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Roma antica e moderna.
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Questi due volumi assai ben fatti viddero la luce la prima volta nel 1645 per opera di Filippo de Rossi, e vennero
riprodotti da Michel Angelo Rossi, negli anni indicati: sonovi anche molte stampe in rame, e massimamente sono
migliori quelle di Roma moderna.
Questi due volumi assai ben fatti viddero la luce la prima volta nel 1645 per opera di Filippo de Rossi, e vennero
riprodotti da Michel Angelo Rossi, negli anni indicati: sonovi anche molte stampe in rame, e massimamente sono
migliori quelle di Roma moderna.
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, Questa è una delle più antiche guide di Roma stampate per comodo de’ forestieri che viaggiavano di Francia in
Italia e doveva essere composta di più volumetti.
Questa è una delle più antiche guide di Roma stampate per comodo de’ forestieri che viaggiavano di Francia in
Italia e doveva essere composta di più volumetti.
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Sono questi monumenti, piante, prospetti, fragmenti, e ristaurazioni d’antichi edifici, e statue ec. Alcuni cataloghi
di stampe citano questa collezione come se fosse composta di un determinato numero di tavole, e trovasi in
qualche luogo precisata a 118. Noi però riconosciamo un’infinita varietà in tutti gli esemplari veduti che privi di
testo, e di numero, alle lamine non vennero accumulati se non per cura dei raccoglitori: sono queste le prime e
più rare tavole delle antichità romane che abbiamo nella nostra collezione in due volumi separati, poiché in
questo ne stanno 93, e 114 ne stanno al seguito dell’edizione del Labacco senza luogo ed anno, in tutto 207. I
principali calcografi di questa collezione assai preziosa furono Antonio Lafreri, Antonio Salamanca, Enrico Van
Schoel, e Niccolò Van Aelst. Ma s’incontrano tavole pregiatissime di Antonio Tempesta, Sisto Badalocchi,
Giacomo Bossio, Diana Mantovana, P. Perret, Enea Vico, Niccolò Beatricio Lotaringio, Luigi Rouhier, ed altri:
sempre questi due nostri esemplari si vanno aumentando.
Sono questi monumenti, piante, prospetti, fragmenti, e ristaurazioni d’antichi edifici, e statue ec. Alcuni cataloghi
di stampe citano questa collezione come se fosse composta di un determinato numero di tavole, e trovasi in
qualche luogo precisata a 118. Noi però riconosciamo un’infinita varietà in tutti gli esemplari veduti che privi di
testo, e di numero, alle lamine non vennero accumulati se non per cura dei raccoglitori: sono queste le prime e
più rare tavole delle antichità romane che abbiamo nella nostra collezione in due volumi separati, poiché in
questo ne stanno 93, e 114 ne stanno al seguito dell’edizione del Labacco senza luogo ed anno, in tutto 207. I
principali calcografi di questa collezione assai preziosa furono Antonio Lafreri, Antonio Salamanca, Enrico Van
Schoel, e Niccolò Van Aelst. Ma s’incontrano tavole pregiatissime di Antonio Tempesta, Sisto Badalocchi,
Giacomo Bossio, Diana Mantovana, P. Perret, Enea Vico, Niccolò Beatricio Lotaringio, Luigi Rouhier, ed altri:
sempre questi due nostri esemplari si vanno aumentando.
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Se le numerose tavole fossero state eseguite almeno dai mediocri artisti potrebbero corrispondere alla decenza
dei tipi, e al merito delle illustrazioni, ma sono queste intagliate e disegnate indecentemente, e deturpano la
buona edizione dell’opera. Il primo volume contiene 106 tavole, il secondo 90, il terzo 76, fra le quali avvene
alcuna passabilmente intagliata.
Se le numerose tavole fossero state eseguite almeno dai mediocri artisti potrebbero corrispondere alla decenza
dei tipi, e al merito delle illustrazioni, ma sono queste intagliate e disegnate indecentemente, e deturpano la
buona edizione dell’opera. Il primo volume contiene 106 tavole, il secondo 90, il terzo 76, fra le quali avvene
alcuna passabilmente intagliata.
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