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481. COSTA Jo. Fran. veneto, Aliquot aedificiorum ad Grecorum Romanorumquie morem extructorum schemata inventa, aereque incisa, in 4.
Queste non sono che dodici cattive tavole all’acqua forte che non corrispondono in alcun modo al titolo.
Queste non sono che dodici cattive tavole all’acqua forte che non corrispondono in alcun modo al titolo.
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600. PANSUAHON, Recueil des profils d’architecture, ouvrage divisé en deux cahiers, Paris, en 4, fig.
Il primo contiene 23 tavole con profili esterni di trabeazioni di vari ordini. Il secondo altrettante tavole con profili, relativi ad interne decorazioni mobiliarie.
Il primo contiene 23 tavole con profili esterni di trabeazioni di vari ordini. Il secondo altrettante tavole con profili, relativi ad interne decorazioni mobiliarie.
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603. Le PAUTRE Jean, Sepultures et epitaphes nouvellement inventés et gravées par lui (tav. 22), à Paris, chez Mariette, in fol. p. fig.
Nei primi tre volumi, pubblicati da Mariette, sono raccolti i più bizzarri ornamenti d’ogni genere; e targhe e vasi e vedute e candelieri e tutto ciò che a una ricca fantasia può venire in capo, intagliati con grazia all’acqua forte: contengono questi oltre 650 tavole.
Nei primi tre volumi, pubblicati da Mariette, sono raccolti i più bizzarri ornamenti d’ogni genere; e targhe e vasi e vedute e candelieri e tutto ciò che a una ricca fantasia può venire in capo, intagliati con grazia all’acqua forte: contengono questi oltre 650 tavole.
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444. BOSSE Abraham, Traité des manières de dessiner les ordres de l’architecture antique en toutes leurs parties, Paris sans date, in fol. fig.
Tavole 44 di bellissima, esecuzione, sulle quali il testo è intagliato. Vi si trova aggiunto
Tavole 44 di bellissima, esecuzione, sulle quali il testo è intagliato. Vi si trova aggiunto
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445. BOSSE Abraham, Dos ordes des colonnes en Architecture. Con un frontespizio separato, in tutto 22 tavole al fine.
379. De ALBERTIS Baptistae poetae laureati, De Amore liber optimus feliciter incipit (e in fine) Baptistae de Albertis poeta laureati opus de Amore utilissimum feliciter finit 1471.
380. De ALBERTIS, Bap. de Alb. poet. Laur., Opus preclarum in amoris remedio feliciter incipit: e in fine: Baptistae de Albertis poetae laureati opus in Amoris remedio utilissimum feliciter finit 1471.
Questi due opuscoli sono estesi in italiano, quantunque, il titolo sia espresso in latino. Questa è l’edizione originale dell’Hecatomphila e della Deifira in caratteri rotondi a 25 righe per pagina. Ciascuno dei due volumetti rilegati in ini solo conta 20 foglietti. Tanto il titolo, che il finale colla data è stampato in maiuscole. Santander opina che possano essere stampati questi due opuscoli a Venezia da Clemente Padovano, ch’egli denomina il Guttemberg dell’Italia. Vero è che sono d’un estrema rarità e preziosità. Il nostro esemplare è di prima bellezza in vit.
Questi due opuscoli sono estesi in italiano, quantunque, il titolo sia espresso in latino. Questa è l’edizione originale dell’Hecatomphila e della Deifira in caratteri rotondi a 25 righe per pagina. Ciascuno dei due volumetti rilegati in ini solo conta 20 foglietti. Tanto il titolo, che il finale colla data è stampato in maiuscole. Santander opina che possano essere stampati questi due opuscoli a Venezia da Clemente Padovano, ch’egli denomina il Guttemberg dell’Italia. Vero è che sono d’un estrema rarità e preziosità. Il nostro esemplare è di prima bellezza in vit.
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381. ALBERTI Leonis Baptistae, Opera, sive de cotnmodis, atque incommodis litterarum, de iure, trivia, canis, apologi 100, editio princeps: sine loco et anno et impressoris nomine.
Tacciono di quest’edizione i bibliografi De Bure, Brunet, Santander e motti altri da me consultati. Il primo foglietto non contiene cbe le prime -quattro parole da noi qui sopra indicate. A tergo comincia una dedicatoria di tutti questi opuscoli di Girolamo Massaimi a Roberto Pucci, la quale finisce col 4 foglietto, enumerando molte opere dell’Alberti, così facendo il suo elogio. Si vede da questa che era già stampato il trattato dell’architettura iamdiu edititum; ma non pare che gli altri opuscoli fossero pubblicati. A tergo del 4 foglietto comincia il testo e continua per altri 48 foglietti, nell’ultimo de’ quali è l’Errata e a tergo alcuni versi in lode dell’autore di Antonio Sabino imolese. Probabilmente il libro è stampato a Firenze. Il carattere è rotondo e assai bello. L’esemplare è intonso e conservatissimo, leg. ol.
Tacciono di quest’edizione i bibliografi De Bure, Brunet, Santander e motti altri da me consultati. Il primo foglietto non contiene cbe le prime -quattro parole da noi qui sopra indicate. A tergo comincia una dedicatoria di tutti questi opuscoli di Girolamo Massaimi a Roberto Pucci, la quale finisce col 4 foglietto, enumerando molte opere dell’Alberti, così facendo il suo elogio. Si vede da questa che era già stampato il trattato dell’architettura iamdiu edititum; ma non pare che gli altri opuscoli fossero pubblicati. A tergo del 4 foglietto comincia il testo e continua per altri 48 foglietti, nell’ultimo de’ quali è l’Errata e a tergo alcuni versi in lode dell’autore di Antonio Sabino imolese. Probabilmente il libro è stampato a Firenze. Il carattere è rotondo e assai bello. L’esemplare è intonso e conservatissimo, leg. ol.
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404. ARCHITETTURA (Volume di) civile, militare, idraulica, meccanica, balistica ec. Con numerose tavola MS. della fine del sec. XVI, in fol.
420. BAROZIO Giacomo da Vignola, Gli ordini dell’architettura, Venezia, Remondini, in 8, in 51 tav. in rame.
Edizione appena servibile per i poveri e da consumarsi nelle scuole, M. 62.
Edizione appena servibile per i poveri e da consumarsi nelle scuole, M. 62.
