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Questa è la più elegante delle edizioni di libri prospettici pei tipi, pei caratteri, per la carta. Dopo il frontespizio
figurato, segue la dedica e un indirizzo ai benigni ad amorevoli lettori, indi la tavola dei capitoli e l’errata. Dopo
questi 4 fogli cominciano le tavole e dietro quelle stanno le spiegazioni stampate in bellissimi caratteri: 43
capitoli contiene il libro primo impresso in 44 fogli. E il libro secondo con altro frontespizio figurato procede
colle figure prospettiche ombreggiate sino al numero 66.
Questa è la più elegante delle edizioni di libri prospettici pei tipi, pei caratteri, per la carta. Dopo il frontespizio
figurato, segue la dedica e un indirizzo ai benigni ad amorevoli lettori, indi la tavola dei capitoli e l’errata. Dopo
questi 4 fogli cominciano le tavole e dietro quelle stanno le spiegazioni stampate in bellissimi caratteri: 43
capitoli contiene il libro primo impresso in 44 fogli. E il libro secondo con altro frontespizio figurato procede
colle figure prospettiche ombreggiate sino al numero 66.
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, Ristampa della precedente. È singolare che questa medesima ristampa si trova colla data dello stesso anno anche
intitolata a Ladislao Sigismondo Principe di Polonia e di Svezia.
Ristampa della precedente. È singolare che questa medesima ristampa si trova colla data dello stesso anno anche
intitolata a Ladislao Sigismondo Principe di Polonia e di Svezia.
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, Con 6 tavole-in rame. Opera escita dopo la traduzione italiana del P. Jaquier.
Con 6 tavole-in rame. Opera escita dopo la traduzione italiana del P. Jaquier.
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, Col ritratto dell’autore in fronte. Opera esposta con molta dottrina, ma non colla facilità necessaria ai
principianti.
Col ritratto dell’autore in fronte. Opera esposta con molta dottrina, ma non colla facilità necessaria ai
principianti.
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, È duopo osservare gli esemplari, poiché spesso questa terza parte, che ha un frontespizio apposito, manca. Le
tavole sono espresse con chiarezza di disegno e intagliate in legno. Si insegnano molte buone pratiche, ed è uno
de’ migliori libri 160 in questo genere, senza lenocinio di bella apparenza, che con poche emende,
ommissioni e addizioni sarebbe eccellente.
È duopo osservare gli esemplari, poiché spesso questa terza parte, che ha un frontespizio apposito, manca. Le
tavole sono espresse con chiarezza di disegno e intagliate in legno. Si insegnano molte buone pratiche, ed è uno
de’ migliori libri 160 in questo genere, senza lenocinio di bella apparenza, che con poche emende,
ommissioni e addizioni sarebbe eccellente.
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, detto Paradosso, Nella prima parte dedicata al Principe Maurizio d’Orange è il ritratto del mecenate e quello dell’autore assai
bello. Indi la illustrazione delle 49 tavole che la compongono. La seconda parte stampata a Leyden nel 1605
contiene l’illustrazione delle 24 tavole da cui è composta: nel libro aggiunto dei cinque ordini di architettura sono
59 tavole con le trabeazioni degli ordini, molte vedute prospettiche e il testo relativo alle prime.
Nella prima parte dedicata al Principe Maurizio d’Orange è il ritratto del mecenate e quello dell’autore assai
bello. Indi la illustrazione delle 49 tavole che la compongono. La seconda parte stampata a Leyden nel 1605
contiene l’illustrazione delle 24 tavole da cui è composta: nel libro aggiunto dei cinque ordini di architettura sono
59 tavole con le trabeazioni degli ordini, molte vedute prospettiche e il testo relativo alle prime.
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, Tre sono le edizioni conosciute dai bibliografi di questo prezioso e primo libro di prospettiva pratica lineare che
siasi stampato due anni avanti la divina proporzione del Paciolo. Nella nostra biblioteca esistono queste tre
edizioni, delle quali la terza unicamente deve riguardarsi per completa, giacché con varianti, emende ed aggiunte
vennero tutte tre prodotte, vivente l’autore.
