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Della architettura trattati
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Le tavole di questa ristampa sono le medesime che nella prima edizione, aggiunta soltanto una tavola di caolini
Le tavole di questa ristampa sono le medesime che nella prima edizione, aggiunta soltanto una tavola di caolini
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, Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile
dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il
testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
Elegante e corretta edizione, che dai tipi e dalla carta ritiensi essere egualmente di Firenze non dissimile
dall’altra del 1522: contrassegnate da un asterisco sono tutte le figure in 130 tagliale in legno aggiunte fra il
testo, le quali ridotte in piccola forma, furono tolte dall’edizione del Cesariano.
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, Dopo il frontespizio riquadrato da un ornamento è la lettera del Durantino a’ lettori, indi la tavola dei vocaboli e
quella dei capitoli. In tutto i prolegomeni sono foglietti 22, compreso quello dell’errata che precede il testo, il
quale è di 110 foglietti con tavole in legno.
Dopo il frontespizio riquadrato da un ornamento è la lettera del Durantino a’ lettori, indi la tavola dei vocaboli e
quella dei capitoli. In tutto i prolegomeni sono foglietti 22, compreso quello dell’errata che precede il testo, il
quale è di 110 foglietti con tavole in legno.
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, Non produsse questo scrittore che la versione e il commento dei primi cinque libri. Confutando e nello stesso
tempo molto servendosi del Cesariano, poco aggiunse del proprio, qualche luogo emendando e molti storpiando.
Il frontespizio è figurato; dopo il privilegio di Clemente VII è la dedica, il ritratto del Conte Bigazzino, indi
comincia il testo contenuto in 131 fogl. Ma il primo conta da un asterisco, gli altri dai numeri.
Non produsse questo scrittore che la versione e il commento dei primi cinque libri. Confutando e nello stesso
tempo molto servendosi del Cesariano, poco aggiunse del proprio, qualche luogo emendando e molti storpiando.
Il frontespizio è figurato; dopo il privilegio di Clemente VII è la dedica, il ritratto del Conte Bigazzino, indi
comincia il testo contenuto in 131 fogl. Ma il primo conta da un asterisco, gli altri dai numeri.
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Edizione di qualche pregio, poiché prodotta da quel Giorgio Macheropieo che si servì de’ buoni testi di Fra’
Giocondo e del commento del Cesariani, oltre i suoi propri disegni e figure per illustrarla.
Edizione di qualche pregio, poiché prodotta da quel Giorgio Macheropieo che si servì de’ buoni testi di Fra’
Giocondo e del commento del Cesariani, oltre i suoi propri disegni e figure per illustrarla.
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, Questa è la prima edizione delle note del Filandro che l’editore voleva pubblicare col testo, ma diede separate. Si
vale l’autore del Codice di Sulpizio, e di molte nozioni avute dal Serlio. Fra le pagine del testo sono alcune
poche figure in legno.
Questa è la prima edizione delle note del Filandro che l’editore voleva pubblicare col testo, ma diede separate. Si
vale l’autore del Codice di Sulpizio, e di molte nozioni avute dal Serlio. Fra le pagine del testo sono alcune
poche figure in legno.
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,. Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che
in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli
spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
Non avvi altra differenza dall’edizione presente all’altra dell’anno che la precede, se non che
in quella avvi un errata che indica e corregge i falli trascorsi e in questa vi sono tutti gli
spropositi dell’edizione romana non emendati, con molti altri di più.
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132
, Con un bellissimo ritratto del traduttore intagliato in legno nel frontespizio. Questa è la prima edizione del
Vitruvio del Martino, in cui professa di essersi valso de’ commentatori precedenti, ed in specie vedesi aver
preferito fra Giocondo. Le figure intagliate in legno con molto bel garbo sono disegnate la più parte da Jean
Goujon e le altre son tolte dal Cesariano, da fra Giocondo e dal Serlio. In fine è una breve dissertazione
sull’architettura di Jean Goujon.
Con un bellissimo ritratto del traduttore intagliato in legno nel frontespizio. Questa è la prima edizione del
Vitruvio del Martino, in cui professa di essersi valso de’ commentatori precedenti, ed in specie vedesi aver
preferito fra Giocondo. Le figure intagliate in legno con molto bel garbo sono disegnate la più parte da Jean
Goujon e le altre son tolte dal Cesariano, da fra Giocondo e dal Serlio. In fine è una breve dissertazione
sull’architettura di Jean Goujon.