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466. CATANEO Pietro, Aggiuntovi: Verantii Fausti siceni machinae novae rum declaratione latina, italica, hispanica, gallica et germanica, Venetiis, cum privilegiis, sine anno et impressoris nomine.
Sono 49 tavole; aggiuntovi altre macchine e disegni vari.
Sono 49 tavole; aggiuntovi altre macchine e disegni vari.
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467. CATANEO Pietro, Lo studio d’architettura civile sopra gli ornamenti di porte e finestre di Domenico de’ Rossi, italiano e tedesco. Auspurg senz’anno, in fol. fig. tavole 53.
Il Veranzio non debb’essere di molto antica impressione 83poiché dimostra le nuove Procuratie in una tavola della Piazza S. Marco di Venezia edificate col terzo piano ec. e quasi potrebbe determinarsi l’epoca, se il disegno è abbastanza fedele, giacché non vedesi la loggietta alla torre. Singolare è però il porsi lungo questa Piazza tre fontane, che egli pretendeva potere far sorgere d’acqua dolce con poco dispendio. Le tavole sono di meschino intaglio e le nozioni non troppo chiare e precise, non senza però qualche finezza di accorgimento.
Il Veranzio non debb’essere di molto antica impressione 83poiché dimostra le nuove Procuratie in una tavola della Piazza S. Marco di Venezia edificate col terzo piano ec. e quasi potrebbe determinarsi l’epoca, se il disegno è abbastanza fedele, giacché non vedesi la loggietta alla torre. Singolare è però il porsi lungo questa Piazza tre fontane, che egli pretendeva potere far sorgere d’acqua dolce con poco dispendio. Le tavole sono di meschino intaglio e le nozioni non troppo chiare e precise, non senza però qualche finezza di accorgimento.
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518. GRAPALDI Francisci Maria, De partibus aedium, editio princeps, sine loco et anno.
Nella prima carta sono due epigrammi l’uno del Beroaldo, l’altro del Grapaldi a Orlando Pallavicino: segue un secondo foglietto colla dedica allo stesso Pallavicino; e incomincia subito il testo diviso in due libri. In fine termina con un indirizzo dello stampatore Angelo Ugoletto parmense al lettore. Senza che siavi espressamente segno di luogo, ed anno e di contro nell’ultimo foglietto sono 8 versi di Bernardino Sassoguidano modenese e la marca dell’Ugoletto. Sono in tutto 194 foglietti di stampa in bei caratteri rotondi, esemplare bellissimo in mar. dor. di un’opera da tenersi in pregio.
Nella prima carta sono due epigrammi l’uno del Beroaldo, l’altro del Grapaldi a Orlando Pallavicino: segue un secondo foglietto colla dedica allo stesso Pallavicino; e incomincia subito il testo diviso in due libri. In fine termina con un indirizzo dello stampatore Angelo Ugoletto parmense al lettore. Senza che siavi espressamente segno di luogo, ed anno e di contro nell’ultimo foglietto sono 8 versi di Bernardino Sassoguidano modenese e la marca dell’Ugoletto. Sono in tutto 194 foglietti di stampa in bei caratteri rotondi, esemplare bellissimo in mar. dor. di un’opera da tenersi in pregio.
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568. >MISCELLANEA di molte stampe d’ornamenti, di figure ec.
Comincia col libro dei grotteschi di Simone Vovet intagliati da Dovigny. Poi gli ornati di Ducerrean intagliati da Poilly, gli ornati di Raffaello pubblicati da la Guertiere, i fregi del Mitelli; le Bar [...] de Pieret e molte statue e figure prese da Rafaello pubblicate da Mariette; in tutto dugento [...].
Comincia col libro dei grotteschi di Simone Vovet intagliati da Dovigny. Poi gli ornati di Ducerrean intagliati da Poilly, gli ornati di Raffaello pubblicati da la Guertiere, i fregi del Mitelli; le Bar [...] de Pieret e molte statue e figure prese da Rafaello pubblicate da Mariette; in tutto dugento [...].
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636. ROSSI Domenico, Studio d’architettura civile, V Cataneo Pietro, cui va unito.
Le ROUX G. B., Vedi Boissard Robert, nouveaux lambris de Galerie etc.
691. VITRUVII (Marci), De architectura libri decem. Codex membranaceus com litteris aureopictis. Saeculi XIV.
Il codice è composto da 124 foglietti; sonovi alcune poche figure e i vocaboli greci al margine. Fu confrontato e corrisponde, con piccolissime varietà e non essenziali, ai due principali della Vaticana e per la bellissima sua conserva 127 zione, e prima legatura e lettere aurate, e nitidezza di pergamene il riteniamo di non comune preziosità.
Il codice è composto da 124 foglietti; sonovi alcune poche figure e i vocaboli greci al margine. Fu confrontato e corrisponde, con piccolissime varietà e non essenziali, ai due principali della Vaticana e per la bellissima sua conserva 127 zione, e prima legatura e lettere aurate, e nitidezza di pergamene il riteniamo di non comune preziosità.
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692. VITRUVII M., De architectura libri tres. Codex membranaceus in fol.
Questo codice che non giunge se non a tutto il terzo libro è stato cominciato col massimo lusso ed eleganza, essendo la prima pagina interamente scritta a lettere d’oro e le due seguenti alternate in oro in lapis lazzuli e in porpora: tutto il resto del codice in minio e in nero, è della massima bellezza: non è però anteriore al XV secolo. Era nella biblioteca del Duca di Cassano.
Questo codice che non giunge se non a tutto il terzo libro è stato cominciato col massimo lusso ed eleganza, essendo la prima pagina interamente scritta a lettere d’oro e le due seguenti alternate in oro in lapis lazzuli e in porpora: tutto il resto del codice in minio e in nero, è della massima bellezza: non è però anteriore al XV secolo. Era nella biblioteca del Duca di Cassano.
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693. VITRUVII L. Pollionis, De architectura libri decem, editio princeps.
Nel principio è la lettera di Giovanni Sulpizio al lettore: segue l’indice: poi la lettera del Cardinal Riario a Giovanni Sulpizio: vengono i dieci libri di Viuuvio: che finiscono con una carta di errata col registro. In fine Sexti Iulii Frontini Consularis de acques quae in urbem influunt; libellus mirabilis. Dell’ultima carta è il registro dei fogli, in fol., senza luogo ed anno. Questa è la più rara e pregiata edizione di quest’opera per esser la prima non solo, ma perché il suo testo è bastantemente corretto: esemplare magnifico in vit. dor. Era della biblioteca Corsini.