La prima è descritta minutamente dal Panzer negli Annali Tipografici, e perciò non daremo di questa un troppo
minuto ragguaglio, che ogni lettore può facilmente rinvenire da sé. Il nostro esemplare ha qualche mancanza che
avrebbe potuto supplirsi e non abbiam preso cura di farlo, avendo perfettissime le altre due edizioni. Tutti e tre
però sono di bella conservazione e di prima antica legatura in cuoio, elegantemente impresso con bellissimi
meandri.
Questa prima edizione sopra citata del 1505 è asserita contenere 40 foglietti; trentasette dei quali sono occupati
dalle figure. Il suo frontespizio è il seguente: De Artificiali perspectiva, Viator: gli altri tre foglietti che seguono
contengono il testo in latino e finiscono con due versi:
Pro cunctis orat fictor scriptorque libelli.
Cunctorum pariter supplicat ipse preces.
Questi quattro foglietti congiunti ad altri 4 di figure formano il primo quaderno A. Il secondo quaderno B è
formato da 8 figure. Il terzo quaderno C è formato da 8 figure. Il 161 quarto quaderno D è formato da 8
figure. Il quinto E è quinquerno ed è formato da 9 figure e dall’ultimo foglietto, ove leggesi alla distesa, come
riferisce il Panzer. Habes optime lector etc. etc. Impressum Tulli anno Catholicae veritatis quingentesimo quinto
supra milesimum ad nonum calendas julias solerti opera Petri locali presbiteri incole Pagi Sancti Nicolai.
Dopo le tavole seguono secondo il Panzer medesimo i quattro fogli della versione latina, come riscontrasi anche
nel nostro esemplare, la materia della quale fluisce però nel terzo a mezza pagina e in 5 righe trovasi cosi
espresso più basso:
Pro cunctis orat.
Cellui qui a ce livre fait
Prie pour touz de cueur parfait
Et supplie tres humblement
Prier pour lui pareitlement.
L’ultima carta o è bianca, come a noi parve da prima, or vero deve contenere come viene indicato dal Panzer le
sole parole finis laus Deo. In tal maniera sono dimostrati i foglietti 46 poiché quattro stanno al principio, quattro
al fine e 37 tavole in aggiunta al foglietto ove è l’anno dell’impressione.
Tre sono le edizioni conosciute dai bibliografi di questo prezioso e primo libro di prospettiva pratica lineare che
siasi stampato due anni avanti la divina proporzione del Paciolo. Nella nostra biblioteca esistono queste tre
edizioni, delle quali la terza unicamente deve riguardarsi per completa, giacché con varianti, emende ed aggiunte
vennero tutte tre prodotte, vivente l’autore.
La prima è descritta minutamente dal Panzer negli Annali Tipografici, e perciò non daremo di questa un troppo
minuto ragguaglio, che ogni lettore può facilmente rinvenire da sé. Il nostro esemplare ha qualche mancanza che
avrebbe potuto supplirsi e non abbiam preso cura di farlo, avendo perfettissime le altre due edizioni. Tutti e tre
però sono di bella conservazione e di prima antica legatura in cuoio, elegantemente impresso con bellissimi
meandri.
Questa prima edizione sopra citata del 1505 è asserita contenere 40 foglietti; trentasette dei quali sono occupati
dalle figure. Il suo frontespizio è il seguente: De Artificiali perspectiva, Viator: gli altri tre foglietti che seguono
contengono il testo in latino e finiscono con due versi:
Pro cunctis orat fictor scriptorque libelli.
Cunctorum pariter supplicat ipse preces.
Questi quattro foglietti congiunti ad altri 4 di figure formano il primo quaderno A. Il secondo quaderno B è
formato da 8 figure. Il terzo quaderno C è formato da 8 figure. Il 161 quarto quaderno D è formato da 8
figure. Il quinto E è quinquerno ed è formato da 9 figure e dall’ultimo foglietto, ove leggesi alla distesa, come
riferisce il Panzer. Habes optime lector etc. etc. Impressum Tulli anno Catholicae veritatis quingentesimo quinto
supra milesimum ad nonum calendas julias solerti opera Petri locali presbiteri incole Pagi Sancti Nicolai.
