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Queste due ultime edizioni non sono che ristampe della seconda di Parma del l506.
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Questi due esemplari sono i più belli che da noi siansi veduti 111 di questa elegantissima e poetica finzione.
La lettera b che si nova in diverse tavole, fece credere ad alcuni che queste fossero di Giovanni Bellino o di
Gentile Bellino, e fra gli altri cosi opinò il Federici sulle memorie trevigiane. L’abate Zani al contrario adduce
motivi congetturali per crederle del Bonconsigli e cita altre opere di quello stile, ove trovasi questa lettera
preceduta da una J e seguita da un V; il che si accorda coll’uno e coll’altro maestro, poiché il nome di Giovanni
era loro comune Joannis e la patria Venezia del primo e Vicenza del secondo, comincia per V; ma non ci sembra
potere farsi altra induzione ben chiara, se non che la scuola di dove li disegni escirono è per lo stile certamente
veneziana: e notaremo che per gli intagli in legno non occorreva loro maggior lavoro che non sarebbe occorso
disegnare in carta, tracciando sulle tavolette pochi tratti di penna: puri meccanici intagliatori operavano il
rimanente: onde anche uomini sommi prestavansi a quest’cura con pocchissima perdita del loro tempo. Questo
cenno risponderà a molle obbiezioni che potrebbero farsi.
Questi due esemplari sono i più belli che da noi siansi veduti 111 di questa elegantissima e poetica finzione.
La lettera b che si nova in diverse tavole, fece credere ad alcuni che queste fossero di Giovanni Bellino o di
Gentile Bellino, e fra gli altri cosi opinò il Federici sulle memorie trevigiane. L’abate Zani al contrario adduce
motivi congetturali per crederle del Bonconsigli e cita altre opere di quello stile, ove trovasi questa lettera
preceduta da una J e seguita da un V; il che si accorda coll’uno e coll’altro maestro, poiché il nome di Giovanni
era loro comune Joannis e la patria Venezia del primo e Vicenza del secondo, comincia per V; ma non ci sembra
potere farsi altra induzione ben chiara, se non che la scuola di dove li disegni escirono è per lo stile certamente
veneziana: e notaremo che per gli intagli in legno non occorreva loro maggior lavoro che non sarebbe occorso
disegnare in carta, tracciando sulle tavolette pochi tratti di penna: puri meccanici intagliatori operavano il
rimanente: onde anche uomini sommi prestavansi a quest’cura con pocchissima perdita del loro tempo. Questo
cenno risponderà a molle obbiezioni che potrebbero farsi.
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Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma
l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo,
del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di
Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo
traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di
bellissima conservazione; in vitello.
Quest’opera promette di estendersi in un numero infinito di cognizioni, non tutte con egual pienezza esaurite; ma
l’autore però si mostra informati degli studi che facevansi allora 115 in Italia, lodando le opere del Paciolo,
del Cesariano, del Serlio, di Filandro, del Tartaglia e di molti altri. Fra le sue tavole produce quelle del Duomo di
Milano tratte dal Cesariano, e una gran quantità di figure assai ben intagliate in legno. Questo bivio fu il primo
traduttore di Vitruvio in lingua tedesca e lo pubblicò nell’anno seguente coi medesimi tipi. Libro raro e di
bellissima conservazione; in vitello.
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Questo è il primo libro pubblicalo dal Serlio ed è la prima edizione di esso, rarissima e a pochissimi nota; la
riprodusse il Marcolini avanti che gli altri libri fossero stampati separatamente nei susseguenti anni 1540 e 1544.
Questa è la sola edizione dove si trovi una singolare lettera di Pietro Aretino diretta allo stampatore, impressa a
tergo del frontespizio. Questa prima edizione è intitolata a Ercole II Duca di Ferrara e nella lettera dedicatoria
celebra i nomi dei letterati, artisti e grandi signori che in Italia erano famosi per la protezione non solo, ma il
pratico esercizio in questi studi.
Questo è il primo libro pubblicalo dal Serlio ed è la prima edizione di esso, rarissima e a pochissimi nota; la
riprodusse il Marcolini avanti che gli altri libri fossero stampati separatamente nei susseguenti anni 1540 e 1544.
