesa da Girolamo Ticciati. La seconda tavola col pavimento del tempio è disegno del senator
Nelli di cui vedesi il ritratto avanti il frontespizio. Le tavole sono 17. Vedi anche La metropolitana fior.
La descrizione è stesa da Girolamo Ticciati. La seconda tavola col pavimento del tempio è disegno del senator
Nelli di cui vedesi il ritratto avanti il frontespizio. Le tavole sono 17. Vedi anche La metropolitana fior.
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255
, Opera che quantunque non sia abbastanza diffusa non cessa di essere ottima, ed illustrata con 9 tavole di
accuratissimo disegno intagliate da Anton Visentini.
Opera che quantunque non sia abbastanza diffusa non cessa di essere ottima, ed illustrata con 9 tavole di
accuratissimo disegno intagliate da Anton Visentini.
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