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, Questa edizione è molto più pregievole di quella che lo stesso editore produsse nel 1543 poiché vi fece una
quantità di correzioni e di aggiunte prese dal Filandro non solo nel testo, come nelle figure.
Questa edizione è molto più pregievole di quella che lo stesso editore produsse nel 1543 poiché vi fece una
quantità di correzioni e di aggiunte prese dal Filandro non solo nel testo, come nelle figure.
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, Vedesi in quest’edizione una delle solite frodi degli stampatori. Il Zitelli acquistò un numero d’esemplari della
prima edizione di queste note pubblicata in Roma dal Dossena nel 1544; cangiò i primi otto foglietti, cioè il
primo foglio di stampa ove pose anche un suo avviso agli studiosi e diede in tal modo a vedere di aver fatta una
nuova edizione. Non cangiò in fine alcun foglio e poiché dietro l’ultima pagina trovavasi il nome dello
stampatore Romano, lo cuoprì con una sottile striscia di carta, come può rilevarsi nel nostro e negli altri
esemplari: e come avverti anche lo stesso Poleni nelle sue exercitationes Vitruvianae.
Vedesi in quest’edizione una delle solite frodi degli stampatori. Il Zitelli acquistò un numero d’esemplari della
prima edizione di queste note pubblicata in Roma dal Dossena nel 1544; cangiò i primi otto foglietti, cioè il
primo foglio di stampa ove pose anche un suo avviso agli studiosi e diede in tal modo a vedere di aver fatta una
nuova edizione. Non cangiò in fine alcun foglio e poiché dietro l’ultima pagina trovavasi il nome dello
stampatore Romano, lo cuoprì con una sottile striscia di carta, come può rilevarsi nel nostro e negli altri
esemplari: e come avverti anche lo stesso Poleni nelle sue exercitationes Vitruvianae.
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, Edizione noti diversa da quella, del 1559 se non pel frontespizio. L’estratto si fonda sulla versione di Jean
Martin, le figure sono infelici assai e il meglio consiste nelle annotazioni ai tre primi libri che vengono dopo
l’epitome, estese da Gardet, nelle quali riempie il vuoto dell’altro collaboratore.
Edizione noti diversa da quella, del 1559 se non pel frontespizio. L’estratto si fonda sulla versione di Jean
Martin, le figure sono infelici assai e il meglio consiste nelle annotazioni ai tre primi libri che vengono dopo
l’epitome, estese da Gardet, nelle quali riempie il vuoto dell’altro collaboratore.
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, Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre
avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel
Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
Edizione contemporanea alla latina e che sembra consentanea a molti luoghi di quella, unitamente che ad altre
avvertenze della prima italiana. Tanto in questa che nella latina sono alcune figure di più intagliate da quel
Giovanni Crugher tedesco, tutte però disegnate con molta eleganza.
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, Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547,
sebbene da lui stesso diretta e procurata
Non è dissimile esenzialmente questa seconda edizione della edizione del Martino da quella pubblicata nel 1547,
sebbene da lui stesso diretta e procurata
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, Questi due esemplari l’uno colta data di Ginevra, l’altro 135 con quella di Lione, sono una medesima e sola
edizione, la quale esattamente corrisponde a quella del 1552, prodotta dallo stesso Tornesio, colle medesime
figure.
Questi due esemplari l’uno colta data di Ginevra, l’altro 135 con quella di Lione, sono una medesima e sola
edizione, la quale esattamente corrisponde a quella del 1552, prodotta dallo stesso Tornesio, colle medesime
figure.
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, Le figure che trovansi in questa edizione non corrispondono a quelle delle altre due sopra citate del Martino, ma
gli editori si sono serviti di quelle dell’edizione tornesiana latina. Quanto al testo questa versione non differisce
dalle antiche se non nella miglior forma del dire, abbandonata la vecchia ortografia.
Le figure che trovansi in questa edizione non corrispondono a quelle delle altre due sopra citate del Martino, ma
gli editori si sono serviti di quelle dell’edizione tornesiana latina. Quanto al testo questa versione non differisce
dalle antiche se non nella miglior forma del dire, abbandonata la vecchia ortografia.
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, Questa prima edizione della versione di Perrault non è preferibile alla seconda, se non in quanto alla maggior
freschezza delle bellissime tavole di cui va ornata. Di due generi sono queste, poiché le grandi in numero di 64
sono intagliate in rame e le piccole in legno sono collocate fra il testo.