Dopo le tavole seguono secondo il Panzer medesimo i quattro fogli della versione latina, come riscontrasi anche
nel nostro esemplare, la materia della quale fluisce però nel terzo a mezza pagina e in 5 righe trovasi cosi
espresso più basso:
Pro cunctis orat.
Cellui qui a ce livre fait
Prie pour touz de cueur parfait
Et supplie tres humblement
Prier pour lui pareitlement.
L’ultima carta o è bianca, come a noi parve da prima, or vero deve contenere come viene indicato dal Panzer le
sole parole finis laus Deo. In tal maniera sono dimostrati i foglietti 46 poiché quattro stanno al principio, quattro
al fine e 37 tavole in aggiunta al foglietto ove è l’anno dell’impressione.
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, In questa seconda edizione non sono molte varietà dalla seguente.
In questa seconda edizione non sono molte varietà dalla seguente.
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, La seconda edizione porta lo stesso titolo In fine alla pagina di questo frontespizio leggesi distribuito in due linee la prima in piccioli caratteri e la secondi
in più grandi:
vICUS
DE BOSCO JOANNIS
MALLEACENSIS
FONS
DIOCESIS
CORILONI
Si riconosce da questa prima pagina come il Peregrino fosse penetrato di stima per i grandi autori, che cita d’ogni
maniera, e d’ogni studio in quei versi, non ignorando certamente le opere di Luca Paciolo e di Pietro della
Francese» suoi coetanei e loda Rafaello e Michel Angelo, e Simon Memmi, e il Perugino, e Leonardo, ed altri
insigni di Germania e di Francia, diesi riconoscono a discrezione in quei nomi storpiati.
Il volume, quantunque contenga maggior numero di tavole delle precedenti edizioni, è composto di soli trenta
foglietti, poiché in luogo d’essere queste stampate da una sola parte del foglio, sono impresse da due lati, oltre il
trovarsene con variata disposizione molte fra il testo. Infatti vi sono circa 20 figure impresse fra il testo e 38 al
seguito stampate in 19 foglietti. L’opera in luogo d’esser divisa in paragrafi è ripartita in X capitoli numerati e ad
ognuno è sottoposta separatamente la versione in francese carattere minore del latino. E registrata con sole tre
lettere A. B. C. per essere quinquerni in recedi quaderni: e riscontrasi una tavola di più della seconda edizione, la
quale è l’ultima che rappresenta una nave con un Cristo figurato sulla tela e vari angeli ec.
In fine nell’ultimo foglietto Impressum Tulli anno Catholice veritatis 1521 VII Idus septembris solerti opera
Petri Jacobi Presbiteri Incole Pagi S Nicolai.
Le tavole dell’opera sono disegnate con quel vero gusto che si accorda sì bene colla semplicità dei tempi in cui
l’autore cercava di porre in evidenza più l’arte che sé medesimo e appagano grandemente per l’intelligenza
prospettica, il gusto del disegno, senza soverchio lusso di esecuzione.
Nella cattedrale di Tullio Fiandra leggesi il suo epitafio che comincia Venerabile Domino Joanne Peregrino,
olim Viatori, Andegavo, huius Ecclesia Canonico, Regio quondam secretario, perspective artis acutissimo
indagatori dottrina et moribus perspicuo ec. Morì nel 1523 al primo febbraio, cosicché (come leggesi anche in
poche righe di prefazione dietro la prima pagina del frontespizio di questa terza edizione) l’autore diresse 163 le tre edizioni dell’opera sua. Questa denominazione di viator nacque allo stesso modo che in Italia il Riccio
latinizzato che si disse Crispus e tante altre simili.
La preziosità di questo libro e la diligente sua esecuzione ci farà perdonare la prolissità di questa illustrazione.
Nella Biblioteca Reale di Francia esistono la seconda e la terza edizione.
