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Questa è una ristampa delle medesime tavole aumentate dopo l’edizione originale, tali come servirono alle due
illustrate da Gronovio nel 1695, o nel 1707. In questa edizione francese i cenni illustrativi sono ancora più brevi
e a dir vero troppo scarsi
Questa è una ristampa delle medesime tavole aumentate dopo l’edizione originale, tali come servirono alle due
illustrate da Gronovio nel 1695, o nel 1707. In questa edizione francese i cenni illustrativi sono ancora più brevi
e a dir vero troppo scarsi
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, Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce
anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di
una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una
parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
Nel frontespizio figurato del primo volume sono le due iniziali di questo autore, che nell’opera apparisce
anonimo. Cento tavole contiene il primo volume e cento e quattro il secondo. Quest’opera non ha il lenoncino di
una linda incisione, ma è fatta con gusto e alla pittoresca, siccome succinte e sensate sono le descrizioni. Una
parte di queste tavole fu riprodotta a Londra pochi anni dopo. Vedi Ogle
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, Col medaglione intagliato in rame.
Col medaglione intagliato in rame.
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, Questo libro contiene un po’ di tutto, ma in specie molte tavole di metalli e minerali e anche molte statue e
monumenti di antichità. Sonovi i ritratti del Mercati e del Lancisi. Occorre esaminare se siavi l’appendice con 19
tavole pubblicata nel 1719, che deve esservi annessa. Le tavole numerosissime del volume stanno riportate fra il
testo e sono eseguite accuratamente.
Questo libro contiene un po’ di tutto, ma in specie molte tavole di metalli e minerali e anche molte statue e
monumenti di antichità. Sonovi i ritratti del Mercati e del Lancisi. Occorre esaminare se siavi l’appendice con 19
tavole pubblicata nel 1719, che deve esservi annessa. Le tavole numerosissime del volume stanno riportate fra il
testo e sono eseguite accuratamente.
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,Ventitré sono i medaglioni di bella incisione in rame, riportati fra il testo intagliati da P. Santi Bartoli e illustrati
dal Bellorio. Libretto non comune e da tenersi in pregio.
Ventitré sono i medaglioni di bella incisione in rame, riportati fra il testo intagliati da P. Santi Bartoli e illustrati
dal Bellorio. Libretto non comune e da tenersi in pregio.
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, Esemplare completo confrontato colle descrizioni datene dal De Bure, il quale apparteneva alla Biblioteca di M.
Gaillard. I difetti che ordinariamente si trovano in questo libro, sono, o per la mancanza del ritratto dell’autore in
principio, o per quella del Priapo nel rovescio del foglio 146, o per mancanze nelle 20 tav. di medaglie, che
devono riscontrarsi alla fine, le quali furono intagliate da Pietro Woeriot lorenese. Opera delle prime e più
preziose in questa materia.
Esemplare completo confrontato colle descrizioni datene dal De Bure, il quale apparteneva alla Biblioteca di M.
Gaillard. I difetti che ordinariamente si trovano in questo libro, sono, o per la mancanza del ritratto dell’autore in
principio, o per quella del Priapo nel rovescio del foglio 146, o per mancanze nelle 20 tav. di medaglie, che
devono riscontrarsi alla fine, le quali furono intagliate da Pietro Woeriot lorenese. Opera delle prime e più
preziose in questa materia.
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, Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
Le cinquanta tavole, compreso il frontespizio e una dedica, tratte da cattivi disegni ed incise da Valeriauo
Regnart mediocrissimo intagliatore e scolaro di Thomasin e da Luca Ciamberlau d’Urbino, formano il volume
che non ha altre spiegazioni fuori di alcuni distici latini incisi sulle stesse lamine. Pietro Stefanoni avea ideato di
intitolare il libro al famoso conte di Arundel: ma essendo mancato, mentre l’opera stava per escire alle stampe,
Giacomo Stefanoni, suo figlio, lo intitolò poi al nipote Enrico conte di Arundel. Questo libro comparve la prima
volta a Roma nel 1627 e fu poi dal Liceti riprodotto con le illustrazioni nel 1653 sotto il nome di Hierogliphica
ec. Padova.
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, Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
Con due tavole in rame e vari monumenti intagliati in legno riportati fra il testo.
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