Questa prima edizione della versione di Perrault non è preferibile alla seconda, se non in quanto alla maggior
freschezza delle bellissime tavole di cui va ornata. Di due generi sono queste, poiché le grandi in numero di 64
sono intagliate in rame e le piccole in legno sono collocate fra il testo.
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, Non differisce quest’edizione da quella del 1674 se non in alcune parole del frontespizio ed è egualmente nitida e
corretta colle stesse tavole in rame.
Non differisce quest’edizione da quella del 1674 se non in alcune parole del frontespizio ed è egualmente nitida e
corretta colle stesse tavole in rame.
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, In quest’edizione poche furono le emende, ma molte le aggiunte importanti che da vari pareri raccolte
determinarono l’autore a ristampare la sua versione. Mutò anche tre figure e aggiunse tre tavole, una nel VI e due
nel X libro. E sebbene potesse quest’opera ricevere maggior perfezione, nondimeno fra le vitruviane versioni e
commenti, tiene a buon dritto uno dei primi luoghi.
In quest’edizione poche furono le emende, ma molte le aggiunte importanti che da vari pareri raccolte
determinarono l’autore a ristampare la sua versione. Mutò anche tre figure e aggiunse tre tavole, una nel VI e due
nel X libro. E sebbene potesse quest’opera ricevere maggior perfezione, nondimeno fra le vitruviane versioni e
commenti, tiene a buon dritto uno dei primi luoghi.
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137
, Edizione col testo latino a fronte e un corredo di 25 tavole disegnate e non incise corrispondentemente, la quale
si tiene in pregio e si preferisce alla maggior parte dell’edizioni con commenti.
Edizione col testo latino a fronte e un corredo di 25 tavole disegnate e non incise corrispondentemente, la quale
si tiene in pregio e si preferisce alla maggior parte dell’edizioni con commenti.
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, In questa edizione non è posto il testo a fronte della traduzione. Leggesi in altri esemplari di questa stessa
edizione mutato il frontespizio. Siena 1790 nella stamperia di Luigi e Benedetto Biadi con licenza.
In questa edizione non è posto il testo a fronte della traduzione. Leggesi in altri esemplari di questa stessa
edizione mutato il frontespizio. Siena 1790 nella stamperia di Luigi e Benedetto Biadi con licenza.
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138
, Questa è una ristampa dell’altra edizione pubblicata dall’Albrizzi nel 1747.
Questa è una ristampa dell’altra edizione pubblicata dall’Albrizzi nel 1747.
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Questa è una delle edizioni prodotte e commentate da Augusto Rode, cui va aggiunto un Lessico vitruviano.
Questa è una delle edizioni prodotte e commentate da Augusto Rode, cui va aggiunto un Lessico vitruviano.
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, Nella versione e commenti tedeschi non sono figure e la ignoranza di quella lingua renderebbe
imprudente e temerario il nostro giudizio sul merito di quell’autore. Nella riproduzione poi del
testo fatta nel 1801 in latino con l’atlante di 21 tavole, riporteremo il giudizio datone del
celebre Schneider.
De postrema editione Rodiana sine Berolinensi utinam tacere mihi liceret....sed vidi omnia
tam negligenter ab editore administrata tamque mala fide rem gestititi fuisse, ut
indignationem moderati non possem; e segue di questo pasto, cosicché sembra che di tutti i
lavori vitruviani questo sia il più dispregievole. Infatti non vi si incontrano emende agli errori
altrui, e spesso veggonsi peggiorate le lezioni ove precedentemente erano più chiare.
Nella versione e commenti tedeschi non sono figure e la ignoranza di quella lingua renderebbe
imprudente e temerario il nostro giudizio sul merito di quell’autore. Nella riproduzione poi del
testo fatta nel 1801 in latino con l’atlante di 21 tavole, riporteremo il giudizio datone del
celebre Schneider.
De postrema editione Rodiana sine Berolinensi utinam tacere mihi liceret....sed vidi omnia
tam negligenter ab editore administrata tamque mala fide rem gestititi fuisse, ut
indignationem moderati non possem; e segue di questo pasto, cosicché sembra che di tutti i
lavori vitruviani questo sia il più dispregievole. Infatti non vi si incontrano emende agli errori
altrui, e spesso veggonsi peggiorate le lezioni ove precedentemente erano più chiare.
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, Ventitré tavole ineleganti intagliate in rame trovatisi nel 139 Vitruvio. L’edizione non è pregievole. L’Orsini
avea molte cognizioni, una critica poco flessibile e nessun gusto. I due dizionari poi sono ben compilati e
possono essere utili alti studiosi dell’arte.