Nel principio è la lettera di Giovanni Sulpizio al lettore: segue l’indice: poi la lettera del Cardinal Riario a Giovanni Sulpizio: vengono i dieci libri di Viuuvio: che finiscono con una carta di errata col registro. In fine Sexti Iulii Frontini Consularis de acques quae in urbem influunt; libellus mirabilis. Dell’ultima carta è il registro dei fogli, in fol., senza luogo ed anno. Questa è la più rara e pregiata edizione di quest’opera per esser la prima non solo, ma perché il suo testo è bastantemente corretto: esemplare magnifico in vit. dor. Era della biblioteca Corsini.
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701. VITRUVII, Altro esemplare dello stesso, preceduto da questi opuscoli; Flaviiis Vegetius, vir illustris de re militari. Sextus Julius Frontinus, de re militari. Aelianus, de instruendis aciebus. Modestus, libellus de vocabulis rei militaris 1523, ec.
Esemplare bellissimo d’antica legatura appartenne al cav. Maderna architetto.
Esemplare bellissimo d’antica legatura appartenne al cav. Maderna architetto.
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704. VITRUVII, Altro esemplare simile al precedente.
681. VALTURII Roberti, De re militari lib. XII, Verona anno D. 1472, in fol. fig.

Edizione prima e rara di questo libro; legato in mar dor. Il nostro esemplare combina colla descrizione datane dal de Bure e da altri bibliografi, cominciando coi quattro foglietti Elencus ossia Index rerum, indi la prefazione che incomincia Credo equidem e il fine ove sono li 32 versi latini, i quali cominciano Valturii nostrae Princeps altissime linguae, e terminano Teque sequi ec. indi: Johannes ex Verona oriundus Nicalai Cyrurgie meidici filius, Artis impressorias magister, hunc de re militari librum elegantissimum litteris et figuratis signis, sua in Patria, impressit an. 1472.

La preziosità singolare di questo libro è nelle stampe in legno eseguite probabilmente da Matteo Pasti Veronese, il quale unitamente a Vittore Pisano detto Pisanello, pur veronese, lavorò molto per li Malatesti di Rimino: e per conseguenza anche questi disegni che illustrarono un’opera di autore Ariminese dedicata a Sigismondo Pandolfo Malatesta possono essere stati eseguiti da uno di quegli artefici, che erano per l’ingegno loro non, solo più chiari in Verona, dove il libro venne stampato, ma anche più accetti a que’ Mecenati sotto il cui dominio ogni ramo d’arte e di lettere godeva di nobilissima protezione. 82 sono le stampe sparse fra il testo, alcune delle quali difficili e complicate per la prospettiva, sono mirabilmente disegnate, in tutto ciò che alla figura umana appartiene: non veggiamo che siasi eseguita cosa migliore in quell’epoca, in cui le scuote della Germania vantavano uomini chiari e contendevano all’Italia il primato nel 125 le arti dell’intaglio e della stampa. L’Esopo del Tuppo è di gran lunga inferiore in merito di disegno, quantunque prodotto una dozzina d’anni dopo e ragionevolmente tengasi in tanto pregio. Aggiungiamo che lo stesso Valturio era disegnatore, come il riferiscono alcune lettere dal Battara riportate nella Raccolta Milanese: ma appunto esaminando le tavole del Valturio trovatisi differenze notabili fra alcune che possono essere tracciate da un ingegnere semplicemente e altre da un peritissimo artista. Oltre di che, giova notare la molta somiglianza, che passa tra alcuni disegni di queste figure e lo stile delle opere di scultura, che veggiamo in alcuni bellissimi medaglioni di Matteo Pasto e di Vettor Pisano, i quali erano in quell’età insigni nell’arte di modellare, dipingere, disegnate ec. Poco o nulla sul merito di queste tavole si estendono gli scrittori. Il Papilou ne tace, il sig. Ottley indica qualche cosa sull’assertiva data dal Maffei nella sua Verona illustrata e si riporta al fac simile che il sig Dibdin ha dato nella Spenceriana.

Edizione prima e rara di questo libro; legato in mar dor. Il nostro esemplare combina colla descrizione datane dal de Bure e da altri bibliografi, cominciando coi quattro foglietti Elencus ossia Index rerum, indi la prefazione che incomincia Credo equidem e il fine ove sono li 32 versi latini, i quali cominciano Valturii nostrae Princeps altissime linguae, e terminano Teque sequi ec. indi: Johannes ex Verona oriundus Nicalai Cyrurgie meidici filius, Artis impressorias magister, hunc de re militari librum elegantissimum litteris et figuratis signis, sua in Patria, impressit an. 1472.

La preziosità singolare di questo libro è nelle stampe in legno eseguite probabilmente da Matteo Pasti Veronese, il quale unitamente a Vittore Pisano detto Pisanello, pur veronese, lavorò molto per li Malatesti di Rimino: e per conseguenza anche questi disegni che illustrarono un’opera di autore Ariminese dedicata a Sigismondo Pandolfo Malatesta possono essere stati eseguiti da uno di quegli artefici, che erano per l’ingegno loro non, solo più chiari in Verona, dove il libro venne stampato, ma anche più accetti a que’ Mecenati sotto il cui dominio ogni ramo d’arte e di lettere godeva di nobilissima protezione. 82 sono le stampe sparse fra il testo, alcune delle quali difficili e complicate per la prospettiva, sono mirabilmente disegnate, in tutto ciò che alla figura umana appartiene: non veggiamo che siasi eseguita cosa migliore in quell’epoca, in cui le scuote della Germania vantavano uomini chiari e contendevano all’Italia il primato nel 125 le arti dell’intaglio e della stampa. L’Esopo del Tuppo è di gran lunga inferiore in merito di disegno, quantunque prodotto una dozzina d’anni dopo e ragionevolmente tengasi in tanto pregio. Aggiungiamo che lo stesso Valturio era disegnatore, come il riferiscono alcune lettere dal Battara riportate nella Raccolta Milanese: ma appunto esaminando le tavole del Valturio trovatisi differenze notabili fra alcune che possono essere tracciate da un ingegnere semplicemente e altre da un peritissimo artista. Oltre di che, giova notare la molta somiglianza, che passa tra alcuni disegni di queste figure e lo stile delle opere di scultura, che veggiamo in alcuni bellissimi medaglioni di Matteo Pasto e di Vettor Pisano, i quali erano in quell’età insigni nell’arte di modellare, dipingere, disegnate ec. Poco o nulla sul merito di queste tavole si estendono gli scrittori. Il Papilou ne tace, il sig. Ottley indica qualche cosa sull’assertiva data dal Maffei nella sua Verona illustrata e si riporta al fac simile che il sig Dibdin ha dato nella Spenceriana.

