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232. Da VINCI Lionardo, Trattato della pittura nuovamente dato in luce colla vita dell’istesso autore scritta da Raffaello Dufresne, Parigi, presso Giacomo Langlois, 1651, fol. fig.
Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
Prima e magnifica edizione. Per cui gl’Italiani professano riconoscenza a questo illustre francese. È dedicata alla regina di Svezia e si reputa la più ampia che fosse fatta di questo trattato, il più prezioso che abbiano le arti del disegno. Va aggiunto a questo trattato anche quello della statua e della pittura di Leon B. Alberti. I trattati sono preceduti dalle vite dei due autori, estese dal du Fresne e dai rispettivi ritratti. Le stampe numerose sono di accuratissima incisione di R. Lochon, e uno dei motivi per cui si preferisce questa edizione italiana alla versione francese di Rholand Freart pubblicata nello stesso anno, è perché le stampe servirono prima all’italiana.
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233. Da VINCI Lionardo, Trattato della pittura di nuovo ristampato e corretto, Napoli, presso Francesco Ricciardo, 1733, a spese di Niccola e Vincenzo Rispoli.
Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
Questa è una ristampa dell’edizione precedente; ma uno de’ pochissimi esemplari in carta grande.
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234. Da VINCI Lionardo, Trattato della pittura ridotto alla sua vera lezione sopra una sua copia a penna di mano di Stefanino della Bella con le figure disegnate dal medesimo, Firenze 1792, in 4.
Il chiaro sig. ab. Francesco Fontani trovò nella Riccardiana il manoscritto di Leonardo e lo credette di mano di Stefano della Bella con figure marginali illustrate e segnate da questo valente intagliatore e conoscendo che l’edizione italiana di Parigi era tradotta da un manoscritto scorretto, e le figure erano alterate per voler ombreggiarle, verificando che Freart portò troppe alterazioni al trattato nella sua versione francese, senza be intendere in tutti i luoghi del testo di 39 Leonardo; verificando che l’edizione italiana di Napoli del 1733 e l’altra di Bologna del 1786 non erano che materiali ristampe di quella di Parigi, diverse soltanto nell’infelicità delle tavole, senza correggere alcuno degli errori nell’antica trascorsi, pubblicò il codice di Stefano della Bella. A questo aggiunse le memorie intorno a Leonardo e intorno lo stesso Stefano coi rispettivi ritratti e molte note e una bella lezione accademica del Lami intorno agli artisti che fiorirono dal 1000 al 1300.
Il chiaro sig. ab. Francesco Fontani trovò nella Riccardiana il manoscritto di Leonardo e lo credette di mano di Stefano della Bella con figure marginali illustrate e segnate da questo valente intagliatore e conoscendo che l’edizione italiana di Parigi era tradotta da un manoscritto scorretto, e le figure erano alterate per voler ombreggiarle, verificando che Freart portò troppe alterazioni al trattato nella sua versione francese, senza be intendere in tutti i luoghi del testo di 39 Leonardo; verificando che l’edizione italiana di Napoli del 1733 e l’altra di Bologna del 1786 non erano che materiali ristampe di quella di Parigi, diverse soltanto nell’infelicità delle tavole, senza correggere alcuno degli errori nell’antica trascorsi, pubblicò il codice di Stefano della Bella. A questo aggiunse le memorie intorno a Leonardo e intorno lo stesso Stefano coi rispettivi ritratti e molte note e una bella lezione accademica del Lami intorno agli artisti che fiorirono dal 1000 al 1300.
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241. WEBB Daniele, Ricerche sopra le bellezze della pittura e sul merito dei più celebri pittori antichi e moderni. Opera tradotta in italiano da una dama veneta, Venezia 1791.
La modestia, che non permise a questa dama assai colta e distinta se non di porre le iniziali del suo nome nella dedica della versione alla sig. Elisabetta Foscarini, non toglierà che da noi si sveli il nome della nob. D. sig. Maria Querint Stampalia, nata Lippamano, versatissima nelle arti del disegno e nelle amene lettere, oltre le solide qualilità di cuore e di spirito che la costituiscono uno de’ principali ornamenti della sua patria.