Ventitré tavole ineleganti intagliate in rame trovatisi nel 139 Vitruvio. L’edizione non è pregievole. L’Orsini
avea molte cognizioni, una critica poco flessibile e nessun gusto. I due dizionari poi sono ben compilati e
possono essere utili alti studiosi dell’arte.
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, Questa laboriosissima e preziosa opera di un dottissimo commentatore può molto servire all’erudizione degli
studiosi, ma non è altrettanto utile e chiara per gli architetti, che bramano giugnere diritto allo scopo, su di che
sono ritardati molto per la privazione delle figure.
Questa laboriosissima e preziosa opera di un dottissimo commentatore può molto servire all’erudizione degli
studiosi, ma non è altrettanto utile e chiara per gli architetti, che bramano giugnere diritto allo scopo, su di che
sono ritardati molto per la privazione delle figure.
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, Non sono di quest’opera pubblicate che due sezioni, con 4 tavole della maggior nitidezza ed eleganza nella prima
e non ancora le tavole, ma il solo testo nella seconda.
Vedi alli articoli: Poleni, Fea, Salviate, Bertano, Darci, Tolomei Claudio, Baldo Bernar., Rusconi, Wilkins,
Ortis, Satinasti Claudii, Manclerc.
Non sono di quest’opera pubblicate che due sezioni, con 4 tavole della maggior nitidezza ed eleganza nella prima
e non ancora le tavole, ma il solo testo nella seconda.
Vedi alli articoli: Poleni, Fea, Salviate, Bertano, Darci, Tolomei Claudio, Baldo Bernar., Rusconi, Wilkins,
Ortis, Satinasti Claudii, Manclerc.
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, Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi
diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le
proporzioni con cui sono figurati.
Apparisce però ristampata nel 1581; poiché amendue i numeri sono intagliati sul frontespizio figurato in luoghi
diversi. È singolare l’applicazione degli ordini fatta da questo autore agli edifici moderni e barbaro lo stile e le
proporzioni con cui sono figurati.
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, Questo esemplare apparteneva all’architetto Scamozzi ed è composto come segue: il frontespizio è figurato e
porta nel centro un cartello applicato, ove in barbara ortografia è espressa la dichiarazione dell’opera. Segue la
dedica del traduttore e subito nello stesso foglietto il testo del trattato in colonne stampato a caratteri corsivi, che
continua fino al sesto foglietto inclusive. Questa prima porte è accompagnata da 23 tavole: segue un’altra parte
col primo foglietto in basso alemanno e la data d’Anversa del 1578 intorno l’ordine toscano con 12 tavole. Un
altro libretto colla stessa data e nella stessa lingua riguarda il corintio, io 140 nico e il composito con 18
tavole. L’ultima parte relativa al corintio e al composito con le trabeazioni porta la data del 1565 che è la data
dell’edizione originale delle opere di Vredeman intagliate da Girolamo Ceck: e contiene 22 tavole.
Questo esemplare apparteneva all’architetto Scamozzi ed è composto come segue: il frontespizio è figurato e
porta nel centro un cartello applicato, ove in barbara ortografia è espressa la dichiarazione dell’opera. Segue la
dedica del traduttore e subito nello stesso foglietto il testo del trattato in colonne stampato a caratteri corsivi, che
continua fino al sesto foglietto inclusive. Questa prima porte è accompagnata da 23 tavole: segue un’altra parte
col primo foglietto in basso alemanno e la data d’Anversa del 1578 intorno l’ordine toscano con 12 tavole. Un
altro libretto colla stessa data e nella stessa lingua riguarda il corintio, io 140 nico e il composito con 18
tavole. L’ultima parte relativa al corintio e al composito con le trabeazioni porta la data del 1565 che è la data
dell’edizione originale delle opere di Vredeman intagliate da Girolamo Ceck: e contiene 22 tavole.
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, Contenente le spiegazioni degli ordini secondo i precetti di Vitruvio, applicate a diverse fabbriche poi di sua
invenzione 23 tavole di bella impressione. Questo libro è lo stesso che la prima parte del sua più ampio trattato
dell’opera precedente.
Contenente le spiegazioni degli ordini secondo i precetti di Vitruvio, applicate a diverse fabbriche poi di sua
invenzione 23 tavole di bella impressione. Questo libro è lo stesso che la prima parte del sua più ampio trattato
dell’opera precedente.
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