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Language
Italian
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Genre
Early works to 1800
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Topic
Herculaneum (Extinct city)
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I cinque volumi delle pitture contengono 324 tavole illustrate oltre una grandissima quantità di vignette e
monumen 26ti. I due dei bronzi 173 tavole e quello delle lucerne 93: il tutto arricchito di note, d’indici e di
osservazioni.
Una parte dei manoscritti o papiri fu impressa in un I vol. in 4 gr. o foglietto piccolo nel 1793 sotto il seguente
titolo:
Herculanensium voluminum quoe supersunt tomus I.
Per ultimo abbiamo anche un gran volume atlantico slegato di 106 tavole di pareti, pavimenti e altre antichità
Ercolanensi venuto a poco a poco in luce e non anche illustrato.
È debitrice l’Italia della protezione che ebbero in Napoli gli studi al tempo di queste scoperte, di questa edizione
e dell’Accademia Ercolanense, al genio protettore del marchese Tanucci, che sotto il regno di Carlo III può dirsi
essere stato il Colbert dell’Italia.
I cinque volumi delle pitture contengono 324 tavole illustrate oltre una grandissima quantità di vignette e
monumen 26ti. I due dei bronzi 173 tavole e quello delle lucerne 93: il tutto arricchito di note, d’indici e di
osservazioni.
Una parte dei manoscritti o papiri fu impressa in un I vol. in 4 gr. o foglietto piccolo nel 1793 sotto il seguente
titolo:
Herculanensium voluminum quoe supersunt tomus I.
Per ultimo abbiamo anche un gran volume atlantico slegato di 106 tavole di pareti, pavimenti e altre antichità
Ercolanensi venuto a poco a poco in luce e non anche illustrato.
È debitrice l’Italia della protezione che ebbero in Napoli gli studi al tempo di queste scoperte, di questa edizione
e dell’Accademia Ercolanense, al genio protettore del marchese Tanucci, che sotto il regno di Carlo III può dirsi
essere stato il Colbert dell’Italia.
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Quest’opera debbe avere un secondo volume, di cui una parte soltanto ha veduto la luce: ora sappiamo esservi un
imprenditore che dagli scritti del defunto autore ha tratto di che compirlo. Opera di qualche pregio, le cui stampe
in numero di 126 sono di accurata ma debole esecuzione.
Quest’opera debbe avere un secondo volume, di cui una parte soltanto ha veduto la luce: ora sappiamo esservi un
imprenditore che dagli scritti del defunto autore ha tratto di che compirlo. Opera di qualche pregio, le cui stampe
in numero di 126 sono di accurata ma debole esecuzione.
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, Sono questi i primi e più preziosi opuscoli che andavano uscendo dalla penna dei letterati al momento delle più
importanti scoperte. Nel primo è la tavola coi cavalli dei Balbi: si rileva in questo libro la progressiva
escavazione e scoperta, che dopo i primi tentativi del 1689 ha il suo vero principio nel 1711 allorquando il
principe Emanuel Maurizio duca d’Elboeuf Pari di Francia trovò presso Resina un tempio d’Ercole ornato di
statue ec. ec.
Sono questi i primi e più preziosi opuscoli che andavano uscendo dalla penna dei letterati al momento delle più
importanti scoperte. Nel primo è la tavola coi cavalli dei Balbi: si rileva in questo libro la progressiva
escavazione e scoperta, che dopo i primi tentativi del 1689 ha il suo vero principio nel 1711 allorquando il
principe Emanuel Maurizio duca d’Elboeuf Pari di Francia trovò presso Resina un tempio d’Ercole ornato di
statue ec. ec.
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, Questo non è che un avviso di poche pagine, pubblicato forse in qualche articolo di Giornal Letterario, il quale
annuncia come prossima l’opera del Bajardi sulle antichità ercolanensi e porta la versione di due lettere di Plinio
al suo Tacito.
Questo non è che un avviso di poche pagine, pubblicato forse in qualche articolo di Giornal Letterario, il quale
annuncia come prossima l’opera del Bajardi sulle antichità ercolanensi e porta la versione di due lettere di Plinio
al suo Tacito.
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Lo stampatore pubblicando senza luogo, (e come suol dirsi alla macchia) queste considerazioni in due foglietti di
stampa tratta di sciocca e impertinente la lettera suddetta. Vengono attribuite queste considerazioni al marchese
Galliani e non all’abate Zarilli come si credette da prima: sono legate separatamente
Lo stampatore pubblicando senza luogo, (e come suol dirsi alla macchia) queste considerazioni in due foglietti di
stampa tratta di sciocca e impertinente la lettera suddetta. Vengono attribuite queste considerazioni al marchese
Galliani e non all’abate Zarilli come si credette da prima: sono legate separatamente
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, Le copiose monete intagliate e stampate fra il testo della opera sono eseguite con estrema accuratezza. In fine è
un discorso sul culto di Giove, di Diana e di Ercole presso i campani e un commentario del Mazzocchi sulla
legge Pagana dell’agro ercolanense.
Le copiose monete intagliate e stampate fra il testo della opera sono eseguite con estrema accuratezza. In fine è
un discorso sul culto di Giove, di Diana e di Ercole presso i campani e un commentario del Mazzocchi sulla
legge Pagana dell’agro ercolanense.
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