La modestia, che non permise a questa dama assai colta e distinta se non di porre le iniziali del suo nome nella dedica della versione alla sig. Elisabetta Foscarini, non toglierà che da noi si sveli il nome della nob. D. sig. Maria Querint Stampalia, nata Lippamano, versatissima nelle arti del disegno e nelle amene lettere, oltre le solide qualilità di cuore e di spirito che la costituiscono uno de’ principali ornamenti della sua patria.
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242. WEBB Daniele, Ricerche sulle bellezze delle pitture e sul merito dei più celebri pittori antichi e moderni, tradotte e commentate da Francesco Pizzetti, Parma 1804, vol. 2, in 4.
Il primo volume è consecrato alla versione del testo, il secondo contiene le riflessioni del traduttore. La filosofia delle arti si svolge assai bene in quest’opera.
Il primo volume è consecrato alla versione del testo, il secondo contiene le riflessioni del traduttore. La filosofia delle arti si svolge assai bene in quest’opera.
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245. ZUCCARI, L’idea degli scultori, pittori e architetti divisa in due libri a Carlo Emanuele di Savoia, Torino, Per Agostino di Serolio, 1607, in 4.
251. BOSSE Abr., Traicté des manières de graver en taille douce sur l’airaïn par le moyen de l’eaux forte et des vernix durs et mols. Ensemble de façons d’en emprimer les planches et d’en construire la presse et autres choses concernentes les dits arts, Paris, chez le dit Bosse, 1645, in 8.
Tavole 19 comprese il frontispizio figurato: in questo esemplare la tavola 6 è impressa da entrambe le parte del foglio. Prima edizione.
Tavole 19 comprese il frontispizio figurato: in questo esemplare la tavola 6 è impressa da entrambe le parte del foglio. Prima edizione.
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255. BOSSE Abr., La stessa, Parigi 1758. Augmentée de l’impression qui imite les tableaux, de la gravure en manière de crayon et de celle qui imite le levis, enrichie de vignettes et de 21 pl. En taille douce, in 8.
La più antica di queste edizioni di Ab. Bosse del 1645 è molto rara, e anche la seconda del 1701non è comune, essendo libri che furono meritamente apprezzati ed operati dagli artisti.
La più antica di queste edizioni di Ab. Bosse del 1645 è molto rara, e anche la seconda del 1701non è comune, essendo libri che furono meritamente apprezzati ed operati dagli artisti.
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271. BORRONI Giovanni Andrea, Delle statue, Roma 1661, in 4, fig.
Sono in questo volume 12 statue disegnate da Lazaro Baldi, editore della famosa vita di San Lazaro monaco e pittore (Vedi fra le vite degli artisti) e intagliate da Francesco Spiere e altri buoni artisti, e una 13 tavola che rappresenta le due colonne Antonina e Traiana, e il frontispizio figurato di accurata e nitida esecuzione. Il testo dell’opera è senza critica, esteso secondo le viste di un dottor teologo, com’era questo frate e nulla più.
Sono in questo volume 12 statue disegnate da Lazaro Baldi, editore della famosa vita di San Lazaro monaco e pittore (Vedi fra le vite degli artisti) e intagliate da Francesco Spiere e altri buoni artisti, e una 13 tavola che rappresenta le due colonne Antonina e Traiana, e il frontispizio figurato di accurata e nitida esecuzione. Il testo dell’opera è senza critica, esteso secondo le viste di un dottor teologo, com’era questo frate e nulla più.
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273. CELLINI Benvenuto scultore fiorentino, Due trattati, uno intorno alle otto principali arti dell’orificieria; l’altro in materia dell’arte della scultura, dove si veggono infiniti segreti nel lavorare le figure di marmo et nel gettarle di bronzo, in Fiorenza, per Valente Panizii e Marco Peri, 1568, 4, prima edizione.