In seguito poi Maturin Jousse de la Fleche pubblicò il seguente libercolo: La perspective positive de Viator latine
et fraiçoise, revue, augmentée, et reduite de grand en petite à la Fleche 1635, in 8 p. Indica di aver fatta questa
ristampa a cagione della rarità delle prime edizioni, non precisando però qual fosse da lui ritenuta per lo più
antica, o la più pregiata; ma allegando soltanto senza esattezza, che il libro fu premierement imprimé il y a six à
sept vingts ans. Questa operetta, a cui il traduttore aggiunse gran numero di figure, non da idea della preziosità
dell’originale.
In fine alla pagina di questo frontespizio leggesi distribuito in due linee la prima in piccioli caratteri e la secondi
in più grandi:
vICUS
DE BOSCO JOANNIS
MALLEACENSIS
FONS
DIOCESIS
CORILONI
Si riconosce da questa prima pagina come il Peregrino fosse penetrato di stima per i grandi autori, che cita d’ogni
maniera, e d’ogni studio in quei versi, non ignorando certamente le opere di Luca Paciolo e di Pietro della
Francese» suoi coetanei e loda Rafaello e Michel Angelo, e Simon Memmi, e il Perugino, e Leonardo, ed altri
insigni di Germania e di Francia, diesi riconoscono a discrezione in quei nomi storpiati.
Il volume, quantunque contenga maggior numero di tavole delle precedenti edizioni, è composto di soli trenta
foglietti, poiché in luogo d’essere queste stampate da una sola parte del foglio, sono impresse da due lati, oltre il
trovarsene con variata disposizione molte fra il testo. Infatti vi sono circa 20 figure impresse fra il testo e 38 al
seguito stampate in 19 foglietti. L’opera in luogo d’esser divisa in paragrafi è ripartita in X capitoli numerati e ad
ognuno è sottoposta separatamente la versione in francese carattere minore del latino. E registrata con sole tre
lettere A. B. C. per essere quinquerni in recedi quaderni: e riscontrasi una tavola di più della seconda edizione, la
quale è l’ultima che rappresenta una nave con un Cristo figurato sulla tela e vari angeli ec.
In fine nell’ultimo foglietto Impressum Tulli anno Catholice veritatis 1521 VII Idus septembris solerti opera
Petri Jacobi Presbiteri Incole Pagi S Nicolai.
Le tavole dell’opera sono disegnate con quel vero gusto che si accorda sì bene colla semplicità dei tempi in cui
l’autore cercava di porre in evidenza più l’arte che sé medesimo e appagano grandemente per l’intelligenza
prospettica, il gusto del disegno, senza soverchio lusso di esecuzione.
Nella cattedrale di Tullio Fiandra leggesi il suo epitafio che comincia Venerabile Domino Joanne Peregrino,
olim Viatori, Andegavo, huius Ecclesia Canonico, Regio quondam secretario, perspective artis acutissimo
indagatori dottrina et moribus perspicuo ec. Morì nel 1523 al primo febbraio, cosicché (come leggesi anche in
poche righe di prefazione dietro la prima pagina del frontespizio di questa terza edizione) l’autore diresse 163 le tre edizioni dell’opera sua. Questa denominazione di viator nacque allo stesso modo che in Italia il Riccio
latinizzato che si disse Crispus e tante altre simili.
La preziosità di questo libro e la diligente sua esecuzione ci farà perdonare la prolissità di questa illustrazione.
Nella Biblioteca Reale di Francia esistono la seconda e la terza edizione.
In seguito poi Maturin Jousse de la Fleche pubblicò il seguente libercolo: La perspective positive de Viator latine
et fraiçoise, revue, augmentée, et reduite de grand en petite à la Fleche 1635, in 8 p. Indica di aver fatta questa
ristampa a cagione della rarità delle prime edizioni, non precisando però qual fosse da lui ritenuta per lo più
antica, o la più pregiata; ma allegando soltanto senza esattezza, che il libro fu premierement imprimé il y a six à
sept vingts ans. Questa operetta, a cui il traduttore aggiunse gran numero di figure, non da idea della preziosità
dell’originale.
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