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370. ALBERTI Leonis Baptistae, De re aedificatoria, Lib. X, Fiorentiae 1486, in fol. Editio princeps.
Questa edizione originale pregiatissima è impressa con bellissimi caratteri in carta buonissima La faccia del primo foglietto è bianca e a retro sta la dedica fatta dal Poliziano a Lorenzo de Medici. Nel secondo foglietto comincia il testo: Leonis Baptistae Alberti de re aedificatoria incipit, lege feliciter. Nel penultimo foglietto: Laus Deo honor et gloria. Leonis Baptistae Alberti florentini viri clarissimi de re aedificatoria opus elegantiisimum et quam maxime utile, Florentia, accuratissime impressum opera Magistri Nicolai Laurentiii Alamanni, anno salutis milesimo octuagesimo quinto; quarto Kalendas Januarias. Nell’ultimo foglietto sono 32 versi di Battista Siculo in onore dell’autore e a tergo il registro dei fogli. Esemplare in vit. dor. con custodia.
Questa edizione originale pregiatissima è impressa con bellissimi caratteri in carta buonissima La faccia del primo foglietto è bianca e a retro sta la dedica fatta dal Poliziano a Lorenzo de Medici. Nel secondo foglietto comincia il testo: Leonis Baptistae Alberti de re aedificatoria incipit, lege feliciter. Nel penultimo foglietto: Laus Deo honor et gloria. Leonis Baptistae Alberti florentini viri clarissimi de re aedificatoria opus elegantiisimum et quam maxime utile, Florentia, accuratissime impressum opera Magistri Nicolai Laurentiii Alamanni, anno salutis milesimo octuagesimo quinto; quarto Kalendas Januarias. Nell’ultimo foglietto sono 32 versi di Battista Siculo in onore dell’autore e a tergo il registro dei fogli. Esemplare in vit. dor. con custodia.
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554. MARGARITA Philosophica Ubi de architectura et alia. Argentinae 1512, in 4, fig. Accedit Boetii libri duo de arithmetica, Venetiis 1488. Editio Princeps.
591. PACIOLO frate Luca di Borgo S. Sepolcro, Summa de arithmetica, geometria, proporzioni e pro-portionalità, Venezia, per Paganino, 1494, in f. fig.
Sul frontespizio sia il sommario dell’opera, e dietro un indirizzo a Marco Sanudo inviandogli il libro dedicato già al Duca d’Urbino, come in seguito vedesi per la lettera italiana e latina ove sono infinite cognizioni d’artisti allora viventi.
Sul frontespizio sia il sommario dell’opera, e dietro un indirizzo a Marco Sanudo inviandogli il libro dedicato già al Duca d’Urbino, come in seguito vedesi per la lettera italiana e latina ove sono infinite cognizioni d’artisti allora viventi.
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Seguono poi altri sommari delle cinque parti dell’opera e la tavola delle materie e il testo procede poi per 224 fogli oltre i prolegomeni. Il trattato di geometria colle figure impresse sui margini ricomincia con nuovo numero di tavole dall’1 sino al foglio 76, ove è il privilegio e il registro.
Seguono poi altri sommari delle cinque parti dell’opera e la tavola delle materie e il testo procede poi per 224 fogli oltre i prolegomeni. Il trattato di geometria colle figure impresse sui margini ricomincia con nuovo numero di tavole dall’1 sino al foglio 76, ove è il privilegio e il registro.
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694. VITRUVII L. Pollionis, De architectura libri decem sexti Julii Frontini de aquaeductibus liber unus: Angeli Polidani opusculum: quod Panepistemen inscribitur: Angeli Policiani in priora Analytica praelectio, cui titulus est Lamia. Florentiae impressum anno a Natali Christiano 1496, in fol.
Non si può indovinare l’editore, né lo stampatore di questo testo, in cui trovansi alcuni poche varietà dell’edizione principe ec. Tre o quattro figure di semplici quadrati non bastano a poter dillo fra Vitruvii figurali: alcuni erroneamente un tempo lo riputarono prima edizione. L’anno di stampa trovasi dopo il X libro prima degli opuscoli e del Frontino. Il testo è preceduto da due soli foglietti colle tavole dei capitoli e il frontespizio. In tutto il volume sono 86 foglietti. Esemplare di bellissima conservazione.
Non si può indovinare l’editore, né lo stampatore di questo testo, in cui trovansi alcuni poche varietà dell’edizione principe ec. Tre o quattro figure di semplici quadrati non bastano a poter dillo fra Vitruvii figurali: alcuni erroneamente un tempo lo riputarono prima edizione. L’anno di stampa trovasi dopo il X libro prima degli opuscoli e del Frontino. Il testo è preceduto da due soli foglietti colle tavole dei capitoli e il frontespizio. In tutto il volume sono 86 foglietti. Esemplare di bellissima conservazione.
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695. VITRUVII L. Pollionis, De Architectura libri decem. Accedunt Cleonidae Harmonicum Introdoctorium, Frontini de aquaeductibus. Policiani opuscula, impressimi, Venetiis, per Simonem Papiensem, dictum Bevilacqua, 1497, in fol.
Le poche varianti che incontranti in questa edizione dalla 128 precedente di Toscana non sono prese da alcun codice, né in alcun motto comprovate, ma dettate da semplici conghietture: in tutto rassomiglia l’edizione fiorentina e non conosciamo se alcun uomo di profonda dottrina ne procurasse la ristampa. Sono questi 91 foglietti di stampa per l’aggiunta del Cleonide. L’anno di stampa sta dopo il decimo libro di Vitruvio.
Le poche varianti che incontranti in questa edizione dalla 128 precedente di Toscana non sono prese da alcun codice, né in alcun motto comprovate, ma dettate da semplici conghietture: in tutto rassomiglia l’edizione fiorentina e non conosciamo se alcun uomo di profonda dottrina ne procurasse la ristampa. Sono questi 91 foglietti di stampa per l’aggiunta del Cleonide. L’anno di stampa sta dopo il decimo libro di Vitruvio.
