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1606. BRUYERINO Campegio, De re cibaria libri viginti duo, Lugduni 1560, in 12.
Più di mille cento e cinquanta pagine trattano diffusamente questa materia, biasimandosi dall’autore che i Romani, assai più ristrettamente che i Greci noi fecero, l’abbiano illustrata.
Più di mille cento e cinquanta pagine trattano diffusamente questa materia, biasimandosi dall’autore che i Romani, assai più ristrettamente che i Greci noi fecero, l’abbiano illustrata.
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1772. QUERCI Giuseppe M., Del gusto per gli odori degli antichi Romani, Roma 1764, in 4, M. 21.
4141. LANDO Ortensio, Commentario delle più notabili, e mostruose cose d’Italia, ed altri luoghi, di lingua aramea in italiana tradotto nel quale s’impara et prendesi istremo piacere. Vi si è poi aggiunto un breve catalogo delli inventori delle cose, che si mangiano, et si bevono nuovamente ritrovato et da M. Anonymo da Utopia composto, 1548, in 8, senza luogo.
Questo è un libretto singolare scritto da Ortensio Lando che in fine pose per anagramma Svisnetroh, Sudnal, Rotua, tse per dire Hortensius Landus est auctor. Sbagliò il Fontanini, che cita le due edizioni di questo libretto, a credere che quella del 1550 al segno del Pozzo stampata in Venezia fosse la prima edizione, e vedesi che non conosceva questa, stampata accuratamente.
Questo è un libretto singolare scritto da Ortensio Lando che in fine pose per anagramma Svisnetroh, Sudnal, Rotua, tse per dire Hortensius Landus est auctor. Sbagliò il Fontanini, che cita le due edizioni di questo libretto, a credere che quella del 1550 al segno del Pozzo stampata in Venezia fosse la prima edizione, e vedesi che non conosceva questa, stampata accuratamente.
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