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2610. ORSINI Baldassare, Dissertazione su d’un capitello etrusco che sta nel Museo Oddi, Perugia 1806, in 8, M. 39.
Con una tavola in rame.
Con una tavola in rame.
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2745. BARTOLI Pietro Santi, Musaeum Odescalcum, sive thesaurus antiquarium Gemmarum cum imaginibus in iisdem insculptis etc. quae a Serenissima Christina Svecorum Regina collectae in Museo Odescalcho adservantur, Romae 1751-52, vol. 2, in fol., fig.
Nicolò Galeotti estese i commentarj alle tavole di quest’opera, che ascendono al num. di 103 senza contare le vignette, nella quale sarebbe stato molto più ordine e scelta, se fosse stata pubblicata vivente l’insigne collettore del Museo. La prima edizione fu pubblicata nel 1747.
Nicolò Galeotti estese i commentarj alle tavole di quest’opera, che ascendono al num. di 103 senza contare le vignette, nella quale sarebbe stato molto più ordine e scelta, se fosse stata pubblicata vivente l’insigne collettore del Museo. La prima edizione fu pubblicata nel 1747.
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2801. De la CHAU, et le Blond, Description des principales pierres gravées du cabinet de monseig. le Duc d’Orleans, vol. 2, Paris 1780, in fol., fig.
Bella anzi magnifica raccolta. Il primo volume contiene 97 tavole illustrate con molta erudizione: 76 ne contiene il secondo, senza contare la bella stampa col ritratto del duca in principio intagliata da Saint Aubin e molti altri ornamenti e vignette sparse in questa magnifica edizione del medesimo intagliatore, che ha tenuto nell’intaglio delle gemme una via di mezzo tra lo stile di Bouchardon adoperato nelle opere di Mariette e l’eleganza del C. di Caylus, che non sapeva mai perdere di vista il tipo dell’antichità. Questa è una delle più belle opere in questa materia, non potendo lodarsi però la poca moderazione con cui sono maltrattati nella prefazione tutti gli autori, che hanno preceduto in questa carriera di lavoro i due ottimi collaboratori, amendue abati sunnominati, i quali non professarono troppa modestia. Esemplare intonso di prima freschezza. In mar.
Bella anzi magnifica raccolta. Il primo volume contiene 97 tavole illustrate con molta erudizione: 76 ne contiene il secondo, senza contare la bella stampa col ritratto del duca in principio intagliata da Saint Aubin e molti altri ornamenti e vignette sparse in questa magnifica edizione del medesimo intagliatore, che ha tenuto nell’intaglio delle gemme una via di mezzo tra lo stile di Bouchardon adoperato nelle opere di Mariette e l’eleganza del C. di Caylus, che non sapeva mai perdere di vista il tipo dell’antichità. Questa è una delle più belle opere in questa materia, non potendo lodarsi però la poca moderazione con cui sono maltrattati nella prefazione tutti gli autori, che hanno preceduto in questa carriera di lavoro i due ottimi collaboratori, amendue abati sunnominati, i quali non professarono troppa modestia. Esemplare intonso di prima freschezza. In mar.
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2823. DRIUZZO Francesco, Le gemme. Versi per le nozze Tiepolo-Nani tolti dalle antiche pietre incise di quel Museo, Venezia 1812, in 4, fig., M. 25.
Sono 30 i monumenti illustrati in questo volume, intagliati in altrettante tavole disperse senza ordine in tutta l’operetta.
Sono 30 i monumenti illustrati in questo volume, intagliati in altrettante tavole disperse senza ordine in tutta l’operetta.
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2842. FONTANINI, Achates Isiacus annularis, commentariolo explicatus, Romae 1737, in 4, fig.
Di molta singolarità è la gemma qui intagliata in rame ed illustrata
Di molta singolarità è la gemma qui intagliata in rame ed illustrata
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2870. GORI Francisci, Dactyliotheca Smithiana, Venetiis 1767, 2 vol., in fol., fig.
Cento tavole presentano le gemme illustrate nel primo vo 62 lume eseguite con mediocre intaglio in rame. Consecrato è il secondo tomo alla storia glittografica nella quale sono raccolte molte e preziose notizie degli artefici. Cose che non trovansi quasi mai nelle opere di questo genere destinate ad illustrare i monumenti e tacere dell’arte e dell’artista
Cento tavole presentano le gemme illustrate nel primo vo 62 lume eseguite con mediocre intaglio in rame. Consecrato è il secondo tomo alla storia glittografica nella quale sono raccolte molte e preziose notizie degli artefici. Cose che non trovansi quasi mai nelle opere di questo genere destinate ad illustrare i monumenti e tacere dell’arte e dell’artista
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2871. GORLEI Abrahami, Dactylotheca, seu annulorum sigillarium, quorum apud priscos tam graecos quam romanos usus e ferro, aere, argento, et auro promptuarium etc., Delphis 1601, in 4 parv., figurato.