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613. POLIPHILI (Francisci Columnae), Hypnerotomachia, ubi humana omnia nonnisi somnium esse docet etc. (opus a Leonardo Grasso Veronensi editum), Venetiis, mense Decembris, 1499, in aedibus Aldi Manutii, in fol. fig.
Prima edizione intatta, di margine massimo, esemplare di prima conservazione, ore tutte le figure e quella del sagrifizio a Priapo sono intatte. Legato con somma magnificenza in cuoio di Russia dorato.
Prima edizione intatta, di margine massimo, esemplare di prima conservazione, ore tutte le figure e quella del sagrifizio a Priapo sono intatte. Legato con somma magnificenza in cuoio di Russia dorato.
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519. GRAPALDI Francisci Maria, De partibus aedium cum additamentis: Franciscus Ugoletus parmensis impressit anno 1506, die decimo Maii, in 4, parv.
Sono in questa seconda edizione aggiunte le tavole delle materie che occupano 15 foglietti.
Sono in questa seconda edizione aggiunte le tavole delle materie che occupano 15 foglietti.
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696. VITRUVIUS Marcus, Per iucundum solito castigatior factus cum figuris et tabula, ut iam legi et intelligi possit, Venetiis, 511 diligentia Joan. de Tridino alias tacuino, in fol. fig.
È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare, di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare, di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
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371. ALBERTI Leonis Baptistae florentini viri clarissimi, Lib. de re aedificatoria, Lib. X, opus integrum et absolutum etc., Parisiis. Opera Magistri Bertholdi Rembolt et Ludovici Hornken, 1512, die vero 23 Augusti, in 4.
L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
L’edizione è elegante: il frontespizio ornato degli stemmi dell’editore ben intagliati in legno. A tergo 32 versi di Battista Siculo in lode dell’autore: nel secondo foglietto una dedica dell’edizione a due letterati alemanni, dietro cui le lodi dell’autore dal Poliziano dirette a Lorenzo de Medici. Seguono 5 foglietti colla tavola dei capitoli e sette con la tavola delle dizioni e materie, in tutto 14 foglietti avanti il testo, che dal foglietto i procede sino al 147 bello esemplare in mar. dor.
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697. VITRUVIUS Marcus, Iterum et Frontintis a Jucundo revisi repurgatique quintum ex collatione licuit, Florentiae, sumptibus Philippi de Giunta, 1513, in 8, fig.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali: Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in principio.
Edizione consimile pel testo a quella del 1511. L’interpretazione però è più corretta e distinta. Le figure in legno sono in minor numero e non bene eseguite. Il pregio che distingue il nostro esemplare, consiste nell’essere con autografa correzione emendato il Frontino dal Marchese Poleni, come può vedersi dalle note marginali: Esemplare di cui egli stesso fé dono all’architetto Temenza. Tuttociò si riconosce da un’iscrizione posta in principio.
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520. GRAPALDI Francisci Maria, Idem, addita modo verborum explicatione, Parma, per accuratissimos impressores Octavianiun Saladum et Franciscum Ugoletum, 1516, in 4 parv.
In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va sino al fine al 265. Edizione completa.
In questa edizione è aggiunta la spiegazione dei vocaboli a maniera di lessico, che incomincia dal foglio 135 e va sino al fine al 265. Edizione completa.
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384. ALBERTI Leonis Baptistae florentini, De Principe, libri quatuor (in fine). Romae, apud Stephanum Guilleretum, Kal. Novembribus 1520, in 4, mag. ediztio princeps.
A tergo del frontespizio sono 18 versi endecasillabi di Giano Vitali romano a Giovan Matteo Giberto, intitolandogli il libro. 69Segue nel secondo foglietto il privilegio di Leon X. A tergo è una lettera di Rinaldo Conte della Genga a Matteo Giberto; indi comincia il testo, che occupa 44 foglietti di stampa, senza che le pagine siano numerate.
A tergo del frontespizio sono 18 versi endecasillabi di Giano Vitali romano a Giovan Matteo Giberto, intitolandogli il libro. 69Segue nel secondo foglietto il privilegio di Leon X. A tergo è una lettera di Rinaldo Conte della Genga a Matteo Giberto; indi comincia il testo, che occupa 44 foglietti di stampa, senza che le pagine siano numerate.
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Questo è lo stesso libro che il Momus, mutato titolo; vale a dire una specie di satira sul gusto dell’Asino d’Oro d’Apuleio. Ma fu nello stesso anno carpito al papa il privilegio con tutte le riserve a favore degli stampatori a cagione della varietà del titolo e difficilmente si può giudicare qual fosse prima stampata delle due edizioni.
Questo è lo stesso libro che il Momus, mutato titolo; vale a dire una specie di satira sul gusto dell’Asino d’Oro d’Apuleio. Ma fu nello stesso anno carpito al papa il privilegio con tutte le riserve a favore degli stampatori a cagione della varietà del titolo e difficilmente si può giudicare qual fosse prima stampata delle due edizioni.
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383. ALBERTI Leonis Baptistae florentini, Momus, Romae, ex aedibus Jacobi Mazocchii, 1520, editio princeps, in 4 parv.
Sul frontispizio è l’arme del Cardinale Pietro Accolti anconetano, cui il Mazocchi dedica l’edizione. A tergo del frontespizio è il motu proprio di Leone X. Il secondo foglietto contiene la dedicatoria in bellissimi caratteri rotondi più piccoli di quelli del testo. Immediatamente segue il testo, diviso in quattro libri e compreso in 96 foglietti di stampa, sull’ultimo de’ quali è la data. Altri due foglietti seguono; dei quali uno contiene l’errata e l’altro è bianco: sono quindi in tutto 100 foglietti. Esemplare bellis. in mar. dor.
Sul frontispizio è l’arme del Cardinale Pietro Accolti anconetano, cui il Mazocchi dedica l’edizione. A tergo del frontespizio è il motu proprio di Leone X. Il secondo foglietto contiene la dedicatoria in bellissimi caratteri rotondi più piccoli di quelli del testo. Immediatamente segue il testo, diviso in quattro libri e compreso in 96 foglietti di stampa, sull’ultimo de’ quali è la data. Altri due foglietti seguono; dei quali uno contiene l’errata e l’altro è bianco: sono quindi in tutto 100 foglietti. Esemplare bellis. in mar. dor.
