The Digital Cicognara Library

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386. ALBERTI messer Leon Battista fiorentino, Hecatomphila, nella quale ne insegna l’ingegnosa arte d’amore, mostrandone il perito modo d’amare, ove di semplici e rozzi, saggi e gentili ne fa divenire: in Venezia 1545, senza nome di stampatore, in 8.
387. ALBERTI messer Leon Battista fiorentino, Deiphera, nella quale ne insegna ad amare temperatamente e ne fa divenire o più dotti ad amare, o più prudenti a fuggir amore; novamente stampata in Venezia 1545, in 8.
Il primo libretto è di 16 fogliettini di stampa e il secondo di 14. Sono due produzioni elegantissime e gentili. Nicolò Zoppino produsse la prima nel 1528 sotto lo stesso titolo. Esemplare in marocchino conservatissimo amendue sono legate assieme. Questi due opuscoli furono ristampati in Genova nel 1572. Sotto il titolo di concetti amorosi. Vedi. Camillo Giulio del Minio.
Il primo libretto è di 16 fogliettini di stampa e il secondo di 14. Sono due produzioni elegantissime e gentili. Nicolò Zoppino produsse la prima nel 1528 sotto lo stesso titolo. Esemplare in marocchino conservatissimo amendue sono legate assieme. Questi due opuscoli furono ristampati in Genova nel 1572. Sotto il titolo di concetti amorosi. Vedi. Camillo Giulio del Minio.
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614. POLIPHILI (Francisci Columnae), La stessa. Ristampato di nuovo e ricorretto con somma diligenza a maggior commodo dei lettori, in Venezia nell’anno 1545, in casa de’ figliuoli di Aldo. Esemplare non mancante di alcuna delle prerogative del primo per conservazione e magnificenza; ed intonso.
Questi due esemplari sono i più belli che da noi siansi veduti 111 di questa elegantissima e poetica finzione. La lettera b che si nova in diverse tavole, fece credere ad alcuni che queste fossero di Giovanni Bellino o di Gentile Bellino, e fra gli altri cosi opinò il Federici sulle memorie trevigiane. L’abate Zani al contrario adduce motivi congetturali per crederle del Bonconsigli e cita altre opere di quello stile, ove trovasi questa lettera preceduta da una J e seguita da un V; il che si accorda coll’uno e coll’altro maestro, poiché il nome di Giovanni era loro comune Joannis e la patria Venezia del primo e Vicenza del secondo, comincia per V; ma non ci sembra potere farsi altra induzione ben chiara, se non che la scuola di dove li disegni escirono è per lo stile certamente veneziana: e notaremo che per gli intagli in legno non occorreva loro maggior lavoro che non sarebbe occorso disegnare in carta, tracciando sulle tavolette pochi tratti di penna: puri meccanici intagliatori operavano il rimanente: onde anche uomini sommi prestavansi a quest’cura con pocchissima perdita del loro tempo. Questo cenno risponderà a molle obbiezioni che potrebbero farsi.
Questi due esemplari sono i più belli che da noi siansi veduti 111 di questa elegantissima e poetica finzione. La lettera b che si nova in diverse tavole, fece credere ad alcuni che queste fossero di Giovanni Bellino o di Gentile Bellino, e fra gli altri cosi opinò il Federici sulle memorie trevigiane. L’abate Zani al contrario adduce motivi congetturali per crederle del Bonconsigli e cita altre opere di quello stile, ove trovasi questa lettera preceduta da una J e seguita da un V; il che si accorda coll’uno e coll’altro maestro, poiché il nome di Giovanni era loro comune Joannis e la patria Venezia del primo e Vicenza del secondo, comincia per V; ma non ci sembra potere farsi altra induzione ben chiara, se non che la scuola di dove li disegni escirono è per lo stile certamente veneziana: e notaremo che per gli intagli in legno non occorreva loro maggior lavoro che non sarebbe occorso disegnare in carta, tracciando sulle tavolette pochi tratti di penna: puri meccanici intagliatori operavano il rimanente: onde anche uomini sommi prestavansi a quest’cura con pocchissima perdita del loro tempo. Questo cenno risponderà a molle obbiezioni che potrebbero farsi.
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666. SERLIO, Le premier livre d’architecture mise en langue françoise par Jean Martin, Paris 1545, chez Jean Barbe. — Le second livre de perspective par le même (stesso anno, italiano e francese). — Il terzo libro delle antichità, Venezia, presso Francesco Rampazzetto, 1062. — Le quatrieme livre des regles génerales d’architecture, sur les cinq manières d’édifices traduit par Pierre Van Aelst. Imprimé à Anvers 1545. Questi quattro libri sono legati assieme.
709. VITRUVII, De architectura adnotationes Guglielmi Philandri, Parisiis 1545, in 8, fig.
Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
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