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Sono queste 22 tavole compresa quella del frontespizio, intagliate all’acqua forte dallo stesso autore con molto
bel garbo, e verità.
Sono queste 22 tavole compresa quella del frontespizio, intagliate all’acqua forte dallo stesso autore con molto
bel garbo, e verità.
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, Le copiose e grandi tavole di quest’opera ottima sono inserite fra il testo, e accuratamente intagliate in rame:
sono queste in numero di 36, compresa una Vergine avanti il frontespizio, cui è dedicato il libro.
Le copiose e grandi tavole di quest’opera ottima sono inserite fra il testo, e accuratamente intagliate in rame:
sono queste in numero di 36, compresa una Vergine avanti il frontespizio, cui è dedicato il libro.
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, Edizione pregiata per le illustrazioni ed aggiunte dell’Havercampio con numerose tavole impresse fra il testo. La
prima edizione escì in italiano a Napoli nel 1613, rara a trovarsi.
Edizione pregiata per le illustrazioni ed aggiunte dell’Havercampio con numerose tavole impresse fra il testo. La
prima edizione escì in italiano a Napoli nel 1613, rara a trovarsi.
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, Racchiudesi in queste dissertazioni (le quali non sono in numero che tre, componenti un volume di 500 pagine in
foglio) un tesoro di erudizione che mette più in evidenza l’autore che le cose propostesi.
Racchiudesi in queste dissertazioni (le quali non sono in numero che tre, componenti un volume di 500 pagine in
foglio) un tesoro di erudizione che mette più in evidenza l’autore che le cose propostesi.
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, Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
Tutte le tavole di questo libro sono in legno di mano di Giovanni Caroto pittor veronese. Comincia il ritratto di
Torello Saraina col suo monogramma: seguono le altre tavole in numero di 29 rappresentanti i varj pezzi d’archi,
e d’antichità di Verona, fra le quali la stampa del teatro in foglio è rara a trovarsi nel libro, perché per lo più ne
venne staccata. Questa edizione non è comune, ma ne fu fatta una ristampa in Verona nel 1560 da Paolo
Ravagnani, resasi rara egualmente. Comparve poco dopo una versione italiana nel 1586 ma con minore numero
di tavole, e con molte mancanze: si rimarcano nella prima edizione i bellissimi e freschi intagli in legni in alcune
tavole ove le trabeazioni degli edifici sono in grandissima dimensione. Le medesime tavole riprodussero gli
stampatori Merlo in foglio grande nel 1764 senza testo col titolo Antichità di Verona disegnate da Giovanni
Caroto. Vedi Caroto.
Si noti la lettera singolare con cui l’autore mise in diffidenza il lettore sulle Antichità veronesi che il Serlio (da
lui chiamato quidem Sebastianus Sergius bononiensis) aveva pubblicate prima della stampa del Saraina, e che
riprende come mancanti di esattezza. Nessun bibliografo annuncia le prime stampe del Serlio avanti del 1540, e
se non avessimo nella nostra biblioteca la prima edizione non citata, e poco conosciuta del 1537 non sarebbe
facile il conciliare queste lagnanze. È importante però l’avere anche la ristampa fatta dal Merlo, poiché sonovi in
quella tutte le tavole, nessuna eccettuata, e compresa anche l’interna dell’Arena di Verona, che per la sua
grandezza non trovasi in qualche esemplare del Saraina.
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,A retro del frontespizio è una veduta di Padova intagliata in legno. Quest’opera è piena di ottime ed utili notizie e
non è fra’ libri facili a rinvenirsi.
A retro del frontespizio è una veduta di Padova intagliata in legno. Quest’opera è piena di ottime ed utili notizie e
non è fra’ libri facili a rinvenirsi.
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,Il frontespizio è figurato, e trovansi le piante e i prospetti delle principali città d’Italia con molte carte
topografiche, e forse più fedeltà in molte illustrazioni di quella che incontrisi nelle opere de’ viaggiatori moderni.
Opera di 406 pagine non compresa la dedica al doge e senato veneziano.
Il frontespizio è figurato, e trovansi le piante e i prospetti delle principali città d’Italia con molte carte
topografiche, e forse più fedeltà in molte illustrazioni di quella che incontrisi nelle opere de’ viaggiatori moderni.
Opera di 406 pagine non compresa la dedica al doge e senato veneziano.
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, Questa succinta descrizione fa parte della serie de’ piccoli autori delle Repubbliche.
Questa succinta descrizione fa parte della serie de’ piccoli autori delle Repubbliche.
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Le figure di pessimo intaglio sono sparse fra il testo dell’opera eruditissima. Comparve un volume secondo nel
1762.
Le figure di pessimo intaglio sono sparse fra il testo dell’opera eruditissima. Comparve un volume secondo nel
1762.
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