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698. Di L. VITRUVIO Pollione, De architectura libri dece traducti de latino in vulgare affigurati; commentati et con mirando ordine insigniti: per il quale facilmente potrai trovare la moltitudine degli abstrusi et reconditi vocaboli a li soi loci, et in epsa tabula cum summo studio expositi et enucleati ad immensa utilitate de ciascuno studioso et benivolo di epsa opera. Cum gratia et privilegio: Gotardus de Ponte.
A tergo di questo frontespizio seguono i privilegi di Leon X 129 e Francesco I. Indi in sei susseguenti foglietti le tavole dei vocaboli e dei capitoli. Nell’ottavo foglio è l’orazione di Luigi Pirovano ai patrizi e al popolo di Milano, da cui si riconosce che avanti di stampare questa traduzione, fu data a rivedere ed emendare a Mauro Bono bergamasco, uomo in quest’arte esperto: a tergo di quest’indirizzo è la prefazione o dedica a Francesco re di Francia e duca di Milano, stesa da Agostino Gallo novocomense, regio Referendario in Milano. Dopo questi otto fogli comincia l’opera cosi Di Lucio Vitruvio Pollione, a Cesare Angusto, de Architectura incomenza il primo libro. Translato in vulgare. sermone commentato ed figurato do Cesare Cesariano cittadino mediolanense professore di architettura; con moltissime note ripiene di cognizioni in materia di arte e gran numero di tavole intagliate in legno, fra le quali gli antichi disegni dell’alzato e pianta del duomo di Milano. Continua il testo per cento ottanta tre fogli, nell’ultimo de’ quali finis. Qui finisce l’opera, preclara de L. Vitr. Pol. de Architectura, traducta de latino in vulgare, historiata e commentata a spese e istanzia del magnifico D. Augustino Gallo cittadino comense, e r. referendario ec. e del nobile D. Alvisio Pirovano patricio milanese. ec. ec. Impressa nell’amena et delectevole citade de Como per magistro Goiardo da Ponte citadino milanese nell’anno di N. S. G. Cristo 1521. 25 mensis Julii regnante il Christianissimo re di Francia Francisco Duca de Milano etc. tic. A tergo è il registro de’ fogli: l’ultimo foglio poi contiene la tavola degli errori e una protesta singolare del Gallo e del Pirovano contro il Cesariano che partì da Como, lasciando i suoi mecenati nell’imbroglio della stampa e della revisione, dopo consegnatoli manoscritto: ragione per cui ebbero bisogno dell’aiuto di Benedetto Giovio e Mauro Bono per condurre una sì laboriosa edizione. Gli esemplari di bella conservazione sono rari; difficilmente si conosce il più insigne di questo nostro, che apparteneva al Tuano.
A tergo di questo frontespizio seguono i privilegi di Leon X 129 e Francesco I. Indi in sei susseguenti foglietti le tavole dei vocaboli e dei capitoli. Nell’ottavo foglio è l’orazione di Luigi Pirovano ai patrizi e al popolo di Milano, da cui si riconosce che avanti di stampare questa traduzione, fu data a rivedere ed emendare a Mauro Bono bergamasco, uomo in quest’arte esperto: a tergo di quest’indirizzo è la prefazione o dedica a Francesco re di Francia e duca di Milano, stesa da Agostino Gallo novocomense, regio Referendario in Milano. Dopo questi otto fogli comincia l’opera cosi Di Lucio Vitruvio Pollione, a Cesare Angusto, de Architectura incomenza il primo libro. Translato in vulgare. sermone commentato ed figurato do Cesare Cesariano cittadino mediolanense professore di architettura; con moltissime note ripiene di cognizioni in materia di arte e gran numero di tavole intagliate in legno, fra le quali gli antichi disegni dell’alzato e pianta del duomo di Milano. Continua il testo per cento ottanta tre fogli, nell’ultimo de’ quali finis. Qui finisce l’opera, preclara de L. Vitr. Pol. de Architectura, traducta de latino in vulgare, historiata e commentata a spese e istanzia del magnifico D. Augustino Gallo cittadino comense, e r. referendario ec. e del nobile D. Alvisio Pirovano patricio milanese. ec. ec. Impressa nell’amena et delectevole citade de Como per magistro Goiardo da Ponte citadino milanese nell’anno di N. S. G. Cristo 1521. 25 mensis Julii regnante il Christianissimo re di Francia Francisco Duca de Milano etc. tic. A tergo è il registro de’ fogli: l’ultimo foglio poi contiene la tavola degli errori e una protesta singolare del Gallo e del Pirovano contro il Cesariano che partì da Como, lasciando i suoi mecenati nell’imbroglio della stampa e della revisione, dopo consegnatoli manoscritto: ragione per cui ebbero bisogno dell’aiuto di Benedetto Giovio e Mauro Bono per condurre una sì laboriosa edizione. Gli esemplari di bella conservazione sono rari; difficilmente si conosce il più insigne di questo nostro, che apparteneva al Tuano.
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699. VITRUVII, De architectura libri decemi, Florentiae, per heredes Philippi Iuntae, 1522, in 12, fig.
Questa edizione non è dissimile da quella del 1513 dello stesso Giunta, se non in quanto che gli errori nella prima descritti nell’indice, sono in questa corretti. Le figure sono esattamente le stesse.
Questa edizione non è dissimile da quella del 1513 dello stesso Giunta, se non in quanto che gli errori nella prima descritti nell’indice, sono in questa corretti. Le figure sono esattamente le stesse.
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700. VITRUVII, De architectura lib. X, summa diligentia recogniti, cum nonnullis figuribus hoc signo * positis, 1523, in 8, fig.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
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702. VITRUVII, De architectura lib. X. Cum summa diligentia recogniti et non nullis figuris sub hoc signo * positis, sine loco 1523, in 8.
Onde e novissime illustrazioni, correzioni e figure magistralmente segnate sui margini. Non abbiamo altro che conghietture da poter difficilmente azzardare sulla mano che con somma dottrina lo impreziosì, poiché sebbene apparisca evidentemente scrittura del XVI secolo, non avvi indizio dell’autore. Alcune emende e varianti sono giustificate non solo ma non trovansi prodotte in alcuno dei commentatori che hanno scritto in quest’opera. Vedesi che questi conosceva le lettere greche e latine infinitamente: e il lavoro è per lo più esteso in italiano purgatissimo. Nitidi sono i caratteri: in principio sono 3 pagine di minutissima forma intorno i pesi e misure. E non abbiamo trovato confrontare queste note se non colle dottrine palladiane in tutti i luoghi che coincidono sullo stesso argomento.