Questa è la sola edizione dove si trovi una singolare lettera di Pietro Aretino diretta allo stampatore, impressa a
tergo del frontespizio. Questa prima edizione è intitolata a Ercole II Duca di Ferrara e nella lettera dedicatoria
celebra i nomi dei letterati, artisti e grandi signori che in Italia erano famosi per la protezione non solo, ma il
pratico esercizio in questi studi.
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A tergo di questo frontespizio si legge: libro quarto di architettura di M. Sebastiano Serlio Bolognese: segue la
dedica ove il Serlio intitolando questa ristampa al Marchese del Vasto, indica i molti luoghi delle correzioni, ad
aggiunte fatte, malgrado le quali comunemente da molti ritiensi esser questa la prima edizione del quarto libro,
mentre è la seconda.
A tergo di questo frontespizio si legge: libro quarto di architettura di M. Sebastiano Serlio Bolognese: segue la
dedica ove il Serlio intitolando questa ristampa al Marchese del Vasto, indica i molti luoghi delle correzioni, ad
aggiunte fatte, malgrado le quali comunemente da molti ritiensi esser questa la prima edizione del quarto libro,
mentre è la seconda.
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Quello non è che il quarto libro del Serlio, ma è da notar 121 si che a render prezioso questo esemplare sono
inserite in rispettivi luoghi le nove stampe delle basi e dei capitelli degli ordini, intagliati da Agostino Veneziano
colle marche A. V. l’anno 1528. Sta in ciascuna di esse inciso il privilegio, allora ottenuto, Cantum sic ne aliquis
imprimat ut in privilegio constat. Il nome dì ciascun ordine è espresso colle parole dorica, ionica etc.
accompagnato dalle iniziali S. B. Le quali significano Serlio Bolognese. Bairtsch nella sua opera le Peintre
graveur vol. 14 sez. 11, ai numeri 525, e 533 indica queste nove rare stampe, ignorando però che appaitengano
all’architettura del Serlio. Nel 1636 Antonio Sadeler le riprodusse senza il privilegio e senza le iniziali,
ponendovi soltanto il suo nome. Magnifico esemplare in vit.
Quello non è che il quarto libro del Serlio, ma è da notar 121 si che a render prezioso questo esemplare sono
inserite in rispettivi luoghi le nove stampe delle basi e dei capitelli degli ordini, intagliati da Agostino Veneziano
colle marche A. V. l’anno 1528. Sta in ciascuna di esse inciso il privilegio, allora ottenuto, Cantum sic ne aliquis
imprimat ut in privilegio constat. Il nome dì ciascun ordine è espresso colle parole dorica, ionica etc.
accompagnato dalle iniziali S. B. Le quali significano Serlio Bolognese. Bairtsch nella sua opera le Peintre
graveur vol. 14 sez. 11, ai numeri 525, e 533 indica queste nove rare stampe, ignorando però che appaitengano
all’architettura del Serlio. Nel 1636 Antonio Sadeler le riprodusse senza il privilegio e senza le iniziali,
ponendovi soltanto il suo nome. Magnifico esemplare in vit.
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Bellissimo esemplare intonso.
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Libretto di trentadue foglietti con varie tavole intagliate in legno: operetta singolare e non facile a trovarsi.
Libretto di trentadue foglietti con varie tavole intagliate in legno: operetta singolare e non facile a trovarsi.
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È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono
esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare,
di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse
completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in
legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio
mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni
del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
È da notarsi, per ben conoscere gli esemplari completi di questa edizione, che dopo l’errata corrige debbono
esservi nove carte di indici di vocaboli, le quali non sono in tutti gli esemplari, come ne fa fede altro esemplare,
di altre mancante, essendosi posta la data immediatamente sotto l’errata, con altri caratteri, come se il libro fosse
completo. Non è comune trovare esemplari in gran margine e intatti come questo nostro: le figure intagliate in
legno sono inserite nel testo. Fra Giocondo insigne architetto fu primo a commentare il testo di Vitruvio
mediante l’esposizione delle figure, e lo dedicò a Giulio II. Ma si permise molte conghietture, molte alterazioni
del testo e viene dai critici tacciato di soverchio e temerario arbitrio vulnerando un classico prezioso.
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