Questa è la prima edizione fatta dall’autore e stampata con tutta nitidezza ed eleganza. Dopo il frontespizio figurato sta il bel ritratto dell’autore inciso da Gheyn. Indi vengono molti prolegomeni, epistole, dediche e poesie e una breve dissertazione di 16 pagine sull’origine e vario uso degli anelli, la quale secondo Gio. Meursio fu stesa da Everardo Vorstio professore a Leida per assistere il suo amico che non sapeva il latino. Dopo di che seguono le 135 tav. di mediocre intaglio. Esemplare distinto leg. in mar
Questa è la prima edizione fatta dall’autore e stampata con tutta nitidezza ed eleganza. Dopo il frontespizio figurato sta il bel ritratto dell’autore inciso da Gheyn. Indi vengono molti prolegomeni, epistole, dediche e poesie e una breve dissertazione di 16 pagine sull’origine e vario uso degli anelli, la quale secondo Gio. Meursio fu stesa da Everardo Vorstio professore a Leida per assistere il suo amico che non sapeva il latino. Dopo di che seguono le 135 tav. di mediocre intaglio. Esemplare distinto leg. in mar
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2872. GORLE, Cabinet des pierres antiques gravées ou collection de 216 bagnes, et de 682 pierres tirées du Cabinet de Gorlée, et autres célebres cabinets de l’Europe, Paris 1778, en 4, fig., 2 vol.
Questa è una ristampa delle medesime tavole aumentate dopo l’edizione originale, tali come servirono alle due illustrate da Gronovio nel 1695, o nel 1707. In questa edizione francese i cenni illustrativi sono ancora più brevi e a dir vero troppo scarsi
Questa è una ristampa delle medesime tavole aumentate dopo l’edizione originale, tali come servirono alle due illustrate da Gronovio nel 1695, o nel 1707. In questa edizione francese i cenni illustrativi sono ancora più brevi e a dir vero troppo scarsi
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2919. MARIETTE V. I., Traité des pierres gravées, Paris, chez l’auteur, 1750, in fol., fig., vol. 2.
Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò, piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise, indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e finisce il volume primo con la tavola degli autori. Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132 gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
Non dobbiam dubitare in assegnare a quest’opera un primato sulle altre di questo genere non tanto per l’esecuzione, quanto per la dottrina, poiché concorse a determinarlo il consenso universale. Le tavole sono intagliate con gusto infinito, quantunque alcuno riconosca troppo evidente lo stile di Bouchardon che le disegnò, piuttosto che lo stile dell’an 70tichità. Ma rendere le piccole gemme in disegni, senza privarle di quella originalità che le rende sì pregievoli, è tanto difficile, che a convincersene basta il percorrere una biblioteca d’autori di litografia e si arriva quasi a giudicarlo impossibile. Comincia l’opera col trattato delle pietre incise, indi viensi alla parte più importante e più nuova, cioè alla storia degli incisori in pietre dure di cui eravamo digiuni e che pur anche ci lascia molto desiderio di veder ampliata. Proseguesi con un trattato sulle meccaniche di quest’arte e sulla natura dei materiali, delle contraffazioni, degl’impronti etc. Passa l’autore a darci una preziosa Biblioteca Dattiliografica ove sono esaminate le opere che fino a quel giorno avevano veduta la luce e finisce il volume primo con la tavola degli autori. Il secondo volume comincia con una prefazione storica sulle pietre incise del Gabinetto Reale, poi vengono 132 gemme istoriate colla rispettiva illustrazione ad ogni pagina e in fine 125 teste, le quali non hanno il corredo d’alcuna illustrazione, fuorché un semplice elenco. Esemplare intonso di prima freschezza.
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3011. SPILSBURY . Collection of fisfy prints from antique gems in the collections of the right honourable Earl Percy the honourable C. F. Greville and I. M. Slade Esquire, engraved by M. John Spilsbury, London, 1785, in 4, fig.
Non è annesso alcun testo fuori che un semplice elenco a queste 50 tavole intagliate con il massimo lusso per la mec 85 canica laboriosa e finita dell’incisore, che priva però le gemme del carattere che dovrebbero rappresentare e le rende presso che tutte uniformi e sfigurate.
Non è annesso alcun testo fuori che un semplice elenco a queste 50 tavole intagliate con il massimo lusso per la mec 85 canica laboriosa e finita dell’incisore, che priva però le gemme del carattere che dovrebbero rappresentare e le rende presso che tutte uniformi e sfigurate.
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