Onde e novissime illustrazioni, correzioni e figure magistralmente segnate sui margini. Non abbiamo altro che conghietture da poter difficilmente azzardare sulla mano che con somma dottrina lo impreziosì, poiché sebbene apparisca evidentemente scrittura del XVI secolo, non avvi indizio dell’autore. Alcune emende e varianti sono giustificate non solo ma non trovansi prodotte in alcuno dei commentatori che hanno scritto in quest’opera. Vedesi che questi conosceva le lettere greche e latine infinitamente: e il lavoro è per lo più esteso in italiano purgatissimo. Nitidi sono i caratteri: in principio sono 3 pagine di minutissima forma intorno i pesi e misure. E non abbiamo trovato confrontare queste note se non colle dottrine palladiane in tutti i luoghi che coincidono sullo stesso argomento.
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703. VITRUVII, De Architectura traducto di latino in vulcare dal vero esemplare con le figure a li soi loci con mirando ordine insignito. Versione di Francesco Lutio Durantino, Venezia, in le case di Giovan Antonio e Pietro fratelli da Sabio, 1524, in fol. fig.
Dopo il frontespizio riquadrato da un ornamento è la lettera del Durantino a’ lettori, indi la tavola dei vocaboli e quella dei capitoli. In tutto i prolegomeni sono foglietti 22, compreso quello dell’errata che precede il testo, il quale è di 110 foglietti con tavole in legno.
Dopo il frontespizio riquadrato da un ornamento è la lettera del Durantino a’ lettori, indi la tavola dei vocaboli e quella dei capitoli. In tutto i prolegomeni sono foglietti 22, compreso quello dell’errata che precede il testo, il quale è di 110 foglietti con tavole in legno.
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495. DURERI Alberti nurembergen pictoris prestantissimi ec., Institutionum geometrioariun libri quatuor cum figuris, 1532 Parisis, ex officina Wechelii in fol. fig. Accedit eiusdem de Urbibus et arcis condendis, Parisiis 1535.
La dottrina di Alberto Durero estesa in questo libro di geometria, fa conoscere come egli sapeva applicarla ad ogni modo dell’arte. Le tavole sono in legno, e vi si trovano gli elementi della prospettiva, dell’obiettiva, le proporzioni delle lettere ec. ec.
La dottrina di Alberto Durero estesa in questo libro di geometria, fa conoscere come egli sapeva applicarla ad ogni modo dell’arte. Le tavole sono in legno, e vi si trovano gli elementi della prospettiva, dell’obiettiva, le proporzioni delle lettere ec. ec.
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705. VITRUVII, De architectura. Dal vero esemplare latino nella volgare lingua tradotto e con le figure ai suoi luoghi con mirando ordine insignito (versione di Fran 131 cesco Lutio Durantino), in Vinegia, Zoppino, 1535, in fol. fig.
Meno alcune correzioni di ortografia, poco dissimile è questa edizione da quella del 1524, e le tavole in legno sono esattamente le stesse. Il frontespizio ha un contorno figurato di cavalli e trofei con varie marche; se alcuna sembra doversi intendere per cifra dell’incisore, direbbesi esser quella nel mezzo a pie’ di pagina F. M.
Meno alcune correzioni di ortografia, poco dissimile è questa edizione da quella del 1524, e le tavole in legno sono esattamente le stesse. Il frontespizio ha un contorno figurato di cavalli e trofei con varie marche; se alcuna sembra doversi intendere per cifra dell’incisore, direbbesi esser quella nel mezzo a pie’ di pagina F. M.
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706. VITRUVIO commentato e in volgar lingua rapportato per Giovan Battista Caporali di Perugia, stampato in Perugia nella stamperia del Conte Jano Bigazzini, 1536, in fol. pic. fig.
Non produsse questo scrittore che la versione e il commento dei primi cinque libri. Confutando e nello stesso tempo molto servendosi del Cesariano, poco aggiunse del proprio, qualche luogo emendando e molti storpiando. Il frontespizio è figurato; dopo il privilegio di Clemente VII è la dedica, il ritratto del Conte Bigazzino, indi comincia il testo contenuto in 131 fogl. Ma il primo conta da un asterisco, gli altri dai numeri.
Non produsse questo scrittore che la versione e il commento dei primi cinque libri. Confutando e nello stesso tempo molto servendosi del Cesariano, poco aggiunse del proprio, qualche luogo emendando e molti storpiando. Il frontespizio è figurato; dopo il privilegio di Clemente VII è la dedica, il ritratto del Conte Bigazzino, indi comincia il testo contenuto in 131 fogl. Ma il primo conta da un asterisco, gli altri dai numeri.
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669. SERLIO, Estraordinario libro di architettura, nel quale si dimostrano trenta opere di opera rustica e venti di opera dilicata con la scrittura d’avanti che narra il tutto, Venezia, pei fratelli Sessa, 1537, in fol. fig.
Bellissimo esemplare intonso.
Bellissimo esemplare intonso.
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662. SERLIO Sebastiano, Regole generali d’architettura sopra le cinque maniere degli edifici, cioè toscano, dorico, ionico, corintio et composito, cogli esempii dell’antiquità, che perla maggior parte concordano colla dottrina di Vitruvio, 1537, Venezia, per Francesco Marcolini da Forlì, il mese di settembre, in fol. fig.
Questo è il primo libro pubblicalo dal Serlio ed è la prima edizione di esso, rarissima e a pochissimi nota; la riprodusse il Marcolini avanti che gli altri libri fossero stampati separatamente nei susseguenti anni 1540 e 1544. Questa è la sola edizione dove si trovi una singolare lettera di Pietro Aretino diretta allo stampatore, impressa a tergo del frontespizio. Questa prima edizione è intitolata a Ercole II Duca di Ferrara e nella lettera dedicatoria celebra i nomi dei letterati, artisti e grandi signori che in Italia erano famosi per la protezione non solo, ma il pratico esercizio in questi studi.
Questo è il primo libro pubblicalo dal Serlio ed è la prima edizione di esso, rarissima e a pochissimi nota; la riprodusse il Marcolini avanti che gli altri libri fossero stampati separatamente nei susseguenti anni 1540 e 1544. Questa è la sola edizione dove si trovi una singolare lettera di Pietro Aretino diretta allo stampatore, impressa a tergo del frontespizio. Questa prima edizione è intitolata a Ercole II Duca di Ferrara e nella lettera dedicatoria celebra i nomi dei letterati, artisti e grandi signori che in Italia erano famosi per la protezione non solo, ma il pratico esercizio in questi studi.
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663. SERLIO Sebastiano, Regole generali per l’architettura sopra le cinque maniere degli edifici, cioè toscano, dorico, ionico, corinthio, composito con gli esempi dell’antiquità, che per la maggior parte concordano con la dottrina di Vitruvio, 1540, Venezia, per Francesco Marcolini da Forlì, con nuove addizioni e con privilegi.
A tergo di questo frontespizio si legge: libro quarto di architettura di M. Sebastiano Serlio Bolognese: segue la dedica ove il Serlio intitolando questa ristampa al Marchese del Vasto, indica i molti luoghi delle correzioni, ad aggiunte fatte, malgrado le quali comunemente da molti ritiensi esser questa la prima edizione del quarto libro, mentre è la seconda.
A tergo di questo frontespizio si legge: libro quarto di architettura di M. Sebastiano Serlio Bolognese: segue la dedica ove il Serlio intitolando questa ristampa al Marchese del Vasto, indica i molti luoghi delle correzioni, ad aggiunte fatte, malgrado le quali comunemente da molti ritiensi esser questa la prima edizione del quarto libro, mentre è la seconda.
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372. ALBERTI Leonis Baptistae, De re aedificatoria libri X, Argentorati 1541, in 4, par.
Quest’edizione venne distinta in capitoli e ricorretta da Eberardo Tappio Lunense. Giacomo Caumerlauder Magontino ne fu l’editore.
Quest’edizione venne distinta in capitoli e ricorretta da Eberardo Tappio Lunense. Giacomo Caumerlauder Magontino ne fu l’editore.
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522. GRAPALDI, Idem, Basilea, ex officina Valderiana, 1541, in 4 par.
Queste due ultime edizioni non sono che ristampe della seconda di Parma del l506.
Queste due ultime edizioni non sono che ristampe della seconda di Parma del l506.
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382. ALBERTI Leonis Baptistae Viri Clarissimi Fiorentini, 68 Trivia senatoria in 8 sine loco et anno. Trivia vuol dire Discorsi da Senatori che si estraggono a sorte con una specie di giuoco.

Nel frontespizio una figura intagliata in legno sta scrivendo seduta dinanzi a una tavola di studio. A tergo di questo frontispizio stanno le denominazioni intitolate Trivia pel giuoco della sorte. Nel foglietto appresso stanno i due circoli concentrici, l’uno fisso, l’altro mobile, colle iscrizioni affine di poter eseguire il giuoco. A tergo è stampatala Madonna in trono cogli angeli laterali, come incontrasi in alcune delle edizioni del Vadagnino da noi citate all’articolo Biblia Pauperum. Poi seguono sei foglietti, l’ultimo de’ quali è bianco. In questi è espressa la descrizione e spiegazione del giunco, ed il carattere col quale sono impressi è gotico, come lo sono molte stampe nel principio del 1500. La forma però delle lettere è più bella assai che nella nostra Biblia Pauperum; ma nonostante crediamo quest’edizione di Zuane Vavassore dito Vadagnino nei primi dieci anni di quel secolo.

Segue, legata nel medesimo libretto, un’antica copia dello stesso scritta a mano e in fine è un esemplare del Dialogo di messer Leon Battista Alberti fiorentino De Repubblica, de vita Civile, de vita Rusticana, De Fortuna, Vinegia, per Venturino Rufinello, 1543, intonso.

Il primo però di questi due opuscoletti intitolato Trivia, è da uni ritenuto per raro, non avendone incontrato altri esemplari, e trovandone all’oscuro di quest’edizione i bibliografi. Trovasi però pubblicato in altro volume di anterior edizione del XV secolo con altri opuscoli, come abbiamo citato più sopra.

Nel frontespizio una figura intagliata in legno sta scrivendo seduta dinanzi a una tavola di studio. A tergo di questo frontispizio stanno le denominazioni intitolate Trivia pel giuoco della sorte. Nel foglietto appresso stanno i due circoli concentrici, l’uno fisso, l’altro mobile, colle iscrizioni affine di poter eseguire il giuoco. A tergo è stampatala Madonna in trono cogli angeli laterali, come incontrasi in alcune delle edizioni del Vadagnino da noi citate all’articolo Biblia Pauperum. Poi seguono sei foglietti, l’ultimo de’ quali è bianco. In questi è espressa la descrizione e spiegazione del giunco, ed il carattere col quale sono impressi è gotico, come lo sono molte stampe nel principio del 1500. La forma però delle lettere è più bella assai che nella nostra Biblia Pauperum; ma nonostante crediamo quest’edizione di Zuane Vavassore dito Vadagnino nei primi dieci anni di quel secolo.

Segue, legata nel medesimo libretto, un’antica copia dello stesso scritta a mano e in fine è un esemplare del Dialogo di messer Leon Battista Alberti fiorentino De Repubblica, de vita Civile, de vita Rusticana, De Fortuna, Vinegia, per Venturino Rufinello, 1543, intonso.

Il primo però di questi due opuscoletti intitolato Trivia, è da uni ritenuto per raro, non avendone incontrato altri esemplari, e trovandone all’oscuro di quest’edizione i bibliografi. Trovasi però pubblicato in altro volume di anterior edizione del XV secolo con altri opuscoli, come abbiamo citato più sopra.

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500. EUCLIDE megarense, Ridotto all’integrità per il degno profess. Nicolò Tartalea bresciano, in Venezia per il Venturino Ruffinelli, 1543, in fol. fig.
Questa è la prima versione di Euclide che ricomparve alla luce anche nel 1566. Le figure sono in legno impresse nei margini delle pagine. Edizione stampata con accuratezza in 240 foglietti.
Questa è la prima versione di Euclide che ricomparve alla luce anche nel 1566. Le figure sono in legno impresse nei margini delle pagine. Edizione stampata con accuratezza in 240 foglietti.
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